lunedì 28 settembre 2015

SALUTE / sport - Bambini: gli sport adatti nelle varie fasi evolutive

28 Settembre '15 - lunedì          28th September / Monday              visione post - 11

La giusta scelta sportiva nelle
differenti età evolutive del bambino

(da  la Repubblica Salute -  22/09/'15? - Per i bimbi / Mariapaola Salmi)
Quando un bambino può cominciare a praticare un'attività sportiva? 
E qual è lo sport giusto per ogni età? 
Una guida della Società italiana di pediatria (Sip) aiuta i genitori nella scelta.
Il bambino piccolo deve avvicinarsi allo sport attraverso il gioco: corsi di acquaticità
e baby gym sono ideali. A partire dai 6-7 anni comincia il vero apprendimento di una
disciplina sportiva. Fino a sette- otto anni vanno prediletti gli sport completi che raf-
forzano e sviluppano tutto il corpo. Più in dettaglio: dai 3 anni, il nuoto migliora  la
sicurezza e aiuta la coordinazione; dai 4, il ciclismo stimola l'equilibrio, l'autostima
e la capacità di risolvere i problemi.  Dai 5, la ginnastica promuove il controllo del 
corpo, la danza aiuta ad acquisire una postura corretta e la coordinazione motoria,
e il pattinaggio potenzia la flessibilità articolare e l'equilibrio. A 6 anni, poi, si può
cominciare atletica leggera, tennis  e  scherma, sport asimmetrici, che  sviluppano 
concentrazione  e disciplina; dai 7 anni, pallavolo  e  basket, attività complete  che
fanno lavorare la parte superiore e inferiore del corpo, i paravertebrali, gli addo-
minali e stimolano lo spirito di gruppo, calcio, karate e judo utili sia nei bambini
insicuri e timidi perchè danno fiducia sia in quelli più vivaci perchè insegnano a
tenere sotto controllo l'aggressività.
 E' importante che l'attività sportiva prescelta diverta il bambino in modo da per-  
mettere che il movimento diventi una vera e propria abitudine, piacevole da man-
tenere nella vita.

Lucianone

domenica 27 settembre 2015

sabato 26 settembre 2015

Lavoro - Offerte e opportunità di lavoro

26 settembre '15 - sabato          26th September / Saturday             visione post - 16

3.200 e oltre 
le opportunità di lavoro
dal mondo dell'high tech fino al settore immobiliare

(da Corriere della Sera - 22 sett. 2015 - Economia / Trovolavoro)
130 tirocini formativi per valorizzare
il patrimonio artistico
Mille euro lordi al mese per 130 tirocini formativi al Ministero dei Beni culturali destinati a
progetti di valorizzazione del patrimonio artistico. La Repubblica degli Stagisti - lo spazio
virtuale creato da Eleonora Voltolina autrice di "Se potessi avere 1000 euro al mese" - che
dà voce a migliaia di giovani, riporta anche le testimonianze di chi ha già vissuto l'esperien-
za. Il rimborso di mille euro è parametrato alle borse di dottorato universitario, la durata
del tirocinio semestrale. Le sedi sono una ventina tra musei, archivi di Stato e biblioteche.
Requisiti: un ventaglio di lauree, da archeologia ad economia e ingegneria, età massima 29
anni.  (www.repubblicadeglistagisti.it)

 Oltre 1.500 opportunità dall'informatica alla finanza
L'agenzia per il lavoro UMANA sta ricercando per i suoi clienti 1500 persone su tutto il territorio nazionale. Fra i profili: ingegneri meccanici, gestionali, elettromeccanici, infor-
matici, chimici e dei materiali, disegnatori meccanici, addetti all'ufficio tecnico, progettisti
Cad/Cam, ingegneri informatici, sviluppatori. Sono inoltre aperte opportunità nel turismo.
Pirelli: 39 ricerche fra assunzioni e stage
L'agenzia Pirelli desidera inserire 14 laureati in ingegneria, informatica ed economia per la
sede di Milano per le aree:  produzione, finanza, risorse umane, information technology,
qualità e vendite. Accanto a queste ricerche si affiancano 25 opportunità di stage rivolte 
oltre che a ingegneri e informatici anche a chi ha svolto studi umanistici e giuridico.
Opportunità per ingegneri: più di 600 offerte
Le selezioni in giro per l'Europa di Prysmian, Elica, Abb, Esrf, Alten e Google.
Prysmian lancerà nelle prossime settimane 2 programmi internazionali di inserimenti -
con assunzioni a tempo indeterminato. Uno - nuovo - per rafforzare la struttura dedicata
a produzione, logistica e qualità riguarda una trentina di ingegneri con 3/5 anni di espe-
rienza. Il secondo - alla quinta edizione - è diretto a 40 neolaureati per la maggior parte
in ingegneria meccanica ed elettrotecnica.
Elica, società del distretto di Fabriano che produce cappe in otto siti nel mondo, sta
ricercando un application engineer e progettisti meccanici senior e junior, e inserisce
di frequente neolaureati in meccanica, elettronica, gestionale, aerospaziale e mecca-
tronica tra acquisti , progettazione, industrial, R&D, supply chain e qualità. L'ingresso
in azienda per chi è alle prime armi? Via stage, formula ormai usata spesso anche per
gli ingegneri.    

 CONTINUA... TO BE CONTINUED...          




Sport - calcio / Serie B - 5^ giornata - 2015/16

26 settembre '15 - sabato            26th September / Saturday            visione post - 19
   Risultati delle partite  
   
Ascoli     0     Cagliari   3      Livorno    1     Modena     1      Perugia    0    Pro Vercelli    0
Brescia   0     Latina      2     Spezia     2     Lanciano   0      Cesena    0    Crotone          2

Salernitana   2     Trapani   4      Vicenza   2      Bari         2     Novara   0
Ternana        1     Entella    2     Pescara    2     Avellino   1     Como     2

CLASSIFICA

CAGLIARI   13  /   Livorno   12  /   Cesena, Spezia, Crotone   10  /   Trapani   9  /
Salernitana, Bari   8  /   Vicenza   7  /   Latina, Pescara, Modena   6  /
Lanciano, Perugia, Como, Brescia, Pro Vercelli   5  /   Avellino, Ascoli   4  /
Novara, Entella   3  /   Ternana   1



Continua,,, to be continued...

venerdì 25 settembre 2015

Sport - calcio / Serie A - 5^ giornata - 2015/16

24 settembre '15 - venerdì             24th September / Friday               visione post - 23

Risultati delle partite

Carpi     0     Chievo   1     Fiorentina   2    Inter            1     Juventus       1    Lazio     2
Napoli   0     Torino    0     Bologna      0    Verona H.   0     Frosainone   1     Genoa   0

Palermo    0     Sampdoria   2     UDINESE  2
Sassuolo   1     Roma           1     MILAN         3
vi CLASSIFICA

INTER   15  /   Fiorentina   12  /   Sassuolo   11  /   Sampdoria, Chievo, Torino   10  /
Milan, Lazio   9  /   Roma, Atalanta   8  /   Palermo   7  /   Napoli   6  /   Juventus   5  /
Empoli   4  /   Udinese, Genoa, Bologna, Verona H.   3  /   Carpi   2  /   Frosinone   1

 I  COMMENTI

(1° commento)
La partita che mi piace sottolineare di più in questa quinta giornata, è quella giocata
a Udine dove, oltre che vedere e rendersi conto della vera compattezza di squadra di
questo Milan, si poteva cominciare a mettere un pò sotto esame la seconda vita e pos-
sibile rinascita calcistica del Mario (nazionale), cioè di Balotelli.  Ebbene sì, il nostro
Mario ha passato alla grande il primo esame: un gol bellissimo (quasi super) con quel
taglio ad effetto di punizione sopra la barriera e con portiere quasi fermo. Ed è stato
il gol d'apertura che ha aperto la strada alla vittoria milanista. Ci sono poi state altre
giocate molto azzeccate del Balo, ma soprattutto ha fatto gioco di squadra senza svi-
lirsi in pantomine o sbracarsi in scemenze. Bravo Balotelli: maturità. Continua così!
Luciano Finesso

(2° commento)
La regola del gol da tre punti è una costante chiara, chiarissima di questa nuova Inter
piena di muscoli e possanza. Cinque vittorie su cinque, quattro per 1 - 0 (con un intruso
2 - 1 che comunque conferma la norma) . L'eroe eponimo  della reincarnazionme tra-
pattoniana è Felipe Melo, detto questo detto tutto: prima fa fuori Pazzini, poi piazza il
pesantissimo mattone del gol.  -  L'altra chiara, chiarissima indicazione è il marasma 
juventino cronico: il Frosinon, e aveva zero punti e strappa il primo a Torino, dove fino-
ra nessuno è andato  via scontento.  Assenze, modifiche volanti, sfortuna, traverse ma
anche l'incapacità di chiudere la gara, malanno di gioventù ma quasi mai di Juventus.
Cinque punti in cinque partite sono una miseria quasi inaccettabile, tenendo poi conto
che adesso l'Inter è a +10, un vantaggio che è quasi sempre incolmabile anche se è trop-
po presto per capire, tutto troppo informe: salvo che la Juve quella forma ancora non ce 
l'ha. -  Nella notte di un incredibile crollo lontano dalle nostre terre, ovvero i quattro
palloni che gonfiano la rete del Barcellona, pure da noi c'è chi non si fa mancare nulla:
la Roma, caduta a Genova senza l'attenuante del turn-over, senza scuse che non siano 
la debolezza e la mollezza.  Così come  non ha alibi  il Napoli che s'inchioda  contro il
Carpi (con la comica degli idranti): dopo i 10 gol a zero, zero gol. La doppia delusione
del Napoli e della Juve diventa così l'inaspettato prologo a Napoli-Juve, sabato. Nessu-
na delle due può più fermarsi, i bianconeri specioalmente, se non vogliono dire addio
già in autunno a quell'abitudine di forma triangolare che portano sul petto dall'epoca
di Napoleone.
... Leggere con occhi nuovi la classifica vuol anche dire strabuzzarli di fronte al Sassuolo,
terzo e non per caso. Il lavoro di questi anni è stato una lenta, solida e premiata costruzio-
ne. Eusebio Di Francesco è uno dei migliori tecnici italiani, farà un carrierone e per ora
tutto il suo futuro è qui. Basta e avanza.
-  Maurizio Crosetti  / R2Sport  -  la Repubblica - 24 sett. 2015   





Lucianone

Appuntamenti - ARTE

24 settembre '15 - venerdì                 24the September / Friday

PIERO DELLA FRANCESCA
Indagine su un mito
Musei San Domenico - Forlì (Italia)
13 febbraio - 26 giugno 2016  

BRIXIA. Roma e le genti del Po. 
Un incontro di culture. III-I secolo a.C.
Brescia - Museo di Santa Giulia
Fino al 17 gennaio 2016
Info - www.bresciamusei.com







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martedì 22 settembre 2015

L'Intervista - Al padre di Alan Kurdi (per ricordare, non dimenticare e sperare)

22 settembre '15 - martedì            22nd September / Tuesday              visione post - 26

Il papà di Alan Kurdi, il bambino la cui immagine ha fatto il giro del mondo e lo
ha scosso non poco, ha concesso un'intervista a un giornalista del quotidiano "la
Repubblica" dove esprime tutta la sua disperazione, comunque composta, e la 
sua rabbia (altrettanto comunque composta) ma dove riesce ad esprimere nello
stesso tempo la sua ferma speranza che la morte di Alan possa essere di aiuto 
tutti gli altri bambini siriani. Dice poi che costruire muri non servirà a nulla:
profughi troveranno comunque sempre il modo di bucarlo. Ecco qui di seguito
l'intervista integrale ad Abdullah Kurdi.
(Lucianone)

Abdullah Kurdi, che nel naufragio in Turchia ha perso la moglie e i due figli, 
ha detto: "Io non ho più nulla da chiedere alla vita ma spero che quella foto
svegli i potenti".

(da  la Repubblica - 8 settembre 2015 - L'intervista / Fabio Tonacci)
"Ho perso tutto e non ho più niente da chiedere alla vita, Ma i miei figli Alan e Galip non 
sono morti invano. Non è stato un sacrificio inutile perchè in cuor mio sento che il mondo
si sta svegliando e si sta rendendo conto del dramma della Siria e del bisogno di pace". 
Abdullah Kurdi oggi è un uomo che si tiene in piedi aggrappandosi a questo solo pensiero.
Sa quanto potente è la foto del suo figlioletto Alan, morto nella sabbia e nell'acqua di Bodrum
dopo il rovesciamento del gommone su cui stavano tentando di raggiungere l'isola greca di Kos. 
"Tutti devonPoi pero guardarla, perchè credo che attraverso questa immagine i miei figli possano
 in qualche modo aiutare i bambini siriani. Se Dio ha voluto che morissero. è per compiere
 questa missione".  Abdullah parla al telefono dalla sua Kobane, dove è andato a seppellire 
 Alan, tre anni, Galip, cinque anni, e sua moglie Rehan.
QUAL E' LA LEZIONE CHE IL MONDO DEVE IMPARARE ?
"Che la guerra in Siria va fermata al più presto, perchè i siriani non scapperebbero dal loro
paese, se non fossero costretti. Vivevamo da re nella nostra Siria. La responsabilità di quello
che sta succedendo qui è  di tutti quelli  che sostengono la guerra.  Mi auguro che qualcosa
adesso cambi, soprattutto nei paesi arabi dove non ho visto alcuna indignazione per quanto
mi è successo".
LEI INCOLPA QUALCUNO PER LA MORTE DEI SUOI CARI ?
"Sì, le autorità del Canada perchè hanno rifiutato la mia richiesta d'asilo nonostante ci fos-
sero 5 famiglie disposte a sostenerci economicamente. Volevo trasferirmi insieme alla mia
famiglia e a quella di mio fratello, che ora è in Germania. Non avremmo nemmeno pesato
sulle casse del governo canadese. Non ci hanno dato l'autorizzazione e non so perchè".
DA QUEL RIFIUTO E' NATA L'IDEA DI VENIRE IN EUROPA ?
"Sì. Negli ultimi due anni ho lavorato a Istanbul, mentre i miei figli li avevo lasciati a Kobane.
Lavoravo in un'industria tessile e guadagnavo 800 lire  turche. Poi  però quando sono comin-
ciati i combattimenti con l'Isis a Kobane, li ho portati in Turchia. Ed è cominciata la mia tra-
gedia. Non mi bastavano i soldi: come facevo a mantenerli quando tra bollette e affitto paga-
vo 500 lire? Mi sono messo a lavorare come muratore, la sera tornavo a casa e Alan e Galip
mi massaggiavano le gambe e la schiena doloranti. Erano loro però ad avere bisogno di cure
mediche".
QUALI CURE ? 
"Soffrivano di una malattia congenita alla pelle, avevano bisogno di una pomata speciale da
spalmare tre volte al giorno altrimenti si grattavano e la pelle gli diventava scura. Ma in Tur-
chia a causa della lingua non riuscivo a compilare le pratiche per accedere all'assistenza sa-
nitaria. Quindi ho pensato di andare in Germania, dove ci sonO mediatori culturali. Chissà
adesso chi gliela spalma quella pomata, forse gli angeli...".
COME VI HANNOTTATO LE AUTORITA' TURCHE ?
"Non voglio parlar male della Turchia. La presenza di profughi è altissima e non è possibile
garantire condizioni buone per tutti. Ma da quanto mi hanno raccontato, in Turchia ci accol-
gono meglio che in Libano e in Giordania. Ecco perchè volevo andare in Europa, in Germa-
nia ma anche in Svezia o in Inghilterra: volevo che i miei figli fossero trattati come persone".  
COSA SI RICORDA DEL NAUFRAGIO DEL GOMMONE ?
"Avevo pagato  agli scafisti  4mila euro.  A bordo eravamo in 12, il mare era mosso e dopo
pochi minuti il gommone si è rovesciato. Nell'acqua ho trovato le braccia dei miei bambini
e le ho afferrate, ma mi sono accorto che erano già morti e li ho lasciati andare per prova-
re a salvare mia moglie. Inutilmente. Ora ci sono tante persone accanto a me, ma quando
sarò solo temo di crollare".
COSA FARA' ADESSO CHE E' TORNATO A KOBANE ?
"Non c'è luce, non c'è acqua, non ci sono le condizioni per restare. Pensavo di rimanere
vicino alle tombe dei miei cari, ma qui la vita non è vita".
PROVERA' A TORNARE IN EUROPA ?
"Non ho ancora deciso. Però se parto, forse impazzisco. Ogni mattina vado sulle loro tombe,
innaffio i fiori, ci parlo come se fossero vivi. Parlare con loro mi aiuta un pò".
CHIEDE QUALCOSA AI GOVERNI EUROPEI ?
"Per me niente. Vorrei però che arrivassero aiuti economici alla mia gente, ai siriani che
fuggono e a quelli che rimangono. Non attraverso le organizzazioni internazionali, però,
perchè talvolta si trattengono i soldi ".
PUO' UN MURO FERMARE L'ESODO DEI PROFUGHI ?
"Anche se venisse costruito un muro alto fino al cielo sui confini dell'Europa, troveranno
lo stesso il modo di bucarlo. E lo faranno con i loro bambini in braccio".
COME FA AD ESSERNE CERTO ?
"Quando stavo andando a prendere le salme a Bodrum, ho incontrato una famiglia di curdi
che faceva l'autostop per raggiungere le spiagge dove partono i gommoni. Ho provato a con-
vincerli a non andare, ma il capofamiglia mi ha detto: 'Ormai ho deciso. O moriamo, oppu-
re viviamo come esseri umani'. Mi ha dato questa risposta e aveva suo figlio tra le braccia".

Lucianone


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SOCIETA' / popoli in fuga - Profughi, Democrazie e Libertà

22 settembre '15 - martedì          22nd September / Tuesday                 visione post - 13

(da 'Corriere della Sera' - martedì 8 settembre 2015 - di Pierluigi Battista)

DEMOCRAZIE
Profughi in cerca di Libertà
ci ricordano i nostri valori
Gridano "Freedom", i rifugiati che premono sui confini dell'Ovest. Ce lo eravamo
dimenticati. Avevamo smarrito il senso di una differenza, di una linea di confine che
divide nel mondo le terre della libertà, della democrazia, del benessere, dei diritti
DAL mondo buio dell'oppressione, dell'intolleranza, del terrore, della riduzione in
schiavitù delle donne, della tortura, della miseria, delle carceri imbottite  di dissi- 
denti, di chi insiste a onorare un'altra religione, a credere in un'idea diversa, a essere
semplicemente diverso. "Freedom", "Freedom". E stavolta l'Occidente ha saputo es-
sere coerente con se stesso. Ha saputo, almeno per una volta, e si spera per molto tempo,
far suoi i versi che campeggiano ai piedi della Statua della Libertà, quel "datemi le
vostre masse stanche, povere, oppresse, desiderose di respirare libere. Mandateli a
 me i diseredati, gli infelici, i disperati". Non la generica disponibilità, l'effimera
solidarietà, ma la coscienza di essere la meta di chi è desideroso di "respirare libero".
E' l'orgoglio della libertà. L'orgoglio della democrazia. Ecco qual è il messaggio di 
questi giorni: "Freedom" e ancora "Freedom".
La democrazia sembra un ideale stanco, estenuato. Ma per noi che ci siamo nati e
che ne abbiamo smarrito il valore, la specificità, il privilegio. Per chi vive e muore 
nelle tirannie, la democrazia è un traguardo da raggiungere a tutti i costi, con sa-
crifici immani, marce disumane, popolazioni in fuga da despoti e fanatici. Dovrem-
mo riscoprire  quella che  adesso  si definisce la "narrazione": la narrazione della
democrazia e della libertà. La narrazione di un sistema in cui le persone sono tute-
late nei loro diritti, possono parlare senza il timore dell'oppressione e della morte.
Dove le donne non sono bestie da malmenare  e coprire fino agli occhi. Dove si può
scegliere, vivere, consumare, svolgere un'attività economica, mettere a frutto il pro-
prio talento senza che il potere confischi arbitrariamente i tuoi beni. Dove la tortura
è bandita e, se non punita, bollata dalla riprovazione pubblica insieme all'impunità
di chi se n'è reso responsabile.
La democrazia:___________________________________
Non una società perfetta. La democrazia, come sosteneva Churchill, " è la peggior
forma di governo fatta eccezione per tutte quelle sperimentate finora".  La libertà
è sempre troppo poca. Nuovi diritti fanno fatica ad affermarsi. Vecchie discrimina-
zioni sopravvivono, sia pur in forme sempre più blande. L'economia è troppo spes-
so soffocata da uno statalismo dispotico, illiberale, vessatorio. Ma la sensibilità pub-
blica nelle democrazie è sempre più esigente. Non ci si accontenta mai. I limiti ven-
gomo di continuo oltrepassati. E' la "società aperta" di cui parlava Karl Raimund
Popper, quella che spezza di continuo le proprie catene. Ce lo siamo dimenticat. E
la provvidenziale resipiscenza  delle democrazie europee  in questi giorni  ce lo ha
ricordato, insieme alla  caparbietà  delle "masse stanche, povere e oppresse",  che
premono ai nostri confini e distruggono reticolati, divieti, manganelli. E che voglio-. 
no "respirare libere". Dovremmo ricordarcelo ancora, chiedendoci anch, e se siamo
disposti a pagare qualche prezzo perchè la libertà e la democrazia possano soprav-
vivere all'assalto dei suoi nemici fanatici e portatori di un'ideologia di morte.
Dovremmo chiederci se ci crediamo ancora, o se siamo troppo stanchi per crederci,
e se quello che vagheggiano i rifugiati non sia altro che un'illusione. Dovremmo poi
capire da dove scappano, questi nostri fratelli che gridano "Freedom". E se il nostro
cinismo non ci abbia portato a rinunciare all'"universalità" di valori  in cui non cre-
diamo più. A non considerare più uno scandalo l'esistenza di regimi che magari sanno
tenere l'ordine, ma schiacciando ogni traccia di libertà, ogni parvenza di democrazia,
senza rispetto per alcun diritto, senza dare alcun valore alle persone. Che oggi scappa-
no. Gridano "Freedom". E ci stanno dando una lezione salutare.

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Istruzione / Scuola - La tecnologia aiuta gli alunni disabili

22 settembre '15 - martedì            22nd September / Tuesday                visione post - 13

(da la Repubblica - 19/ 09/ '15  -  Tiziana De Giorgio)
Dal robot al tablet: la tecnologia
che aiuta gli alunni disabili
C'è il piccolo robot Nao che chiama i bambini per nome, sa imitare i loro movimenti
e può essere usato nelle classi per aiutare gli alunni autistici.  Ci sono  le maestre  che 
hanno trovato nelle applicazioni del tablet un nuovo modo per comunicare con i picco-
li che hanno un handicap e stanno sperimentando nuove strade per abbattere le diversità.
I libri di testo multitouch, i comandi vocali che permettono ai non udenti di proiettare una
ricerca o una tesina in aula come tutti gli altri compagni. All'Università Cattolica si apre il
primo convegno internazionale in Italia sulle frontiere high tech per la disabilità. Una gior-
nata di studio in cui professori che lavorano negli istituti di ogni ordine, pedagogisti, esper-
ti del mondo dell'istruzione, ma anche informatici, mettono a confronto le proprie esperien-
ze sul campo per mostrare come le nuove tecnologie possano essere usate dagli insegnanti
di sostegno per superare le barriere in classe. "La multimedialità non può di certo esaurire
tutte le competenze che deve avere un docente che ha a che fare con gli alunni disabili -
spiega Luigi D'Alonzo, direttore del Cedisma, il Centro studi su disabilità  e  marginalità
della Cattolica - ma gli insegnanti di sostegno ormai non possono più prescinderne; sono strumenti di inclusione fondamentali, forse ancora più utili che per tutti gli altri alunni".
Un tema particolarmente caldo, in questi giorni, quello del sostegno: l'anno scolastico si è aperto con un buco gigantesco  negli organioci delle scuole milanesi  e  lombarde, dove
mancano all'appello  migliaia di insegnanti  specializzati nell'assistenza ai portatori di handicap. Nelle scuole di città e provincia i presidi sono alla ricerca di più di 1600 sup-
plenti.  La maggior parte  di quelli   che entreranno   in classe, però, non avrà  alcuna specializzazione:  per anni i corsi ad hoc sono stati bloccati e il risualtato è che in tutta
Italia  i docenti di sostegno sono pochissimi.  "Per questo motivo  il Ministero quest'an-
no ci ha chiesto  di formare  il doppio  degli insegnanti  dello scorso anno - sottolinea
D'Alonzo - e corsi con 400 iscritti contro i 200 dello scorso anno. E all'interno di questi
percorsi puntiamo tantissimo sulla multimedialità e le nuove tecnologie".

Lucianone

lunedì 21 settembre 2015

Riflessioni - L'aspetto positivo di Angela Merkel / L'altro "populismo"

21 settembre '15 - lunedì              21st September / Monday         visione post - 5

In questi giorni si sente ripetere spesso che Merkel avrebbe aperto le porte ai profughi perchè
la scelta è "conveniente" per la Germania.  E lo si dice con malizia, che è conveniente, come
per smascherare un' ipocrisia, per rivelare che sotto l'involucro umanitario esiste un calcolo di
utilità: furba, la cancelliera, che fingendo di essere "buona" importa lavoratori giovani per poter pagare le pensioni dei tedeschi tra vent'anni.
Per dire la verità, i discorsi di tipo utilitaristico  sull'immigrazione  vengono fatti da molti.anni.
E non per cinismo, ma perchè nessuna questione, piccola o grande, può essere affrontata sen-
za valutarne l'impatto pratico, i costi e i ricavi. E che l'immigrazione, in Paesi che invecchiano
irrimediabilmente e hanno  un tasso di natalità molto ridotto, possa essere conveniente, è cosa
che viene ripetuta da decenni da istituti economici e leader politici  non per questo imputabili
di furbizia, sermmai di realismo. Se gli ambienti xenofobi e la destra più sciocca (entrambi, in
in Italia, ben rappresentati in Parlamento e nelle edicole) non avessero perso tempo e sprecato
fiato per anni, contro il fantasma del "buonismo", loro autentica ossessione, avrebbero  preso
atto da tempo che bontà e cattiveria c'entrano molto relativamente. C'entra, piuttosto, la capa-
cità di governare  con umanità e intelligenza (facoltà non necessariamente disgiunte) un cata-
clisma geografico, politico, economico. Come ha fatto Merkel.
(da  la Repubblica - 13/ 09/ '15  - L'AMACA  / Michele Serra)

Non ci si deve fare illusioni, passato il momento di forte emotività positiva la questione
dei profughi e dei rifugiati, e quella più vasta e generica dei migranti, tornerà a produrre
le sue spine, le sue tensioni, i suoi drammi. Ma qualcosa di profondo sembra davvero av-
venuto, in Europa, in questi ultimi giorni.  La forza simbolica dell'accoglienza, forse per
la prima volta, ha messo in ombra i fantasmi della paura e della diffidenza; il sentimento
della solidarietà è apparso finalmente popolare, facendo a pezzi il detestabile luogo comu-
ne costruito  in questi anni  dalla destra xenofoba, che dipinge  le élite  arroccate nel loro
buonismo ipocrita, ben tutelato dal censo, e il popolo lasciato solo  e  indifeso con le sue
angosce, esposto alla strada e ai suoi rischi.
I tedeschi che a migliaia affollano le stazioni ferroviarie per accogliere i profughi cantando
l'Inno alla gioia (che è l'inno d'Europa), e portano cibo, vestiti, strette di mano, abbracci, so-
no popolo anch'essi. Il termine "populismo" usurpa e monopolizza il concetto di popolo, gli
leva la facoltà di non essere una massa indistinta capace solamente di chiedere (e di odiare),
ma individui in condizioni di scegliere, di avere e soprattutto di dare.  Se il ringhio razzista
appare, in questi giorni. un poco più fievole, è perchè  i media  sono stati  in qualche modo
costretti a puntare le telecamere e i microfoni su tutt'altro spettacolo. Finalmente.
(da la Repubblica  -  08/09/'15 - L'AMACA  /  Michele Serra) 

Lucianone.

Sport - calcio / Serie A - 4^ giornata - 2015/16

21 settembre '15 - lunedì            21st September / Monday             visione post - 7

Risultati delle partite
Udinese   1     Milan       3     Atalanta     1     Bologna      1     Carpi           0     Chievo   0
Empoli     2     Palermo  2      Verona      1     Frosinone   0     Fiorentina   1      Inter      1

Genoa        0     NAPOLI   5      Roma        2     Torino          2  
Juventus   2      LAZIO     0      Sassuolo   2     Sampdoria   0

CLASSIFICA
INTER   12   /  Torino   10   /  Fiorentina    9   /  Roma, Sassuolo    8  /
Chievo, Sampdoria, Palermo   7   /  Milan, Lazio   6   /   Napoli, Atalanta   5   /
Juventus, Empoli      4   /  Verona H., Genoa, Bologna, Udinese    3   /   Carpi    1
Frosinone    0   -

Commento

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Stampa - giornali / Tutti i commenti dal Mondo

21 settembre '15 - lunedì             21st September / Monday              visione post - 16

Los Angeles Times
Usa: i simboli dei sudisti vietati a scuola
La bandiera confederata dei sudisti va rimossa dagli istitui pubblici degli Usa.
Ma se è un ragazzo ad indossare una maglietta con l'emblema di Dixieland?
A chiederselo è il 'Los Angeles Times' diretto da Davan Maharaj, con un commento
critico verso una decisione di una scuola di Charleston. Dove finisce, scrive il Los
Angeles Times, l'istigazione all'odio ed inizia la violazione del diritto di espressione?
EL  PAI'S
Spagna, il diritto alle cure mediche dei clandestini
Garantire l'assistenza sanitaria agli immigrati privi di documenti?
Il governo spagnolo aveva deciso per il no, ma diverse autorità locali
hanno disobbedito. E così molti medici hanno continuato a curare i
clandestini. Ed esiste la minaccia anche di sanzioni da parte della Ue.
La scelta dell'esecutivo è stata stigmatizzata sulle pagine del Paìs, di-
retto da Javier Moreno, che ha ricordato che in questo modo si attua
una situazione di diseguaglianza tra le persone. E sottolinea come la 
decisione del governo sia stata disattesa anche da regioni dove la
maggioranza è quella del partito di Rajoy.
-  (da Corriere della Sera  del 23 agosto '15 - Commenti dal Mondo / di Carlo Baroni)

The Japan Times
Disarmo nucleare: il Giappone chiede più impegno
Non bastano le politiche di deterrenza. Per il disarmo nucleare bisogna fare di più.
Lo sostiene un editoriale del Japan Times, diretto da Takashi Kitazume. Il quotidiano
nipponico prende spunto dalla tragedia che 70 anni fa colpì il Giappone. Da allora
ogni anno le nazioni si impegnano a non ripetere il tragico esperimento. 
Ma bisogna andare oltre le celebrazioni. E creare organismi territoriali che tengano
alta la guardia contro le smanie di rinunciare alla battaglia per il disarmo.
Los Angeles Times
Rivalutare  Carter come difensore dei diritti civili
Nel 1954 chiesero a un coltivatore di arachidi della Georgia di aderire ad
un'associazione composta da soli bianchi. Quel giovane uomo rifiutò. Si
chiamava Jimmy Carter. Più di vent'anni dopo sarebbe diventato presidente
degli Stati Uniti. Un episodio del passato commentato dal Los Angeles Times.
L'occasione per sgombrare  la figura  dell'inquilino democratico della Casa
Bianca della fine degli anni Settanta dalle critiche talvolta eccessive. Carter, 
l'indeciso, ma anche Jimmy il paladino dei diritti civili.
da Corriere della Sera dell' 8 settembre '15 - Commenti dal Mondo / di Carlo Baroni

Lucianone

sabato 19 settembre 2015

SOCIETA' / Italia - Lo spirito di MAFIA...

19 settembre '15 - sabato              19th September / Saturday              visione post - 11

Beni e mali comuni - 
Il problema è di tutti i cittadini italiani e non solo delle istituzioni.
In troppi considerano un segno di debolezza ricorrere alle giustizia.
Così il "quieto vivere" diventa facilmente "codardia morale".  

(da 'Corriere della Sera' - 23 / 09 /'15  -  Goffredo Buccini)
Lo  spirito di mafia rischia di indebolire lo spirito pubblico
Qualcuno pagherà, certo. Cadrà qualche testa, oltre a quella del pilota dell'elicottero che -
fuori rotta - dispensava petali di rosa sul corteo funebre del capoclan. Ma, alla fine, il pa-
sticciaccio mondiale generato dalle esequie di "zio" Vittorio Casamonic nella periferia
romana del quartiere Don Bosco racconta su di noi, forse su molti di noi, qualcosa di ben
più antico e radicato d'una catena di omissioni e colpe.  E ci rivela, nella salsa all'amatri-
ciana di quella cerimonia megalomane, l'eterna dialettica che ha azzoppato la nostra sto-
ria: quella tra spirito pubblico e spirito di mafia. 
Già, perchè a rendere possibile un corteo di tre pariglie di cavalli con tanto di carro funebre
d'epoca rispolverato (forse, addirittura) dalle nobili esequie di Antonio de Curtis (per tutti
noi Totò), con scorta di dodici (!) autopattuglie di vigili urbani a bloccare il traffico attorno
e di squadre di motociclisti del clan  (senza casco in omaggio al defunto, sotto gli occhi dei
vigili medesimi), con banda di ottoni a intonare il Padrino e poster con "zio Vittorio" vesti-
to da  Ponteficebaffisso alle colonne della chiesa sotto il naso  del parroco, il tutto condito
dall'assenza di comuni, cazioni tra gli uffici e i comandi di zona fino alle stanze del prefetto
di Roma Gabrielli, beh, a rendere possibile tutto questo senza - si badi - raffiche di telefo-
nate indignate degli abitanti del quartiere al 112 o al 113 (l'indignazione sui social network
è successiva, come sempre), beh, ci vuol altro che qualche omissione. La faccenda interpel.
la il nostro modo di essere come romani e come cittadini italiani.
"Lo spirito pubblico in Italia è tale, che, salvo il prescritto dalle leggi e ordinanze de' prin-
cipi, lascia a ciascuno quasi intera la libertà di condursi in tutto il resto come gli aggrada",
il nostro disgraziatissimo Paese alle nazioni europee più evolute, nel suo Discorso sopra lo 
stato presente dei costumi degli italiani: "Senza che il pubblico s'impacci (...) nè s'impacci 
mai in modo da dar molta briga", aggiungeva. Ovvero, tutti zitti, chè passa "zio" Vittorio,
volgarizzeremmo oggi, senza voler così mancare di rispetto al Giovane Favoloso.  Questa
storia di italiani che si girano dall'altra parte badando al proprio "particulare" deve ave-
re tormentato parecchio  anche  Antonio Gramsci  che considerava  lo spirito pubblico il
tratto distintivo di una nazione e l'assenza di esso dalle nostre parti anche come frutto di
 quella "rivoluzione passiva" che forse fu il nostro Risorgimento.
La sceneggiata funebre al Don Bosco ci restituisce soprattutto questo: il senso sconfortante
che nulla muti mai, se non per qualche eroe, che, essendo dotato di sufficiente spirito pub-
blico da badare al bene comune prima che al proprio, finisce per pagare in solitudine la
propria a)nomala normalità, salvo consacrazione postuma. come Ambrosoli o Borsellino.
E' il trionfo dello spirito di mafia, negazione del bene comune: "Reputare segno di debo-corrisponde da sempre
lezza o di vigliaccheria ricorrere alla giustizia ufficiale", lo descriveva Gaetano Mosca
nel suo  straordinario  Che cos'è la mafia, che, pubblicato nel 1900, pare  (purtroppo)
scritto ieri, e non riguarda certo solo la Sicilia (Manzoni racconta in Renzo "una certa
aria di braveria comune allora anche agli uomini più quieti").
Al quartiere Don Bosco, giovedì mattina, non s'è scritta  solo  una indegna pagina nella
recente cronaca romana; non soltanto una nuova appendice nella crisi politica e morale
che sembra travolgere ormai la Capitale d'Italia senza alcun rimedio se non un dramma-
tico "tutti a casa": s'è recitata per l'ennesima volta una collaudata pièce nazionale. Nella
quale alla protervia degli uni corrisponde da sempre il "quieto vivere" degli altri, quel
morbo contagioso di "codardia morale" che Mosca pensava debellabile 115 anni fa, cer-
to della reazione all'omicidio Notarbartolo, primo delitto siciliano eccellente. Non andò
così. Non siamo cambiati. Dunque ora possiamo anche fingere stupore, cercare qualche
capro espiatorio, ma la campana funebre di "zio" Vittorio suona per tutte le nostre coscienze.

Lucianone

giovedì 17 settembre 2015

L'Opinione del Giovedì - Muri, fili spinati, barriere aperte e poi chiuse, confini vuoti di senso: l'Europa è proprio allo sbando! / E le invasioni dei migranti, visti come i nuovi barbari, fanno paura

17 settembre '15 - giovedì           17th September / Thursday           visione post - 15

A RUOTA LIBERA...
Dov'è l'umanità? Dov'è l'essere umano? Non mi sono accorto che ci siano più. Spariti,
dissolti. C'è l'ipocrisia, c'è l'interesse, c'è il tornaconto, c'è l'inganno, c'è la maschera
aberrante che hanno sostituito quell'umanità e quell'essere umano che non si trovano
più, diciamo 'quasi da nessuna parte'.  Ecco perchè il mondo rischia di rovinare, forse
di disintegrarsi su se stesso, diciamo ancora "forse"  come effimera, ultima speranza.
Il "quasi" e il "forse" sono legati a doppio filo a quella tenue ma comunque in se stessa
ancora forte e tenace forza rappresentata da tutti quegli uomini e donne (fortunatamente
sono ancora tanti) che hanno salvato letteralmente/praticamente gli immigrati/migranti
nel Mare Mediterraneo fino ad oggi - e che continuano a farlo - e coloro che hanno messo
e stanno mettendo in atto tuttora l'accoglienza di una parte dei migranti. Ecco: tra questi
salvatori (non solo la Marina militare italiana...) e questi accoglitori possiamo vedere an-
cora quella luce ancora accesa di Umanità, di  'essere umano'-
Ma ritorno alle mie prime quattro righe di questo "A ruota libera": è chiaro che là il mio
pessimismo è dettato (al contrario) dalla disumanità e quindi dall'essere disumano che io
(penso, spero, suppongo tantissimi altri come me) vedo non solo in tanti uomini e donne
comuni in giro per l'Europa, ma addirittura in intere popolazioni e popoli. 
E' non solo disumano, ma anche bestiale il trattamento ricevuto dai profughi in territorio
ungherese e in quello ceco (repubblica Ceca): tutti hanno visto quelle scene orripilanti ed
equivalenti solo ai periodi più foschi del nazi-fascismo. E purtroppo vi sono invischiati in
modo completo tanti abitanti di quegli Stati che hanno eletto quei leader tiranni e razzisti. 
Marchiare donne e bambini come fossero bestie, lanciare cibo in mezzo alla moltitudine 
di migranti come si faceva/si fa allo zoo, spargere gas lacrimogeni al peperoncino e usare
manganelli sulle loro teste (ora si parla anche di sparare pallottole di gomma), tutto ciò è:
non solo spregevole, ma atrocemente bestiale e ci riporta ai tempi bui nazifascisti e stali-
niani se vogliamo equipararli alla nostra civiltà internettiana.  Questi Paesi dell'Est  che
hanno voluto aderire alla Ue - Polonia, Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca - si stanno
dimostrando indegni di poterci appartenere.  Ha iniziato ìl presidente ungherese Orban
a dare il primo esempio, poi altri suoi vicini si sono accodati. La scusa è stata (una vergo-
gna anche questa!) la paura della contaminazione di razze diverse, soprattutto di  quella
islamica.
I Paesi occidentali della Ue hanno cominciato a occuparsi del problema dei migranti "un
pò" in ritardo:  non ci voleva tanto già all'inizio di quest'anno a vedere e capire che nel
Mediterraneo meridionale, canale di Sicilia principalmente, le ondate migratorie stavano
diventando  - appesantite dalle stragi di esseri umani - un problema gigantesco che l'Italia
da sola non poteva e riusciva più a gestire con la semplice accoglienza nell'isola siciliana.
Le condizioni in cui si era andata a trovare Lampedusa e dintorni non aveva interessato 
nè il francese Hollande nè la tedesca Merkel, questa è  la verità antecedente: le grida del
governo Renzi per attirare la minima attenzione erano inascoltate! Non era una forma di
muro anche quella, per dircela tutta?
Il cambiamento nell'atteggiamento sul problema dell'immigrazione da parte della Merkel
e di conseguenza della Germania è avvenuto davanti alla foto del piccolo Alan, a pancia in
giù sulla spiaggia turca e raccolto da un soldato turco. Vi voleva l'immagine di quel bimbo
per smuovere la cancelliera. Ma non solo lei, naturalmente. 
Continua... to be continued...

martedì 15 settembre 2015

Sport - calcio / Serie B - 2^ giornata 2015/16

18 settembre '15 - venerdì             September / Friday                    visione post - 6

Risultati delle partite
Pescara   2     Avellino   2    Brescia          2    Como      1     Crotone   2     Ternana   1
Perugia    1     Modena   0     Salernitana   2     Livorno   2     Novara    1     Cagliari    1

Vicenza   0     Entella   2     Lanciano   2     Spezia             1     Latina     1
Bari         0     Cesena   1     Ascoli         0     Pro Vercelli   1     Trapani   1 

CLASSIFICA
Livorno   6  /  Cagliari - Trapani - Salernitana -Bari - Pro Vercelli - Vicenza   4  /
Cesena - Perugia - Lanciano - Avellino - Entella - Ascoli - Crotone - Pescara   3  /
Latina   2  /   Spezia - Brescia - Ternana   1  /   Como - Modena   0  /   Novara   -1  



Lucianone

Stampa / Giornali - Immigrati: l'appello di 13 giornali

15 settembre '15 - martedì             15th Septemner / Tuesday                 visione post - 32

(da 'la Repubblica' - 10 settembre 2015)

Appello alla Ue di 13 giornali: "SERVE CORAGGIO"
L 'Europa si trova di fronte alla più grave crisi  di profughi   che il mondo  abbia visto
dalla seconda guerra mondiale. Con il conflitto siriano giunto ormai al quinto anno, la gente
si rivolge al nostro continente per ricevere aiuto e protezione. Sempre più persone muoiono
nei loro disperati tentativi per fuggire dalle persecuzioni. Eppure, mese dopo mese, l'Europa
continua a fare troppo poco e troppo tardi. Stiamo vivendo una crisi di profughi catastrofica,
ma l'indisponibilità ad agire ha messo in evidenza una grave crisi politica. 
Nonostante il nostro tormentato passato, l'Europa oggi deve dimostrare di essere un
continente unito, costruito sui principi di solidarietà, uguaglianza e libertà. I primi segnali positivi arrivano dalle parole della Merkel e di Juncker ma non basta.
Il 14 settembre i ministri degli Stati membri dell'Unione si incontreeranno a Bruxelles per
negoziare soluzioni alla crisi.io
Oggi, i più importanti giornali europei si uniscono in un appello per esortare i nostri leader 
a cogliere l'opportunità e prendere misure decise per affrontare questa tragedia umanitaria
e prevenire ulteriori perdite di vite umane.
  Esortiamo i nostri leader politici a:   
-  Creare dei metodi semplici, sicuri e pratici per consentire ai profughi di cercare asilo in
Europa senza mettere a rischio la loro vita per venire qui. E' il modo migliore per elimina-
re il traffico di esseri umani e ridurre le vittime.
-  Mostrare solidarietà verso i Paesi alle frontiere esterne dell'Europa, primo punto 
d'ingresso per profughi e migranti, finanziando e organizzando un sistema di accoglienza sicuro, dignitoso e coordinato ai margini dell'Europa, che esamini in modo rapido e impar-
ziale le domande di asilo.
-  Sospendere, fintantoche un gran numero di profughi continuerà ad arrivare in Europa,
il trattato di Dublino, che prevede che i richiedenti asilo siano rimandati nel primo punto 
d'ingresso. 
-  Sostenere una più equa distribuzione dei profughi fra gli Stati membri. Tutti i Paesi
europei devono partecipare a un programma di ridistribuzione molto più ambizioso di
quello che abbiamo visto finora.    Questo  dovrebbe esseere  il punto di partenza  delle
discussioni.  
-  Incrementare gli siuti finanziari e umanitari alle nazioni del Medio Oriente colpito dal
conflitto siriano. Un pacchetto di aiuti che copra non soltanto le necessità immediate di 
cibo, acqua e forniture mediche, ma impegni l'Europa a dare il suo apporto per la rico-
struzione delle comunità locali nel lungo periodo, in modo da offrire ai popoli del Medio
Oriente speranza e opportunità per un futuro migliore e più sicuro nei propri Paesi. 
-  Esercitare maggiori pressioni su altri soggetti fondamentali della scena internazionale,
come l'Iran, la Russia, l'Arabia Saudita, la Turchia e gli Stati Uniti, perchè facciano tut-
to il possibile per convincere le parti in conflitto a sedersi al tavolo delle trattative sotto
l'egida dell'Onu.
-  I nostri leader devono mostrare coraggio e intelligenza per non fallire in questa prova
della nostra comune civiltà europea. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire adesso.     
                                     Bernd Ulrich,  Die Zeit,  Germania    
                                     Ezio Mauro,  La Repubblica,  Italia
                                     Antonio Cano,  El Pais,  Spagna   
                                     Johan Hufnagel e Laurent Joffrin,   Libération,  Francia   
Amol Rajan,  The Independent,  Regno Unito
Oliver Duff,  i (Independent),  Regno Unito
Andreas Paraschos,  Kathimerini,  Cipro
Andràs Murànyi,  Nèpszabadsàg,  Ungheria
Matùs Kostolny,  Dennik N,  Slovacchia
Adam Michnik,  Gazeta Wyborcza,  Polonia
Jan Helin,   Aftonbladet,  Sve di un cocktailzia
Christian Jensen,  Information,  Danimarca
Anna B. Jenssen,  Morgenbladet,  Norvegia
______________________________ __________________________________________

....Passò tra i tavolini una coppia: lui era lacero e mandava cattivo odore, lei aveva
i capelli biondi e secchi, lunghi e non lavati, e si teneva al collo una bimbetta sporca
dagli occhi enormi, felini. Chiedevano la carità, esibendo un tesserino di profughi o
qualcosa di simile.  Due cinquantenni bene in carne, seduti davanti a lui, abbandonarono
per un istante la lettura dei quotidiani di sinistra per scacciare in malo modo gli intrusi.
Frattanto la famigliola si era accostata al suo tavolino. La bambina, per quanto eviden-
temente denutrita, sembrava vivace, a giudicare dagli sguardi intensi che saettava tut-
t'intorno. Quando l'uomo tese la mano, Diego, senza pensarci troppo su, mise mano al
portafoglio e gli porse una banconota. L'uomo sorrise, con un mezzo inchino imbarazzato.
La bambina batteva le manine, tutta contenta. Forse era un modo di ringraziare che le
avevano insegnato i genitori.  
-  C'è ancora gente che ci casca -  commentò una donna seduta alla sua destra, lenti a
specchio che riflettevano l'arcobaleno di un cocktail tropicana.
Quelli sono drogati -  precisò l'amica che le sedeva accanto. -  Hai visto come tengono
quella bambina? Una vergogna!
Diego si sentì inspiegabilmente ferito. A lui era sembrata una bellissima bambina. Una
bellissima bambina sana e felice.
-  Dovrebbero levargliela, altro che!  -  disse la prima donna
-  Affidarla a della gente per bene -  confermò la seconda donna.
-  Comunque, è una bellissima bambina -  disse Diego, ad alta voce, bevve d'un sorso
la sua birra, pagò e se ne andò in fretta./
( da "Il padre e lo straniero", di Giancarlo De Cataldo / capitolo quindicesimo )

Lucianone

Riflessioni - Orbàn e il muro ungherese / I Casamonica (e non solo) in tv

15 settembre '15 - martedì             15th September / Tuesday            visione post - 14

Chissà se Orbàn l'ha capito, e di rimbalzo Salvini, che il filo spinato, ben prima di
essere giusto oppure ingiusto, è inutile. L'ONDA UMANA IN FUGA non arriva da noi
per colpa del "buonismo", ma perchè la loro paura di morire è più forte della nostra
paura di ritrovarceli davanti all'uscita di casa. E nessun ostacolo fisico basta a fermarli.
E' UN CATACLISMA EPOCALE, questo, che cambierà per sempre il volto del mondo
e perfino della vecchia, rugosa Europa; se in peggio o in meglio dipende da come sapre-
mo organizzare l'accoglienza e l'integrazione, ovvero l'estensione dei nostri stessi doveri
e diritti. Questo è il vero punto, non la ridicola posa di chilometri di fildiferro, o di milio-
ni di mattoni, destinati  a essere travolti  come sabbia. Il vero punto è capire se  (come è 
accaduto in America) la mescolanza di etnie e culture può farsi senza mutare i principi
fondamentali su cui poggia la convivenza democratica; e anzi estendendoli a nuovi citta-
dini. 
Paventare una "CONTAMINAZIONE RAZZIALE" è puro, stupido razzismo. Ciò che
vale la pena paventare, invece, è una contaminazione politica - per esempio riguardo  la
parità maschio/femmina - che, quella sì, va respinta con lucidità e passione. Fare rispet-
tare le leggi; dunque dare diritti e dare doveri; c'è forse un'altra strada logica, proponibile,
che non sia solo panico, pregiudizio e viltà?
(da la Repubblica - 3/09/'15 -  L'AMACA  / Michele Serra)

Mi sono perso i Casamonica da Vespa. Chissà se si erano portati, per fare colore, anche
l'orchestrina tzigana e i cavalli col pennacchio.  Quando  ho acceso  su Raiuno era molto 
tardi e tutto pareva tranquillo, tutto in regola, tutto secondo le norme vigenti, niente che
confliggesse con l'etica condivisa e il dettato della Commissione parlamentare di vigilanza.
C'era la Meloni in assetto da vamp quirite che diceva "guera" con una "ere" sola, come
Alberto Sordi nei film di Steno. Era lì tal quale l'avevamo lasciata prima dell'estate, spe-
riamo sia andata almeno un paio di settimane in vacanza, povera figlia.
Se vi dico della Meloni è perchè secondo me Vespa ha sbagliato per disperazione. Il casting
di uno che va in onda quasi ogni giorno è il classico lavoraccio. Salvini con la felpa, Meloni
con i boccoli, Brunetta con il ghigno, qualche renziano imberbe che parla come un iPad di-
menticato acceso, quando va bene un criminologo, un sondaggista, e come volto nuovo, co-
me novità frizzante, un sottosegretario al bilancio,   Per forza uno poi sbraca: se già a set-
tembre la solfa è quella, la tentazione di invitare i Marsigliesi, o i Thugs, o addirittura gli
ultras, è irresistibile.
(da la Repubblica - 10/09/'15 - L'AMACA /  Michele Serra)

Continua... to be continued...



lunedì 14 settembre 2015

Sport - calcio / Serie A - 3^ giornata - 2015/16

14 settembre '15 - lunedì             14th September / Monday               visione post - 13


Risultati delle partite
Fiorentina   1      Frosinone    0      Juventus    1      Verona H.    2      Empoli    2      
Genoa          0     Roma           2      Chievo        1     Torino         2      Napoli     2

Palermo    2      Sassuolo    2      Lazio        2      INTER    1      Sampdoria    2  
Carpi        2       Atalanta     2       Udinese    0      MILAN   0      Bologna         0

CLASSIFICA
Inter   9  /  Chievo - Torino - Roma - Sassuolo - Palermo   7  /  Fiorentina - Lazio   6  /
Sampdoria - Atalanta   4  /  Genoa - Milan -  Udinese   3  /   Napoli - Verona   2  /   
Carpi - Empoli - Juventus   1  /   Bologna - Frosinone   0  

Commento
Le prime impressioni
Su tutto il quadro di questa terza tappa di campionato spicca un'INTER in fase ascendente
che ha trovato con la guida di Mancini quella sicurezza che  non aveva più  dai tempi del
portoghese Mourinho.  E poi c'è subito la Roma lì, seconda, che è pronta a rifarsi dell'anno 
precedente - per adesso comunque il tecnico francese si guarda ben dal predire il futuro.
Fiorentina e Lazio sono in attesa del balzo di qualità definitivo, e intanto son appaiate in
terza posizione da non buttare.  Le prime sorpresine sono Chievo e Sassuolo, che potreb-
bero dare ancora dispiaceri alle grandi come visto in passato, e già ora sono là in alto.
Le delusioni sono tre: Milan, Napoli e soprattutto la Juve. Troppi cambi e cambiamenti
per la squadra bianconera di Allegri? Sembra proprio di sì.  Mah, vedremo!
Luciano Finesso

Le vittorie che aiutano a crescere
___________________
Gianni Mura
Non è l'INTER anti.Juve. Da ieri, con un occhio alla classifica, tutti anti-Inter.
Nel prossimo turno, partita di vertice Chievo - Inter. Non sono i 2 punti sulla Roma
e sulle prime inseguitrici, sono gli 8 sulla Juve, i 7 sul Napoli, i 6 sul Milan.
L'Inter ha vinto il derby, in stagione i due senza punti in palio li aveva persi. Era
il primo ostacolo serio in un calendario morbido. L'Inter, a punteggio pieno, ra-
ramente ha entusiasmato: 1-0 all'Atalanta nel recupero, 2-1 su rigore sempre
nel finale al Carpi. Anche il derby l'ha vinto ma non dominato.

Continua... to be continued...


  


domenica 13 settembre 2015

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

13 settembre '15 -  domenica              13th September / Sunday       visione post - 7

ESTERI . Emergenza migranti
Naufragio in Grecia: strage di bambini / Controlli al confine con Austria
Grecia: affonda barcone, tragedia in mare.
La Germania sospende i treni in Austria. Alla stazione di Monaco 13 mila arrivi
da sabato. Il ministro dell'interno tedesco: "Servono zone di attesa anche in Italia"

ITALIA - Scuola
Tornano sui banchi 9 milioni di studenti
Tra le regioni con più alunni, la Lombardia seguita da Campania, Sicilia, Lazio.
Il caos supplenti che incombe sull'inizio dell'anno. più del 97% dei professori
accetta la cattedra. Ma la Puglia fa ricorso. I sindacati: "La battaglia contro
la Buona scuola non è finita".

Gran Bretagna - Politica
Corbyn, nuovo leader Labour
Jeremy: ribelle vegetariano che odia austerity e Nato. E canta "bandiera rossa". 

Italia - Meteo
Allerta in Liguria / Allagamenti a Genova
Perturbazioni massiccie anche su Toscana, Umbria e Lazio. 
Firenze: tre feriti da un fulmine. Rinviata la gara di calcio Samp-Bologna. 

ESTERI - Emergenza migranti 2
L'Austria manda l'esercito al confine / Da ottobre blitz navali
contro gli scafisti
Oggi vertice dei ministri a Bruxelles. Anche la Slovacchia reintroduce i controlli 
Il giorno dopo l’annuncio della Germania di ripristinare il controllo alle frontierel’Austria ha deciso di inviare l’esercito (a supporto della polizia) al confine con l’Ungheria. La misura è stata decisa dopo gli oltre 10 mila arrivi di ieri, ma come ha ribadito il cancelliere Werner Faymann, il diritto di chiedere asiItalialo non viene messo in discussione. E anche la Slovacchia ha deciso di reintrodurre i controlli. Intanto oggi a Bruxelles è prevista una riunione dei ministri degli Interni dell’Ue per approvare le nuove proposte della Commissione europea sull’immigrazione che non prevedono le discusse quote obbligatorie per i Paesi.  

Italia  -  Meteo 2
Nubifragi nel Piacentino: un morto e due dispersi
Esonda lo Scrivia, danni in Liguria. In Emilia ponti chiusi e auto travolte

ITALIA  -  Beppe Grillo
Grillo condannato a un anno per diffamazione / Lui risponde: io 
come Pertini e Mandela
Beppe Grillo è stato condannato dal tribunale di Ascoli Piceno a un anno di reclusione (pena sospesa) per diffamazione aggravata nei confronti del professor Franco Battaglia, docente del Dipartimento di Ingegneria «Enzo Ferrari» dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I fatti risalgono all’11 maggio del 2011, durante un comizio elettorale tenuto da Grillo a San Benedetto del Tronto, dove era giunto per un incontro pubblico in vista della referendum sul nucleare.  
Grillo sul suo blog ha commentato così: «Oggi è stata emessa la sentenza dal tribunale professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio affermava delle coglionate in merito al nucleare». «Il pm - pdi Ascoli Piceno contro di me per diffamazione, per aver detto in un comizio che il recisa il leader M5S - aveva chiesto una multa di 6.000 euro. Il giudice mi ha invece tolto la condizionale condannandomi a un anno di prigione e a 50.000 euro di risarcimento». «Se Pertini e Mandela - afferma - sono finiti in prigione potrò andarci anch’io per una causa che sento giusta e che è stata appoggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani al referendum». «Io sono fiero - conclude - di aver contribuito a evitare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. È un’eredità che lascio ai nostri figli che potranno evitare incidenti come Chernobyl e Fukushima». 

Lucianone

Spettacoli - Cinema / Festival di Venezia 2015

13 settembre '15 - domenica               13th September / Sunday 

VENEZIA  72
3 settembre
(da 'la Repubblica')
L' "Everest" kolossal: è delusione al Lido / Cast stellare e budget
da 65 milioni di dollari, ma non convince il film sul tetto del mondo
La Mostra in salita
"Everest", film fuori concorso:
gelo finale per la montagna di Kormàkur
Inutilmente lungo, Everest è un film molto bruttoche costringe lo spettatore  con gli
occhiali 3D sul naso ad aspettare per due ore e rotti che muoiano tutti quelli che fin
dall'inizio si sa che moriranno. Perchè è la vera storia della rovinosa spedizione del
maggio 1996 magistralmente raccontata da Jon Krakauer in uno dei più bei libri 
mai scritti sulla passione per la montagna, Aria sottile. 
E il regista, l'islandese Baltasar Kormàkur, fa in modo si capisca dalla prima inquadratura
a chi toccherà. Bisogna dunque solo aspettare tra conati di vomito, sputi di sangue, pzzi di
mani che cadono congelate, tormente apocalittiche e abissali crepacci in cui precipitare.
L'insensatezza della quantità di persone comuni - il postino, l'impiegato, la ragazza qua-
lunque - che spendono cifre folli per farsi accompagnare in un'odissea di sofferenze atroci
pur di toccare qualche secondo la cima del monte non trova qui nessuna spiegazione.
Nè poetica, nè esistenziale, nè razionale.  Il cast spaziale non basta. Incomprensibile la
scelta di farne il film di apertura del Festival.  Gelo in sala, mai come questa volta è il
caso di dire.

7 settembre
In concorso / "Rabin, the last day" (sull'attentato del 4 novembre 1995)
"Rabin, the last day" dell'israeliano Amos Gitai è una grandissima lezione di cinema
e storia contemporanea, e insieme un'impressionante descrizione delle dinamiche poli-
tiche del tempo presente e dei pericoli, niente affatto imprevedibili, che il mondo tutto
attorno a noi coltiva. Quel che è accaduto in Israele 20 anni fa sta accadendo adesso:
lì erano la destra ultraortodossa e un gruppo di rabbini che - documenta il film - esor-
tavano a liberarsi del "traditore", oggi sono i fondamentalisti islamici e la propaganda
dell'Is nel mondo, le piccole destre che fomentano odio in ogni paese. Con la differenza
che negli anni 90 la globalizzazione non aveva ancora reso il proselitismo un fenomeno
su scala mondiale.  -  Nel suo film, centrato sul lavoro della commissione d'inckiesta del
primo ministro Isaac Rabin /4 novembre 1995), Gitai mostra ancora una volta come or-
mai il confine fra cinema di finzione e documentario sia svanito.

Continua... to be continued...





Lettere - Il coraggio di Papa Francesco / Il lavoro per un giovane

13 settembre '15 - domenica             13th September / Sunday              visione post - 13

(da la Repubblica - 10 /09 /'15  -  LettereCommenti&Idee / Corrado Augias)
Un Papa fuori dalle righe
Gentile Augias, c'è un Papa che non sta al posto suo. "Sai che novità!", dirà qualcuno. 
Ma stavolta il posto che il Papa occupa non è davvero il suo. Richiama sì - come i pre-
decessori - i cardini del messaggio della Chiesa nei secoli  (pace, carità, misericordia) 
però li reitera, non molla la presa, insomma non fa "passar la festa e gabbar lo santo".
Il santo in questione è un Francesco del III millennio, giusto, povero - e "sociale".  
Accade che, mentre la destra piange, la sinistra non ride, perchè nel mirino sul terreno
che le è proprio: famiglia, lavoro, povertà, immigrazione, perfino salari, perchè è lì che
punta il Francesco papa - come il santo di secoli fa. Come andrà a finire? Pare iniziata
una gara  inedita nella nostra storia a chi oggi si proponga come interprete "del rinno-
vamento civile degli italiani" nonchè "del primato morale e civile degli italiani". Questi
due noti corsivi diventati compiti ardui per Savoia e Dc, proibiti per Mussolini, negati
alla sinistra e giunti ora sui banchi  di un premier di sinistra centrista e di un Papa di
centro sinistrorso: una strana coppia. 
                                                                                                        Giovanni Moschini

Risposta di C. Augias
Il PAPA romano ha ereditato due spaventose questioni. La prima è il vertice della sua
Chiesa negli ultimi anni incupito e fiacco di fronte a se stesso e al mondo. La seconda è
una teologia ormai inadatta  ad affrontare i problemi  delle persone comuni: affettivi,
sessuali, di comportamento, di preghiera. Poco prima di morire in un prezioso libretto
di conversazione, il cardinale Martini aveva sintetizzato la situazione in una frase du-
rissima: "La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni".   Nell'ultima intervista aveva ag-
giunto: "La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case
religiose sono vuote e l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri
abiti sono pomposi. (...) Il benessere pesa". Ci fu anche allora chi tentò di "interpreta-
re"  l'atto d'accusa, dicendo per esempio che la "distanza" sì c'era ma era la distanza
di Gesù Cristo e del Vangelo, quindi della Chiesa, rispetto a qualsiasi tempo, da quello
in cui visse Gesù fino al nostro.
... La mia impressione, da estraneo e da uomo della strada, è che Francesco abbia fatto
proprio il messaggio di Martini che del resto era.  come lui un gesuita. Leggo per esempio
queste parole di Martini alla vigilia della sua morte: "Dove sono le persone piene di ge-
nerosità come il buon samaritano? Che hanno fede come il centurione romano? Che
sono entusiaste come Giovanni Battista? Che osano il nuovo come Paolo? Che sono
fedeli come Maria di Magdala? Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici perso-
ne fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che
 nel desertosiano,  circondati da giovani e che sperimentino cose nuove". Mi sembra di scorgervi il programma che Francesco cerca d'attuare.

Il mio lavoro estivo: la paga è un miraggio
Sono da poco maggiorenne e quest'estate, al termine delle lezioni, mi sono messo
alla ricerca di un lavoro per mettere da parte un pò di soldi.  Ho trovato la porta 
aperta di un call center. Mi sono impegnato molto, tanto da portare il lavoro a ca-
sa per rendere di più. Ci ho dedicato molto tempo, tanto da ricevere elogi dai diri-
genti. Le promesse fatte e i ringraziamenti però, nel giorno dei pagamenti crollano.
Delle ore lavorate, della puntualità e dell'impegno non hanno tenuto conto. Il fisso
mensile promesso era come un'oasi nel deserto, l'hanno fatto sparire come un truc-
co di magia. Vorrei esprimere il mio dispiacere e soprattutto la mia rabbia.  Come
me chissà quanti vengono sfruttati ogni giorno.
                                                                                       Amleto De Vito

Commento personale
Di Papa Francesco avrò modo di parlare in futuro, sviluppando a fondo tanti punti
della sua grande, immensa  umanità. 
Di questi giovani disoccupati, che oggi sono tantissimi e troppi, voglio e devo parlarne
subito, prendendo spunto proprio dalla lettera di Amleto (su 'la Repubblica'). Di giovani
trattati male, ma prima ancora sfruttati (come dice lui) ce ne sono a valanga da nord a
sud d'Italia, sia precari appena diplomati sia laureati.  La cosa che poi fa specie, o fa
(come si preferisce) senso, è che in tv si dia spazio a camorristi e mafiosi come i Lamo-
nica piuttosto che pensare di andare a fare trasmissioni mirate su come risolvere que-
sta piaga disoccupazionale insieme a quella della precarietà, facendo intervenire i gio-
vani diretti interessati. E magari pensare di trovare soluzioni che scuotano l'apatica
indifferenza di questo governo che pensa solo di stabilizzare i giovani già stabili. Ma
gli altri?  E magari allora facciamo come in Germania: sempre più istituti superiori
che diano possibilità  nelle ultime classi (quarte e quinte)  di fare gli "Stage" nelle
aziende di competenza, che assumano a contratti di tipo indeterminato. Questo può
essere un senso pratico di dare sicurezza di lavoro almeno ai più giovani, per esempio,
e non sarebbe poco, o no?
Luciano Finesso 

Lucianone


venerdì 11 settembre 2015

Sport / Tennis - Us Open: impresa di Roberta Vinci! Stroncata Serena Williams al terzo set

12 settemnre '15 - sabato            12th September / Saturday          visione post  - 13

Roberta spezza il sogno del Grande Slam di Serena Williams. Giorno storico per il tennis italiano: 2-6 6-4 6-4 e finale con la Pennetta!
 
Fantastico, memorabile: mai un'italiana era arrivata alla finale di Flushing Meadows. In un colpo solo ne abbiamo due! Saranno Flavia Pennetta e Roberta Vinci a giocarsi domani alle ore 21 italiane il titolo a Flushing Meadows. Dopo la vittoria di Flavia Pennetta su Simona Halep, la tarantina Roberta Vinci ha compiuto l'impresa della vita impedendo a Serena Williams di completare il Grande Slam
Due ore folli La Vinci ha battuto per la prima volta in carriera la numero 1 del mondo per 2-6 6-4 6-4 in 2 ore esatte qualificandosi per la sua prima finale della carriera in uno Slam. Il tutto a 32 anni. Una magia. Roberta ha iniziato il match carica a mille e nell'interminabile terzo game, durato 14 punti, ha strappato la battuta alla Williams andando a servire avanti 2-1. Ma l'americana ha piazzato 6 game di fila per il 6-2, 1-0. Nel quinto game del secondo set Roberta ha fatto il break decisivo che ha tenuto con le unghie fino alla conclusione del set. Ma nessuno poteva ancora credere all'impresa con Serena che non perdeva un match negli Slam dal terzo turno di Wimbledon 2014 contro Alize Cornet.
 Che terzo set! Il terzo set è stato una follia pura! Una super Roberta soffriva i primi due giochi, con la numero 1 del mondo che saliva avanti un break: ma dallo 0-2 è arrivata la svolta decisiva. Roberta iniziava il suo show che mandava in tilt la testa di Serena, sempre più nervosa, sempre più agitata: non più efficace sul servizio, a un certo punto Serena ha iniziato a caricarsi con urlacci pazzeschi a ogni singolo punto conquistato. La tensione saliva alle stelle, ma Roberta sorrideva scanzonata a ogni urlo della rivale e l'apice dello show della Vinci veniva raggiunto per la clamorosa standing ovation sul 3-3 40-40 a seguito di uno spettacolare punto ottenuto a rete dalla tarantina. Roberta ha urlato sbracciandosi verso il pubblico: "Applaudite anche me!". E poi piazzava la stoccata vincente nel settimo game, saliva 4-3 e servizio e poi arrivava a servire per la gloria sul 5-3. Arrivava sul 30-0 con uno spettacolare demi volée di rovescio e poi chiudeva il match con una meravigliosa demi volée di dritto.

 Roberta Vinci e Serena Williams si stringono la mano. Epa
 Serena Williams e Roberta Vinci si stringono la mano al termine del match

Nervosismo — Un match in salita, poi la svolta quando Serena ha perso il secondo set dando in escandescenze. "Mi hanno aiutato tante cose: la prima è stata vedere Serena che ha spaccato la racchetta alla fine del secondo set. Poi quando ha fatto quei 2 doppi falli sul 3 pari del terzo set. Me lo sono ripetuta ancora una volte che lei era molto nervosa. Io sentivo la partita, ma la sentiva terribilmente anche lei. E' stato decisivo. Se si fosse tenuta tutto dentro, forse non avrei reagito come ho fatto". Roberta lotta per 2 ore contro la rivale più forte di sempre e contro il pubblico, tutto dalla parte dell'americana. "Era naturale che il pubblico fosse tutto per lei. Per come gioca a tennis e per come ha dominato questi anni, meritava ampiamente di realizzare il Grande Slam. Questa credo sia la sorpresa più grande nella storia del tennis. Sto toccando il cielo con un dito". Ora è già tempo di pensare alla finale di sabato. "Domani io e Flavia saremo tese come due corde di violino. Peccato che la felicità duri poco. Non ho neanche tanto tempo per godermi questa vittoria che è già tempo di pensare alla finale di domani. Io e Flavia ci conosciamo da quando avevamo 9-10 anni. Tra la mia città e la sua ci sono 65 chilometri. Molte volte nei tornei Under 12 arrivavamo io e lei in finale. Vincevo sempre io perché ero più calma e lei più nervosa. Domani? Chissà, non ho niente da perdere".



Lucianone

Piange, Roberta Vinci: ha appena battuto in semifinale Serena Williams: è in finale agli Us Open! Afp
Piange, Roberta Vinci: ha appena battuto in semifinale Serena Williams: è in finale agli Us Open! Afp

ARTE / Pittura - Gli affreschi di Antonio da Tradate

11 settembre '15 - venerdì              11th September / Friday           visione post - 9

Un libro racconta l'emozionante ciclo
tardo quattrocentesco di Palagnedra.
Antonio da Tradate: un maestro popolare 
capace di parlare agli umili.

(da 'la Repubblica' - 24/ 08 / '15 - Milano/ Cultura / Chiara Gatti)
Antonio da Tradate:
il rinascimento in salsa pulp e pop
San Michele Arcangelo impugna la spada in una mano e la bilancia nell'altra. 
Due simboli che esprimono il suo doppio ruolo: angelo armato nella lotta contro
i mali del mondo e di anime salve nel giorno del giudizio. Semplicissimo.
Così semplice che  anche  gli umili analfabeti, non introdotti ai passi dell'antico
testamento. potessero comprenderlo. E, infatti, i contadini rudi ma devoti che
nell'alto Medioevo affollavano la pieve di San Michele a Palagnedra, immersa
nei boschi fitti delle prealpi sul confine italo-svizzero, capivano al volo le storie
sacre di Cristo o della genesi illustrate per i loro occhi da un artista capace di
parlare agli animi incolti.  - Antonio da Tradate (1465 - 1511). autore di  un
Quattrocento periferico, lontano dalle città d'arte più illuminate e cortesi,  si
ritagliò un ruolo di primo piano come narratore di episodi biblici riscritti coi
pennelli: ingenui nelle semplificazioni didattiche, ma sempre umani e trasci-
nanti.  Lo si vede bene nel ricco apparato iconografico pubblicato a corredo 
del libro "Gli affreschi di Antonio da Tradate in San Michele a Palagnedra". 
Edito da Nomos e curato da Renzo Dionigi, ex rettore dell'Università dell'In-
subria, medico col pallino per le storie locali, ricostruisce la vicenda di un pic-
colo oratorio che conserva ancora, dopo 500 anni, un impianto decorativo  ric-
chissimo e miracolosamente intatto.  Fra i ritratti degli evangelisti e dei padri
della chiesa, le madonne in trono e le scene della Passione, prende vita, in ogni
parete dipinta fino all'ultimo spicchio di muro, un racconto palpitante  che sa 
di cinema e stop-motion, simile - ma non in 3D - al "gran teatro montano" che
Gaudenzio Ferrari avrebbe siglato, di lì a poco, per il Sacro Monte di Varallo.

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