23 agoto 2012 - giovedì 23rd August / Thursday
visioni del post - 4
Grecia
Niente aiuti prima di ottobre
Samaras: "Ce la faremo" - Ma lo spread risale
Il premier greco chiede una dilazione dei rimborsi dopo i tagli per 13,5 miliardi, ma Berlino e l'Eurogruppo rinviano il sì: "Aspettiamo il rapporto della Troika". Borse giù, Piazza Affari - 1,1 %. La Federal reserve ferma il calo di Wall Street
BORSE IN DIRETTA / SPREAD
Fisco
Agevolazioni per le zone terremotate dell'Emilia
Il ministro dell'Interno, Cancellieri: "L'argomento verrà portato in consiglio dei ministri, ma riguarda il dicastero dell'Economia". L'agenzia delle Entrate aveva ribadito la scadenza del 30 settembre per la ripresa del versamento dei tributi in Emilia
La benzina
La verde oltre i 2 euro fuori dalle autostrade
Ora un pieno costa mediamente 120 euro, più del carrello della spesa settimanale.
E il 2 settembre termineranno anche i super sconti applicati nei weekend.
Spagna
Il sogno immobiliare
La Spagna chiude i conti con il sogno immobiliare - Rajoy pronto a creare
una 'bad bank' in cui finiranno i titoli tossici, mutui non pagati e gran parte
delle 670 mila case invendute . Liberati i bilanci di Bankia e delle casse di
risparmio, scatterà l'aiuto da 100 miliardi dell'Ue.
Usa
Altra recessione?
Troppe le tasse e i tagli alla spesa - Gli Stati Uniti rischiano un'altra
recessione - Allarme della commissione bipartisan - Debito: record
dal 1950.
Lucianone
22 agosto 2012 - mercoledì 22nd August / Wednesday visioni post - 10
Occupazione
Un piano lavoro per i giovani
- La svolta: puntare sul capitale umano non sarà retorica
solo se la politica riuscirà ad avere audacia e responsabilità.
- La priorità: investimenti di lungo periodo su formazione e
occupabilità.
(da 'Il Sole 24 Ore' - Commenti e inchieste / Elisabetta Gualmini)
Più che un punto di arrivo, il completamento della riforma del lavoro
tramite i correttivi apportati dal decreto Sviluppo e il varo della Spen-
ding Review, costituiscono un utile punto di avvio da cui i partiti do-
vrebbero muovere, dopo la pausa estiva, per affinare la loro agenda
in vista della staffetta tra 16ma e 17 ma legislatura, ed elaborare una
dstrategia per traghettare il Paese oltre la crisi. Dovrebbero farlo an-
che per recuperare credibilità davanti a cittadini sempre più sfiducia-
ti e stanchi di non vedere ricompense oltre la siepe dei sacrifici.
La legge Fornero sul lavoro ha indubbiamente osato laddove altri
avevano fallito: nell'ammorbidimento dell'art. 18, nel riordino degli
ammortizzatori sociali (con estensione di copertura), nella revisione
delle regole di utilizzo dei contratti atipici più diffusi in modo da
contenerne gli abusi. - Certo, il provvedimento poteva essere ancora
più audace e non è esente da ambiguità che ne complicheranno o ne
renderanno erratica l'applicazione (soprattutto per la smisurta discre-
zionalità ceduta ai giudici sui licenziamenti). Ma il governo si è mosso
nella direzione giusta, riducendo anche solo di un pò il dualismo tra
insider e outsider, e assecondando così le insistenti raccomandazioni
europee. Si tratta ora di proseguire con convinzione, proprio all'inter-
no del nuovo quadro normativo, per mettere a punto strategie concrete
di rilancio dell'economia reale. , rimettendo al centro il lavoro, la sua
qualità e l'inclusione delle categorie di cittadini che negli ultimi anni
hanno visto costantemente deteriorarsi le proprie condizioni di vita.
Quasi un'impresa impossibile mentre si è in recessione.
Ma se si cercano ricette innovative, indirizzando oculatamente un pò
delle risorse liberate dalla Spending Review a misure di crescita, qual-
che risultato si può ottenere. Lo spiegano bene i sostenitori del para-
digma che concepisce il welfare come "investimento sociale" che ha
in parte sorretto la Strategia europea per il 2020 in tema di lavoro.
In questa prospettiva, si sottolinea i ruolo positivo per l'economia degli
investimenti in formazione e valorizzazione del capitale umano che, se
non sporadici, danno alle persone le capacità e le conoscenze adeguate
per occupare i lavori che oggi sarebbero già disponibilie e per creare i
lavori del futuro. - Le risorse destinate alla qualificazione continua,
senza distinzione tra percorsi educativi e professionali, non sono più
un costo netto per lo stato, se rendono"occupabili" le persone duran-
te l'intero ciclo di vita lavorativa, e cioè in grado di attraversare sen-
za traumi le diverse "transizioni" dalla scuola al lavoro, da un lavoro
all'altro, dal lavoro alla famiglia e ritorno. Meglio se i diversi passag-
gi sono poi accompagnati da un sistema di tutele leggere che fanno
da paracadute quando il salto da una condizione all'altra è partico-
larmente rischioso.
Puntare sul capitale umano non è nè retorico nè effimero. Ma solo se
lo si fa davvero e se serve a prevenire l 'obsolescenza delle skills lavo-
rative, se alimenta la capacità di produrre innovazioni, se incoraggia
la propensione ad assumere rischi calcolati, serve per comnattere la
piaga della disoccupazione giovanile ancora una volta messa in evi-
denza dall'Employment Outlook del 2012, uscito poche settimane fa.
I giovani pagano in italia più degli altri una bufera economica che
sembra non avere fine. E la pagano ancora di più perchè si concen-
trano nei lavori a termine che sono i primi a essere falcidiati quando
la crisi batte duro e quelli in cui si apprende meno e in modo meno
strutturale. Mentre invece dovrebbero e potrebbero proprio loro essere
imprenditori pioneristici in un Paese che deve risvegliarsi prima o poi
dal torpore gerontocratico che lo annichilisce.
L'approccio del welfare come investimento sociale non può tuttavia
essere una scelta additiva che si aggiunge, senza sostituirsi, ai pro-
grammi patchwork dei partiti. In cui non mancano mai, annodati a-
crobaticamente insieme, un pò di flessibilità all'americana, un pò di
tutele danesi, un cenno all'efficienza dei servizi di placement svedesi
e il richiamo entusiastico alle politiche familiari francesi. TENERE
tutto insieme è impossibile! Scegliere è quello che la politica può e
deve fare. Con audacia e spirito di responsabilità. E' giunto il mo-
mento di spiegare ai cittadini la direzione in cui si intende andare.
E che non sarà necessariamente lastricata di scelte impopolari.
Nell'estate del 2010 Stephan faris del 'Time' bacchettava crudel-
mente l'Italia, perchè aveva fatto poco sino a quel momento per
reagire alla crisi. Con l'inevitabile epigolo: "It's time to cut back
on la dolce vita". - Nell'estate del 2012, dopo 8 mesi di cura Monti
e ancora nel mezzo di una tempesta finanziaria violentissima, un
pò di vita dolce non guasterebbe.
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Continua...to be continued...