giovedì 19 gennaio 2012

Il nubifragio della Costa Concordia: i commenti della stampa e l'opinione del giovedì

19 gennaio 2012  -  Giovedì / Thursday                                        visione post - 41            

Sul nubifragio del Giglio (avvenuto  cioè    davanti all'Isola
del Giglio) e sulla conseguente tragedia esplosa sulla nave
da crociera 'Concordia'    con numerose vittime e momenti
altamente drammatici non molto dissimili da quelli passati
del Titanic e dell' Andrea Doria, si è detto ormai di tutto e
di più, forse anche di troppo  su tutti i giornali e televisioni
non solo d'Italia, ma naturalmente di tutto il mondo.  
E come mia consuetudine  -  ormai Lucianone lo dovreste
conoscere abbastanza bene tutti voi lettori-visualizzatori  -
farò prima una carrellata/panoramica   delle notizie trovate in
questi giorni sulla stampa nazionale: 
mi limiterò a la Repubblica e L'eco di Bergamo.
Poi passerò alla mia opinione personale, quella del giovedì. 


da   la Repubblica di  oggi, giovedì 19 gennaio

 >> L'inchiesta  - "Inchini troppo spesso tollerati" - L'indagine
                             punta ora sulla Costa Crociere 
Al vaglio degli inquirenti tre telefonate tra il comndante Schettino
e il quartier generale. Il comandante della Concordia mai sospeso
dall'Armatore. Poi c'è il  giallo della donna in plancia.
L'ordinanza del Gip: "Schettino guardava la nave.    Una volta
abbandonata la nave, Schettino rimaneva fermo sulla scogliera
del Giglio e  guardava la nave affondare      in balia del tragico
evento che stava verificandosi. Non tornò a bordo. Schettino,
il comandante della Concordia, non fece alcun serio tentativo 
di tornare a bordo nonostante il disastro di proporzioni mon=
diali di cui lui va ritenuto oggettivamente responsabile" -
Il governo: vietare le rotte pericolose.  Le battaglie di De
Falco (comandante della capitaneria di porto) fatte nel 2005
contro gli "accosti" delle navi da crociera.
Comandante di fregata Cosimo Nicastri, del comando generale
della Guardia Costiera, in un'intervista: " Avvicinarsi alla costa
non è vietato, basta seguire le regole del buon senso: Anche se
qualcuno avesse visto la manovra errata non si sarebbe potuto
fermare la nave: andava troppo veloce, a circa 15-16 nodi". 

>> Il racconto  -  E il paese del comandante, Meta di Sorrento,
                                         perdona e difende Schettino.
Era il guascone di Meta con le stellette, torna da "reo" planetario agli arresti.
"Adesso si chiarirà tutto, non è vero che sono scappato.    Non date retta alla
 televisione. Io non sono il vigliacco che hanno dipinto", giura Schettino. Lo
 mormora ai suoi familiari, lo sussurra   a qualche amico che lo ha aspettato 
sottocasa, al buio, alla fine di quest'ultima "traversata", forse     quella più 
drammatica, quella che non prevede scialuppe nè fughe...    Al comandante 
Schettino resta questo: un processo  che marcerà contro di lui, una famiglia
a sostenerlo, compresi una sorella, un fratello, l'anziana madre e gli zii, tutti
alleati, stretti  gli uni agli altri in questo cerchio di paradiso a strapiombo sul 
golfo, che si sente preso a sberle dalla storia dopo secoli di "vanto" marinaresco... 
( inviato Concita Sannino )

>>  L'analisi  -   Il joystick del capitano.
A ogni dettaglio che si aggiunge sulla condotta del comandante della 
Concordia,  Schettino, ci sentiamo più male, come quando si tormenta
una ferita.
Di  fronte ai delitti efferati, l'arrivo di nuovi particolari spinge a detestare
il mostro di più.   In  questo caso invece le notizie scatenano  una forma di
imbarazzo, un disagio che sembra toccare ciascuno di noi. E non solo per=
chè è italiano l'attore protagonista di una sciagura mondiale.Forse questo 
accade perchè  una  calamità  grande e pesante come la Costa Concordia 
draiata  sugli scogli del Giglio, tira fuori dalle zone recondite della  mente 
la grandezza  e il  peso  della responsabilità  nei confronti   degli  altri che
accompagna  la  nostra vita quotidiana:quando  guidiamo  l'auto, quando 
teniamo  un  bambino  per  mano su  una  strada  trafficataoppure quando 
dimentichiamo  di  far verificare la caldaia di casa.
I nostri giorni sono pieni di momenti   nei quali  dovremmo sentire  questo
peso, tanto maggiore quanto più è sottile il soffio, il nulla che ci separa da 
una possibile sequenza disastrosa.   Certo, una parte più pesante tocca al 
pilota  del  jumbo o al conducente dell'autobus (o del taxi), che guardiamo 
perplessi quando sta incollato al cellulare, ma tutti noi passiamo varie volte
al giorno  a  pochi  centimetri  da  un  inciampo  maligno: un'esitazione nello
sterzare, l'azzardo di passare col semaforo giallo-rosso, una qualche distra=
zione che ti fa sbagliare corsia in un quadrifoglio labirintico.        Di solito la 
scampiamo, ma qualche volta qualcuno no:  urti  la carrozzeria  con dentro 
un bimbo svoltando a destra, era sotto  il  tuo campo visivo, stavi pensando
in quel momento di aver dimenticato un documento, un appuntamento.     
Per pochi secondi o millimetri, la montagna ti precipita addosso. E se accade, 
se davvero accade, quel che segue non sempre è ispirato alla carità cristiana
 o alla razionalità xartesiana. 
Certo, dovrebbe prevalere un istinto umano (o professionale) che dovrebbe
farti scegliere la via che limita i danni per gli altri. In quel momento pensi di
essere perduto, il corso della tua giornata e del tuo futuro è sconvolto. 
Quanti "pirati della strada" nascono in quei pochi secondi che cambiano una
vita e le danno una piegatura criminale. Fuggire e negare. Una robusta trincea 
che qualche volta la mente costruisce in forma semi-incosciente è dire di no:
non  è accaduto, non è niente, la sala motori è allagata, ma ci  raddrizziamo, 
colpo di reni, colpo di genio, gettiamo l'ancora e cambiamo assetto.  Il caso 
si risolve. Il colpo è troppo grande per un solo uomo, è una balena più grande
del Leviatano e di tutti i mostri biblici... Qui abbiamo uno sconfitto.  Certo, la 
giustizia ha un metro per misurare i danni mortali  e le colpe  del comandante 
Schettino sulla base dei fatti, non si affida alle buone o cattive intenzioni, ma
 valuta i risultati.    -   Così come l'etica della responsabilità che Max Weber 
consigliava di tenere in più alto riguardo rispetto all0etica della convinzione,
perchè spinge a decidere in base alle conseguenze e non in base alle nostre 
idee.
L'etica delle responsabilità  riguarda  gli altri   ed è di solito in 
conflitto con la libertà del singolo individuo, solo con il suo egoismo. Ed  entra  
senza  dubbio  in gioco quando si è al comando di una città galleggiante e la si
porta per il mondo da una plancia, dove con la pressione di un dito si possono
modificare rotta e velocità, come 100 anni fa solo con ore di manovre, acroba=
zie e fatica di molti uomini.     La tecnologia complica la percezione etica della
responsabilità, nasconde le conseguenze, le fa apparire più leggere, come nel=
evoluzione delle armi.     Trafiggere un nemico con un pugnale è eticamente e
fisicamente assai più difficile che sparargli con una carabina da cento metri.
E far partire  un  missile da  un centro  di calcolo a  2.000 chilometri occulta
ancora di più la connessione etica.    -     La catena causale è lunga e chi sta 
all'inizio sembra dimenticare quel che accade alla fine se azioni quel joystick
con cui si guidano  i colossi del mare come si gioca a Tetris.   Non è un duro
timone a barra, è (invece) la periferica di un computer. E la verità te la dice
sul display, ma non la senti in faccia: la tecnologia ha effetti sulla mente.
    Se accade che l'irresponsabilità di una notte ti afferri per un lembo della
giacca  e  ti trascini  nell'inferno, vorresti ripetere la sequenza, cambiare la
rotta di qualche metro, come in un videogame, ma purtroppo  lo scoglio era
vero e la freccia del tempo non torna indietro. 
Non dai l'allarme perchè non accetti che sia accaduto.   La leggerezza  e
futilità dei motivi sono aggravanti per chi è fuori dal videogame: il saluto
al villaggio, l'inchino, l'omaggio al vecchio collega, l'azzardo.
Può darsi che l'inchiesta riveli nel comandante della Costa Concordia un
recidivo in bravate, una persona pericolosa. Ma il nostro disagio non riguarda
il giudizio negativo su di lui; riguarda quel soffio che separa la vita di tutti i
giorni, il nulla dalla catastrofe: quanti metri facevano la differenza quella
notte? Tre? Cinque? Dieci?  Probabilmenet Francesco Schettino è colpevole 
di molte cose, lo dirà la giustizia: sicuramente è una persona sfortunata.
Possiamo dirlo invocando per noi stessi l'assistenza del senso di responabilità,
ma anche la buona sorte. Che non ci lascino nemmeno per un attimo, mentre
guidiamo o accompagniamo un piccolo all'asilo. Che ci confermino sempre il
regalo di quei pochi centimetri o secondi che qualche volta potrebbero mancare.
(di Giancarlo Bosetti)
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.da "L'Eco di Bergamo"   (18 /01 /2012)

La nave delle polemiche
"La giustizia farà il suo corso"
L'ex comandante della Vespucci: "Porterà un peso per tutta la vita"
"Non voglio entrare nel merito di quello che è successo, associarmi al
coro di condanna. Ci saranno gli accertamenti giudiziari, la giustizia
farà il suo corso:  io dico solo che comunque finisca questa storia, il
comandante della nave dovrà vedersela per tutta la vita con la sua 
coscienza di uomo e di marinaio. E' un peso enorme e, per questo,
a lui va la mia umana solidarietà". Antonio Guglietta, ufficiale di
marina per 36 anni, sa di che parla.   Tra i suoi incarichi, forse il
più  prestigioso  è stato  quello  di  comandante  della nave scuola 
Amerigo Vespucci, il "gioiello" della Forza armata.
"So che significa - spiega Guglietta - sentire la responsabilità
dell'integrità di una nave e della sicurezza del sui equipaggio.
Integrità della nave e sicurezza delle persone: sono un tutt'uno,
sono due concetti che vanno di pari passo". 
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Opinione del giovedì   
di Luciano Finesso
Le fotografie, le immagini-video del transatlantico "Concordia" 
che lo rappresentano inclinato sul fianco, sempre più inclinato sono
forti, molto forti nel senso di tragedia. Forse non tutti, mass media
in primis, se ne sono sempre resi conto.   E' diventata anche quella,
col passare dei giorni, una immagine da cartolina da far vedere agli
amici, un qualcosa inserito nel paesaggio che ci ha rassicurato, nel
senso che   l'abitudine quotidiana a doverci sorbire in tv, internet e  
stampa quell'immagine del gigante, balena (come qualcuno l'ha
anche definita) come arenata vicino alla costa, non lontano dalla
spiaggia - l'ha resa come la conseguenza di un fatto quasi sconta--
to, quel qualcosa che oggi può succedere, così come succede che
piove o nevica o fa un gran caldo. MA NO, NON DOVEVA, NON
DOVEVA ACCADERE una cosa così.  Come la nave non doveva
proprio avvicinarsi tanto alla costa. Per l'inchino, per una specie
di usanza non tanto diversa da quella paesaggistica, appunto da
cartolina.  E tutto si riduce allora al commercio, alla grana, al
dover pubblicizzare a tutti i costi la 'Costa Crociera', con sprezzo
del pericolo di passeggeri ed eventualmente degli stessi residenti
dell'isola. The risk of capitalism, ma non di un capitalismo da
tranquilla gita da 10 giorni, bensì di selvaggio capitalismo da
tranquillo week end di paura, anzi di terrore. 

Lucianone

Politica & Società - Approfondimenti da "L'eco di Bergamo"

19 gennaio 2012  -  giovedì / Thursday

da "L'eco di Bergamo" del 18 gennaio '02
Argomenti: le liberalizzazioni / la finanza e il fisco /
                               Monti: missione a Londra                            
>>  Liberalizzazioni
Tassisti in rivolta  -  A Roma scontri, blocchi  e 
fumogeni La partita sulle licenze passerebbe ai
Comuni  ma  la  categoria è ancora sul piede di 
guerra  - Le liberalizzazioni verso una forma di
ammorbidimento. 
A Roma i tassisti dicono di essere pronti alla guerra e
allo sciopero a oltranza, dicono che non saranno loro
gli agnelli sacrificali e che, se necessario, bloccheranno
la capitale e l' Italia. Lanciano petardi e fumogeni Sono
convenuti  in migliaia a Roma, soprattutto da Napoli, 
per l'incontro tra i sindacati e il governo.
Una tensione, quella della categoria delle auto bianche, 
sfociata dopo giorni di proteste, in insulti   culminati in
mattinata   anche  in calci alle auto dei colleghi romani 
al lavoro al Circo Massimo, all'Eur, alla stazione Termini
e all'aeroporto di Fiunicino, accusati dai partenopei di 
non aver interrotto il lavoro.
A pochi giorni dal varo in Consiglio dei ministri del decreto
liberalizzazioni (la convocazione è per venerdì alle 10),
molte parti del pacchetto    circolate nelle prime bozze
sembrano ora a rischio.    Un pò per le forti resistenze
dei soggetti interessati, un pò perchè si tratta di materie
complesse  che  potrebbero  avere  percorsi    legislativi
autonomi e successivi. Certo è che, da quello che trapela, 
intenzione del governo è "toccare" un pò   tutti i settori
tirati in ballo (tassisti, farmacisti, notai, benzinai ecc.).
Se non altro per non dare l'impressione di cedere alle
pressioni delle lobby. Ma la scelta è anche se farlo con
interventi pesanti o più morbidi. E,ad esempio, gli ordini
professionali  sembrano  in questo senso  aver spuntato
una certa gradualità dopo l'incontro con il Guardiasigilli 
Paola Severino
 >>  Finanza: il fisco
Vita di lusso e pochi redditi
TORTONA (Alessandria) - Traditi da lusso,  dalle auto
potenti, dallo shopping griffato e dalle vacanze esotiche,
nonostante  una  dichiarazione  dei  redditi   di poche 
migliaia  di euro in alcuni anni  e del tutto assente  in
altri.
E' così che la finanza ha scoperto una maxievasione
fiscale da oltre 50 milioni di euro che ha portato alla
denuncia  di 2 imprenditori, titolari e amministratori
di una  società di capitali   di Tortona (Alessandria), 
che opera nel settore del commercio di automobili.
La denuncia è per evasione fiscale e appropriazione
indebita, ma sui due evasori      si è già abbattuta la
scure del fisco: il gip di Tortona ha voluto garantire
il credito dell'erario e così  ha disposto il sequestro
preventivo  di  loro beni  per circa  8 milioni di euro
finalizzato  alla  confisca  nel  caso  non  dovessero
onorare il loro debito.
La società, all'apparenza seria e molto attiva    sul mercato,
con un fatturato di più di 22 milioni di euro, diverse migliaia
di vetture vendute in Italia e all'estero, una sede legale nel
centro di Tortona e dipendenti regolarmente assunti,     IN 
REALTA' nascondeva - secondo la Finanza  -  un'impresa
dalle scitture contabili falsate e inattendibili che ,    in una
maniera sistematica, non ha versato le tasse (per oltre 46
milioni di euro) e ha evaso Iva per oltre 7 milioni e mezzo.
>>  Monti: missione a Londra
Alla vigilia della bilaterale fra Mario Monti e David
Cameron, secca botta e risposta tra Roma e Berlino
su come uscire dalla crisi. 
Nell'intervista al 'Financial Times' il premier italiano    aveva
chiesto ad Angela Merkel di fare di più, soprattutto sul fronte
dei tassi di interesse del debito italiano. A stretto giro arriva
la replica del consigliere economico della Merkel, Wolfgang
Franz, che boccia qualsiasi intervento della Bce e ritiene che
l'Italia "possa fare da sola".


Lucianone