15 settembre '15 - martedì 15th Septemner / Tuesday visione post - 32
(da 'la Repubblica' - 10 settembre 2015)
Appello alla Ue di 13 giornali: "SERVE CORAGGIO"
L 'Europa si trova di fronte alla più grave crisi di profughi che il mondo abbia visto
dalla seconda guerra mondiale. Con il conflitto siriano giunto ormai al quinto anno, la gente
si rivolge al nostro continente per ricevere aiuto e protezione. Sempre più persone muoiono
nei loro disperati tentativi per fuggire dalle persecuzioni. Eppure, mese dopo mese, l'Europa
continua a fare troppo poco e troppo tardi. Stiamo vivendo una crisi di profughi catastrofica,
ma l'indisponibilità ad agire ha messo in evidenza una grave crisi politica.
Nonostante il nostro tormentato passato, l'Europa oggi deve dimostrare di essere un
continente unito, costruito sui principi di solidarietà, uguaglianza e libertà. I primi segnali positivi arrivano dalle parole della Merkel e di Juncker ma non basta.
Il 14 settembre i ministri degli Stati membri dell'Unione si incontreeranno a Bruxelles per
negoziare soluzioni alla crisi.io
Oggi, i più importanti giornali europei si uniscono in un appello per esortare i nostri leader
a cogliere l'opportunità e prendere misure decise per affrontare questa tragedia umanitaria
e prevenire ulteriori perdite di vite umane.
Esortiamo i nostri leader politici a:
- Creare dei metodi semplici, sicuri e pratici per consentire ai profughi di cercare asilo in
Europa senza mettere a rischio la loro vita per venire qui. E' il modo migliore per elimina-
re il traffico di esseri umani e ridurre le vittime.
- Mostrare solidarietà verso i Paesi alle frontiere esterne dell'Europa, primo punto
d'ingresso per profughi e migranti, finanziando e organizzando un sistema di accoglienza sicuro, dignitoso e coordinato ai margini dell'Europa, che esamini in modo rapido e impar-
ziale le domande di asilo.
- Sospendere, fintantoche un gran numero di profughi continuerà ad arrivare in Europa,
il trattato di Dublino, che prevede che i richiedenti asilo siano rimandati nel primo punto
d'ingresso.
- Sostenere una più equa distribuzione dei profughi fra gli Stati membri. Tutti i Paesi
europei devono partecipare a un programma di ridistribuzione molto più ambizioso di
quello che abbiamo visto finora. Questo dovrebbe esseere il punto di partenza delle
discussioni.
- Incrementare gli siuti finanziari e umanitari alle nazioni del Medio Oriente colpito dal
conflitto siriano. Un pacchetto di aiuti che copra non soltanto le necessità immediate di
cibo, acqua e forniture mediche, ma impegni l'Europa a dare il suo apporto per la rico-
struzione delle comunità locali nel lungo periodo, in modo da offrire ai popoli del Medio
Oriente speranza e opportunità per un futuro migliore e più sicuro nei propri Paesi.
- Esercitare maggiori pressioni su altri soggetti fondamentali della scena internazionale,
come l'Iran, la Russia, l'Arabia Saudita, la Turchia e gli Stati Uniti, perchè facciano tut-
to il possibile per convincere le parti in conflitto a sedersi al tavolo delle trattative sotto
l'egida dell'Onu.
- I nostri leader devono mostrare coraggio e intelligenza per non fallire in questa prova
della nostra comune civiltà europea. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire adesso.
Bernd Ulrich, Die Zeit, Germania
Ezio Mauro, La Repubblica, Italia
Antonio Cano, El Pais, Spagna
Johan Hufnagel e Laurent Joffrin, Libération, Francia
Amol Rajan, The Independent, Regno Unito
Oliver Duff, i (Independent), Regno Unito
Andreas Paraschos, Kathimerini, Cipro
Andràs Murànyi, Nèpszabadsàg, Ungheria
Matùs Kostolny, Dennik N, Slovacchia
Adam Michnik, Gazeta Wyborcza, Polonia
Jan Helin, Aftonbladet, Sve di un cocktailzia
Christian Jensen, Information, Danimarca
Anna B. Jenssen, Morgenbladet, Norvegia
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....Passò tra i tavolini una coppia: lui era lacero e mandava cattivo odore, lei aveva
i capelli biondi e secchi, lunghi e non lavati, e si teneva al collo una bimbetta sporca
dagli occhi enormi, felini. Chiedevano la carità, esibendo un tesserino di profughi o
qualcosa di simile. Due cinquantenni bene in carne, seduti davanti a lui, abbandonarono
per un istante la lettura dei quotidiani di sinistra per scacciare in malo modo gli intrusi.
Frattanto la famigliola si era accostata al suo tavolino. La bambina, per quanto eviden-
temente denutrita, sembrava vivace, a giudicare dagli sguardi intensi che saettava tut-
t'intorno. Quando l'uomo tese la mano, Diego, senza pensarci troppo su, mise mano al
portafoglio e gli porse una banconota. L'uomo sorrise, con un mezzo inchino imbarazzato.
La bambina batteva le manine, tutta contenta. Forse era un modo di ringraziare che le
avevano insegnato i genitori.
- C'è ancora gente che ci casca - commentò una donna seduta alla sua destra, lenti a
specchio che riflettevano l'arcobaleno di un cocktail tropicana.
Quelli sono drogati - precisò l'amica che le sedeva accanto. - Hai visto come tengono
quella bambina? Una vergogna!
Diego si sentì inspiegabilmente ferito. A lui era sembrata una bellissima bambina. Una
bellissima bambina sana e felice.
- Dovrebbero levargliela, altro che! - disse la prima donna
- Affidarla a della gente per bene - confermò la seconda donna.
- Comunque, è una bellissima bambina - disse Diego, ad alta voce, bevve d'un sorso
la sua birra, pagò e se ne andò in fretta./
( da "Il padre e lo straniero", di Giancarlo De Cataldo / capitolo quindicesimo )
Lucianone
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