5 giugno '14 - giovedì 5th June / Thursday visione post - 11
Sì ai corsi di scienze applicate:
la prima volta della Normale di Pisa,
che non era mai cambiata dai tempi di Gentile
(da il 'Corriere della Sera' - 1 giugno 2014 / Elena Tebano)
Per la più prestigiosa università italiana è una sorta di discesa dall'empireo: dopo oltre
2 secoli di insegnamento e ricerca dedicate solo alle scienze pure, la Scuola Normale su-
periore apre a quelle applicate, con una nuova sede (Firenze, oltre Pisa) e nuovi ambiti
di studio: Matematica per la finanza, Scienza politica e sociologia - con corsi di politica
economica internazionale, politica comparata, comunicazione politica - e Civiltà del Ri-
nascimento. Viene rivista anche la storica divisione in due "classi", quella di Scienze e
quella di Lettere, a favore di una articolazione in 3 strutture accademiche: Scienze uma-
ne, Scienze matematiche e naturali e l'istituto di scienze umane e sociali, che avrà sede
nel Palazzo Strozzi di Firenze. "Con la riforma approvata mercoledì è nata una nuova
Normale", dice il rettore Fabio Beltram, fisico. "Tutti sanno che qui facciamo le cose
per bene, ma spesso si pensa che siano così astratte che non avranno impatto sulla
realtà. Questa nuova Normale dimostra che abbiamo dato una svolta: entriamo a gam-
ba tesissima in ambiti molto pratici, dalla matematica per la finanza alla politica, all'am-
ministrazione. - Fondata da Napoleone a Pisa nel 1810 come succursale italiana della
parigina Ecole normale supérieure, con il compito di formare gli insegnanti delle scuole
dell'Impero (e la concessione di usare l'italiano), la Normale deve gran parte della sua
veste attuale alla riforma di Giovanni Gentile che la trasformò nel primo centro di ricer-
ca d'eccellenza italiano, per sfornare non più maestri di scuola ma professori universi-
tari (Gentile vietò anche l'ingresso alle donne, che vi studiavano dal 1889, divieto che
ha resistito fino al '52). Da allora la Scuola ha formato due presidenti della Repubbli-
ca, Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi, e tre premi Nobel: il poeta Giosuè Car-
ducci e i fisici Enrico Fermi e Carlo Rubbia. Ma soprattutto, secondo l'Academic
Ranking of World Universities, è la prima università in Europa e la quinta al mondo
per produttività individuale (la "Per Capita Performance"), superata solo da MIT,
Princeton, Harvard e California Institute of Thecnology. Risultati ottenuti grazie a
una dura selezione all'ingresso, un rapporto docenti studenti di uno a 10, l'obbligo
di mantenere una media accademica molto alta, seminari e progetti di ricerca mi-
rati. Non è raro che gli studenti del terzo e quarto anno di matematica, per esem-
pio, si trovino a risolvere per la loro tesina annuale problemi che resistevano da
un paio di migliaia d'anni.
Continua... to be continued...
DI TUTTO e di PIU Ambiente / Appuntamenti / Arte / / Cibo-cucina / Commenti / Cultura / Curiosità-comicità / Dossier / Economia-Finanza / Fotografia / Inchiesta / Intervista / Istruzione / Lavoro / Lettere / Libri / Medicina / Motori / Musica / Natura / Opinione del Giovedì / Personaggi / Psicologia / Reportage / Riflessioni-Idee / Salute / Scienze / Società-Politica / Spettacoli (cinema/tv) / Sport / Stampa-giornali / Storie / Tecnologia-Internet / Ultime notizie / Viaggi
giovedì 5 giugno 2014
Economia- finanza / Europee 2014: Saccomanni parla di Europa e di mercati
5 giugno '14 - giovedì 5th June / Thursday
In Europa deficit di infrastrutture per 1000
miliardi: parola di Fabrizio Saccomanni
"L'euro non è in discussione, ma ora il coraggio di investire"
(da "Corriere della Sera" - 26/'05/2014 - Sergio Rizzo)
Fabrizio Saccomanni ci crede al punto da dichiararsi convinto che nemmeno
una "solenne affermazione" delle forze contrarie a questa Europa può riusci-
re a mettere in crisi la tenuta dell'Unione e della moneta unica. Dice l'ex mi-
nistro dell'economia: "I partiti tradizionali, tanto i popolari quanto i sociali-
sti, saranno spinti a impegnarsi a fondo per evitare la deriva pupulista".
Sergio Rizzo - Inguaribile ottimista.
F. Saccomanni - "Il fronte antieuropeo è vasto ma tutt'altro che compatto.
Questo gioca a favore".
S. Rizzo - Ma non la crisi economica, la disoccupazione record, l'aumento
delle distanze sociali. Le argomentazioni euroscettiche fanno sempre più
proseliti.
F. Saccomanni - "Lo so bene, e cìè una ragione precisa che non ha a che fare
solo con la moneta unica. Il fatto è che il disegno europeista si è fermato do-
po il crollo del Muro di Berlino. La Germania si è riunificata e a quel punto
è venuto meno lo stimolo a far progredire seriamente il processo di unifica-
zione. Andrebbe ricordato che quando si fece il trattato di Maastricht Hel-
mut Kohl e Francois Mitterand proposero un trattato politico parallelo".
S. Rizzo - Avrebbe evitato tutto ciò?
F. Saccomanni - "Avrebbe evitato almeno questa "zoppia", come la chiama
Carlo Azeglio Ciampi. Un progetto senza una gamba fondamentale".
S. Rizzo - Forse i cittadini europei non erano del tutto convinti, visto che mol-
ti di loro hanno bocciato la Costituzione europea.
F. Saccomanni - "Quando si decise l'allargamento l'Europa era spaventata
dall'immigrazione. Ricorda la sindrome dell'idraulico polacco?".
Continua... to be continued...
In Europa deficit di infrastrutture per 1000
miliardi: parola di Fabrizio Saccomanni
"L'euro non è in discussione, ma ora il coraggio di investire"
(da "Corriere della Sera" - 26/'05/2014 - Sergio Rizzo)
Fabrizio Saccomanni ci crede al punto da dichiararsi convinto che nemmeno
una "solenne affermazione" delle forze contrarie a questa Europa può riusci-
re a mettere in crisi la tenuta dell'Unione e della moneta unica. Dice l'ex mi-
nistro dell'economia: "I partiti tradizionali, tanto i popolari quanto i sociali-
sti, saranno spinti a impegnarsi a fondo per evitare la deriva pupulista".
Sergio Rizzo - Inguaribile ottimista.
F. Saccomanni - "Il fronte antieuropeo è vasto ma tutt'altro che compatto.
Questo gioca a favore".
S. Rizzo - Ma non la crisi economica, la disoccupazione record, l'aumento
delle distanze sociali. Le argomentazioni euroscettiche fanno sempre più
proseliti.
F. Saccomanni - "Lo so bene, e cìè una ragione precisa che non ha a che fare
solo con la moneta unica. Il fatto è che il disegno europeista si è fermato do-
po il crollo del Muro di Berlino. La Germania si è riunificata e a quel punto
è venuto meno lo stimolo a far progredire seriamente il processo di unifica-
zione. Andrebbe ricordato che quando si fece il trattato di Maastricht Hel-
mut Kohl e Francois Mitterand proposero un trattato politico parallelo".
S. Rizzo - Avrebbe evitato tutto ciò?
F. Saccomanni - "Avrebbe evitato almeno questa "zoppia", come la chiama
Carlo Azeglio Ciampi. Un progetto senza una gamba fondamentale".
S. Rizzo - Forse i cittadini europei non erano del tutto convinti, visto che mol-
ti di loro hanno bocciato la Costituzione europea.
F. Saccomanni - "Quando si decise l'allargamento l'Europa era spaventata
dall'immigrazione. Ricorda la sindrome dell'idraulico polacco?".
Continua... to be continued...
Iscriviti a:
Post (Atom)