30 maggio '21 - domenica 30th May / Sunday visione post - 2
(da Corriere della Sera - 5 febbraio '21 - Elzeviro / di Giancarlo Dimaggio)
E' il corpo che disegna la mente
Se vogliamo comprendere l'origine della prolungata sofferenza collettiva e individuale che le
restrizioni al contatto sociale - indispensabili e razionali - stanno generando, leggiamo questa
voce di un dizionario fantastico della psicologia, analizziamo la lesione. Si parla di Baruch Spi-
noza, che nell' Etica scrive: "La Mente non conosce se stessa, se non in quanto percepisce le
affezioni del Corpo". Significa che il nostro pensiero ha radici nei segnali che visceri e musco-
li inviano al cervello e creano le basi per le idee coscienti. Sentire freddo o caldo, mostrano gli
esperimenti di John Bargh, influisce sul giudizio morale, avere le spalle curve o dritte modula
il senso di efficacia. Questo è il primo tassello. Il secondo è che la mente esiste nel rapporto
tra corpi, nello scambio intersoggettivo. Il libro di Massimo Ammaniti e Pier Francesco Ferra-
ri Il corpo non dimentica (Ed. Raffaello Cortina, pagg. 193) parla di questo.
conoscete l'esperimento della still face, l'effetto sul bambino del volto immobile? Il bambino
emette segnali comunicativi, sorrisi, bronci, occhi spalancati e socchiusi. La fisiologia della
relazione richiede che la madre - o chi presta cure - risponda. E la madre adotta due strategie
comunicative automatiche: rispecchia e rimarca. - Rispecchia: il bambino sorride e la mam-
ma sorride, il bambino si corruccia e la mamma aggrotta le sopracciglia allo tesso modo. Ri-
marca: il bambino protesta e la mamma fa "Ooooh", spalanca gli occhi, lo imita e aggiunge
un sorriso benevolo. Questi passi di danza interattiva precoce fondano le basi per la comuni-
cazione sociale e sono il primo mattone sul quale il bambino costruisce il suo senso di esi-
stere e di avere un valore. Il bambino è disegnato dall'evoluzione per cercare questi scambi,
non può rinunciarvi, sono il perno dell'intersoggettività, dell'essere con l'altro. Che succede
se la mamma in cambio di un sorriso o di un broncio offre una faccia inespressiva? Il bam-
bino si disorienta, si confonde, protesta e infine si chiude in sè stesso. La mente umana non
è attrezzata per funzionare fuori dal contatto col corpo dell'altro, nel suo nucleo il libro par-
la di questo. Si untuisce che significa un anno di mascherine, distanza, contatti fisici ridotti?
Siamo limitati nella principale fonte di senso. Per conoscere il niostro posto nel mondo dob-
biamo scambiarci sguardi e gesti con altri visi e altri corpi a distanza ravvicinata, ma la di-
stanza necessaria oggi è troppo breve e rischiosa. E' il motivo per cui dobbiamo essere gra-
ti alla scienza, che grazie a vaccini e anticorpi monoclonali ci permetterà presto di tornare
all'intercorporeità naturale.
Oggi la psicoterapia, non ultima la psicoanalisi di cui gli autori parlano, ha rimesso il corpo
al centro della scena. Conta la parola dei pazienti, ma ancora di più lo scambio di sguardi,
atteggiamenti, la ricerca di sintonia non verbale e la riflessione sulle interruzioni di quella
sintonia. Lo psicoanalista che oggi tornasse alla neutralità espressiva, la lavagna bianca, di
di qualche decennio fa, sa che violerebbe le condizioni che permettono alla mente di fun-
zionare. In un certo senso creerebbe un micro-lockdown tra le due persone in seduts, vici-
ne a una distanza incolmabile. E invece oggi uno psicanalista - come ogni altro psicotera-
peuta - legge quello che il corpo del paziente, sintonizzato col proprio, sta scrivendo, e le
menti avviano un dialogo che porta alla salute.
Lucianone