venerdì 10 settembre 2021

SOCIETA ' - Anniversario / 11.9 - Attacco all'America: il giorno che ha cambiato il mondo

 10 settembre '21 - venerdì                         10th September / Friday                      visione post - 3

Come ogni anno, a New York sono stati accesi i due fasci luminosi di luce: ricordano
la sagoma delle Twin Towers crollate negli attentati dell'11 settembre.

(dal volume "11.9 - Il giorno che ha cambiato il mondo - Le parole" / Corriere della Sera)

13 settembre 2001
Ennio Caretto
Lo spirito antico del giorno dopo
L'America colpita dalla più sanguinosa tragedia della sua storia dà oggi al mondo una lezione
di grande dignità. La nazione c'è: nell'eroico sacrificio di suoi pompieri, nella generosità dei
suoi volontari, nella straordinaria gara di solidarietà della sua popolazione, nella composta
sofferenza dei newyorkesi, in quei tassisti, a volte cinici e indifferenti, trasfomati in tanti pre-
murosi barellieri. La superpotenza ha visto crollare di colpo, insieme al World Trade Center
e al Pentagono, il mito della propria granitica sicurezza, ma il leggendario spirito americano
si è subito rigenerato, quasi avesse trovato alimento nella polvere di Manhattan. 
L'America si è fermata, ha chiuso Wall Street, lo spazio aereo e le frontiere monumenti e persino
Disneyland ma si è mobilitata come in una emergenza bellica, dispiegato le portaerei nella rada
di New York, mandato la Guardia nazionale nelle strade di Washington. Lo spirito americano ri-
vive nell'indelebile immagine  dei membri del Congresso  che intonano God Bless America, Dio
benedica l'America, con la stessa dolorosa spontaneità che spinge molti loro concittadini a espor-
re alle finestre le bandiere a lutto, ad avvolgere attorno ad alberi e lampioni  i nastri gialli segno
dell'attesa, via via più disperata, di un ritorno dei dispersi.    Anche a Washington, nei centri del 
potere, è emersa l'america migliore. Non ci sono stati scambi di accuse tra i partiti, non si sono
cercati capri espiatori, e nei media il dibattito sulla sicurezza si è svolto in termini civili. In altri
Paesi i processi cominciano prima dei soccorsi. Sebbene inesperto e sfortunato - quale altro pre-
sidente incominciò il suo mandato in circostanze tanto traumatiche? - Bush junior ha dimostrato
di essere allaltezza del suo compito: è ritornato alla casa Bianca nonostante le obiezioni dei suoi
consiglieri, ha rivolto alla nazione un messaggio, scarno ma nobile, e preso le immediate contro-
misure.  - Dovrà avere anche il coraggio di smascherare responsabilità, insipienze e leggerezze
di una rete di sicurezza interna tragicamente inadatta e di un servizio di intelligence clamorosa-
mente ridicolizzato. Ha scritto il Washington Post che gli attentati di martedì  hanno rappresen-
tato "un colpo terribile per l'impero americano". Ma non per la sua democrazia, che ne è uscita
che  ne è uscita rafforzata, corroborata dalla peggiore delle prove, quella per la quale  non  era
possibile prepararsi del tutto.  -     E' lo spirito dell'America che rinasce, per ironia del destino,
nella città che l'anima profonda degli Stati Uniti guarda con sospetto, misto a invidia e disprez-
zo morale.   Uno spirito  orgoglioso di rivincita, non un cieco sentimento di vendetta, figlio di
quel legame di sangue e di cultura che la risollevò nel '41 dopo il "giorno dell'infamia", come
chiamò Franklin Delano Roosevelt l'attacco vile di Pearl Harbor.   Pensavamo, erroneamente
che nell'era della globalizzazione, del melting pot, del miscuglio e groviglio di lingue, religio-
ni e etnie che formano, arricchendola, la società americana, questa fibra  si fosse logorata  in
uno scomporsi disordinato di identità separate. 
Scopriamo invece che non è così: l'American Way of Life è fatta da quei beni immateriali di
cui si nutre una democrazia: la tolleranza, la solidarietà, il senso delle regole e dei valori  di
una autentica convivenza civile, ma anche la consapevolezza della forza della civiltà. Orgo-
glio, dignità e senso di appartenenza.   valori che probabilmente condividono molti cittadini
americani di religione islamica, magari originari dei Paesi che coprono, assistendolo, il ter-
rorismo cieco dei seguaci di Osama Bin Laden. Alcuni di loro, quasi sicuramente, sono sot-
to le macerie del World Trade Center.  E chissà  se  si riuniranno, nell'aldilà musulmano, a  
quei terroristi suicidi ai quali i loro capi hanno fatto credere che godranno, insieme alle gra-
zie di settantadue vergini, della gloria eterna.
Continua...
to be continued...