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(da la Repubblica - 26 settembre '19 - L'Amaca / Michele Serra)
IL SOVRANISTA HA UN PROBLEMA
Lo smacco giudiziario-istituzionale di Boris Johnson) il Bugiardo, il nuovo rischio di impeachment
di Trump, e in scala molto ridotta la caduta del Salvini, hanno un elemento in comune: sono altret-
tanti contraccolpi a forzature o prepotenze o colpi di mano. Se la sono andata a cercare.
Ecco dunque, sotto gli occhi di tutti, il vero punto debole del leader sovranista: credere che il consenso popolare gli costruisca attorno una specie di inviolabilità personale. E sulla base di
questa convinzione sbagliare mossa, forzare i tempi, violare regole, presumendo di godere di
una speciale dispensa extra-democratica (Berlusconi si diceva l'unto del Signore o l'unto del
popolo a seconda dell'uzzolo di giornata). In sintesi, il vero problema del leader sovranista è
la democrazia. O la sfascia del tutto, ne mette fuori uso i meccanismi e diventa, nè più ne me-
no, un dittatore; oppure, se la sua azione rimane dentro quei limiti e quelle regole, prima o poi
è destinato a pagare pegno a entrambi: ai limiti del suo potere personale e alle regole che sono
uguali per tutti, anche per chi stravince le elezioni. La democrazia sta stretta al sovranista, al-
l'aspirante duce, al prepotente. E ' come una specie di vaglio che non fa passare gli ego extra-
large. Per questo più passa il tempo, più questa parola (democrazia) quasi scontata, abusatissi-
ma, tirata in ballo ogni tre secondi anche quando non sarebbe il caso, ci diventa sempre più ca-
ra. E probabilmente, in modo speculare, diventa sempre più odiosa ai prepotenti, che quando
meno se la aspettano, e passano al galoppo salutando la folla, si beccano un colpo di democra-
zia in piena faccia, e mordono la polvere.
Il mio commento
E' chiaro che il sovranismo e il populismo sono nati con la crisi della globalizzazione.
Con un mondo globalizzato sembrava che il capitalismo moderno volesse e potesse su-
perare tutte le sue contraddizioni, mantenendo comunque stabili le democrazie dei Pae-
si occidentali e anzi magari migliorandole. Ma già i contestatori no-global avevano ca-
pito il rischio cui andava incontro un mondo non diversificato, un pianeta unificato dal-
le reti di Internet e dei vari social-media. Come non aveva avuto possibilità di sviluppo
un mondo unificato e appiattito economicamente con la dottrina comunista del tutti u-
guali, così un mondo costruito sulla base dei rapporti sociali essenzialmente virtuali e
sempre meno umani e umanizzanti rischiava di avere degli sbocchi antidemocratici. E
infatti populismo e sovranismo contengono in sè delle forti spinte anti democratiche,
soprattutto nel volere al potere una figura unica di capo che risolva tutti i problemi e
sostituendo alla politica una dottrina antipolitica o sottopolitica.
CONTINUA...
to be continued..
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