25 febbraio '21 - giovedì 25th February / Thursday visione post - 14
Dove e quando -
Hangar Bicocca, via Chiese 2, fino al 18 luglio '21
Hangar Bicocca, via Chiese 2, fino al 18 luglio '21
mer-gi-ven dalle 10,30 alle 20,30
(da la Repubblica - 19 febbraio '21 - MilanoCultura / di Cristiana Campanini)
Luci, suoni, videogame:
la vita immersa in un flusso digitale
la vita immersa in un flusso digitale
Il fruscio tecnologico è costante. Sovrasta. Ne siamo immersi. Una cornice naturale, straniante, resta
in secondo piano. E' appena accennata ma c'è. E' una fitta drammaturgia atmosferica di luci, suoni,
in secondo piano. E' appena accennata ma c'è. E' una fitta drammaturgia atmosferica di luci, suoni,
fumi, quella scandita nella mostra "Digital Mourning" (lutto digitale) di Neil Beloufa appena inaugu-
rata negli spazi dello Shed all'Hangar Bicocca di Milano.
Il videoartista e scultore franco-algerino, classe 1985, millennial cresciuto a Parigi, delinea un tem-
po buio e sospeso. Lo scenario naturale è solo evocato da qualche rumore, dal tramonto all'alba, da
un tuono a un cinguettio. Questa eterna notte tecnologica è abitata da voci robotiche, luci laser, con-
solle da videogame, proiezioni in percorsi labirintici e set da luna park (vedi il frammento di ricostru-
zione della mitica Agrabah di Aladino, così come si trova a Disneyland, a Parigi).
Le sue videoinstallazioni, seppur con un rimando a una dimensione ludica, sollevano temi di attualità intrisi di una profonda coscienza critica e politica. "I miei video descrivono la vita di oggi, che è una
vita digitale". Mentre parla fatichiamo a coglierne quasi la voce e il volto, nella penombra rumorosa
e intermittente che imprigiona la sua complessa macchina scenica. "Il nostro quotidiano è sovrastato
da algoritmi; stratificato in chat e meeting room, invaso da social network, condotto da indicatori di
Google Maps e misurato in criptovalute". Cresciuto a stretto contatto con l'industria cinematografi-
ca, accanto al padre film maker e alla madre editor, è stato già protagonista di personali al Palais De
Tokyo a Parigi e al Moma di New York. In Italia ha esposto alla galleria milanese Zero e alla Bien-
nale di Venezia nel 2019. "Viviamo imprigionati in una gabbia digitale. Per questo considero il mio
lavoro realista - chiarisce l'artista - Racconto la vita, così come è oggi, immersa in un flusso digita-
le. Non voglio spaventare o delineare tetri paesaggi futuribili". Una capacità predittiva nel sollevare
temi scottanti però c'è, eccome. Ne è prova la soap opera girata nel 2014 con attori amatoriali. E'
ambientata in tempi di pandemia da virus respiratorio, con tanto di guerra tra case farmaceutiche,
per accalappiarsi il vaccino. Ciò che mostra, non è però solo il dramma della pandemia, ma quello
di una società malata d'iper-connessione. Il vero presagio che affiora dal video è lo strapotere di
una vita digitale su una vita reale. Questa mini serie è diventata nel 2020, Screen talk, la prima
opera che incontriamo nella mostra all'Hanfar. Tradotta in forma di videogame, si apre con una
frase limpida che dà il la alla nostra interazione: "Where we're going?". A questo punto possia-
mo fare le nostre scelte all'interno del gioco, ma scopriamo presto che lo scenario è già predeter-
minato. Lo stesso accade nella mostra, ideata e temporizzata per postazioni progressive attorno
a una piazza ideale. Il percorso ha l'obiettivo di toccare tutta la sua produzione senza gerarchie
o cronologie. L'esperienza visiva e sensoriale è sovraccarica, a tratti sfuggente. Sovrasta ogni
linea narrativa costruita nei suoi film. Il tam tam d'immagini in movimento, passa così da pro-
iezioni a sculture cinetiche con ritmo pressante. La loro fruizione caotica, è però una chiara
scelta espressiva. L' artista predispone , infatti, al centro di questa piazza , anche una serie di
QR Code. Ciascuno corrisponde a un film. Questo ci permette di approfondire i video, am-
plificandone la durata oltre i confini di Hangar sul nostro smartphone. Con lo stesso spirito,
prima di visitare la mostra, si consiglia di giocare al videogame pandemico Screen Talk, da
casa propria. Lo si può fare dal sito pirellihangarbicocca.org, con tanto di flusso di Fake News
(ben dichiarate) che ci perseguita nel percorso.
Lucianone