domenica 12 gennaio 2014

LIBRO / saggio - 'I crimini dell'economia' di Vincenzo Ruggiero

12 gennaio '14 - domenica          12th January / Sunday                              visione post - 29

Le leggi dell'economia giustificano
crimini & misfatti
Tante teorie e un unico obiettivo: fornire alibi allo sfruttamento
dei ricchi sui poveri che, alla fine, produce malessere sociale.
E' la tesi di Vincenzo Ruggiero, un italiano che insegna a Londra.

(da 'il Venerdì di Repubblica' - 15/11/2013 - economie / Regolamento di conti -
 di Riccardo Staglianò)
Il presocratico Talete , quello del teorema sulle rette parallele e dell'acqua come principio
di tutte le cose, fu il primo speculatore. Forte delle sue conoscenze meteorologiche, previde
che la stagione avrebbe portato una favolosa raccolta di olive e prese in affitto tutti i frantoi
di Mileto e Chio, per poi riaffittarli e guadagnarci. Futures ante litteram.  "E' facile per un fi-
losofo diventare ricco se lo desidera"  lasciò scritto, ma non è questo lo scopo della filoso-
fia".  -  A leggere I crimini dell'economia di Vincenzo Ruggiero (Feltrinelli, pp. 248, euro 20)
si scopre invece che la "scienza triste" si è prestata, spesso e volentieri, non tanto ad arric-
chire i suoi protagonisti, ma a fornire alibi teorici allo sfruttamento dei ricchi sui poveri.
Oltre che macchiarsi di una lunga serie di altre nefandezze intellettuali, che vanno dalla giu-
stificazione della schiavitù ("strumenti animati" Aristotele dixit) allo smercio di titoli tossici.
L'autore  di questo  libro denso, documentatissimo e complesso, insegna Sociologia  alla-
Middlesex University di Londra. 
R. Staglianò - 'Lei scrive che quella economica non è una storia nobile. Gli economisti,
dopo la crisi, hanno già una cattiva reputazione. Perchè infierire con una lettura crimi-
nologica?'.
V. Ruggiero - "Perchè gli economisti, tra i quali alcuni premi Nobel come Gary Becker
e George Stigler, oltre a esaminare il carcere, l'alcolismo  e  persino l'amore coniugale
da un punto di vista economico, hanno spesso visitato  il campo  della criminalità. Mi è 
sembrato gentile ricambiare la visita. Come loro attribuiscono a chi commette reati una
logica razionale, ispirata dal calcolo dei costi e dei benefici, così io attribuisco  agli eco-
nomisti l'intenzione di giustificare  con le loro teorie  la produzione di malessere indivi-
duale e danno sociale".  
R. Staglianò - "Dalle sue pagine si scopre che il pensiero economico ha spesso giustificato
la diseguaglianza, mai forte come oggi. Perchè?".
V. Ruggiero - "Da Tommaso Moro in poi, si è detto che i privilegiati hanno sempre
cercato ogni artificio per giustificare i propri privilegi.  L'economia cerca spesso di
spiegare perchè la maggioranza delle persone è povera e una stretta minoranza ric-
ca. Gli economisti più irriducibili, come Hayek e Friedman, cercano di spiegare an-
che perchè è bene che sia e rimanga così".
R. Staglianò - "Alfred Marshall diceva che 'ogni agente della produzione viene applicato
al processo produttivo fintanto che genera profitti'. Ma delocalizzando e sostituendo gli
uomini con le macchine non si rischia che il valore del lavoro sprofondi ulteriormente?".
V. Ruggiero - "Nelle teorie di Marshall leggo non solo un incoraggiamento agli imprendi-
tori a esportare la produzione laddove la manodopera costa meno, ma anche una giustifi-
cazione della schiavitù.   L'autore sostiene che il salario deve corrispondere alla somma
che l'ultimo lavoratore disponibile sul mercato è disposto ad accettare. I migranti senza 
permesso e uomini e donne soggetti a tratta sono lavoratori ideali in questo senso. Ecco
perchè i trafficanti di esseri umani hanno  un ruolo  economicamente importante da rico-
prire".
R. Staglianò - "Di recente Robert Reich ha ricordato che il 70 per cento dell'economia
dipende dai consumi della classe media. Che è sempre più povera.  Quando  è  iniziato
l'impoverimento e cosa si può fare per fermarlo?".
V. Ruggiero -  "L'impoverimento è cominciato  non quando si è conclusa la lotta tra le
classi, ma quando  una  sola classe - quella dei datori di lavoro - ha cominciato a com-
batterla. Non si è trattato solo di passare dalla manifattura alla finanza. Secondo la lo-
gica economica che io critico, comunque, l'impoverimento e la crescente disuguaglian-
za sono salutari, sono opzioni  che abituano gli individui a "scegliere" quale posizione 
intendono occupare nella società. Inoltre, l'impoverimento stimola a imitare i ricchi, il
che costituisce un beneficio per l'economia nel suo complesso anche se imitare i ricchi 
vuol dire spesso emulare le pratiche illecite che li hanno resi tali.  Infine, come diceva
Tommaso d'Aquino, se non ci fossero i ricchi, chi potrebbe permettersi di fare l'elemo-
sina?".
R. Staglianò - "Un capitolo è intitolato Socialismo finanziario e allude al keynesismo
alla rovescia che ha salvato le banche coi soldi dei contribuenti. Come si può sostene-
re, senza arrossire, questo paradosso  da parte di gente  che si è sempre detta  a favore 
di uno Stato minimo?".
V. Ruggiero -  "E' un punto chiave del mio libro. Nella storia  del pensiero economico
nessuna teoria, in realyà, richiede la scomparsa dello Stato. Da sempre gli imprendito-
ri vogliono che lo Stato scompaia per gli altri e sia ben presente per loro. La libertà di
mercato, in quanto principio, è violata soprattutto  da coloro  che la predicano, e molti
imprenditori senza sotegno statale sarebbero costretti al fallimento.   Peraltro vi è un
paradosso anche nelle formulazioni di Keynes, il quale tra le righe sostiene che i soldi
dello Stato  vanno consegnati  a chi  è abituato a spenderli; inutile darli ai poveri, che  
prudentemente sono portati a metterli da parte".
R. Staglianò -  "A proposito di neoliberismo, qual è lo stato di salute di questa ideolo-
gia nel sesto anno di una crisi che invece sembrava aver resuscitato Marx?".
V. Ruggiero - "Come è possibile pensare a una crescita infinita in un Pianeta che ha
dimensioni e risorse finite? I danni ambientali sembrano ormai irreversibili, purtroppo.
Dire che lo scopo dell'attività umana è quello di accumulare sempre più profitti è come
dire che mangiamo per diventare sempre più grassi".
R. Staglianò - "Nelle conclusioni accenna molto brevemente al movimento della de-
crescita, caro a Serge Latouche. E' un'opzione economicamente praticabile?" 
V. Ruggiero - "Il mio modo di interpretare l'idea di decrescita consiste nell'individua- 
re e denunciare i danni prodotti dalle teorie economiche e dall'economia in quanto at-
tività umana così come siamo abituati a osservarla nella pratica".
R. Staglianò - "Quale futuro possiamo aspettarci se, com'è successo  negli ultimi 30
anni, l'1 per cento più ricco della popolazione triplica la propria ricchezza mentre il
restante 99 resta fermo o perde terreno?".
V. Ruggiero - "Senza una svolta radicale  nel pensiero economico, temo che l'1 per 
cento si abituerà a ritenere la propria posizione come meritata o come risultato del-
la volontà divina. Mentre il 99 potrebbe assuefarsi all'esclusione, a ridurre le aspet-
tative al minimo, alla vita nuda. Anche chi ha poco da guadagnare dalla crescita po- 
trebbe convincersi che  quanto ne ricava  sia meglio di niente. La polarizzazione ec-  
cessiva della ricchezza, d'altro canto, può anche portare a situazioni sociali via via 
ingovernabili, a conflitti di cui non possiamo ancora immaginare le dimensioni".
(D'altronde la teoria classica ci ha insegnato che il lavoro possiede due valori: uno
naturale e uno di mercato. Il primo è il prezzo pagato dai lavoratori per sopravvive-
re e riprodursi. Il secondo corrisponde al salario. Se quest'ultimo diventa inferiore
al primo, come succede sempre più spesso, si mette malissimo.    "Solo dopo che le
privazioni li avranno resi meno numerosi", osservava imperturbabile David Ricar-
do, "o quando la domanda di lavoratori torna a crescere, il loro prezzo di mercato
si riavvicina a quello naturale e i lavoratori avranno accesso al benessere modera-
to che un salario può garantire". Per ridurre la disoccupazione, òla morte dei di-
soccupati è oggettivamente un rimedio efficace. Ma auspicabile?  L'economista
non batte ciglio.)


Lucianone

Sport - calcio / Serie B - 21^ giornata 2013/14

12 gennaio '14 - domenica        12th January / Sunday

Risultati delle partite
Siena      1       Avellino   2       Brescia   3       Carpi             1       Cittadella    1
Varese    1       Padova    1       Trapani   3       Juve Stabia   0       Lanciano    2

Crotone   1     Novara   0        Pescara   1      Spezia   1       Ternana   2     Cesena     1     
Palermo   2     Bari        1        Empoli     2      Latina   4       Reggina   1     Modena   1

Lucianone