14 marzo '19 - giovedì 14th March / Thursday visione post - 5
(da Corriere della Sera - 7 marzo '19 )
Un estratto da "Le ragazze di via Rivoluzione" (Solferino), che racconta storie di donne in
Medio Oriente: dall'amore tra Rima e Nael, lei crfistiana e lui musulmano, nella Damasco
divisa dalla guerra, al gesto indimenticabile di Vida che in via Enghelab, via della Rivolu-
zione, a <teheran, si toglie il velo bianco e lo sventola come una bandiera.
(da "Le ragazze di via Rivoluzione) -
Fu strano arrivare in una città in guerra dove, a un primo sguardo, la guerra non si vedeva.
L'autostrada era trafficata e così anche il centro di Damasco. I mercati erano aperti. Il mio
hotel era pieno - anche se presto scoprii che molti ospiti erano famiglie borghesi scappate
da altre zone della Siria. Al contrario, nei sobborghi, giungle di cemento cresciute per ospi-
tare la gente arrivata dalle campagne, la guerra si vedeva e si sentiva: erano circondati dal-
le forze governative, e le zone più attive contro il regime erano bombardate dall'artiglieria.
A differenza di Homs, Damasco non si era divisa solo lungo linee confessionali - sunniti
contro Assad, alauiti e cristiani con lui. Qui, come ad Aleppo, era anche una questione di
classe sociale. I ricchi, anche se sunniti, stavano con il governo perchè non volevano ve-
der turbata la stabilità politica ed economica, mentre i più poveri si erano ribellati.
Una sera fui invitata a una cena a casa di un intellettuale nel quartiere residenziale di Bar-
zeh, nel nord-est della capitale: era spaccato in pro-Assad e anti-Assad, a volte anche nel-
lo stesso edificio. La maggior parte degli invitati erano studenti, scrittori e artisti che non
facevano mistero di detestare il regime. Una ragazza, Rasha, mi disse scherzando: "Ho
avuto molti amanti, ma non si riesce più a trovare un fidanzato decente, sono tutti in pri-
gione". Uno studente di teatro mi raccontò di essere stato chiamato per la leva obbliga-
toria: avrebbe potuto disertare e unirsi all'Esercito siriano libero, ma aveva paura di la-
sciare la sua casa, la sua città,, tutto... e poi non era meglio che ci fosse gente come lui
nell'esercito regolare - si chiedeva - piuttosto che soltanto i fedelissimi del presidente?
Dopo cena restai a dormire in quell'appartamento: se infatti i mukhabarat, gli uomini
dell'intelligence avessero fermato quei ragazzi con me a bordo sarebbero probabilmen-
te stati guai. In piena notte controllavano i documenti dei passeggeri agli angoli delle
strade: gli agenti erano giovani, con i jeans scoloriti, le felpe con cappuccio e i kala-
shnikov - Fu al caffè Pages , in centro, che incontrai Rima per la prima volta. Molti
giovani pro-rivoluzione si riunivano lì. C'erano cristiani, drusi, sunniti, sciiti, gente
di Homs, dei villaggi. Sul tardi si spostavano a casa di qualcuno o in un altro locale
"fidato" a bere arak e cantare vecchie canzoni fino alle quattro del mattino. Rima, una
ragazza pallida dai capelli corvini a caschetto, trasportava due grossi vassoi pieni di
yabrag, gli involtini di foglie di vite. Li avevano cucinati donne di Homs che si erano
rifugiate a Damasco per sfuggire alla guerra civile: madri, mogli, sorelle, che avevano
perso gli uomini della famiglia ed erano rimaste senza un soldo. E lei cercava di ven-
dere gli involtini per aiutarle. Rima, cristiana, aveva ventinove anni e studiava giorna-
lismo. Anche se la maggioranza della comunità cristiana appoggiava Assad, lei si era
subito schierata con i manifestanti. "Nei primi due mesi della rivoluzione avevo tan-
tissima paura" mi raccontò. "Ma quando sono andata alla prima protesta, nel giugno
2011, la paura si è come infranta in mille pezzi e e ho capito che non sarei più torna-
ta indietro. Qualcosa nel mio sangue nmi diceva che dovevo partecipare, che dovevo
lottare contro le ingiustizie nel mio Paese. Era davvero incredibile che la gente scen-
desse in piazza qui, in Siria, "il regno del silenzio" come lo chiamava un vecchio dis-
sidente. Non che la paura sia sparita: è con me, ogni giorno e ogni notte. Ogni volta
che qualcuno bussa alla porta, penso che le forze dell'ordine siano venute a prender-
mi. Ma non posso fermarmi".
IL LIBRO
Continua...
to be continued...
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