Roma
L'Angelus del Papa dimissionario
In migliaia in piazza San Pietro
Il Pontefice alla finestra alle 12 per il suo penultimo Angelus prima delle dimissioni. Al termine, il saluto: «Vi ringrazio»
IL DEMONIO E IL FALSO BENE - Sulla piazza, 4 maxischermi hanno diffuso il discorso e la preghiera del Papa, che ha ricordato il Demonio che spinge «verso un falso bene» e il potere (leggi il testo del discorso), per poi ricordare come «la vita ci pone sempre davanti a un bivio, seguire il bene» e nell'«ora della prova» occorra rimettere Dio al centro, rinnovarsi e rinnegare ogni egoismo: «Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l'io o Dio? - ha detto -. L'interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?». Ed è stato questo il suo unico, indiretto riferimento, alla propria decisione di rinunciare al Pontificato. Salvo poi aggiungere, durante il saluto in polacco ai fedeli da Cracovia: «Vi ringrazio tanto per il vostro orante sostegno e la vicinanza spirituale in questi giorni particolari per la Chiesa e per me».
Sudafrica
Pistorius, nella casa una mazza insanguinata
LA PERQUISIZIONE - Secondo il quotidiano, il primo colpo d'arma da fuoco sarebbe stato sparato in camera da letto, dopodichè la Steenkamp, colpita all'anca, si sarebbe rifugiata in bagno; la giovane è stata poi raggiunta da altri 3 proiettili da 9mm, di cui due alla testa. Il quotidiano ricostruisce anche gli istanti immediatamente successivi al dramma: il padre di Pistorius avrebbe ricevuto una telefonata dal figlio intorno alle 03 e 20 di notte, in cui lui gli chiedeva di raggiungerlo a casa; e quando la famiglia è arrivata, avrebbe trovato il giovane che scendeva le scale con il corpo della fidanzata tra le braccia.
ITALIA - Elezioni
Eppure la norma è semplice e sufficientemente chiara. Ma come spesso accade basta dare uno sguardo alla sanzione prevista in caso di violazioni (articolo 10) per comprendere che la regola può essere disattesa senza conseguenze drammatiche per i trasgressori. In ogni caso, ricevuta la segnalazione - «anche a mezzo telefax», c'è scritto nel testo del 2000 - l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni «in caso di violazione dell'articolo 8 ordina all'emittente o all'editore interessato di dichiarare tale circostanza sul mezzo di comunicazione che ha diffuso il sondaggio...».
Può succedere dunque che il divieto di diffondere i sondaggi venga aggirato dai partiti per scopi di tornaconto elettorale. Di solito si agitano di più i leader del partito che insegue e, infatti, negli ultimi giorni Silvio Berlusconi e Angelino Alfano si sono lasciati andare fornendo ai media numeri e percentuali formalmente non diffondibili. «La sinistra è preoccupata e noi stiamo sopravanzando...», ha detto il Cavaliere lasciando poi ad Alfano il compito di fare due conti: «C'è un avvicinamento alla sinistra che ora è intorno ai due punti di distanza, anche un po' meno. Mancano meno di due punti...». Poi l'ex premier è passato ad occuparsi in termini numerici del suo competitor , Mario Monti, cercando di danneggiarne l'immagine agli occhi dell'elettorato moderato: «Nei sondaggi la coalizione di Monti è vicina al 10%. Non entreranno in Parlamento. Fini è ridotto a un prefisso telefonico. Lo 0,4%».
Dunque, in alcuni casi brandelli di sondaggi - che tutti i partiti (ma anche le banche, i gruppi industriali e finanziari) continuano legittimamente a commissionare anche in periodo di «coprifuoco informativo» - vengono utilizzati con disinvoltura dai committenti. Va molto la metafora autostradale tanto che Matteo Renzi (Pd) l'ha utilizzata per tirare la volata al centrosinistra in Veneto: «Se il Pd e il centrosinistra si vanno a prendere i voti dei delusi, la possibilità del sorpasso è tutta nostra». Ma Berlusconi che pensa soprattutto al sorpasso del Pdl sul Pd su scala nazionale ha strizzato l'occhio agli automobilisti: «Il Pd è sulla corsia di emergenza, noi su quella di sorpasso». Renzi, però, ha sempre la battuta pronta: «In autostrada, la corsia di sorpasso sta a sinistra, mentre quella di emergenza sta a destra». Poi Mara Carfagna (Pdl) ha voluto seguire la rotta tracciata dal Cavaliere: «I sondaggi che noi abbiamo dicono che il partito è assolutamente in gioco e che abbiamo superato il Pd». Mentre Alfano si è concentrato sulla sua regione, la Sicilia, dove ha constatato «un sorpasso» sul centrosinistra dopo la rovinosa sconfitta del centrodestra alle regionali del 2012.
Con un'affluenza stimata intorno al 78% (due punti in meno del 2008 seguendo il calo fisiologico dei votanti in atto inesorabilmente dal 1946, secondo le stime dell'istituto Piepoli), i partiti stanno giocando le ultime carte in loro possesso. In particolare fanno gola i voti degli elettori ancora indecisi che alla fine andranno comunque al seggio (sono il 10% dell'elettorato, circa cinque milioni di italiani, secondo le stime di Renato Mannheimer) e che potrebbero essere sensibili a un messaggio semplice quanto efficace: «Vota per noi perché saremo noi a vincere».
(Dino Martirano - da CorrieredellaSera.it )
Sudafrica
Pistorius, nella casa una mazza insanguinata
Al telefono disse: «Dio, ho ucciso la mia 'baba'»
Un giornale di Pretoria: «Lesioni sul cranio di Reeva»
La polizia sudafricana ha ritrovato una mazza da cricket insanguinata a casa di Oscar Pistorius, lo sprinter accusato di omicidio premeditato della fidanzata, nella sua casa di Pretoria. Secondo fonti della polizia scientifica al quotidiano City Press, il cranio della fidanzata dell'atleta olimpico e paralimpico, Reeva Steenkamp, aveva subito forti lesioni e «c'era moltissimo sangue sulla mazza». La polizia sta cercando di capire se la mazza sia stata usata per colpire la modella oppure l'abbia usata la ragazza per difendersi.LA PERQUISIZIONE - Secondo il quotidiano, il primo colpo d'arma da fuoco sarebbe stato sparato in camera da letto, dopodichè la Steenkamp, colpita all'anca, si sarebbe rifugiata in bagno; la giovane è stata poi raggiunta da altri 3 proiettili da 9mm, di cui due alla testa. Il quotidiano ricostruisce anche gli istanti immediatamente successivi al dramma: il padre di Pistorius avrebbe ricevuto una telefonata dal figlio intorno alle 03 e 20 di notte, in cui lui gli chiedeva di raggiungerlo a casa; e quando la famiglia è arrivata, avrebbe trovato il giovane che scendeva le scale con il corpo della fidanzata tra le braccia.
ITALIA - Elezioni
LA POLEMICA SUI NUMERI
I leader alla battaglia dei sondaggi
La par condicio vieta (invano) la diffusione dei dati
Berlusconi e Monti: al 10%, non entra in Parlamento
Berlusconi e Monti
ROMA - La legge 28 del 2000 stabilisce il divieto di rendere pubblici e comunque diffondere «i risultati dei sondaggi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori». Il «black out» informativo previsto dall'articolo 8 di quel testo è imposto per i 15 giorni che precedono il voto e riguarda anche i sondaggi effettuati in periodi precedenti. Il divieto, però, viene facilmente aggirato con un risultato paradossale: i sondaggi circolano ovunque nei palazzi della politica e della finanza e gli unici a non averne conoscenza nella loro completezza sono gli elettori.Eppure la norma è semplice e sufficientemente chiara. Ma come spesso accade basta dare uno sguardo alla sanzione prevista in caso di violazioni (articolo 10) per comprendere che la regola può essere disattesa senza conseguenze drammatiche per i trasgressori. In ogni caso, ricevuta la segnalazione - «anche a mezzo telefax», c'è scritto nel testo del 2000 - l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni «in caso di violazione dell'articolo 8 ordina all'emittente o all'editore interessato di dichiarare tale circostanza sul mezzo di comunicazione che ha diffuso il sondaggio...».
Può succedere dunque che il divieto di diffondere i sondaggi venga aggirato dai partiti per scopi di tornaconto elettorale. Di solito si agitano di più i leader del partito che insegue e, infatti, negli ultimi giorni Silvio Berlusconi e Angelino Alfano si sono lasciati andare fornendo ai media numeri e percentuali formalmente non diffondibili. «La sinistra è preoccupata e noi stiamo sopravanzando...», ha detto il Cavaliere lasciando poi ad Alfano il compito di fare due conti: «C'è un avvicinamento alla sinistra che ora è intorno ai due punti di distanza, anche un po' meno. Mancano meno di due punti...». Poi l'ex premier è passato ad occuparsi in termini numerici del suo competitor , Mario Monti, cercando di danneggiarne l'immagine agli occhi dell'elettorato moderato: «Nei sondaggi la coalizione di Monti è vicina al 10%. Non entreranno in Parlamento. Fini è ridotto a un prefisso telefonico. Lo 0,4%».
Dunque, in alcuni casi brandelli di sondaggi - che tutti i partiti (ma anche le banche, i gruppi industriali e finanziari) continuano legittimamente a commissionare anche in periodo di «coprifuoco informativo» - vengono utilizzati con disinvoltura dai committenti. Va molto la metafora autostradale tanto che Matteo Renzi (Pd) l'ha utilizzata per tirare la volata al centrosinistra in Veneto: «Se il Pd e il centrosinistra si vanno a prendere i voti dei delusi, la possibilità del sorpasso è tutta nostra». Ma Berlusconi che pensa soprattutto al sorpasso del Pdl sul Pd su scala nazionale ha strizzato l'occhio agli automobilisti: «Il Pd è sulla corsia di emergenza, noi su quella di sorpasso». Renzi, però, ha sempre la battuta pronta: «In autostrada, la corsia di sorpasso sta a sinistra, mentre quella di emergenza sta a destra». Poi Mara Carfagna (Pdl) ha voluto seguire la rotta tracciata dal Cavaliere: «I sondaggi che noi abbiamo dicono che il partito è assolutamente in gioco e che abbiamo superato il Pd». Mentre Alfano si è concentrato sulla sua regione, la Sicilia, dove ha constatato «un sorpasso» sul centrosinistra dopo la rovinosa sconfitta del centrodestra alle regionali del 2012.
Con un'affluenza stimata intorno al 78% (due punti in meno del 2008 seguendo il calo fisiologico dei votanti in atto inesorabilmente dal 1946, secondo le stime dell'istituto Piepoli), i partiti stanno giocando le ultime carte in loro possesso. In particolare fanno gola i voti degli elettori ancora indecisi che alla fine andranno comunque al seggio (sono il 10% dell'elettorato, circa cinque milioni di italiani, secondo le stime di Renato Mannheimer) e che potrebbero essere sensibili a un messaggio semplice quanto efficace: «Vota per noi perché saremo noi a vincere».
(Dino Martirano - da CorrieredellaSera.it )