13 settembre '15 - domenica 13th September / Sunday visione post - 13
(da la Repubblica - 10 /09 /'15 - LettereCommenti&Idee / Corrado Augias)
Un Papa fuori dalle righe
Gentile Augias, c'è un Papa che non sta al posto suo. "Sai che novità!", dirà qualcuno.
Ma stavolta il posto che il Papa occupa non è davvero il suo. Richiama sì - come i pre-
decessori - i cardini del messaggio della Chiesa nei secoli (pace, carità, misericordia)
però li reitera, non molla la presa, insomma non fa "passar la festa e gabbar lo santo".
Il santo in questione è un Francesco del III millennio, giusto, povero - e "sociale".
Accade che, mentre la destra piange, la sinistra non ride, perchè nel mirino sul terreno
che le è proprio: famiglia, lavoro, povertà, immigrazione, perfino salari, perchè è lì che
punta il Francesco papa - come il santo di secoli fa. Come andrà a finire? Pare iniziata
una gara inedita nella nostra storia a chi oggi si proponga come interprete "del rinno-
vamento civile degli italiani" nonchè "del primato morale e civile degli italiani". Questi
due noti corsivi diventati compiti ardui per Savoia e Dc, proibiti per Mussolini, negati
alla sinistra e giunti ora sui banchi di un premier di sinistra centrista e di un Papa di
centro sinistrorso: una strana coppia.
Giovanni Moschini
Risposta di C. Augias
Il PAPA romano ha ereditato due spaventose questioni. La prima è il vertice della sua
Chiesa negli ultimi anni incupito e fiacco di fronte a se stesso e al mondo. La seconda è
una teologia ormai inadatta ad affrontare i problemi delle persone comuni: affettivi,
sessuali, di comportamento, di preghiera. Poco prima di morire in un prezioso libretto
di conversazione, il cardinale Martini aveva sintetizzato la situazione in una frase du-
rissima: "La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni". Nell'ultima intervista aveva ag-
giunto: "La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case
religiose sono vuote e l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri
abiti sono pomposi. (...) Il benessere pesa". Ci fu anche allora chi tentò di "interpreta-
re" l'atto d'accusa, dicendo per esempio che la "distanza" sì c'era ma era la distanza
di Gesù Cristo e del Vangelo, quindi della Chiesa, rispetto a qualsiasi tempo, da quello
in cui visse Gesù fino al nostro.
... La mia impressione, da estraneo e da uomo della strada, è che Francesco abbia fatto
proprio il messaggio di Martini che del resto era. come lui un gesuita. Leggo per esempio
queste parole di Martini alla vigilia della sua morte: "Dove sono le persone piene di ge-
nerosità come il buon samaritano? Che hanno fede come il centurione romano? Che
sono entusiaste come Giovanni Battista? Che osano il nuovo come Paolo? Che sono
fedeli come Maria di Magdala? Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici perso-
ne fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che
nel desertosiano, circondati da giovani e che sperimentino cose nuove". Mi sembra di scorgervi il programma che Francesco cerca d'attuare.
Il mio lavoro estivo: la paga è un miraggio
Sono da poco maggiorenne e quest'estate, al termine delle lezioni, mi sono messo
alla ricerca di un lavoro per mettere da parte un pò di soldi. Ho trovato la porta
aperta di un call center. Mi sono impegnato molto, tanto da portare il lavoro a ca-
sa per rendere di più. Ci ho dedicato molto tempo, tanto da ricevere elogi dai diri-
genti. Le promesse fatte e i ringraziamenti però, nel giorno dei pagamenti crollano.
Delle ore lavorate, della puntualità e dell'impegno non hanno tenuto conto. Il fisso
mensile promesso era come un'oasi nel deserto, l'hanno fatto sparire come un truc-
co di magia. Vorrei esprimere il mio dispiacere e soprattutto la mia rabbia. Come
me chissà quanti vengono sfruttati ogni giorno.
Amleto De Vito
Commento personale
Di Papa Francesco avrò modo di parlare in futuro, sviluppando a fondo tanti punti
della sua grande, immensa umanità.
Di questi giovani disoccupati, che oggi sono tantissimi e troppi, voglio e devo parlarne
subito, prendendo spunto proprio dalla lettera di Amleto (su 'la Repubblica'). Di giovani
trattati male, ma prima ancora sfruttati (come dice lui) ce ne sono a valanga da nord a
sud d'Italia, sia precari appena diplomati sia laureati. La cosa che poi fa specie, o fa
(come si preferisce) senso, è che in tv si dia spazio a camorristi e mafiosi come i Lamo-
nica piuttosto che pensare di andare a fare trasmissioni mirate su come risolvere que-
sta piaga disoccupazionale insieme a quella della precarietà, facendo intervenire i gio-
vani diretti interessati. E magari pensare di trovare soluzioni che scuotano l'apatica
indifferenza di questo governo che pensa solo di stabilizzare i giovani già stabili. Ma
gli altri? E magari allora facciamo come in Germania: sempre più istituti superiori
che diano possibilità nelle ultime classi (quarte e quinte) di fare gli "Stage" nelle
aziende di competenza, che assumano a contratti di tipo indeterminato. Questo può
essere un senso pratico di dare sicurezza di lavoro almeno ai più giovani, per esempio,
e non sarebbe poco, o no?
Luciano Finesso
Lucianone
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