21 aprile '23 - venerdì 21st April / Friday visione post - 5
(da la Repubblica - 21 marzo '23 - da l'Amaca / Michele Serra)
La famiglia di Stato
Basta una sola parola, inesorabile e tremenda, a rendere inaccettabile , e al tempo stesso fragi-
lissimo, l'intero impianto della politica governativa in fatto di famiglia, procreazione, eccetera.
Questa parola è MODELLO. "Noi abbiamo un modello", ha detto il ministrao Eugenia Roc-
cella. Un modello di famiglia, di paternità, di maternità. In nessuna epoca storica ci si è amati,
ci si è accoppiati e si è venuti al mondo secondo un "modello" riconosciuto e rispettato da tut-
ti perfino quando le leggi della religioni e degli Stati - spesso coincidenti - tentarono di norma-
re rigidamente i modi di amarsi, di convivere, di nascere,.una confusione che oserei definire
"naturale" ha infranto regole e ignorato modelli . Basterebbe, a suffragio di questa affermazio-
ne, il numeo molto cospicuo di figli concepiti, lungo i secoli, al di fuori del matrimonio, quelli
riconosciuti dal padre non biologico, quelli rifiutati, quelli inconfessati, quelli che non hanno.
mai saputo di esserlo, eccetera. O il permanere millenario e tenace dell'omosessualità e della
bisessualità nonostante il pregiudizio, la persecuzione e la violenza. Oggi, poi, parlare di "mo-
dello" appare ancora più arbitrario, sia per il ben maggiore peso che le scelte individuali han-
no assunto, sfasciando più di una gabbia, sia perchè la scienza ha reso praticabili forme di ri-
produzione prima sconosciute. Se quest'ultimo punto merita di generare una discussione at-
ta e rispettosa sui rischi di nercantilismi che il cosiddetto "utero in affitto" comporta, è però
da rigettare in partenza l'idea che possa esistere una "Famiglia di Stato" alla quale conformarsi,
punendo con l'oltraggio dell'illegalità chi non si adegua perchè non può o perchè non vuole.
Lucianone