sabato 21 aprile 2018

SCIENZE - L'onda lenta del cervello

21 aprile '18 - sabato                        21st April / Saturday                           visione post - 15


(da la Repubblica - 1 aprile '18 - L'altra pagina / Elena Dusi)
"Ho fotografato la coscienza"
Non solo il cuore. Anche il cervello ha il suo battito.  Un'onda lenta, che si propaga  dalla
nuca alla fronte ogni òpochi secondi: tra 1 e 10. Si riesce ad ascoltare solo quando vaghia-
mo con la mente, senza pensare a nulla di preciso. Fino a ieri era considerato un fastidio-
so rumore di fondo nella risonanza magnetica.   Ascoltando meglio, però, i ricercatori  si
sono accorti  che quel ritmo  non ha  nulla di casuale . Potrebbe, al contrario, svolgere il
ruolo di coordinare  e  mettere in fase  le  varie aree del cervello, ognuna per su a natura 
p meno specializzata in una certa attività. "Abbiamo 100 miliardi di neuroni. Qualcuno
deve pur coordinarli," sintetizza Marcus Raichle, neuroscienziato alla Washington Uni-
versity di Saint Louis, coordinatore di un esperimento pubblicato sulla rivista Neuron.
"I segnali che abbiamo osservato si propagano lentamente nel cervello  e  potrebbero
svolgere propeio questa funzione.  Quando l'onda sale, le aree che attraversa  diventa-
no più eccitabili". I neuroni al loro interno, cioè, si attivano generando con più facilità 
una scarica elettrica.  "Quando l'onda defluisce, anche l'eccitabilità si abbassa".  Che
le onde ultra-lente (le "pulsazioni" del cervello)  non siano  un rumore di fondo  degli
apparecchi è stato confermato da Raichle  e  il suo gruppo in un esperimento sui topi.
A sorprendere tutti, in questo studio, è stata la direzione dell'onda  che si inverte  nel
sonno: viaggia dalla fronte alla nuca, in senso opposto rispetto alla veglia. I ricercato-
ri si sono spinti allora  a legare il "battito" del cervello  alla coscienza: quel  concetto
ancora piuttosto elusivo che ha a che fare con il percepire noi stessi e il mondo che ci
circonda. Capire come il cervello sia in grado di sperimentare eventi, oggetti, emozio-
ni è una delle sfide aperte delle neuroscienze di oggi. E scoprire che  in assenza  di co-
scienza (durante il sonno) avviene un cambiamento  così grande  nella fisiologia  può 
essere un nuovo bandolo della matassa interessante da seguire. 
Il battito appena osservato nella corteccia cerebrale, tra l'altro, è solo l'ultimo arrivato
fra la miriade di pulsazioni che organizzano l'attività dell'organismo.  "Abbiamo sem-
pre studiato il cervello come un organo a sè. In realtà  il suo funzionamento  è legato a
quello degli altri organi. Ci sono evidenze che il suo ritmo abbia a che fare con il ritmo
di stomaco, intestino o cuore. Ma c'è ancora molto lavoro da fare per capire come tut-
te queste cadenze si incastrino l'una nell'altra", spiega Maurizio Corbetta, post-doc di
Raichle a Saint Louis e poi suo collega per vent'anni. Oggi ha fondato all'università di
Padova il Neuroscience Center, dedicato allo studio  dei network cerebrali.  "Per dare 
un'idea di quanto il quadro sia complesso - spiega - all'interno del cervello abbiamo at-
tività rapidissime, che avvengono a mille hertz e altre, come le onde ultra-lente descrit-
te su Neuron, al di sotto di 0,1 hertz.  Un puzzle completo  dei ritmi del cervello  ci aiu-
terebbe a capire meglio il suo funzionamento".  -  La maggior parte degli studi sull'or-
gano del pensiero, di recente, si sta concentrando sulla sua organizzazione generale, 
anzichè sulla funzione delle singole aree.  "E' assodato per esempio - prosegue Corbet-
ta - che l'ictus non produce danni solo in un punto preciso. E' così rovinoso anche per- 
chè intacca delle reti di neuroni più ampie. Nell'Alzeheimer o in altre demenze possia-
mo seguire la degenerazione che avanza nel tempo seguendo strade ben precise".
Lo stesso quoziente intellettivo, in uno studio del 2017, è stato legato alla capacità del-
le varie strutture cerebrali di 'fare squadra'. Una squadra che forse, come allenatore, 
avrebbe proprio la pulsazione che è stata appena osservata oggi". 

Lucianone