21 settembre '15 - lunedì 21st September / Monday visione post - 5
In questi giorni si sente ripetere spesso che Merkel avrebbe aperto le porte ai profughi perchè
la scelta è "conveniente" per la Germania. E lo si dice con malizia, che è conveniente, come
per smascherare un' ipocrisia, per rivelare che sotto l'involucro umanitario esiste un calcolo di
utilità: furba, la cancelliera, che fingendo di essere "buona" importa lavoratori giovani per poter pagare le pensioni dei tedeschi tra vent'anni.
Per dire la verità, i discorsi di tipo utilitaristico sull'immigrazione vengono fatti da molti.anni.
E non per cinismo, ma perchè nessuna questione, piccola o grande, può essere affrontata sen-
za valutarne l'impatto pratico, i costi e i ricavi. E che l'immigrazione, in Paesi che invecchiano
irrimediabilmente e hanno un tasso di natalità molto ridotto, possa essere conveniente, è cosa
che viene ripetuta da decenni da istituti economici e leader politici non per questo imputabili
di furbizia, sermmai di realismo. Se gli ambienti xenofobi e la destra più sciocca (entrambi, in
in Italia, ben rappresentati in Parlamento e nelle edicole) non avessero perso tempo e sprecato
fiato per anni, contro il fantasma del "buonismo", loro autentica ossessione, avrebbero preso
atto da tempo che bontà e cattiveria c'entrano molto relativamente. C'entra, piuttosto, la capa-
cità di governare con umanità e intelligenza (facoltà non necessariamente disgiunte) un cata-
clisma geografico, politico, economico. Come ha fatto Merkel.
(da la Repubblica - 13/ 09/ '15 - L'AMACA / Michele Serra)
Non ci si deve fare illusioni, passato il momento di forte emotività positiva la questione
dei profughi e dei rifugiati, e quella più vasta e generica dei migranti, tornerà a produrre
le sue spine, le sue tensioni, i suoi drammi. Ma qualcosa di profondo sembra davvero av-
venuto, in Europa, in questi ultimi giorni. La forza simbolica dell'accoglienza, forse per
la prima volta, ha messo in ombra i fantasmi della paura e della diffidenza; il sentimento
della solidarietà è apparso finalmente popolare, facendo a pezzi il detestabile luogo comu-
ne costruito in questi anni dalla destra xenofoba, che dipinge le élite arroccate nel loro
buonismo ipocrita, ben tutelato dal censo, e il popolo lasciato solo e indifeso con le sue
angosce, esposto alla strada e ai suoi rischi.
I tedeschi che a migliaia affollano le stazioni ferroviarie per accogliere i profughi cantando
l'Inno alla gioia (che è l'inno d'Europa), e portano cibo, vestiti, strette di mano, abbracci, so-
no popolo anch'essi. Il termine "populismo" usurpa e monopolizza il concetto di popolo, gli
leva la facoltà di non essere una massa indistinta capace solamente di chiedere (e di odiare),
ma individui in condizioni di scegliere, di avere e soprattutto di dare. Se il ringhio razzista
appare, in questi giorni. un poco più fievole, è perchè i media sono stati in qualche modo
costretti a puntare le telecamere e i microfoni su tutt'altro spettacolo. Finalmente.
(da la Repubblica - 08/09/'15 - L'AMACA / Michele Serra)
Lucianone.
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