Il ritorno del Boss in Europa
OSLO (Norvegia)
Ovunque ci siano "cuori affamati" c'è Bruce Springsteen pronto a riempire,
appagare anche il più inestinguibile degli appetiti. Torna in Europa il Boss,
col suo indomabile messaggio di redenzione. Regala al pubblico affluito nel
pomeriggio, quelli del "ring", i fan più accaniti, un miniconcerto acustico a
sorpresa, tanto per scaldarsi e confermare di essere uno diverso tra tutti
quelli che di questi tempi calcano i palcoscenici della musica.
Ha anche raccontato di James Brown e Sam & Dave, i maestri che gli hanno
insegnato come si sta su un palco, del suo contrastato rapporto con la religio-
ne cattolica ("sono un cattolico scappato ma le cose che assorbii da piccolo
rimangono, e ci sono anche nelle mie canzoni"), di Obama ("è un bravo pre-
sidente ma non è riuscito a chiudere Guantanamo"), della Napoli che lo sta
per accogliere per il debutto italiano del 23 maggio, in Piazza Plebiscito ("è
la prima volta che suono in una piazza nel centro di una città ma solo quan-
do sarò lì capirò cosa vuol dire veramente") e poi il concerto, iniziato poco
dopo le 19.30, con Little Steven che si esibisce ironicamente come un per-
fetto crooner col Boss che lo piglia in giro perchè si era preso una vacanza
dalla E-Street band per fare l'attore, proprio qui in Norvegia. Ma da oggi
è di nuovo al suo posto, stabile e insostituibile, in virtù di quei legami di
vecchia data che sono l'essenza della band, ora che mancano Federici e
Clarence Clemons, sostituito dal nipote Jake.
La scaletta è micidiale: Badlands, We take care of your own, The river,
che lascia cantare in parte al pubblico, Hungry hearts, l'inno dei 'cuori affa-
mati' di passione e musica, Wrecking Ball, una travolgente Prove it all night
che porta l'atmosfera del concerto alla massima temperatura.
Ci si domanda sempre se Springsteen ce la farà ancora, se l'energia è quella
di sempre, domanda oziosa perchè il Boss non cede di un millimetro. Sarà un
prodigio biologico, un miracolo della natura ma il palco lo fa tremare così co-
me tremano le mura dell'arena Telenoc, e una volta partito è inarrestabile.
Quando attacca She's the one più che un concerto sembra un terremoto che
squassa, resuscita e ricompone, e quando rievoca le Seeger sessions con
Pay me my money back, il concerto diventa una colossale festa rock.
Il mesaggio è forte e chiaro: cuori affamati di tutto il mondo, il Boss è sem-
pre lì, al vostro fianco.
(da la Repubblica - 30 aprile 2013 - Gino Castaldo)
Lucianone