giovedì 25 giugno 2015

Scienze - Il dinosauro più grande: al Museo di Palazzo Dugnani (Milano)

25 maggio '15 - giovedì           25th May / Thursday

Milano, Porta Venezia: è qui  
il più grande dinosauro
mai esistito al Mondo


Riflessioni - Sui ragazzi assunti e congedati a Expo 2015 / Su questione migranti-profughi e altre calamità

25 maggio '15 - giovedì          25th May / Thursday

Nella vicenda dei ragazzi assunti a Expo e congedati (malgrado le promesse verbali)
dopo un solo mese, ciò che davvero colpisce è la totale disarticolazione del rapporto
di lavoro non solamente nel tempo, ma anche nello spazio. Ne dedalo di agenzie inte-
rinali, subagenzie, colloqui con Tizio per andare a lavorare da Caio però come dipen-
denti di Sempronio, siamo alla totale depersonificazione del "padrone". E' una specie
di "padrone liquido", senza volto e senza coinvolgimento diretto, che sembra fatto ap-
posta per disorientare qualunque tentativo di un rapporto "fisico", sia esso conflittua-
le sia di calorosa condivisione. Tanto è vero che Expo può ben dire, con buona ragione
formale, di essere  del tutto estranea  ai licenziamenti (lo era anche alle assunzioni!).
Con facile gioco di parole, potremmo dire che le agenzie interinali sono agenzie di de-
collocamento; servono a scaricare "altrove" il delicato patto tra lavoratore e datore
di lavoro, come per sgravare quest'ultimo di ogni responsabilità umana (se posso usa-
re questa parola impegnativa) e spesso anche giuridica. Di questa fredda e labirintica
depersonificazione e de-umanizzazione del lavoro, come di tutto il resto, è fatta in larga
parte il nuovo capitalismo.
(da la Repubblica - 5 giugno 2015 - da 'L'amaca' - Michele Serra) 

Visti un paio di dibattiti televisivi sulla questione dei migranti/profughi; sentiti comitati
imbufaliti di cittadini che si sentono insicuri; sentiti politici impegnati faticosamente a
ospitare, se ospitali, e impegnati fieramente a scacciare, se respingenti; constatato che 
la già radicata indisponibilità ad ascoltare le ragioni altrui  diventa  ancora più radicale
quando si parla, anzi si strilla di immigrazione; ci si domanda a cosa serve organizzare
discussioni nelle quali non si discute, ma si sfoggiano certezze o si urlano paure; e ognu-
no se ne torna a casa ancora più convinto che il vicino di poltrona sia un imbecille o uno
sciacallo o entrambe le cose.
E' il classico problema a proposito del quale la verità (o ciò che le si avvicina maggior-
mente) non produce applausi, e non fa spettacolo. La verità è che ci sono accidenti so-
ciali - come la criminalità, come le migrazioni di massa, come gli impatti ambientali, co-
le tossicodipendenze - con i quali tocca convivere. Si può tentare di governarli; di ren-
derne meno dolorose o gravose le conseguenze; di distribuirle meglio nel territorio; ma
solo un pazzo o un farabutto possono far credere che esista una vera e propria soluzio-
ne del problema. Però nessuno, in quelle corride televisive, osa dirlo, che ci sono proble-
mi destinati a rimanerci in groppa per generazioni, e dunque è inutile fare i nevrastenici
o, al contrario, dire che non c'è problema.  Ci ha provato, a tratti, Piero Fassino, ma mi-
nuto dopo minuto  si è avvitato  sulla sua poltrona  fino quasi a sparire, e alla fine della
puntata pareva addirittura molto basso di statura.
(da la Repubblica - 23 maggio 2015 - L'amaca - Michele Serra)


Lucianone