26 giugno '18 - martedì 26th June / Tuesday visione post - 14
(da la Repubblica - 21 giugno '18 - Food / Ricettario - di Luigi Gaetani)
Il risotto di Giuseppe Verdi
Un' "officina d'alta alchimia pantagruelica", così Giuseppe Giacosa descriveva le cucine
di Villa Sant'Agata, la tenuta di Villanova sull'Arda (Pc) dove Giuseppe Verdi visse per
mezzo secolo. Un rapporto, quello del compositore con il cibo. intenso ma mai morboso:
è sempre Giacosa a spiegare come Verdi non fosse "un gran mangiatore" ma piuttosto
un raffinato gourmet che considerava "il pranzo quale opera d'arte".
Tra aprile e dicembre, l'associazione di aziende agricole piacentine. Le Terre Traverse
organizza "Nella pianura di Giuseppe Verdi", un calendario di eventi culturali in di-
more e cascine della zona. - Venerdì 13 luglio, nel castello di San Pietro in Cerro, c'è
la cena "Verdi tra le stelle", con le ricette "di casa" del musicista. Tra i piatti ricorren-
ricorrenti sulla tavola di villa Sant'Agata c'erano i malfatti, sorta di gnocchi con spina-
ci, la "torta fritta" con gli affettati, la bomba di riso con piccione e i pisarei e fasò, che
sono gnocchetti conditi con fagioli e pomodoro. Come dessert, sbrisolona o ciam,belle
al forno, accompagnate da zabaione al passito o al Marsala. - Ennio Cominetti - orga-
nista, compositore e direttore d'orchestra - ha dedicato proprio al genio di Busseto
parte del libro Musica in... tavola. Le ricette dei grandi musicisti italiani (con Clara Ber-
tella, EurArte, 2015): "Nell'Ottocento - racconta - il cibo era uno strumento per osten-
tare lo status sociale e Verdi non faceva eccezione, anche se aveva gusti più sobri ri-
spetto a suoi contemporanei come Rossini". - Da , buon padano amava il riso, tanto che
lo chef Henri-Paul Pellaprat gli dedicò un risotto con asparagi, funghi e prosciutto. E
andava pazzo anche per salumi e insaccati come la "spalletta" di maiale, da consuma-
re bollita, che proponeva spesso ai suoi ospiti e che arrivò persino a spedire all'editore
Giulio Ricordi a Milano. A Verdi va forse anche il merito di aver inaugurato un'abitu-
dine del mondo operistico nazionale: "Non lasciava mai l'Italia senza opportuno vetto
vagliamento - racconta ancora Cominetti - ed è a sua moglie che affidava la custodia e
l'organizzazione della cambusa". Così Giuseppina Strepponi, alla vigilia di un viaggio
a Pietroburgo, scriveva al segretario di Adelaide Ristori: "Ci vorranno i tagliatelli e i
maccheroni ben perfetti per rendere Verdi di buon umore in mezzo al ghiaccio e alle
pelliccerie" e ammoniva: "Se la Ristori credesse soperchiare, predominare colle taglia-
telle, Verdi conta eclissarla col risotto che per verità sa fare divinamente". D'altronde
è lo stesso Verdi a chiarirlo in una lettera a Ricordi: "Poesia, idealismo, tutto va bene...
ma non si può far a meno di mangiare!".
Lucianone
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