mercoledì 12 ottobre 2011

SOCIETA' Italiana - Gli "indignados" italiani sul piede di guerra

ORMAI ANCHE GLI "indignados" italiani SONO SUL PIEDE DI GUERRA
contro questo governo, contro le banche e i grandi capitali

Scontri a Bologna, presidi a Roma e Milano, pasta a Napoli  -
A Bologna 13 feriti - A Roma strade blindate per Napolitano
in Bankitalia. I ragazzi: "Fateci parlare con lui" - Prima piantano
le tende in via Nazionale, poi ottengono  di portare la loro lettera
al Presidente.

Bologna, 12 ottobre 2011  -  In attesa dell' I-Day, la "giornata dell'indignazione",
che si terrà sabato prossimo a Roma, oggi Bologna è stata teatro di scontri tra
gli indignados italiani e le forze dell'ordine con lancio di uova e vernice davanti
alla sede della Banca d' Italia.
SCONTRI A BOLOGNA  -  Si è concluso in piazza Verdi poco dopo le 13 il corteo
degli "indignados" partito questa mattina a Bologna davanti alla sede della Banca 
d'Italia in piazza Cavour dove ci sono stati due scontri tra le forze dell'ordine e i
giovani che volevano entrare nell' istituto di credito. Il corteo è entrato nella sede
della Corte d'Appello    in via Monticelli, urlando slogan, stracciando alcune carte
degli ufficiali giudiziari e gettando dalla finestra    alcuni registri dei protesti e dei
pignoramenti. All'interno degli uffici è stata anche sfondata una porta 
Gli "indignados" hanno poi ripreso il cammino lungo via Zamboni per fermarsi in
piazza Verdi dove  hanno attaccato alcuni    manifesti ai muri, con le ragioni della 
protesta. il bilancio serale parla di 12 feriti (sei poliziotti   e sei carabinieri) e una
ragazza dimostrante ferita alla bocca e soccorsa dal 118. Gli agenti hanno caricato
due volte i manifestanti che hanno cercato di entrare negli uffici della Banca cen=
trale.
QUI MILANO  -  Una delegazione del coordinamento milanese verso la manife=
stazione nazionale degli "indignados"in programma sabato prossimo a Roma  ha
consegnato oggi nella sede meneghina   della Banca d' Italia     una lettera con le 
proprie richieste contro la crisi e le banche.  I manifestanti, in rappresentanza di
diverse realtà    tra cui Cub, Usb, San Precario, Arci e popolo viola, chiedono tra
l'altro "la cancellazione dell'articolo 8 dell'accordo tra sindacati e Confindustria",
"il salario minimo", "il diritto all'insolvenza e il diritto di riappropriarci di ciò che
ci è stato sottratto con la forza dell'inganno da banche, speculazioni finanziarie e
governo connivente". La lettera è stata consegnata    al vicedirettore della sede
milanese, Giovanni mario Alfieri.  
Il gruppo di dimostranti ha poi acceso fumogeni e srotolato  uno striscione con
la scritta "Voglia di sciopero precario" ed è rientrato con un breve corteo fino
piazza Cordusio, dove è stato allestito un banchetto      L'ingresso della sede  
della Banca d'Italia è stato sorvegliato dalle forze dell'ordine   durante l'intear
manifestazione., 
QUI  NAPOLI  -  Gli indignati napoletani, dopo l'occupazione per breve tempo 
della Banca nazionale del lavoro, sono ritornati davanti alla sede della Banca
d'Italia in via Cervantes nel centro di Napoli. Continuano i cori e gli striscioni
di protesta a firma dei Draghi ribelli che hanno annunciato nuove iniziative.
Gli indignati hanno apparecchiato delle tavole per "mangiare la crisi", come 
recita il loro slogan. Hanno portato tavolini, tovaglie a quadretti, piatti e bic=
chieri e stanno mangiando spaghetti al pomodoro e pagnotte di pane e morta=
della. Sulla tavola c'è un cartello con la scritta "Non contate su di noi, questi
erano gli ultimi soldi rimasti". La protesta ha suscitato la curiosità dei passanti -
alcuni dei quali si fermano a mangiare e a osservare la singolare iniziativa dei
giovani che protestano contro la crisi e la manovra finanziaria.
"Hanno mangiato parti delle nostre vite, ora per una volta      mangiamo noi e
banchettiamo davanti alla Banca d'Italia", è il coro dei "draghi ribelli", come
si fanno chiamare i manifestanti.
QUI  ROMA  -  "Non portare con sè bandiere e simboli di partito, movimenti 
o sindacati, ma solo la bandiera italiana e la costituzione.    Non agire in modo
violento". Questo il manifesto degli indignati tricolori che oggi hanno bloccato
il traffico in via del Corso, a Roma, dopo essersi dati appuntamento tramite la
rete. "Siamo venuti a Roma da tutta Italia     in sostegno di Gaetano Ferrieri -
dicono i manifestanti - che dal 4 giugno sta facendo lo sciopero della fame per
chiedere l'abolizione dei privilegi per i parlamentari"-    In un primo momento
era stata annunciata la convergenza dei manifestanti verso la sede di Bankita=
lia, ma in una via Nazionale già blindata per l'imminente arrivo di Giorgio Na=
politano al convegno cui parteciperà anche il governatore Mario Draghi,    ci 
sono forze dell'ordine e giornalisti in quantità  inusuale mentre in cielo volteg=
gia un elicottero. 

Visioni post - 5

Lucianone

POLITICA .- Napolitano: serve una verifica di maggioranza

BERLUSCONI  ALLA CAMERA SENZA OPPOSIZIONE


Il capo dello Stato Napolitano: "Grande preoccupazione" e
subito dopo dice ancora "serve una verifica di maggioranza".


(Da Redazione Online del "Corriere della Sera" di mercoledì 12 ottobre)


Roma  -  Nessun passo indietro. La strategia del governo è andare avanti,
nonostante la bocciatura alla Camera     dell'articolo e del rendiconto dello
Stato.     Silvio Berlusconi chiederà la fiducia alla Camera giovedì alle 11,
subito dopo aver concluso un consiglio dei ministri. Ma il premier parlerà
davanti ad un'aula composta unicamente   dai deputati della maggioranza.
Tutti i partiti di opposizione hanno infatti deciso di non assistere al discorso
del presidente del Consiglio. La verifica verrà votata venerdì, e in quella i
deputati della minoranza ci saranno per votare ovviamente contro il governo.
LA DECISIONE DELL'OPPOSIZIONE
La proposta è partita dal gruppo di Futuro e Libertà. Ma è stata condivisa
da tutte le altre forze di opposizione che si sono riunite alle 19 a Montecitorio.
L'Aventino del PD era in realtà     già partito nel pomeriggio di martedì.
I deputati democratici non avevano infatti preso parte alle riunioni delle
commissioni della Camera.   E' stato poi lo stesso Bersani a schierare il
partito in questa forma di protesta che ha pochi precedenti, il più celebre
dei quali risale   al caso Matteotti, nel 1924, evento decisivo nella storia
del Fascismo.
LA QUERELLE SUL RENDICONTO
I capigruppo, dopo una riunione con il presidente della Camera Gianfranco
Fini, hanno deciso di far parlare Berlusconi giovedì e non mercoledì (cioè
oggi). Una decisione che non è piaciuta alla maggioranza. Tanto che il ca=
pogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, accusa Fini    di "essere di parte
non consentendo al governo di riferire in data odierna".
Secondo l'esponente del Carroccio, "Fini ha espresso valutazioni politiche
in una sede istituzionale sul comportamento del governo,    valutazioni che
non competono al presidente della Camera.    Quest'ultimo si è comunque
recato al Quirinale, su invito dell'opposizione, per spiegare come sia diven=
tato difficile, vista la situazione in cui versa la maggioranza,     garantire il 
normale andamento dei lavori parlamentari.
In particolare Fini avrebbe spiegato al Capo dello Stato le ragioni dell'op=
posizione secondo cui      non è possibile procedere alle comunicazioni del
presidente del Consiglio dopo la bocciatura dell'articolo e4 del rendiconto 
2010.
IL CAPO DELLO STATO
Ed è proprio Napolitano, in una nota, a chedere una "risposta credibile"
anche per capire se la maggioranza è in grado di operare", dopo il voto
di martedì.   Dunque, "la questione che si pone è   se la maggioranza di
governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo, 
sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire
adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e
soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto
agli impegni e obblighi europei.