venerdì 27 maggio 2016

LIBRO - "I bambini sono cattivi": parlando della perfezione/imperfezione dei bambini

27 maggio '16 - venerdì             27th May / Friday                         visione post - 13

(da la Repubblica - 1 maggio '16 - Little People / Claudia Morgoglione)
CARI BAMBINI, non vi chiediamo la perfezione
E' il luogo comune per eccellenza: i bambini sono buoni. Hanno un cuore d'oro,
l'innocenza li preserva da ogni tentazione, sono guidati dalle migliori intenzioni.
Ma è davvero sempre così? Ovviamente no. Tutti lo sappiamo. Ma sono loro, in
particolare, i più piccini, ad avere  il diritto  di conoscere la verità: al di là delle
aspettative dei genitori, la perfezione non esiste.
E a ricordarcelo arriva  un libro  dal titolo provocatorio, I bambini sono cattivi,
scritto da Vincent Cuvellier con illustrazioni di Aurélie Guillerey, edito in Fran-
cia da Gallimard e pubblicato qui in Italia da Sinnos.  Grazie ai suoi disegni ac
cattivanti , e alle semplici frasi distribuite in ciascuna pagina, il volume descri-
ve - con un linguaggio adatto a una platea infantile - alcuni casi classici in cui i
più piccini sbagliano. Ad esempio quando sono contrariati e urlano a squarcia-
gola, provocando negli adulti "la voglia di arrampicarsi sugli alberi e di restare 
lassù fino  alla fine  dei tempi".  O quando  rifiutano  di condividere  gli oggetti
("non è la mia amichetta, non è carina, non avrà mai i miei giocattoli"). O quan-
do dimostrano poca disponibilità verso il cibo preparato dai genitori. E poi ci so-
no comportamenti più gravi, come le botte ai coetanei.
Non solo difetti ed errori, però. Nell'ultima parte il libro ricorda tutto il bello del-
l'essere bambini: la dolcezza, il talento ("Mozart a cinque anni componeva la sua
prima sinfonia"), la capacità di sorridere al mondo. E il risultato di questo doppio
percorso, nel positivo e negativo che c'è da sempre in ognuno di noi, è un manuale
- allegro, ironico, mai noioso - di educazione e insieme di autoaccettazione.

IL Libro: "I bambini sono cattivi"
di Vincent Cuvellier e Aurélie Guillerey
Sinnos edit., trad. di P. Balzano
pagg.32, euro 11
Dai 4 anni

Lucianone

Società / Milano - Profughi e volontari: la solidarietà utile e magari necessaria

27 maggio '16 - venerdì                27th May / Friday                         visione post - 24

Le azioni buone e positive vengono dalla gente comune, come al solito, senza bisogno di organizzare sempre partite di calcio benefiche, trasmissioni televisive roboanti o
altri espedienti tipici dei mezzi massmediatici dove gente straricca (ci vuole poco!)
mette in campo valanghe di euro che poi in vera fede noi non sappiamo sempre in
quale porto arrivino... veramente. - Ecco invece, per rifarmi all'inizio della gente
comune, un esemplare esempio di solidarietà che questa volta viene da Milano.
(Lucianone)
-
Quaranta dipendenti Novartis hanno lavorato in 
due centri di accoglienza, a spese dell'azienda
(da la Repubblica - 29 aprile 2016 - Luca De Vito)
Una giornata da volontario. "Così aiutiamo i bambini profughi".
"Se non fossi qui adesso, probabilmente sarei in ufficio ad arrabbiarmi con qualcuno. E
probabilmente per qualcosa di inutile". Paola Spreafico, 40 anni, ride mentre sbuccia
una pera nelle cucine del centro profughi di via Sammartini insieme a Valentina Ianni-
celli, 29 anni. Loro sono due dei quaranta dipendenti della multinazionale Novartis im-
piegati nella sede di Origgio  (in provincia di Varese)  che si sono divisi  in due centri
d'accoglienza di Milano per una giornata di volontariato offerta dall'azienda: ovvero il
loro stipendio lo hanno preso ugualmente ma la giornata di lavoro l'hanno passata con
i profughi. I due centri erano Casa Suraya, in via Salerio, e Sprar di via Sammartini, en-
trambi gestiti dalla cooperativa Farsi Prossimo, con il sostegno della Caritas ambrosiana.
"Ho scelto di venire qui - dice una delle volontarie - perchè di queste persone si legge sui
giornali o si sente parlare in tv, ma la realtà dei profughi difficilmente si ha la possibilità
di conoscerla da vicino, e difficilmente si riesce ad aiutare. Questa è una opportunità per
per rendersi conto che dietro a queste persone ci sono delle storie che è anche bello cono-
scere. E poi mi interessa anche capire come loro vedono noi".
Quella di ieri è stata un'iniziativa voluta dall'azienda per il Community Day, giornata di
solidarietà che ogni anno Novartis organizza con i suoi dipendenti. Quest'anno la giornata -
è stata organizzata con il sostegno di Fondazione Avsi e si è inserita nella campagna "Pro-
fughi e noi. Tutti sulla stessa strada", dedicata  ai profughi  che  ogni giorno  fuggono  da
guerre, persecuzioni, fame e disastri naturali. "Solo immedesimandosi con chi è profugo
è possibile cominciare a guardare a questo fenomeno con uno sgiurdo nuovo - dice Giam-
paolo Silvestri, segretario generale di Fondazione AVSI - e quindi concorrere a trovare so-
luzioni realistiche, insieme, rimboccandosi le maniche".
Per i volontari è stata soprattutto una giornata da trascorrere in modo diverso dal solito e
l'occasione per riflettere su un tema attuale come quello dell'immigrazione. "Tra la fami-
glia e il lavoro non riesco mai a trovare tempo per il volontariato - dice Manuela Morge-
se, 39 anni e addetta ai fornitori - questa è un'occasione che non mi lascio scappare, an-
che perchè la nostra azienda propone questa iniziativa tutti gli anni".  I volontari si sono
alternati in varie attività: c'era chi stava dietro ai fornelli per la preparazione del pranzo,
chi si è messo  a dipingere  i muri del corridoio, chi ha fatto del giardinaggio  e chi si è
occupato della pulizia degli spazi comuni.
"E' l'opportunità  per dare una mano - dice Fulvio Gaeta, addetto al settore finanza - io
lo facevo anche con le altre aziende con cui lavoravo prima. Sono diventato papà da un
paio di anni e vedere tutte quelle immagini di bambini in fuga ti scalda il cuore. Soprat-
tutto se pensi che potrebbero esserci i tuoi figli nella stessa situazione. Per questo dedi-
care qualche ora del mio tempo, mi sembra il minimo".

Lucianone