venerdì 17 febbraio 2012

Sport - calcio - Champions League / Milan - Arsenal 4 - 0

Mercoledì sera il Milan ha stravinto sull'Arsenal
Agli ottavi di Champions vittoria storica a San Siro contro una squadra inglese.
Ad annientare l'Arsenal è stato un poker firmato Boateng, Robinho (2) e
Ibrahimovic.
Boateng e Robinho hanno steso l'Arsenal con colpi proibiti: il primo tornava
dopo un mese, il secondo non è più il divora occasioni.
Questa partita, molto bella del Milan, l'ho persa alla tv. Ho cercato in giro
dei commenti validi (più che la cronaca in sè) e li ho trovati sulla "Gazzetta
dello Sport", soprattutto riguardanti i due eroi della serata: Prince Boateng
e Robinho.  Eccone di seguito uno stralcio significativo, poi cercherò anche
il video sintetico in You_tube. 


Milano  -  Ci sono giocatori che quando hanno voglia fanno strabuzzare gli
occhi per la meraviglia ai propri tifosi e gettano nel panico quelli avversari..
...Kevin Prince Boateng aveva molta voglia, perchè è tornato a danzare per 
il campo dopo un mese trascorso a curarsi e a fare lo spettatore impotente.
Allegri l'ha schierato a sorpresa titolare e lui dopo un quarto d'ora ha 
mandato in frantumi il tabù inglese con un gol alla Boateng: bello e difficile.
Ci sono giocatori che sembrano aver smarrito il sentiero che conduce alla
porta avversaria e all'improvviso lo ritrovano nella serata più importante.
...Robinho ha seguito le mollichine di pane seminate  nell'area di rigore e 
ha ricominciato a fare quello che per un attaccante è la normalità, ma che
per lui ultimamente era diventata un'ossesssione: segnare.
Boa e Binho, un'accoppiata vincente: lo specialista dei gol quasi impossibili
e il divoratore di reti facili hanno trasformato una serata normale in novanta
Minuti Indimenticabili.
(tratto da "La Gazzetta dello Sport" del 16 febbraio '12 - 'Personaggi' pag.3
di Fabiana Della Valle),  con leggere mie (Lucianone) variazioni
...A proposito, complimenti alla giornalista F. Della Valle per il pezzo intero
che ha scritto.  




Lucianone                              visioni post:  8

Scienze / salute - Studio americano sul cervello

17 febbraio 2012 - venerdì      17th February - Friday            visualizzazioni    7.681



Il cervello non è mai al top
se il debito di sonno è cronico

Le notti in bianco rallentano la performance intellettuale anche se si tenta il recupero nel fine settimana.Dormire meno del necessario notte dopo notte può far accumulare un pericoloso debito cronico di sonno che è ancora più insidioso di una notte trascorsa completamente in bianco, perchè difficile, se non impossibile, da recuperare: quindi le funzioni del nostro cervello non sono mai al top.

LO STUDIO - Uno studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston dimostra che se dormiamo poco (non più di 6 ore a notte) per molti giorni di seguito, una dormita di 10 ore consecutive non basterà al recupero e non saremo mai al nostro meglio nello svolgere le attività quotidiane. Lo studio è importante perchè mostra che gli effetti del debito cronico di sonno sono differenti e più gravi di quelli della perdita di sonno acuta. Secondo quanto riferito sulla rivista Science Translational Medicine, il debito cronico di sonno è molto più insidioso per le performance cognitive perchè il recupero è lento e difficile, sempre che sia possibile del tutto. Secondo quanto riferito da Cohen, intervistato dall'agenzia Ansa, una spiegazione dell'insidia del debito cronico di sonno potrebbe essere nel nostro cervello: qui una molecola, l'adenosina, entra in circolo quando dormiamo poco e se il sonno diventa cronico il segnale inviato dall'adenosina si fa «assordante» per il cervello e difficilmente rientra. Siamo tutti superefficienti, scattiamo tra un'attività e l'altra, dal lavoro alla palestra all'aperitivo con gli amici; anche i bambini si dividono fra mille attività, scolastiche e non, e tutto va a discapito del nostro rapporto col sonno, cosicché tendiamo ad accumulare un debito cronico di sonno.

IL CERVELLO DEVE FARE ORDINE - Dormire è il momento in cui il cervello fa ordine tra tutte le informazioni inglobate durante il giorno appena trascorso catalogandole e scremando il superfluo. La perdita di sonno, inoltre, lede le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento. Però finora non era chiara la differenza tra gli effetti di una singola notte in bianco e il cronico dormire poco (che è poi l'abitudine che più caratterizza l'odierna società dell'efficienza). L'esperto ha confrontato cosa succede restando svegli per 24 ore di seguito e invece dormendo una media di 5,6 ore a notte per tre settimane. È emerso che nel primo caso per la maggior parte delle persone basta una dormita di 10 ore per recuperare la notte in bianco, ma che questo non è sufficiente al recupero del debito cronico.
CROLLO DELLE PERFORMANCE - Infatti gli individui in debito cronico diminuiscono le proprie performance cognitive ora dopo ora, con un crollo vertiginoso nelle ore serali. «Una precedente ricerca - spiega Cohen - aveva dimostrato che stare svegli per 24 ore di seguito equivale a una dose di alcol nel sangue superiore a quella dei limiti di guida. Invece questo lavoro mostra che un debito cronico di sonno causa un deterioramento più rapido delle performance per ogni ora che si resta svegli. Tant'è che il quadro di diminuzione delle performance di una notte di veglia si amplifica di 10 volte se nelle due settimane precedenti si è dormito per sole sei ore». «Dati su animali - rileva Cohen - mostrano che una sostanza chiamata adenosina si accumula nel cervello quando siamo svegli da troppo e promuove il sonno e che la caffeina blocca l'azione dell'adenosina. Nel debito cronico di sonno questa sostanza rimane elevata per troppo tempo nel cervello e ciò provoca l'aumento del numero di recettori per captarla per cui il segnale dell'adenosina si iperattiva ed è difficile spegnerlo. Mentre nella perdita di una sola notte di sonno i recettori non aumentano e basta dormire per 10 ore per ridurre la concentrazione di adenosina, serve molto più tempo per riportare al livello normale il numero dei recettori per cui serve molto più tempo per smaltire un debito cronico di sonno». «Non sappiamo quanto tempo serva per recuperare un debito cronico - conclude - ma di certo non bastano dei giorni». (Fonte Agenzia Ansa)

(tratto dal sito del Corriere della Sera.it -  Salute)


Lucianone