venerdì 14 dicembre 2012

Meteo sportivo - Sui campi di calcio / sabato e domenica

14 dicembre '12 - venerdì    14th December / Friday

Neve sui campi di Serie A
Ma domani piove e si gioca

Mentre nevica in tutto il Nord, le previsioni indicano un miglioramento nel weekend -Tanta acqua sugli anticipi Udinese - Palermo e Lazio - Inter. Variabile domenica

Nevica nel nordItalia. Da ovest avanza infatti il ciclone atlantico Giunone, mentre il centrosud è battuto dalla pioggia. Il meteo segnala neve al nordovest fino a domani anche sulla Pianura Padana, soprattutto in Lombardia e su tutto Piemonte, Alpi, Prealpi. Ma vediamo le previsioni sui campi della Serie A, partendo dagli anticipi di sabato, con la speranza che la neve sugli spalti negli spazi senza copertura venga tolta dagli addetti ai lavori per garantire la massima sicurezza ai tifosi.
UDINESE-PALERMO — Si gioca alle 18, ma è scongiurato il rischio neve. Il barometro indica infatti pioggia fitta, con una temperatura variabile fra i 6 i 7 gradi.
LAZIO-INTER — Sfida tra prime della classe all'Olimpico che scendono in campo alle 20.45. Anche nella capitale è prevista pioggia, ma debole e in esaurimento intorno alle 22. Ben più alta la temperatura rispetto al Friuli: fra i 12 e i 13 gradi centigradi.
FIORENTINA-SIENA — Il derby toscano si gioca domenica a pranzo (ore 12.30). Poca pioggia che dovrebbe lasciare il posto a timidi raggi di sole. Buona la temperatura; 14 gradi circa.
PARMA-CAGLIARI — In campo alle 15. Torna il sole, ma la nevicata favorirà la formazione di nebbie. Temperatura: 2°.
  Guarin spala la neve davanti casa
Milanello fotografata da Boateng

CHIEVO-ROMA — Nubi sparse a Verona che faranno spazio a un po' di sole; freddo umido: circa 5°.
GENOA-TORINO — Dopo la bufera di neve, poco nuvoloso a Marassi; 92 per cento di umidità e circa 5°.
MILAN- PESCARA — Idem come al Tardini, ma a San Siro farà molto freddo: dalle 15 sempre sottozero.
CATANIA-SAMPDORIA — Il meteo dice poco nuvoloso con una temperatura variabile tra i 13° e i 14°.
JUVENTUS-ATALANTA — Anche a Torino vale la legge di Parma e Milano, ma rispetto a San Siro un paio di gradi in più.
NAPOLI-BOLOGNA — E' il posticipo della domenica (ore 20.45). Pioggia e schiarite al San Paolo e circa 11°

Lucianone

Riflessioni - Troppo invecchiate le società occidentali?

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Riflessioni
di Lucianone
Parlare di nascita e di morte fino alla fine del secolo scorso
aveva  una rilevanza  che, secondo me, oggi (cioè nel nuovo
secolo) non ha più negli stessi termini e nella medesima vi-
sione generale del mondo e della gente che lo popola.
Il cambiamento  di  tale  rilevanza  è dato  senz'altro  dalla
sempre più radicata invasione e invadenza delle tecnologie
moderne, prima fra tutte la televisione, poi Internet e infi-
ne il cellulare e i suoi molteplici ibridi derivati.  
Nel secolo scorso nascita e morte avevano ancora una rilevanza
molto  forte, spesso  fondamentale  per  scandire  il passare  del
del tempo. Oggi questa rilevanza è pressochè scomparsa, poichè  
l'aspetto  tecnologico-tecnico  ha oltrepassato l'aspetto umano,
filosofico e spirituale dando un senso del tempo e dell'esistenza
chiuso, compatto, rigido, e quasi sempre disumano. Oggi il tem-
po sembra illimitato, si vive molto di più, ci sembra quasi che la
morte sia un optional, ci sentiamo insomma quasi immortali e si
guarda  sempre  più all'aspetto esteriore, l'edonismo, i soldi, la
salute ottimale e in generale il benessere totale.  Ma è proprio 
questo benessere che ci è tolto ogni giorno di più, viene colpita
la nostra sicurezza, almeno quella fino a ieri sicura del ceto me-
dio, e comunque ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani o
in altri termini i figli e i nipoti della generazione più anziana e
quest'ultima si sente spesso minacciata nella sua sicurezza di
lavoro o nella continuità sempre più prolungata del tempo la-
vorativo prima della pensione. Ed è qui che si rivela la piena
contraddizione dell'attuale società post-capitalista/finanziaria:

Continua...to be continiued...





Il personaggio / musica - L'addio di Guccini

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"Basta: non ho più voglia di canzoni"
Lo dice Francesco Guccini, che dà il suo
saluto al mondo canoro con l'ultimo disco che, infatti,
ha per titolo "L'ultima Thule".
Adesso che ha visto tutto questo - dati cause, pretesto e attuali conclusioni -
Francesco Guccini smette di scrivere canzoni. Ma non c'è niente di avvelena-
to nell'annuncio del ritiro, anzi tranquillità e ciglio asciutto alla presentazione
del suo ultimo (in ogni senso, ora) disco, "L'ultima Thule".
La Thule è il luogo che  nelle leggende antiche  era oltre i confini del mondo
conosciuto, e dice Guccini "ho sempre pensato che il mio ultimo disco si sa-
rebbe chiamato così. Solo che lo pensavo già quando facevo Radici".
Era il 1972, e con canzoni come 'La locomotiva' e 'Il vecchio e il bambino'
cominciò a essere uno dei più carismatici cantautori italiani, ricco di ironia,
folk, impegno, disincanto, cultura, memoria, malinconia.
"Comporre mi è sempre più difficile  -  continua il cantautore emiliano  -
la voglia si è esaurita, quel che dovevo dire l'ho detto.   Ed escludo di fare
altri tour. E poi smettono Quentin Tarantino, Michael Phelps e Philip Roth;
potrò dedicarmi anche io ad altro, no?". Un "altro" che non sarà poi troppo
diverso dal comporre canzoni: "Continuerò a scrivere libri". E se involonta-
riamente gli scappasse una canzone? "La darei a Beppe Carletti, che me
la chiede da tempo per il mezzo secolo dei Nomadi.    Ad altri colleghi ne
darei anche, ma non ne vogliono: si vede che  sono considerato ai margini
di un certo mondo". Lo dice senza rimpianti, "anche perchè non ne ho. Ho
iniziato per caso, solo perchè volevo suonare, e poi l'Equipe 84 e i Noma-
di cantarono Auschwitze e Dio è morto. Il mio vero desiderio era fare lo
scrittore, invece mi son ritrovato cantautore".
A 72 anni potrà dedicarsi a tempo pieno al sogno di ragazzo, sembra quasi
una sua canzone. In tutto questo ci sarebbe anche da dire qualcosa sulla sua
ultima creazione "L'ultima Thule", disco di otto inediti atteso da altrettanti
anni.  Disco gucciniano che più non si può. C'è l'impegno politico, con Su
in collina e Quel giorno d'aprile dedicate ai partigiani, e  Il testamento
di un pagliaccio, "canzone di satira politica, e il pagliaccio siamo noi cit-
tadini,. umiliati da situazioni sconcertanti".  E c'è molto la terra, nel senso
delle  piccole comunità, dei ricordi, del passato: in Canzone di notte n.4,
che apre il disco, due cugini  gli parlano  nel dialetto di Pavana, il paese
d'origine dove è tornato a vivere,    " e dove da ragazzo  ha vissuto gioie
infinite, che i giovani di ora non potranno mai provare con le Playstation,
tipo  rubare le patate, cuocerle su un falò, bere latte  appena munto dalle
capre". E l'intero album  è registrato al mulino di famiglia, che ora  è un
bed and breakfast.  "Nell'androne batteria e contrabbasso, in magazzino
sax e chitarre, io in sala da pranzo".
Pavana è appena oltre il confine  fra Toscana ed Emilia, come a dire a
metà strada fra Renzi e Bersani, e naturalmente Guccini  non si sottrae
a commentare le primarie: "Bell'episodio di democrazia, anche se so-
spetto che  non tutti i votanti  fossero di sinistra. Spero che l'affluenza
non cali troppo al ballottaggio. Io ho scelto Bersani". Ma l'impressio-
ne è che la politica gli scaldi meno il cuore. Questione di età, forse,
"sono nato nella prima metà del '900, non ho il telefonino, metto i CD
al contrario, non capisco i discografici che usano parole tipo"banner"
e "preorder". E se mi metto a contare quanti amici e parenti sono mor-
ti non finisco più. Mi piace sperare in una specie di panteismo. Ave-
vo anche pensato a una Spoon River di Pavana, poi ho lasciato stare.
Insomma  alla morte  ci penso, ovvio,  e in questo disco  ne parla la
canzone L'ultima volta. Oh, ma sia chiaro, L'ultima volta è la mia
fine artistica, mica la mia fine e basta".
(da la Repubblica di giovedì 29 novembre - Luigi Bolognini)




Continua...to be continued...