mercoledì 27 febbraio 2013

Riflessioni - I Movimenti populisti della rete e l'ingovernabilità italiana

27 febbraio '13 - mercoledì     27th February / Wednesday          visioni post  -  14

Riflessioni a tutto campo
(di Lucianone)
L'Italia sta diventando un Paese laboratorio/guida per gli altri Paesi europei
per un cambiamento epocale della società occidentale e del suo sitema struttu-
rale istituzionale/politico?   Sembrerebbe proprio così, almeno e anche soprat-
tutto dai risultati imprevisti di queste ultime elezioni nazionali italiane. 
Ma resta il fatto che questo rivoluzionario movimento M5S che sembra posse-
dere le chiavi giuste per aprire quel laboratorio ha scelto,   per esplodere del
tutto, uno dei momenti più delicati e critici per il Paese Italia, in un momento
cioè in cui ci doveva essere una scelta netta da parte dei cittadini per la guida
di questo Paese malato e stressato da anni  di berlusconismo fallimentare e di
un montismo tecnico non adeguato, che ha basato tutto sull'austerità-rigorismo
(con un fisco che era già il più pesante d'Europa) e solo sul sanamento del debito.
Così l'Italia è spezzata in due, tre parti e con primo   un partito-non-partito nato
appunto  da  un movimento rivoluzionario sì  nella sua composizione  di rabbia
e protesta che contiene, ma ancora tutto da scoprire nelle sue effettive capacità
rappresentative parlamentari di poter fronteggiare quello che rimane della ca-
sta politica che ancora sopravvive, e soprattutto se dovrà avere continuamente
bisogno a Montecitorio deì suggerimenti astiosi e non sempre congrui del suo
leader Grillo. E dunque se i suoi capi, Grillo e Casaleggio, non vorranno par-
tecipare alla salvezza del Paese ma andranno a mirare unicamente allo sfascio,
come tuttora lascia pensare, per poi andare a nuove elezioni, ci sarà il serio ri-
schio che il movimento (non vero partito finchè non si assume responsabilità
di governo) si indebolisca. Magari comunque mi sbaglio e la tattica dei 2 capi
può anche risultare vincente, come finora, attraverso le piazze e non solo In-
ternet e la Rete, ha dimostrato di essere. -  C'è però, a questo punto, un fatto
non da poco da sottolineare:  usare questi tatticismi per arrivare alla vittoria
finale-totale metterebbe il movimento sullo stesso piano dei vecchi partiti co-
sì tanto aborriti.  Contribuire a salvare l'Italia, cacciando via il vecchio mon-
do e la vecchia nomenclatura corrotta, o ambire a fare tutto da soli prendendo
in mano il potere? Non credo che questo ultimo fosse l'iniziale spirito ispira-
tore con cui era stato fondato il movimento. Oppure si? A Grillo e ai suoi  la
risposta prossima ventura.
Dagli "Indignados" ai "Pirati" agli "Arancioni" ai "Grillini":
le tappe dei nuovi movimenti, che oggi vengono chiamati populisti
o espressioni del nuovo populismo, sono ben delineate e se all'inizio
con gli indignati si partiva dalla soffice ma testarda occupazione
delle piazze  dalle metropoli spagnole  fino  al cuore della Wall
Street statunitense, adesso gli ultimi movimenti sorti in Europa
hanno una connotazione molto meno soffice, anzi molto carica
e battagliera fino a voler portare i cittadini giovani e preparati
nel cuore dei Parlamenti,  per capovolgere dall'interno le strut-
ture, le istituzioni, le stesse democrazie imperanti che hanno
dato fino ad oggi la parola e il comando solo al ceto ricco  e
benestante, solo ai politici  di destra , di sinistra e di centro
che hanno fatto della finanza e della corruzione la loro patria.
Questi nuovi movimenti stanno spaventando l'alta finanza
mondiale basata sui mercati e sul profitto sfrenato, perchè
sono movimenti che danno istanza ai bisogni delle nuove
generazioni, bisogni (diritto al lavoro, eliminazione   della
disoccupazione selvaggia, miglioramenti di vita ambientale)
fino ad oggi inascoltati e del tutto disattesi. Ma possono dare
nuova speranza anche ai più anziani a partire dai cinquan-
tenni esodati fino ai pensionati con la minima.
Questi movimenti nuovi,  chiamati populisti, si organizzano
attraverso il web, la rete: questa è la grande novità. Dunque
quella stessa tecnologia moderna che in buona parte è stata
ed è ancora oggi la causa  delle perdite  dei posti di lavoro
nel mondo occidentale (dunque della disoccupazione dila-
gante, quasi inarrestabile), ora può cominciare ad aiutare
i giovani a rialzarsi, a preparare il terreno per poter forma-
re una nuova società futura che li affranchi dalla società
dei vecchi padri, dalla società anziana occidentale. 
E' questo un discorso che avevo cominciato ad affrontare
in una 'Opinione del giovedì' in cui dicevo che forse l'Oc-
cidente è abitato da una generazione troppo vecchia (che
ha compresso e avvilito i giovani) che - dominando attra-
verso banche, rating, finanziarie sfrenate e un sistema ca-
pitalista selvaggio  e  auto-distruttivo -  non ha saputo of-
frire e preparare nulla per le generazioni future, ma solo
deserto e macerie. -  Si tratta certamente di una frattura
generazionale (ne parla anche Grillo), che comunque si
trascinerà ancora per lungo tempo.

Lucianone

Sport - calcio / Serie B - 28^ giornata 2012/13

27 febbraio '13 - mercoledì      27th February / Wednesday


Serie B, Varese-Cesena 3-2: Troest eroe al 90'. 

Bari-Verona 0-2, doppietta di Martinho


Posticipi 28ª giornata: lombardi avanti due volte e sempre rimontati, all'ultimo respiro il gol del k.o. del danese. Nell'altro posticipo l'Hellas passa in Puglia e si porta a -1 dal Livorno.
Vincono le big nei posticipi della 28ª giornata di Serie B. Il Varese doma il Cesena e rinsalda il quarto posto, il Verona passa a Bari e insidia la seconda posizione occupata dal Livorno. Ecco il resoconto dei due match nel dettaglio.
Varese - Cesena 3-2 Fabrizio Castori era stato l’ultimo allenatore del Cesena a entrare al Franco Ossola: il 16 novembre del 2003 i romagnoli avevano perso 3-1 con il Varese. Dopo dieci anni, il tecnico è passato alla guida dei biancorossi e, ora, può sorridere per un successo contro la sua ex squadra. Il 3-2 dà una soddisfazione personale a Castori ma, soprattutto, rilancia il Varese dopo lo 0-2 del Bentegodi. La neve ha rimandato la partita suscitando lo sciopero degli ultrà di casa, zitti in segno di protesta contro la decisione di giocare alle 15 di mercoledì. Ma i 781 paganti che erano presenti a Masnago hanno potuto gustarsi emozioni intense fin da subito. Castori, che cambia sette titolari rispetto alla gara di sabato scorso con il Verona, fa debuttare dal primo minuto Struna e lo sloveno, dopo un contrasto con Tonucci, si procura al 4’ un calcio di punizione appena fuori dall’area romagnola. Filipe finta il tiro ma è Zecchin a calciare con il suo sinistro che diventa imprendibile per Ravaglia. L’1-0 guadagnato già al 5' carica i padroni di casa che insistono conquistando tre angoli di fila e chiamando in causa Ravaglia con Ebagua e Rea. Quando il raddoppio sembra nell’aria, ci pensa Granoche a piazzare il classico gol dell’ex al 14’: l’attaccante, tenuto in gioco da Carrozzieri, sfrutta l’assist di Giandonato e, dopo aver battuto con facilità Bressan, non esulta per rispetto nei confronti della squadra con cui l’anno scorso aveva conquistato i playoff. Il pari dura appena tre minuti perché al 17’ è una nuova prodezza a far esaltare i tifosi biancorossi: Carrozzieri lancia un pallone che Martinetti tocca di testa mettendo in moto Ebagua, la cui rovesciata di sinistro, dal limite, sorprende Ravaglia infilato sul primo palo. Il Cesena prova a reagire solo al 30’ con un diagonale di Succi che si spegne sul fondo. Nella ripresa è ancora il Varese a essere pericoloso: un colpo di testa di Martinetti va fuori al 6’ e poi Ravaglia para un tiro di Struna all’8’. Ma è la squadra di Bisoli a fare male: al 23’, un nuovo errore di Carrozzieri dà il via libera al cross da sinistra di Defrel che attraversa l’area varesina, mentre Lazaar atterra Granoche, e si trasforma nell’assist d’oro per D’Alessandro, libero di segnare. Il Varese non ci sta perché vuole interpretare al meglio il ruolo di salva playoff e punta al successo che arriva poco prima del 90': Filipe calcia una punizione da sinistra per la testa di Troest, pronto a batte Ravaglia e il Cesena, sconfitto al Franco Ossola dopo dieci anni. L’unico neo per la squadra di Castori è l’espulsione di Ebagua: rosso diretto per un fallo su Parfait in mezzo al campo che non sembrava così cattivo.
(Filippo Brusa  -  da La GazzettadelloSport.it)

Bari-Verona 0-1 — Vola il Verona, ora ad un solo punto dal Livorno. Sprofonda il Bari, alla sesta caduta casalinga. Torrente rilancia l’ex Iunco in prima linea, Romizi a centrocampo e Rossi in retroguardia. Mandorlini, privo degli squalificati Bacinovic, Moras e Halfredsson, si affida a Maietta in difesa, Albertazzi sulla fascia destra e al tridente offensivo Sgrigna (altro ex), Gomez e Cacia. Il Bari parte bene, ma non morde. Un paio di tentativi di Iunco e Bellomo. Nessuna traccia del Verona, fino al primo errore dei padroni di casa. Minuto 28: Martinho ruba palla a De Falco (subentrato all’infortunato Romizi) e batte Lamanna con un gran sinistro. La reazione del Bari fa il solletico agli scaligeri: una botta dalla distanza di Iunco (salva Rafael). Al 37’ Cacia fallisce il raddoppio solo davanti a Lamanna. Sul finire del tempo ci provano Fedato e Bellomo, senza fortuna. Fuochi d’artificio in avvio di ripresa. Al 5’ Caputo fallisce da due passi, subito dopo Sgrigna conclude di poco a lato. Quindi gol annullato a Iunco (offside). Al 19’ Cacia, servito da Gomez, si fa ipnotizzare da Lamanna. Un minuto dopo sbaglia Caputo, solo davanti a Rafael. Alla mezz’ora il Bari resta in dieci: espulso Rossi per doppia ammonizione. Al 35’ il Bari protesta per un mani in area di Ceccarelli, poi i padroni di casa vorrebbero il penalty al 47’ per un mani di Albertazzi. Nell’azione successiva Martinho chiude il match in contropiede. (Franco Cirici)

Lucianone