27/28 aprile '14 - domenica/ lunedì 27/28th April / Sunday - Monday visione post - 27 Risultati degli anticipi Roma 2 Bologna 0 Inter 0 Verona 4 Milan 0 Fiorentina 3 Napoli 0 Catania 0 Risultati delle altre partite Cagliari 1 Livorno 0 Sampdoria 2 Torino 2 Atalanta 1 Sassuolo 1 Parma 0 Lazio 2 Chievo 1 Udinese 0 Genoa 1 Juventus 3 Classifica squadre JUVENTUS 93 / Roma 85 / Napoli 69 / Fiorentina 61 / Inter 57 / Torino, Lazio, Verona 52 / Parma, Milan 51 / Atalanta 47 / Sampdoria 44 / Genoa 40 / Cagliari, Udinese 39 / Chievo 30 / Sassuolo, Bologna 28 / Livorno 25 / Catania 23
C o m m e n t o
(di Lucianone) E perchè Toni no? Cerco di capire, ma alla fine non capisco. Non soltanto perchè sono un tifoso dell'Hellas Verona (uno dei tantissimi, comunque), ma perchè semplicemen- te non è logico, o, meglio ancora, è contrologica. Toni: campione del mondo, che a 37 anni ha fin qui realizzato 128 reti in A (come Rivera), che ancora oggi ti sa fare 20 gol (cara Lega, ti sbagli, il portiere, dopo il palo è ininfluen- te, soprattutto se il tocco dell'estremo difensore è involontario, molto involon- tario - rivedete la regola, che è meglio!), dunque non 19, alla 35^ giornata di campionato, che con i suoi gol ha contribuito a portato l'Hellas al record di 16 vittorie, superando il Verona scudettato di Bagnoli (1984/85) e mancano anco- ra tre giornate alla fine, sia per aumentare e il record e il numero gol del no- tro bomber. Per tutti questi motivi, che alla fine sottintendono la forma attuale strepitosa del 'vecchio' Luca, io al posto di Prandelli ci penserei ancora un pò prima di escludere del tutto l'opzione Toni. Cosa deve ancora fare per dimo- strare di essere all'altezza, nonostante l'età? N.B. - Anche in passato i c.t. che non hanno portato bomber di razza ai mondiali se ne sono, in parte, pentiti e qualcuno anche amaramente. Dunque, logica vuole o verrebbe...
L'attacco azzurro e... la sfida del gol Due bisonti si mangiano il prato dei marcatori, a caccia dell'Europa per la propria mandria e del Mondo per se stessi. Ciro Immobile spinge il Toro sull'Udinese. Luca Toni solleva il Verona contro il Catania: a 52 punti c'è il sesto posto, con affaccio sulla coppa minore e sul trono dei cannonieri. La moviola spietata toglie a Padron Toni il secondo gol, giudicando colpevole la schiena del povero Frison: l'attaccante di Pavullo, rilevato sul 4-0 per il giusto tributo, s'era arrabbiato, "volevo fare il terzo e portare il pallone a mia figlia". Si ritrova in- vece con una rete sola, protestano l'Hellas e il suo presidente Setti, "per noi il 2-0 resta suo, ci auguriamo che questo non pregiudichi la classifica finale". Il bollettino adesso dice Immobile 21, Toni 19. Ciro, che riceverà il premio Prisco per cor- rettezza, lealtà e simpatia, è al record personale in A. Gli ultimi a segnare 21 reti in un anno nel Toro furono Pulici ('76) e Graziani ('77), ma il primato è di Valentini Mazzola (29), e poi ci sono anche Santos(27) e Gabetto (23). Immobile in vita sua non aveva mai timbrato sei volte di fila , neppure nel Pescara di Zeman. E può entrare nel pantheon di chi ha vinto la classifica marcatori in B e in A (Bettega, Bierhoff, Boffi, Chinaglia, Del Piero, Giordano, Hubner, Milani, Protti, Pruzzo, Paolo Rossi e Toni). Più di Toni ha anche le chance azzurre: nel listone di Prandelli lui c'è, anche se è in ballottaggio con Destro (una rete ogni 85' per il romanista, secondo solo a Messi per media). "Sto facendo vedere a Prandelli tutto que- lo che so fare - dice Immobile -, se mi scegierà sarò pronto. Ai test sono arrivato bene, an- che con qualche acciacco, ma il c.t. l'ha capito"... Non spera più nel Brasile, invece, Luca Toni. Ci credeva fino a ieri ("Leggo i nomi in bal- lo, hanno segnato tutti meno di me"), ora s'è arreso: "Non devo mandare nessun video- messaggio. Prandelli ha scelto i 40 e io e Totti dobbiamo metterci l'animo in pace". Può puntare solo a diventare il cannoniere più vecchio della Serie A, a 37 anni, - Immobile o Toni, il paradosso è che il prossimo capocannoniere potrebbe restare a casa. Si può? Enzo Bearzot lo fece, due volte, con Roberto Pruzzo. Nell'82, il romanista aveva vinto il secondo titolo dei cannonieri (19 gol), il ct gli preferì Paolo Rossi, appena rientrato dalla squalifica. E al posto di Bettega, ko, chiamò Selvaggi. Andò benissimo, superata la bufera in partenza. La replica infelice nel 1986: Pruzzo di nuovo re del gol, ma fuori dal Messico (partirono Rossi, Altobelli, Galderisi, Vialli e Serena). L'Italia uscì agli ottavi. Andò male pure negli altri casi, anche se Milani (capocannoniere nel '62), Prot- ti (nel'96, con gli Europei e Hubner (nel 2002) non erano mai stati nel giro azzurro. Più recente il caso di Gilardino: nel 2004 segnò 23 gol (uno meno di Sheva), vinse l'Euro- peo under 21 a giugno e ne fu capocannoniere, ma il Trap non volle farlo debuttare in Portogallo. Quando l'Italia salutò al primo turno, tradita dal biscotto di Svezia e Dani- marca. (da 'la Repubblica' - 28/04/2014 - Francesco Saverio Intorcia / IL CASO) Continua,,, to be continued...
26 aprile '14 - sabato 26th April / Saturday visione post - 18 Con questa rubrica 'Riflessioni-ricerche' (che completa quella delle 'Riflessioni') cerco di trovare spunti che riescano a mettere in luce le origini e le problematiche della crisi economica/morale/ambientale che oggi tutti stiamo vivendo (e tantissi- mi sulla propria pelle e salute). Questa lungo articolo-riflessione di V. Mancuso mi è sembrato/a molto acuto e approfondito, con alcuni ulteriori spunti religiosi e filosofici molto attuali. Conclude lasciando spazio alla speranza, non è facile ma, come dice lo stesso Mancuso, è doveroso (e aggiungo) almeno nei confronti dei giovani d'oggi e delle generazioni future. (Lucianone) (da la Repubblica - venerdì 18 aprile '14 / Vito Mancuso - LettereCommenti&Idee) LA VIA CRUCIS DEL MONDO La nostra civiltà è malata, è in corso una via crucis del pianeta, davanti ai nostri occhi distratti. L'aria delle nostre città, i nostri mari inquinati, l'acqua, le foreste, sono vittime di un'ideologia rapace e utilitaristica che considera la natura solo come un'inanimata ri- sorsa da sfruttare e che alimenta la fiorente industria della fiction per la finzione necessa- ria a sedare le coscienze. I rifiuti prodotti dagli oltre 7 miliardi di esseri umani sono ormai superiori alle possibilità di smaltimento, e per alcuni di essi come le scorie nucleari lo smaltimento è praticamente impossibile. Che cosa avverrà quando nel 2025 la popolazione sarà di 8,1 miliardi? Equando nel 2050 giungerà a 9,6 miliardi? Una nuova guerra mon- diale? Una serie permanente di inarrestabili conflitti locali? Barbara Spinelli (l'altro giorno) ricordava Hans Jonas e la sua nuova formulazione dell'im- perativo etico in senso ecologico. In un'intervista del 1992 a Der Spiegel Jonas segnalava il pericolo del "tragico fallimento della cultura superiore, la sua caduta in una nuova primi- tivizzazione", intendendo con ciò "la povertà di massa, la morte di massa, l'uccisione di massa". Da allora sono passati oltre vent'anni e questo declino verso la primitivizzazione e la massificazione è proseguito: lo vediamo nei costumi, nel gusto estetico, nella politica, nel linguaggio dove tutto diventa più grossolano e più violento. E più irrazionale. Ai nostri giorni un terzo del cibo prodotto viene buttato via, sono i,3 miliardi di tonnellate di cibo su scala annuale che finiscono tra i rifiuti, con l'uso scriteriato di acqua, energia e vita animale e vegetale che tutto questo comporta. E ciò a fronte del fatto che ogni giorno muoiono per fame 24.000 mila esseri umani, 8 milioni e mezzo all'anno. Basta questo per evidenziare la pericolosa malattia mentale di cui soffre la nostra società? Nutriamo la nostra anima con le manifestazioni di massa dell'effimero (sport di massa, musica di massa, cinema di massa... ) pagandone i protagonisti con cifre esorbitanti, men- tre miliardi di esseri umani vivono con meno di due dollari al giorno. Proprio nell'epoca del trionfo della scienza assistiamo a un tracollo della razionalità nel governo del mondo, con la conseguenza che a trionfare non è veramente la scienza, la quale è sempre ricerca e dubbio, ma è piuttosto la tecnica che ammanisce certezze e cattura le menti. Anche la modalità con cui nelle nostre società si conquista il consenso e si accede al pote- re è sempre più all'insegna dell'irrazionalità, perchè vince chi sa suscitare emozioni forti mentre chi pratica l'onestà dell'analisi è inevitabilmente destinato alla sconfitta: se penso ai leader politici di quand'ero ragazzo (Moro, Zaccagnini, Berlinguer) vedo che per loro non vi sarebbe oggi nessuna chance. Quando Francesco d'Assisi compose il suo testo più bello, il Cantico delle creature, la pa- gina più antica della letteratura italiana, era quasi cieco per una malattia agli occhi e soffriva per una serie di altri mali che da lì a un anno l'avrebbero condotto alla morte. Ciò non gli impedì di cantare la luce di frate sole e di frate focu e di celebrare le altre realtà naturali. Penso che guardando alla sua vita sia possibile capire le due principali malattie di cui soffriamo oggi: 1) una filosofia di vita opposta a quella di Francesco e analoga a quella del ricco mercante suo padre, cioè all'insegna dell'accumulo e del con- sumo , a cui si viene indotti fin da piccoli dalla potenza della pubblicità e dall'industria dell'intrattenimento che le gira attorno; 2) una filosofia della natura opposta a quella del Cantico delle creature che considera la materia come inerte e la vita come lotta, e da cui discende un atteggiamento predatorio verso il pianeta e il conseguente inquina- mento. Dal canto suo la religione tradizionale dell'Occidente non è stata in grado di fronteggiare questi due mali, anzi vi ha persino contribuito a causa del suo antropocen- trismo, per cui anche il cristianesimo si deve rinnovare, anzi direi convertire.
L'umanità, se vuole sopravvivere, deve cambiare la mentalità che guida le sue politiche economiche e che orienta il suo atteggiamento verso la natura. L'unica possibilità di una svolta è nella presa di coscienza che la Terra è un organismo che deve la sua origine e la sua esistenza alla logica dell'armonia relazionale. Il passaggio da una civiltà basata sul- la lotta a una civiltà basata sulla cooperazione può avvenire solo se si comprende che è la stessa logica dell'evoluzione naturale a basarsi sulla cooperazione e si educano i nostri ragazzi in questa prospettiva. Occorre quindi superare la cupa filosofia della vita trasmes- sa dal darwinismo e comprendere che a guidare l'evoluzione non è soltanto la lotta ma pri- ma ancora il rapporto di complementarietà e di armonia, visto che non esiste vita se non in relazione, non esiste bios se non come symbios, come simbiosi. Dalla crisi ecologica ed eticospirituale non si uscirà se non si risaneranno le idee che l'han- no prodotta. Occorre che l'urgenza ecologica trasformi la nostra visione della biologia e ci faccia prendere coscienza del legame che unisce tutte le cose, dell'interconnessione di ogni ente con il tutto, di ciò che la fisica chiama entanglement e che costituisce il paradigma on- tologico più avanzato. Tutto ciò è traducibile in filosofia dicendo che la prima categoria dell'essere non è la sostanza ma è la relazione, all'insegna di una relazionalità globale che supera l'antropocentyrismo e l'utilitarismo che ne discende. Da Francesco d'Assisi malato e alla vigilia della morte nacque uno dei testi più sublimi del- la spiritualità di tutti i tempi. Dalla nostra civiltà, malata e così cieca da non riconoscere la sua malattia, può emergere ancora la possibilità di una svolta per non precipitare nell'abis- so sempre più vicino? Penso che nessuno lo sappia ed è per questo che le tenebre del venerdì santo avvolgono le nostre esistenze e il nostro futuro, senza sapere se ci sarà data la luce di pasqua. Ma credere di sì è un dovere morale, oltre all'unica concreta possibilità che la svol- ta possa prodursi davvero. Lucianone
26 aprile '14 - sabato 26th April / Saturday visione post - 13 Città del Vaticano Canonizzazioni: i preparativi in Piazza San Pietro Ratzinger concelebra con Francesco / L'evento dei quattro papi a San Pietro. Bergoglio l'aveva invitato e Benedetto XVI ha accettato di partecipare domenica mattina alla messa di canonizzazione di Giovanni XXVIII e Giovanni Paolo II CITTA’ DEL VATICANO - Un evento senza precedenti nella storia, quattro Papi protagonisti in piazza San Pietro. Benedetto XVI concelebrerà con Francesco la Messa di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Bergoglio aveva invitato il predecessore, la presenza del Papa emerito era attesa. È stato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a darne conferma ufficiale: «Il Papa emerito Benedetto XVI ha accettato l’invito e ha comunicato a Papa Francesco che sarà presente e concelebrerà: quindi sarà anche concelebrante, il che non vuol dire che vada all’altare», ha spiegato . «Verosimilmente, saranno all’altare i cardinali Sodano e Re, e poi il cardinale Dziwisz, il cardinale Vallini e il vescovo di Bergamo. Il Papa emerito, invece, sta con i cardinali e vescovi sulla sinistra del sagrato e saremo tutti lieti di avere la sua presenza». «Non è una statua»
La presenza di Benedetto XVI ha un significato particolare: Ratzinger è stato il collaboratore e la persona più vicina a Wojtyla e insieme l’ultimo Papa ad aver partecipato, giovane teologo, al Concilio Vaticano II convocato da Roncalli.«Il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione» spiegava a marzo Francesco nell’intervista al direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli.«Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa». Francesco aveva già invitato Ratzinger in occasione del Concistoro del 22 febbraio, per la prima volta in duemila anni due Papi si mostrarono nella Basilica di San Pietro.
Roma - politica Cosentino intercettato: "Berlusconi mi dia quello che chiedo o qui cola tutto a picco" / E la Santanchè: "Il Cavaliere ha intorno dei cretini, ma lui non lo è" / Nuovi atti depositati al Riesame di Napoli Milano - politica Nuova gaffe di Berlusconi: "Per tedeschi lager mai esistiti" / E il ministro tedesco Schulz risponde: "Lui uguale odio, invidia e litigi" Il leader di Forza Italia torna a insultare il candidato socialista alla presidenza della commissione Ue, a cui 11 anni fa diede del kapò. La replica: "Scandaloso usare le parole per vantaggio elettorale". E il ministrob tedesco della Famiglia: "Attacchi indicibili". Europee, Silvio dice: "Se arriviano al 20% accendiamo un cero". Questione Ucraina - Crimea - Russia Kiev chiude i rubineti dell'acqua alla Crimea / Il G7 deciso a nuove sanzioni contro la Russia / Le ulteriori restrizioni Usa potrebbero arrivare già lunedì / Il Papa dona una penna al premier ucraino: "Firmi la pace con questa" / Renzi: "Kiev vada avanti con riforme" / Osservatori Osce sequestrati, i filorussi chiedono scambio di prigionieri Lucianone