sabato 26 aprile 2014

Sport - calcio / Serie A - 35^ giornata 2013/14

27/28 aprile '14 - domenica/ lunedì        27/28th April / Sunday - Monday        visione post - 27
Risultati degli anticipi 
Roma   2        Bologna      0         Inter      0        Verona    4
Milan    0        Fiorentina   3         Napoli   0         Catania   0  
Risultati delle altre partite
Cagliari   1     Livorno   0       Sampdoria   2      Torino      2        Atalanta   1     Sassuolo  1 
Parma      0     Lazio      2       Chievo         1       Udinese   0        Genoa      1     Juventus   3
                                                                                                                              
Classifica squadre
JUVENTUS   93  /   Roma   85  /   Napoli   69  /   Fiorentina   61  /   Inter   57  /
Torino, Lazio, Verona   52  /   Parma, Milan   51  /   Atalanta   47  /   Sampdoria   44  /
Genoa   40  /   Cagliari, Udinese   39  /   Chievo   30  /   Sassuolo, Bologna   28  /
Livorno   25  /   Catania   23

o m m e n t o
(di Lucianone)
E perchè Toni no?
Cerco di capire, ma alla fine non capisco. Non soltanto perchè sono un tifoso
dell'Hellas Verona (uno dei tantissimi, comunque), ma perchè semplicemen-
te non è logico, o, meglio ancora, è contrologica.  Toni: campione del mondo,
che a 37 anni ha  fin qui  realizzato 128 reti in A (come Rivera), che  ancora
 oggi ti sa fare 20 gol (cara Lega, ti sbagli, il portiere, dopo il palo è ininfluen-
te, soprattutto se il tocco dell'estremo difensore è involontario, molto involon-
tario - rivedete la regola, che è meglio!), dunque non 19, alla 35^ giornata di
campionato, che con i suoi gol ha contribuito a portato l'Hellas al record di 16
vittorie, superando il Verona scudettato di Bagnoli (1984/85) e mancano anco-
ra tre giornate alla fine, sia per aumentare  e  il record e il numero gol del no-
tro bomber. Per tutti questi motivi, che alla fine sottintendono la forma attuale
strepitosa del 'vecchio' Luca, io al posto di Prandelli ci penserei ancora un pò
prima di escludere del tutto l'opzione Toni.   Cosa deve ancora fare per dimo-
strare di essere all'altezza, nonostante l'età? 
N.B.  -  Anche in passato i c.t. che non hanno portato bomber di razza ai mondiali
se ne sono, in parte, pentiti e qualcuno anche amaramente. Dunque, logica vuole
o verrebbe...

L'attacco azzurro e... la sfida del gol
Due bisonti si mangiano il prato dei marcatori, a caccia dell'Europa per la propria mandria
e del Mondo per se stessi.   Ciro Immobile spinge il Toro sull'Udinese. Luca Toni solleva il
Verona contro il Catania: a 52 punti c'è il sesto posto, con affaccio sulla coppa minore e sul
trono dei cannonieri. La moviola spietata  toglie a Padron Toni  il secondo gol, giudicando 
colpevole la schiena del povero Frison:  l'attaccante di Pavullo, rilevato sul 4-0 per il giusto
tributo, s'era arrabbiato, "volevo fare il terzo e portare il pallone a mia figlia". Si ritrova in-
vece con una rete sola, protestano l'Hellas e il suo presidente Setti, "per noi il 2-0 resta suo,
ci auguriamo che questo non pregiudichi la classifica finale".
Il bollettino adesso dice Immobile 21, Toni 19. Ciro, che riceverà il premio Prisco per cor-
rettezza, lealtà e simpatia, è al record personale in A.    Gli ultimi a segnare 21 reti in un 
anno nel Toro furono Pulici ('76) e Graziani ('77), ma il primato è di Valentini Mazzola (29),
e poi ci sono anche Santos(27) e Gabetto (23). Immobile in vita sua non aveva mai timbrato
sei volte di fila , neppure nel Pescara di Zeman. E può entrare nel pantheon di chi ha vinto
la classifica marcatori in B e in A (Bettega, Bierhoff, Boffi, Chinaglia, Del Piero, Giordano,
Hubner, Milani, Protti, Pruzzo, Paolo Rossi e Toni). Più di Toni ha anche le chance azzurre:
nel listone di Prandelli lui c'è, anche se è in ballottaggio con Destro  (una rete ogni 85' per
 il romanista, secondo solo a Messi per media). "Sto facendo vedere a Prandelli tutto que-
lo che so fare - dice Immobile -, se mi scegierà sarò pronto. Ai test sono arrivato bene, an-
che con qualche acciacco, ma il c.t. l'ha capito"...
Non spera più nel Brasile, invece, Luca Toni. Ci credeva fino a ieri ("Leggo i nomi in bal-
lo, hanno segnato tutti meno di me"), ora s'è arreso:  "Non devo mandare nessun video-
messaggio. Prandelli ha scelto i 40 e io e Totti dobbiamo metterci l'animo in pace". Può
puntare solo a diventare il cannoniere più vecchio della Serie A, a 37 anni, - Immobile o
Toni, il paradosso è che  il prossimo capocannoniere  potrebbe restare a casa.  Si può? 
Enzo Bearzot lo fece, due volte, con Roberto Pruzzo.  Nell'82, il romanista aveva vinto
il secondo titolo  dei cannonieri (19 gol), il ct gli preferì  Paolo Rossi, appena  rientrato  
dalla squalifica. E al posto di Bettega, ko, chiamò Selvaggi. Andò benissimo, superata
la bufera in partenza. La replica infelice nel 1986: Pruzzo di nuovo re del gol, ma fuori
dal Messico (partirono Rossi, Altobelli, Galderisi, Vialli e Serena).   L'Italia uscì agli
ottavi.  Andò male pure negli altri casi, anche se Milani (capocannoniere nel '62), Prot-
ti (nel'96, con gli Europei e Hubner (nel 2002) non erano mai stati nel giro azzurro. Più
recente il caso di Gilardino: nel 2004 segnò 23 gol (uno meno di Sheva), vinse l'Euro-
peo under 21 a giugno e ne fu capocannoniere, ma il Trap non volle farlo debuttare in
Portogallo. Quando l'Italia salutò al primo turno, tradita dal biscotto di Svezia e Dani-
marca.
(da 'la Repubblica' - 28/04/2014 - Francesco Saverio Intorcia / IL CASO)   
Continua,,, to be continued...  

Riflessioni-ricerche / Sull'ambiente, la nostra civiltà malata e il necessario cambiamento

26 aprile '14 - sabato          26th April / Saturday                     visione post - 18

Con questa rubrica 'Riflessioni-ricerche' (che completa quella delle 'Riflessioni')
cerco di trovare spunti che riescano a mettere in luce le origini e le problematiche
della crisi economica/morale/ambientale che oggi tutti stiamo vivendo (e tantissi-
mi sulla propria pelle e salute). Questa lungo articolo-riflessione di V. Mancuso
mi è sembrato/a molto acuto e approfondito, con alcuni ulteriori  spunti religiosi 
filosofici molto attuali.   Conclude lasciando spazio alla speranza, non è facile
ma, come dice lo stesso Mancuso, è doveroso (e aggiungo) almeno nei confronti 
dei giovani d'oggi e delle generazioni future.
(Lucianone)

(da la Repubblica - venerdì 18 aprile '14 /  Vito Mancuso - LettereCommenti&Idee) 
LA VIA CRUCIS DEL MONDO
La nostra civiltà è malata, è in corso una via crucis del pianeta, davanti ai nostri occhi
 distratti.  L'aria delle nostre città, i nostri mari inquinati, l'acqua, le foreste, sono vittime 
di un'ideologia rapace e utilitaristica che considera la natura solo come un'inanimata ri-
sorsa da sfruttare e che alimenta la fiorente industria della fiction per la finzione necessa- 
ria a sedare le coscienze. I rifiuti prodotti dagli oltre 7 miliardi di esseri umani sono ormai 
superiori  alle possibilità  di smaltimento, e per alcuni di essi  come  le scorie nucleari  lo 
smaltimento è praticamente impossibile. Che cosa avverrà quando nel 2025 la popolazione 
sarà di 8,1 miliardi? Equando nel 2050 giungerà a 9,6 miliardi?  Una nuova guerra mon-
diale? Una serie permanente di inarrestabili conflitti locali?
Barbara Spinelli (l'altro giorno) ricordava Hans Jonas e la sua nuova formulazione dell'im-
perativo etico in senso ecologico. In un'intervista del 1992 a Der Spiegel Jonas segnalava
il pericolo del "tragico fallimento della cultura superiore, la sua caduta in una nuova primi-
tivizzazione", intendendo  con ciò  "la povertà di massa, la morte di massa,  l'uccisione di 
massa". Da allora sono passati oltre vent'anni e questo declino  verso la primitivizzazione  
e la massificazione è proseguito: lo vediamo nei costumi, nel gusto estetico, nella politica, 
nel linguaggio dove tutto diventa più grossolano e più violento. E più irrazionale.
Ai nostri giorni un terzo del cibo prodotto viene buttato via, sono i,3 miliardi di tonnellate
di cibo su scala annuale che finiscono tra i rifiuti, con l'uso scriteriato di acqua, energia e
vita animale e vegetale che tutto questo comporta. E ciò a fronte del fatto  che ogni giorno
muoiono per fame 24.000 mila esseri umani, 8 milioni e mezzo all'anno.  Basta questo per 
evidenziare la pericolosa malattia mentale di cui soffre la nostra società?  
Nutriamo  la nostra anima  con le manifestazioni di massa  dell'effimero (sport di massa, 
musica di massa, cinema di massa... ) pagandone i protagonisti con cifre esorbitanti, men-
tre miliardi di esseri umani vivono con meno di due dollari al giorno. Proprio nell'epoca
del trionfo della scienza assistiamo a un tracollo della razionalità nel governo del mondo,
con la conseguenza che a trionfare non è veramente la scienza, la quale è sempre ricerca 
e dubbio, ma è piuttosto la tecnica che ammanisce certezze e cattura le menti.
Anche la modalità con cui nelle nostre società si conquista il consenso e si accede al pote-
re è sempre più all'insegna dell'irrazionalità, perchè vince chi  sa suscitare emozioni forti
mentre chi pratica l'onestà dell'analisi è inevitabilmente destinato alla sconfitta: se penso
ai leader politici di quand'ero ragazzo  (Moro, Zaccagnini, Berlinguer)  vedo che per loro
non vi sarebbe oggi nessuna chance.
Quando Francesco d'Assisi compose il suo testo più bello, il Cantico delle creature, la pa-
gina  più antica  della letteratura italiana, era quasi cieco  per una malattia agli occhi  e 
soffriva per una serie di altri mali che da lì a un anno l'avrebbero condotto alla morte.
Ciò non gli impedì di cantare  la luce di frate sole e di frate focu  e di celebrare  le altre
realtà naturali. Penso che guardando alla sua vita sia possibile capire le due principali
malattie di cui soffriamo oggi:   1) una filosofia di vita opposta a quella di Francesco e
analoga a quella del ricco mercante suo padre, cioè all'insegna dell'accumulo e del con-
sumo , a cui si viene indotti fin da piccoli dalla potenza della pubblicità e dall'industria
dell'intrattenimento  che le gira attorno;  2) una filosofia della natura opposta a quella
del Cantico delle creature  che considera la materia  come inerte  e la vita come lotta, e 
da cui discende un atteggiamento predatorio verso il pianeta e il conseguente inquina-
mento.    Dal canto suo la religione tradizionale dell'Occidente non è stata in grado di
fronteggiare questi due mali, anzi vi ha persino contribuito a causa del suo antropocen-
trismo, per cui anche il cristianesimo si deve rinnovare, anzi direi convertire. 

L'umanità, se vuole sopravvivere, deve cambiare  la mentalità  che guida le sue politiche 
economiche e che orienta il suo atteggiamento verso la natura. L'unica possibilità di una
svolta è nella presa di coscienza che la Terra è un organismo che deve la sua origine  e la
sua esistenza alla logica dell'armonia relazionale. Il passaggio da una civiltà basata sul-
la lotta a una civiltà basata sulla cooperazione  può avvenire  solo se si comprende che è
la stessa logica dell'evoluzione naturale a basarsi sulla cooperazione e si educano i nostri
ragazzi  in questa prospettiva. Occorre quindi superare la cupa filosofia della vita trasmes-
sa dal darwinismo e comprendere che a guidare l'evoluzione non è soltanto la lotta ma pri-
ma ancora il rapporto di complementarietà e di armonia, visto che non esiste vita se non in
relazione, non esiste bios se non come symbios, come simbiosi.
Dalla crisi ecologica ed eticospirituale non si uscirà se non si risaneranno le idee che l'han- 
no prodotta. Occorre che l'urgenza ecologica trasformi la nostra visione della biologia e ci
faccia prendere coscienza del legame che unisce tutte le cose, dell'interconnessione di ogni
ente con il tutto, di ciò che la fisica chiama entanglement e che costituisce il paradigma on-
tologico più avanzato.  Tutto ciò è traducibile  in filosofia  dicendo che la prima categoria dell'essere non è la sostanza ma è la relazione, all'insegna di una relazionalità globale che
supera l'antropocentyrismo e l'utilitarismo che ne discende.  
Da Francesco d'Assisi malato e alla vigilia della morte nacque uno dei testi più sublimi del-
la spiritualità di tutti i tempi. Dalla nostra civiltà, malata e così cieca da non riconoscere la
sua malattia, può emergere ancora la possibilità di una svolta per non precipitare nell'abis-
so sempre più vicino? Penso che nessuno lo sappia ed è per questo che le tenebre del venerdì
santo avvolgono le nostre esistenze e il nostro futuro, senza sapere se ci sarà data  la luce di
pasqua. Ma credere di sì è un dovere morale, oltre all'unica concreta possibilità che la svol-
ta possa prodursi davvero.

Lucianone

Ultime notizie - dall'Italia e dal Mondo / Latest news

26 aprile '14 - sabato          26th April / Saturday                            visione post - 13

Città del Vaticano

Canonizzazioni: i preparativi in Piazza San Pietro
Ratzinger concelebra con Francesco / L'evento dei
quattro papi a San Pietro.
Bergoglio l'aveva invitato e Benedetto XVI ha accettato di partecipare domenica
mattina alla messa di canonizzazione di Giovanni XXVIII e Giovanni Paolo II
CITTA’ DEL VATICANO - Un evento senza precedenti nella storia, quattro Papi protagonisti in piazza San Pietro. Benedetto XVI concelebrerà con Francesco la Messa di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Bergoglio aveva invitato il predecessore, la presenza del Papa emerito era attesa. È stato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, a darne conferma ufficiale: «Il Papa emerito Benedetto XVI ha accettato l’invito e ha comunicato a Papa Francesco che sarà presente e concelebrerà: quindi sarà anche concelebrante, il che non vuol dire che vada all’altare», ha spiegato . «Verosimilmente, saranno all’altare i cardinali Sodano e Re, e poi il cardinale Dziwisz, il cardinale Vallini e il vescovo di Bergamo. Il Papa emerito, invece, sta con i cardinali e vescovi sulla sinistra del sagrato e saremo tutti lieti di avere la sua presenza».
«Non è una statua»
La presenza di Benedetto XVI ha un significato particolare: Ratzinger è stato il collaboratore e la persona più vicina a Wojtyla e insieme l’ultimo Papa ad aver partecipato, giovane teologo, al Concilio Vaticano II convocato da Roncalli. «Il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione» spiegava a marzo Francesco nell’intervista al direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli.«Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa». Francesco aveva già invitato Ratzinger in occasione del Concistoro del 22 febbraio, per la prima volta in duemila anni due Papi si mostrarono nella Basilica di San Pietro.


Roma - politica
Cosentino intercettato: "Berlusconi mi dia quello che chiedo
o qui cola tutto a picco" / E la Santanchè: "Il Cavaliere ha intorno
dei cretini, ma lui non lo è" / Nuovi atti depositati al Riesame di Napoli
Milano - politica
Nuova gaffe di Berlusconi: "Per tedeschi lager mai esistiti" / E il ministro
tedesco Schulz risponde: "Lui uguale odio, invidia e litigi"
Il leader di Forza Italia torna a insultare il candidato socialista alla presidenza
della commissione Ue, a cui 11 anni fa diede del kapò. La replica: "Scandaloso
usare le parole per vantaggio elettorale". E il ministrob tedesco della Famiglia:
"Attacchi indicibili". Europee, Silvio dice: "Se arriviano al 20% accendiamo un
cero".

Questione Ucraina - Crimea - Russia
Kiev chiude i rubineti dell'acqua alla Crimea / Il G7 deciso a nuove
sanzioni contro la Russia / Le ulteriori restrizioni Usa potrebbero
arrivare già lunedì  /  Il Papa dona una penna al premier ucraino:
"Firmi la pace con questa" / Renzi: "Kiev vada avanti con riforme" /
Osservatori Osce sequestrati, i filorussi chiedono scambio di prigionieri

Lucianone