10 luglio '14 - giovedì 10th July / Thursday visione post - 13 Le partite delle Semifinali Risultati Brasile - Germania 1 - 7 !!! Olanda - Argentina 2 - 4 (dopo i rigori) C o m m e n t i Tanti, tantissimi dicono sia stata una partita da sbalordimento (in buonissima parte è vero: tanti troppi gol da una parte sola) e dicono anche - soprattutto i distrutti fan bra- siliani - che le assenze di Neymar e Thiago Silva siano state determinanti in quel 7-1 così perentorio, drastico, imperioso. Sono d'accordo solo per la metà, diciamo, perchè se non un 7-1 tennistico, ci avrei scommesso un 4- 0 o 5- 0 lo stesso, in quanto: il Brasi- le non ha mai convinto (nelle partite precedenti) nè come gioco nè come gruppo/squa- dra, spesso slegati, avulsi, bloccati e solo con la Colombia hanno dato o dovuto dare il massimo, e comunque con gol su calci piazzati. Insomma è quasi sempre stato un Brasile insipido, incartato e spesso lento. E si era sempre in attesa del vero Brasile. Invano! Perciò per me è stato un mezzo sbalordimento: attonito sì, ma soprattutto per la forza della Alemanna più che per l'arrendevolezza dei cariocas. Con una squadra panzer di questo tipo sarebbero naufragati anche Neymar e T. Silva, e così meglio per loro non esserci stati. Salvatr in tempo dal destino avverso! Tutta la storia calcistica delle squa- dre brasiliane dal passato ad oggi, e poi anche la tristeza/sconsolateza del popolo brasi- liano per questo grande affronto calcistico della Germania sono da approfondire. Che noia, che noia, che noia! Anche il punto esclamativo si sarebbe annoiato. Una partita, quella tra gli albacelesti e i tulipani, che poteva fare concorrenza alle peggiori partite da oratorio fine-estate. Sarà che pensavano alla grandezza della Germania del martedì pre- cedente e al confronto si sentivano piccoli, inadeguati, sarà che tiravano a campare per preservare energie in vista della possibile finale con i temuti germanici, sarà che pensa- vano solo ai rigori (soprattutto gli argentini), sta di fatto che una partita peggiore al Mon. diale non si era mai vista. - Ma a deludermi personalmente è stata in gran parte l'Olanda di Arjen Robben, che non ha mai provato, fin dal primo tempo, ad attaccare in modo serio, convinto come in altri precedenti match. Delusione di vedere un'Olanda incartata, che an- dava indietro come un gambero, no verticalizzazione (mi fa schifo!) e si faceva irretire dal gioco spezzettato degli argentini. Nel secondo tempo a sprazzi è stata meglio invece pro- prio l'Argentina, che nei supplementari ci ha provato ancora talvolta, escluso Messi (ma c'era in campo? Se sì, non pervenuto), L'unica vera emozione dall'Olanda quell'incursione presso la porta argentina di Robben anticipato di un soffio dal difensore biancoazzurro di turno. E poi i rigori quasi cercati, con un Romero para tutto (ma sembra che un pallone sia poi rientrato in porta, filmato da spettatori col cellulare e comunque non valido, ma solo x le polemiche) e dall'altra parte con l'assenza di Krul, possibile portiere olandese para tutto, e così sono determinanti i tiri di Vlaar e Sneijder bloccati dal portiere disprezzato della Sampdoria. cioè lo stesso Romero, che si riscatta portando Messi la pulce alla finalissima di Rio. E lì, se la Celeste imiterà la partita dell'Olanda con i prediletti della Merkel saran- no cavoli... o no? (Lucianone)
10 luglio '14 - giovedì 10th July / Thursday visione post - 10 Le previsioni dal rapporto del gruppo Onu premiato con il Nobel nel 2007: nel 2100 un miliardo di persone senza acqua sufficiente nelle città, in aumento alluvioni e carestie; scenari cata- strofici (e vie di fuga). (da 'la Repubblica' - 31/03/2014 - Antonio Cianciullo) La grande sete di fine secolo, il clima malato presenta il conto Un miliardo di persone nella trappola delle città assetate. Due miliardi in più di bocche da sfamare sul Pianeta e una produzione di mais, riso e grano che crolla del 2 per cento ogni 10 anni. Fino a 187 milioni di profughi costretti ad abbandonare la casa per fuggire dal- acqua che avanza. Fino al 9 per cento del Pil globale risucchiato dalla lotta contro la risa- lita del mare. - Sarà l'impatto, a fine secolo, del cambiamento climatico nell'ipotesi di un aumento di 5 gradi rispetto ai livelli pre industriali: uno scenario in linea con le scelte pre- senti, cioè con un'economia che non riesce a frenare l'uso di combustibili fossili e continua ad aumentare le emissioni serra. Lo hanno firmato gli scienziati dell'Ipcc /Intergoverna- mental Panel on Climate Change/, il gruppo di lavoro Onu premiato con Il Nobel per la pa- ce. Nella seconda parte del quinto rapporto (resa nota oggi), si spiega che il rischio di una ca- tastrofe climatica non videne solo proiettato nello scenario della seconda metà del secolo, ma è già reale. Il cambiamento climatico è in atto: l'ondata di calore che ha prodotto 70 mi- la morti aggiuntive in Europa nel 2003, gli incendi che hanno devastato la Russia nel 2010,l'uragano che ha colpito NewYork nel 2012 sono il biglietto da visita di un possibile futuro. Senza la mitigazione del trend, cioè senza un taglio delle emissioni di CO2 robusto e rapido, "l'adattamento sarà impossibile per alcuni ecosistemi" e il numero di affamati crescerà (25 milioni in più di bambini sotto i 5 anni malnutriti). - Ma non è una condanna già scritta. Il conto che dovremo pagare per gli errori del passato non è ancora definito: molto dipenderà da quello che faremo nei prossimi anni. Un passaggio veloce a un sistema produttivo basato sull'efficienza, sulle fonti rinnovabili e sul riciclo dei materiali apre le por- te dello scenario più favorevole, quello in cui i danni sono contenuti a livelli accettabili.
"E' l'intreccio perverso tra crescita demografica, consumi sbagliati e cambiamento climatico che rischia di essere fatale", commenta Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf. "Già oggi l'energia solare intrappolata su ogni metro quadrato ha superato il limite di guardia: senza interventi correttivi, a fine secolo si arriverà a un valore quattro volte supe- riore. Una prospettiva che trascina con sè l'aumento di fame, conflitti e guerre". Proprio perchè varie possibilità restano aperte, il ventaglio degli scenari tracciati dall'Ipcc è ampio. Anche il più favorevole però non è indolore perchè - avvertono i climatologi - i tempi di recupero dell'atmosfera sono lenti: più del 20% dell'anidride carbonica immessa in atmosfera continua a bloccare la fuoriuscita del calore per oltre mille anni. E abbiamo già sparato in cielo una quantità enorme di carbonio: 545 miliardi tonnellate, più della me- tà del tetto oltre il quale si supererebbero i 2 gradi di aumento della temperatura rischian. do un global warming catastrofico. - I margini per un intervento efficace ci sono ancora, anche se si assottigliano anno dopo anno. Una rapida correzione di rotta riuscirebbe a ri- durre da un miliardo a una cifra più vicina a quella attuale (150 milioni) il numero dei citta- dini senza acqua sufficiente a disposizione; farebbe scendere da 5,2 miliardi a 1,7 le perso- ne esposte al rischio di malaria nel 2050; salverebbe l'Amazzonia che, sotto l'assalto di strade, fattorie e incendi, rischia di perdere la sua straordinaria ricchezza trasformandosi in zona semi arida. - L'analisi Ipcc mostra anche come il global warming stia colpendo in modo differenziato le varie aree del Pianeta. In Australia le siccità prolungate hanno già messo in difficoltà l'ornitorinco, il koala e alcune specie di canguro. In Africa il crollo del- la pesca, da cui dipende un terzo delle proteine necessarie alla sopravvivenza, arriverà in alcune aree al 21 per cento. In Asia le città costiere saranno a rischio inondazione e la pressione dei deserti interni crescerà. Alcuni Stati, le piccole isole a fior d'acqua, rischia- no di sparire, cancellati dalla crescita dei mari. E il cambiamento toccherà anche l'Italia, rendendo più disastrose piogge ormai di intensità monsonica: in Europa le alluvioni po- tranno colpire fino a 5,5 milioni di persone, causando danni per 17 miliardi di euro l'anno.
I DATI e I NUMERI 1 miliardo senz'acqua - La popolazione delle città xhe vivrà con poca acqua a disposizione. -2% il raccolto - Il calo previsto ogni 10 anni della produzione di grano, mais e riso. 187 milioni: l'esodo - La popolazione mondiale che dovrà lasciare le case per l'acqua che avanza. 9% il Pil - L'investimento sul totale del Pil da impegnare contro la risalita degli oceani. +25 milioni i bambini malnutriti - L'aumento della popolazione infantile destinata a diventare vittima della fame. Continua... to be continued...