giovedì 20 gennaio 2022

Sport - calcio / serie A - 22^ giornata 2021/22

 20 gennaio '22 - giovedì                               20th january / Thursday                        visione post - 2

Risultati delle partite 
S
ampdoria - Torino  1 - 2  /  Salernitana - Lazio  0 - 3
Juventus - Udinese  2 - 0  /  Sassuolo - H. Verona  2 - 4
Venezia - Empoli  1 - 1  /  Roma - Cagliari  1 - 0
Atalanta - Inter  0 - 0  /  Bologna - Napoli  0 - 2
Milan - Spezia  1 - 2  /  Fiorentina - Genoa  6 - 0

CLASSIFICA

INTER   50  /  Milan, Napoli   48  /  Atalanta   42  /  Juventus   41  /  Fiorentina, Roma, Lazio   35
Torino   31  /  Hellas Verona   30  /  Empoli   29  /  Sassuolo   28  /  Bologna   27  /  Udinese   23
Spezia   22  /  Sampdoria   20  /  Venezia   18  /  Cagliari   16  /  Genoa   12  /  Salernitana (-1)   10  

Inter, Atalanta, Fiorentina, Torino, Bologna, Udinese, Venezia, Salernitana
UNA partita in meno


Sampdoria - Torino 1 - 2



 Continua...
to be continued...

Riflessioni - Possibile sopravvivere senza patate fritte?

 20 gennaio '22 - giovedì                              20th January / Thursday                        visione post - 3

(da la Repubblica - 30 dicembre '21 - da L'Amaca / di Michele Serra)

Patata connection
Senza patate fritte, il Gisppone potrebbe collassare? Improbabile. Mancano studi scientifici in
proposito, ma è possibile sopravvivere senza patate fritte, almeno per un certo periodo. Sta di
fstto che tre aerei cargo sono decollati dagli Usa per rifornire urgentemente di patate i McDo-
nald's giapponesi, drammaticamente a corto. Difficilmente l'allarme-patate in Giappone è cor-
relabile alla crisi delle materie prime.   Lo srebbe stato, forse, qualche secolo fa, quando il di-
lemma patata/non patata era perfettamente corrispondente a cibo/carestia, vita/morte. Più pro-
babile che quei tre c<rgo siano decollati in conseguenza di un postulato del tutto nuovo, e sco-
nosciuto ai nostri avi: i popoli benestanti  non sono più capaci  di sostenere  privazioni  anche 
piccole, tutto deve essere disponibile ovunque e sempre, impensabile  non trovare  ciliegie  a
Natale, fragole (insapori) tutto l'anno, vacanze al mare in inverno, nevi sciabili in estate. 
Basta pagare, e basta trasportare le merci (o i clienti) in giro per il mondo; e basta fare finta 
che non ci sia un gigantesco prezzo ambientale da pagare a questa ininterrotta sarabanda di
merci non di primaria importanza.
Sarebbe interessante sapere se le patatine fritte di McDonald's, tipico prodotto a basso prezzo,
avranno o non avranno, in conseguenza dell'emergenza, un sovraprezzo. Ma in genere i costi
ambientali non vengono mai scaricati sul cliente. Vengono dispersi nell'aria, sono costi volati-
li, occulti. Guai far sapere al cliente di Osaka, o di Tokyo, che era lui, ovviamente senza saper-
lo, a pilotare  quei cargo  verso il Giappone.  Potrebbero andargli di traverso le patate. L'inno-
cenza del consumatore è il primo presupposto della società dei consumi.

Lucianone

Commenti - Sulla quarta ondata di Covid: convivenza con il virus

 20 gennaio '22 - giovedì                              20th january / Thursday                          visione post - 14

(da la Repubblica - 30 dicembre '21 - di Massimo Recalcati)

Una convivenza necessaria
L'illusione di una "fase uno" legata alla diffusione del contagio distinta e seguita da una "fase due"
che avrebbe sancito il superamento dello stato di emergenza sanitaria è durata pochissimo. Al suo
posto è subentrata infatti l'amara verità di una pandemia che sembra non avere fine e che ribadisce
a ondate successive la sua forza macabra. Finora ne abbiamo contate quattro. E' un dato di fatto:
l'uscita definitiva dall'epidemia non è ancora all'orizzonte. 
Chi avrebbe previsto questo andamento a ondate successive dell'infezione nel tempo della sua pri-
ma traumatica apparizione  sarebbe stato additato  come un profeta di sventure.  Invece oggi dob-
biamo assumerci il peso  di questa aspra realtà  che ormai si è imposta  con prepotenza all'interno 
della nostra vita individuale e collettiva.  Questa convivenza forzata con un ospite maligno, come
abbiamo purtroppo visto e continuiamo a vedere, ha attivato meccanismi di fuga arcaici. Il più re-
gressivo è quello della scotomizzazione. Accade anche quando viene diagnosticata una malattia
potenzialmente mortale. Una prima risposta può essere quella che vorrebbe disattivare l'esistenza
di questa realtà indigeribile: "Non può essere vero, non può essere che accada prprio a me".
Quando la scotomizzazione si rivela insostenibile possono però apparire altre risposte. La più fre-
quente è quella tipicamenmte paranoide legata alla ricerca di un colpevole: le industrie farmaceu-
tiche, i grandi capitali, i governi, i cinesi, complotti di vario genere, ecc,  A questa risposta si col-
legano solitamente sentimenti di odio e di rabbia. Il denominatore comune di tutte queste risposte
è il rifiuto  di registrare  (anche psichicamente)  una realtà difficile, ostile, rovinosa e implacabile 
come quella  di una malattia  che semina la morte. Ma la quarta ondata che ci colpisce ora nono-
stante una campagna vaccinale di massa ci costringe a fare ancora più radicalmente il lutto della
nostra idea ingenua di guarigione. E' anche questo un fatto: non potremo tornare semplicemente
alla vita com'era prima. Piuttosto diventa sempre più chiaro  che la situazione emergenziale  sta
evolvendo, proprio grazie alla vaccinazione di massa, in qualcosa di nuovo a cui dovremmo abi-
tuarci. -  Non si tratta di una maledizione ("non ne usciremo più!"), ma di una occasione di ria-
pertura effettiva della vita. I vaccini hanno smobilitato il dramma dell'evoluzione mortale o cli-
nicamente grave della malattia. I nuovi contagi aumentano  ma sono decisamente meno perico-
losi. Sarebbe sbagliato non prenderne atto come è stato e continua a essere sbagliato negare il
dramma epocale della pandemia o ricercare paranoicamente  un responsabile  senza registrare
la sua inemendabile realtà. -  Questo, a mio giudizio, significa che dovremmo individualmente
e collettivamente abbandonare lo stato di emergenza che ha contribuito in modo determinante
a salvarci nel tempo più acuto della pandemia,  Si tratta innanzitutto di fare cadere l'idea della
vaccinazione come immunizzazione sicura che, in fondo, nonostante le ripetute ammonizioni
della scienza, avevamo tutti un pò coltivato. Dobbiamo, dunque, modificare la nostra postura
mentale e abituarci all'idea di un contagio possibile senza che però esso implichi  rischi gravi
per la nostra salute.  Dobbiamo così ritornare con fiducia alla vita, come è del resto già acca-
duto prima di questa ultima ondata, tenendo conto della presenza insopprimibile del virus nel-
la nostra vita.  La vaccinazione  non garantisce  una sicurezza assoluta, ma l'evitamento delle 
forme più gravi ella malattia. Bisogna dunque trarre tutte le conseguenze politiche da questa
evidenza clinica. 
Per coloro che hanno scelto di vaccinarsi  offrendo testimonianza di una concezione solidale 
della vita, la malattia non ha più la tetra maschera della morte. Resta una malattia da curare 
tra le altre. L'esperienza sanitaria e civile della vaccinazione di massa ci ha di fatto restituito 
la vita.  La scienza è stata in questo caso al servizio del bene comune come il comportamento
responsabile di chi ha accettato la via della vaccinazione, dei comportamenti prudenti (masche-
rina, distanziamento, ecc.) e la restrizione della propria libertà personale. Ma ora bisogna guar-
dare in modo diverso alla convivenza con il virus.  E' necessario abbandonare difinitivamente
l'idea della guarigione come restitutio ad integrum per accoglierne un'altra che non esclude af-
fatto la presenza tra noi della malattia nel prossimo futuro. La vaccinazione non ci rende mira-
colosamente immuni, ma ci consente  di accettare  il rischio calcolato  di un contagio non più
letale.

Lucianone