ADDIO A
Muhammad Ali / CASSIUS CLAY >>> il re della boxe
Da anni affetto dalla sindrome di Parkinson,
si è spento all’età di 74 anni.
L'ex pugile Muhammad Ali è morto nella notte all’età di 74 anni. Lo ha reso noto la famiglia con una dichiarazione. L’ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico a Roma ’60 era stato ricoverato giovedì 2 giugno per «precauzione». Le sue condizioni non erano state giudicate gravi, ma data l’età e il morbo di Parkinson, di cui “il Più Grande” era malato da trent’anni, i medici avevano scelto la strada della prudenza. Sul ring, l’ultimo match di Mohammed Ali era stato contro Trevor Barbick l’11 dicembre del 1981, ma il suo ultimo combattimento è terminato venerdì 3 giugno ed era durato 30 anni, da quando gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Nato con il nome di Cassius Marcellus Clay Jr. l’uomo che diverrà il più grande pugile di tutti i tempi aveva cambiato il nome in Mohammed Ali quando si era convertito all’Islam.
C O M M E N T O e ricordo
di Luciano Finesso
Lui era già allora, per noi europei, un eroe-campione per tanti motivi, che poi si
potevano riassumere in un solo sostantivo essenziale: contestatore o anti sistema.
Tanto pià che era di colore e soprattutto un nero. Era anti-razzista, era schierato
dalla parte del popolo, soprattutto la parte povera, ed era arrivato a rifiutare la
leva militare - come obiettore di coscienza - dando per primo l'esempio"non par-
tecipando alla guerra in Vietnam del Nord", dicendo che a lui quei vietcong non
gli avevano fatto niente di male. Cosa che gli aveva procurato il carcere e la so-
spensione dell'attività sul ring come pugile per 3 anni. Altra cosa non da poco!
Perchè Lui era un grande campione nel pieno della sua forza fisica, ma era stato
coerente fino in fondo alle sue idee, al suo credo. Che poi esprimerà in modo an-
cora più deciso e definitivo con la conversione all'Islam e addirittura cambiando
il suo nome/cognome in Muhammad Ali. Avvicinandosi così alle figure carisma-
tiche di quei tempi in nome della libertà dei neri: Malcolm X e Martin Luter King.
Certamente lui ha intrecciato la sua storia Grande di pugile con la storia Mitica
di uomo tutto d'un pezzo che combatte per i suoi ideali, che ha sfidato i poteri
forti e così ha cambiato il mondo e la visione che ne avevamo fin lì. E' stato un
supereroe sul ring (dove per la prima volta tutti avevamo visto una farfalla che
pungeva - come lui stesso diceva - l'avversario, ma anche lo sbeffeggiava pro-
vocandolo in tutti i modi) portando una tecnica e un comportamento mai visti
e perciò rivoluzionari. Ma è stato anche - e lo è ancora e continuerà ad esserlo -
un grandissimo della Storia umana, appunto al pari dei personaggi mitici, leg-
gendari di cui parlare ai nostri nipoti e i nostri nipoti ai loro figli.
Lucianone
coerente fino in fondo alle sue idee, al suo credo. Che poi esprimerà in modo an-
cora più deciso e definitivo con la conversione all'Islam e addirittura cambiando
il suo nome/cognome in Muhammad Ali. Avvicinandosi così alle figure carisma-
tiche di quei tempi in nome della libertà dei neri: Malcolm X e Martin Luter King.
Certamente lui ha intrecciato la sua storia Grande di pugile con la storia Mitica
di uomo tutto d'un pezzo che combatte per i suoi ideali, che ha sfidato i poteri
forti e così ha cambiato il mondo e la visione che ne avevamo fin lì. E' stato un
supereroe sul ring (dove per la prima volta tutti avevamo visto una farfalla che
pungeva - come lui stesso diceva - l'avversario, ma anche lo sbeffeggiava pro-
vocandolo in tutti i modi) portando una tecnica e un comportamento mai visti
e perciò rivoluzionari. Ma è stato anche - e lo è ancora e continuerà ad esserlo -
un grandissimo della Storia umana, appunto al pari dei personaggi mitici, leg-
gendari di cui parlare ai nostri nipoti e i nostri nipoti ai loro figli.
Lucianone