I pittori svelano il mistero dei fiori
A Forlì una grande mostra
dedicata al mondo floreale
Per la prima volta insieme 123 opere dedicate ai frutti della natura.
Nella mostra di Forlì (che si è conclusa il 20 giugno scorso): dalle
ninfee di Monet che diedero il via all'arte astratta alle sfide tra
Gauguin e Van Gogh a colpi di colore, al cesto dell'artista fran-
cese Gérard che così 'dipinse il suo tradimento'.
(dalla rivista "Gente" - di Antonio Quadri)
Ogni dipinto è una scoperta e ha una storia da raccontare
Che i fiori siano creature enigmatiche tutti lo sanno: svelano i loro meravigliosi
colori e le loro forme imprevedibili solo quando gli anonimi bocci si schiudono;
e se è vero che nel coro dei secoli hanno ispirato artisti e innamorati, sono an-
che stati presi a simbolo (le rose, ma non solo) di guerre e scontri sanguinosi.
Ogni comèposizione floreale racchiude un mondo. Da qui sono partiti gli idea-
tori della mostra intitolata "Fiori, natura e simbolo dal Seicento a van Gogh",
che si è potuto ammirare fino al 20 giugno '13 nei Musei di San Domenico a
Forlì. Il comitato presieduto da Antonio Paolucci ha selezionato 123 straordi-
narie opere rintracciandole nelle collezioni e nei musei più prestigiosi d'Euro-
pa, per poi raccoglierle attorno a quella tela misteriosa e bellissima, 'Fiori in
una fiasca impagliata', in cui un Maestro ignoto, che molti riconoscono nel
caravaggio, ha splendidamente raffigurato iris, stelle di Betlemme e gladioli
bianchi e purpurei. "D a questo capolavoro custodito nella Pinacoteca di For-
lì", dice Paolucci, "si dipartono come da una rosa dei venti le linee guida del-
la mostra", che annovera opere di giganti della pittura del calibro di Gauguin
e di Monet, ma che non dimentica Maestri come i nostri Havez, Previati,
Rossi, Pennasilico e tanti altri.
Ogni quadro, in questa mostra, è una scoperta: e naturalmente ha una sua
storia da raccontare. Come il poderoso Ritratto di Lady Jane Wenman
Goodwin, dipinto nel 1639 da Anton van Dyck e oggi conservato all'Ermi-
tage di san Pietroburgo. Quando posò per il grande fiammingo, Lady Jane
aveva 36 anni ed era la moglie di quel Visconte di Wenman che si prepa-
rava a sfidare re Carlo I d'Inghilterra nella Guerra civile. La nobildonna
stringe un tulipano, fiore arrivato cento anni prima dalla Turchia fra i doni
spediti da Solimano il Magnifico a Ferdinando I d'Asburgo. L'esotico fiore
era presto diventato uno status symbol, una sorta di emblema sociale che
l'aristocrazia inglese esibiva per sfidare lo strapotere della Corona. E la
ribelle Lady Jane non scherzava: quando van Dyck, che era il pittore uf-
ficiale della corte di Carlo I, espresse dubbi sull'opportunità di ritrarla
con un tulipano, lei lo fece minacciare di morte.
Portrait of a Lady 1934 - 35 (Anton van Dyck)
Da van Dyck a Francesco Hayez, con il suo Vaso di fiori sulla finestra
di un harem datato 1881 e considerato uno dei gioielli della Pinacoteca
di Brera a Milano. Nel 1881 Hayez aveva 90 anni, era il caposcuola ri-
conosciuto del Romanticismo italiano ed era ormai, lui nato a Venezia,
milanese a tutti gli effetti: le sere d'estate, quando passeggiava in piaz-
za del Duomo appoggiandosi alla figlia adottiva Angiolina Rossi, i pas-
santi lo salutavano togliendosi il cappello. Disse del quadro ora espo-
sto a Forlì: "L'ho dipinto per la mia nipote Giuseppina. E' suo il volto
che si intravede dietro il grande vaso pieno di tulipani, rose, gigli, ga-
rofani, iris, nasturzi e una magnolia Grandiflora. In questa composi-
zione solo lei poteva comparire , perchè ha il fascino inquieto delle
odalische che io, nei miei viaggi in Oriente, ho visto affacciarsi alle
anguste finestre degli harem". E, facendo arrossire la nipote, il ve-
nerando pittore raccontava, tra realtà e fantasia, le sue avventurose
esperienze erotiche.
CONTINUA... to be continued...