Le statue sono pezzi di pietra, non dovrebbe succedere che la loro distruzione desti
uno sgomento perfino superiore a quello dell'assassinio di un essere umano. Eppure
succede; e se succede è perchè ognuno di quei pezzi di pietra incarna non solamente
chi lo ha concepito, ma le decine di generazioni (centinaia nel caso dei reperti assiri)
che lo hanno visto e toccato lungo i secoli. Sono, quei pezzi di pietra, stratificazioni di
innumerevoli vite umane, e distruggerne uno significa uddidere simbolicamente, con
un solo gesto, il figlio, il padre, il padre del padre, e aritroso fino all'inizio della storia,
strappando alle tombe anche chi è già morto per farlo morire di nuovo.
Come quando si sradica un albero millenario, a morire, attraverso la morte di quelli
che non per caso chiamiamo "monumenti vegetali", è il tempo. E' la storia umana
tutta intera che questi bruti obbrobriosi vorrebbero uccidere ruducendo in cocci, in
pochi minuti, ciò che i millenni ci hanno consegnato intatto. - Si odia sempre ciò di
cui si ha terrore, e la sproporzione tra la civiltà (qualunque civiltàqueds) e questi mi-
serabili fanatici è così annichilente che non possono che odiarla, e sognarne la distruzione.
(da la Repubblica - 28/02/2015 - L'AMACA - Michele Serra)
Non vestendo Dolce e Gabbana non sono nelle condizioni di aderire al boicottaggio
indetto da Elton John, ma anche se lo fossi, non aderirei lo stesso. Il tema delle ado-
zioni, e della paternità/maternità in genere, è troppo delicato e complicato perchè si
possano lanciare scomuniche come quella emessa dal musicista inglese, genitore
adottivo di un paio di magnifici pupi messi al mondo con l'ausilio delle migliori tec-
nologie disponibili, si suppone anche costose.
Mi sento favorevole a qualunque forma di allevamento della vita, anche le meno
convenzionali, ma non al punto di considerare blasfema o criminale un'opinione
aspra ma legittima come quella espressa dal signor Dolce, che al contrario di El-
ton John e del sottoscritto non è invece propenso alla riproduzione ad ogni costo.
Fatto salvo l'obbligo di non insultare nessuno e di non discriminare nessuno,
l'esercizio delle opinioni, in materia di genitalità e di genitorialità, è legittimo e
inappellabile. Bisogna finirla con l'omofobia, con l'idea ottusa che esista una
"famiglia tradizionale" legittima e tutto il resto sia "contro natura"; ma bisogna
gna finirla, prima ancora che cominci, anche con l'isterismo progressista /posi-
tivista che discrimina i dubbi. La via maestra, per fortuna, non esiste. E dunque
nessuno si impalchi a tutore delle Nuove Certezze.
(da la Repubblica - 17/03/'15 - L'AMACA - Michele Serra)
Lucianone