martedì 28 agosto 2012

Comicità - Intervista / Gnocchi nominato a sua insaputa...


28 agosto 2012 - martedì     28th August / Tuesday               visione post - 17

Monologo di Gene Gnocchi
"Cose che mi sono capitate"
(Alla Milanesina nel luglio 2011)
A LePiastre, sulla montagna pistoiese, è stata fondata
l'Accademia italiana della bugia, che dispensa riconoscimenti
a chi è in grado di inventarsi le panzane più divertenti.
E la carcica di presidente onorario è andata a Gene Gnocchi:
"Ma mi hanno nominato a mia insaputa. Mi ha chiamato un
certo Bisignani e dalle intercettazioni risulta che questa no-
mina è costata ben 450 mila euro di tangente. Quel che è certo
è che ne sono onorato perchè questo  è l'incarico più prestigio-
so che ho ricoperto in vita mia".
Come dire, non poteva scegliere di meglio la Milanesina, che
ha invitato il comico parmense a parlare  di verità e bugie al
teatro Dal Verme, a Milano, tramite brani del suo monologo
"Cose che mi sono capitate", surreale elenco  di esperienze
ben più false che vere.
Breve intervista
-  Ma Gene, è davvero così cacciaballe?
"Beh, sì, ne dico tante.Ma in realtà  più che altro non sono
capace di riferire le cose obiettivamente, e infioretto la mia
versione di imprecisioni, errori , variazioni. Però non mi sen-
to in malafede, nel senso che la bugia è un elemento fonda-
mentale del racconto, due narrazioni identiche della stessa
cosa sono impossibili.  -   Insomma, la verità oggettiva non
esiste, non può esistere".
-  La beccano mai quando dice una bugia?
"Difficilmente. Un pò per il discorso di cui sopra, un pò perchè
sono bravo a raccontarle".
 - La balla più grande che ha mai detto?
"Che avevo allevato una mandria di bufali per usarla nella pub-
blicità. Siccome secondo me i bufali diventeranno figure sempre
più usate negli spot, tirarli su è redditizio. Ma dopo un pò mi han -
no scoperto".
 - E quella più grande che le hanno raccontato?
"Una cosa che non ho ancora capito se è verità o bugia. Mi hanno
detto che il bambino che cade sempre di testa in ogni filmato di
Paperissima era gasparri da piccolo. Ma giuro, non so se sia vero
o no".
 - A proposito, la politica è il regno della bugia.
Non solo la politica, ma certo in questo campo le bugie sono giuste
e sacrosante.     L'ultima è stata questa norma salva-Fininvest che
poi il governo si è dovuto rimangiare. Poi magari le bugie si scopro-,
no, penso a Wikileaks o alle intercettazioni telefoniche. Ma anche
queste rivelazioni possono essere manipolate, e trasformate quindi
da verità in bugie".
 - Chiediamo molto, al presidente dell'Accademia italiana della bugia,
ma vuole chiudere dicendo delle verità? Quelle che crede.
In amore vince chi fugge. Una gran verità.
 - Ne dica qualcuna legata allo sport, che è una sua passione. Magari
verità che nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire.
Dunque Roger Federer è finito a grandi livelli. Fabio Caressa non sa
niente di calcio. E Gasperini è stata la ventesima scelta  dell'Inter.
Verità scottanti, come vede.



Lucianone

Libri - pagina cultura / "Player one" e "Il giorno della locusta"

28 agosto 2012 - martedì     28th August / Tuesday              visioni del post - 7
                                                                                        
Il racconto
Il libro  "Player one" di Ernest Cline, classe 1972, è una cavalcata
sorprendente fra cyberpunk, anime, film e telefilm anni Ottanta. E' un affresco
sterminato, denso di citazioni, della cultura geek. Incomprensibile per chi non
è vissuto con i videogame, ma abbastanza affascinante da spin legere la Warner
Bross a pagare un milione di dollari per i diritti cinematografici.
Siamo nel 2044 e il mondo è allo sbando, sovrappopolato  e incapace di
ritrovare la speranza, annichilito da decenni di recessione. A pagarne le
conseguenze sono soprattutto coloro che il benessere lo hanno conosciu-
to e che ora arrancano per trovare un letto nelle baraccopoli.   Come la
madre di Wade Watts, che per gli stenti si suicida a poco più di trent'an-
ni. .    E così Wade, ragazzino obeso, introverso e con la passione per la
tecnologia cresce da solo. O meglio, cresce online nell'universo di Oasis,
Second Life dove perfino le scuole sono state trasferite. E' l'opera di James
Halliday, programmatore geniale che prima di morire  ha deciso di regalare
il suo immenso patrimonio nascondendolo su Oasis.  Inizia in questo modo
la più grande caccia al tesoro della storia, fra complotti e colpi di scena, e
ovviamente Wade sarà uno dei protagonisti.
( 'PLAYER ONE' di Ernest Cline - Isbn Edizioni, trad, di Laura Spini,
pagg. 632, euro 19,90)

Il romanzo
"Il giorno della locusta"
Nathanael West (1903 - 1940) morì in un incidente d'auto, mentre andava
al funerale di Francis Scott Fitzgerald. Direttore d'albergo e sceneggiatore, 
incrociò l a strada di Hollywood, quando l a mecca del cinema  era in piena
costruzione del suo Olimpo di celluloide.  Ben prima dei velenosi affreschi
di Truman Capote e del Kenneth Anger di 'Hollywood Babilonia',  West
osservava il buio  e la polvere non illuminati dai riflettori. Come autore gli
interessava il sottobosco di attricette-prostitute, comparse, bambini prodi-
gio e comici falliti che si muoveva ai matgini degli studios.
E' questo materiale umano a sfilare in "Il giorno della locusta" (1939), che
torna dopo anni in una nuova traduzione. Ci sono il pittore e scenografo Tod
la   starlette incapace  Faye, l'uomo qualunque Homer Simpson  (a cui Matt
Groening ruberà il nome per l'antieroe giallo del cartoon). Ballano, bevono,
partecipano a feste coem a combattimenti di polli.  La loro vita è un film di
serie B.  -  In una lunga passeggiata senza meta, Tod gira da un st all'altro,
tra fondali western, cavalli di Troia e templi maya  di cartone e cellophane.
- Il cinema non è nato nemmeno da 50 anni, ma i sogni si sono già infranti
tutti.
('Il giorno della locusta'  di Nathanael West - et al./Edizioni, trad. di Marina
Morpurgo, pagg. 206, euro 15)

Lucianone