venerdì 18 aprile 2014

LAVORO - La generazione no-jobs

19 aprile '14 - sabato       19th April / Saturday 

Secondo i centri studi, 1 milione di disoccupati in Italia ha tra i 24 e i 35
anni. Sono proprio loro a pagare di più la recessione / Digitalizzati, spesso
laureati e precari per definizione: e chi lavora ha un reddito inferiore del
12% a quello medio.

(da la Repubblica - 07/04/'14  -  Luisa Grion)
La generazione no-jobs persa nella crisi
Sono pienamente  digitalizzati, a volte laureati e precari per definizione. Nati
nei "favolosi" anni Ottanta, cresciuti  nell'età dell'oro  del consumismo, oggi 
sono soprattutto disoccupati.    Più disoccupati di tutti gli altri. I trentenni, o 
meglio ancora quella fascia d'età che va dai 24 ai 34 anni, sono immersi fino
al collo nella crisi e rappresentano in pieno quella generazione che anche se-
condo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario,  "rischiamo di per-
derci se non si fanno le riforme". Eppure di loro si parla meno: una parte non 
potrà nemmeno contare sulle opportunità che da maggio saranno offerte dalla
"garanzia giovani" estesa fino ai 29 anni.
Sopraffatti dal dato statistico che segna la disoccupazione giovsnile - conside-
rata come tale quella fra i 15 e i 24 anni - oltre il 42 per cento, pochi si accor-
gono che in cifre assolute è la fascia successiva quella più penalizzata.  Uno
studio di Manageritalia fa notare come, fra i 24 e i 34 anni (guardando ai da-
ti Istat sull'intero 2013, gli ultimi   comparabili   per  classi d'età),  ci siano
938.112 disoccupati, il 18 per cento del totale. Dai 15 ai 24 ce ne sono 655.429.
Fra i primi c'è la percentuale più alta di laureati, fra i secondi ci sono anche i
troppi ragazzi che hanno abbandonato la scuola.
La chiamano generazione Y o Millennials e secondo Filippo Teoldi, economi-
sta de Lavoce.info, è quella che più di ogni altra  si è impoverita  con la crisi:
chi aveva trnt'anni nel 1977 aveva un reddito superiore del 3 per cento rispet-
to a quello medio nazionale, chi li ha compiuti nel 2010 ha fatto i conti  con un
crollo del 12 per cento sulla media.


 Continua... to be continued...