E' stato giustiziato l'afroamericano Troy Davis (42 anni),
la scorsa notte in Georgia, a causa dell'omicidio di un poliziotto
nel 1989. Prima di morire ha ripetuto di essere innocente e ha
invocato la benedizione divina sul boia e i suoi collaboratori.
"Fate pure, ma sono innocente: Dio vi perdoni", ha detto.
Lo ha riferito un giornalista locale presente all'esecuzione
insieme ai parenti della vittima. "Non avevo armi, non è stata
colpa mia", ha detto Davis prima di morire.
L'opinione pubblica è sotto choc.
All'esterno del carcere di Jackson, dove è avvenuta l'esecuzione,
si era raccolta una folla df centinaia di manifestanti contro la pe=
na di morte. Con loro c'erano anche i famigliari del condannato.
La folla ha accolto la notizia della morte con silenzio e dolore e
si è subito dispersa. Anche i famigliari di Davis se ne sono an=
dati senza dire nulla.
Jackson, paese dove le esecuzioni capitali non conquistano
le prime pagine dei giornali
La morte di Troy Davis e la campagna per fermarla
che è andata avanti fino all'ultimo minuto possibile,
sta attirando grande attenzione da parte della stampa
americana. A scuotere gli Usa questa volta è lo spettro di un
errore giudiziario fatale. Al caso i prin cipali giornali america=
ni dedicano ampi articoli e il sito del Washington Post ha dato
anche dei news alert nella notte per dare la notizia della deci=
sione della Corte Suprema di non accogliere il ricorso dell'ulti=
mo minuto degli avvocati del condannato. Anche la Cnn mette
in prima pagina sul suo sito la notizia; la Cnn ha seguito per
tutta la notte lo sviluppo degli eventi in diretta anche con .
breaking news. Questa è una novità in un paese dove anche un
candidato liberal come Barack Obama al momento della cam=
pagna elettorale non ha potuto non dare il suo sostegno alla
pena di morte o pena capitale (come si voglia dire). Grande campagna internazionale
L'attenzione è dovuta in gran parte alla vasta campagna
internazionale (quasi 700mila firme raccolte in tutto il
mondo) che da anni organizzazioni come Amnesty Inter=
national hanno condotto per salvare la vita di Davis e che
hanno avuto nel Papa Benedetto XVI una delle voci più
autorevoli insieme a quella dell'ex presidente americano
Jimmy Carter. Ma anche in passato vi sono state decine
di campagne di questo genere. Quello che ha fatto la dif=
ferenza con il caso di Davis è l'esistenza di "ampi e pro=
fondi dubbi" sulla sua colpevolezza, come ha scritto William
Session, ex direttore dell' Fbi, sostenitore della pena capita=
le, che nei giorni scorsi ha chiesto di sospendere l'esecuzione
per evitare appunto di mettere a morte un innocente.
Troy Davis
attivista contro l'esecuzione della pena di morte di Troy Davis
Stati Uniti d'America e pena di morte
MA L'AMERICA STA CAMBIANDO
Discussione sulla pena di morte negli Usa, prima e dopo
l'esecuzione di Karla Faye Tucker
(di Luciano Finesso)
Ancora una volta in uno dei 38 stati (su 50) del Nord America, in cui è legale
mandare a morte i criminali o presunti tali, si è consumata una condanna a
morte sotto forma di esecuzione con iniezione letale.
Lo stato e il Texas, il condannato è una donna, Karla TucKer, che insieme al
suo compagno, Danny Garrett, nel giugno del 1983 uccise a coltellate e picco-
nate un uomo e una donna. L'uomo li aveva sorpresi a rubare nella sua casa
pezzi della sua motocicletta, la donna ebbe la sfortuna di aver assistito al cri-
mine e fece la stessa fine. Karla Tucker, che era sotto gli effetti della droga,
confessò in seguito il terribile duplice omicidio. Questi sono i fatti.
Due sono poi i punti che hanno fatto parlare e discutere un pò tutti, prima in
America e quindi qui in Europa, sul caso della Tucker e della pena di morte.
Primo punto: il sesso del condannato. La Tucker sarebbe stata la prima don-
na condannata a morte negli States in 135 anni, la prima ad essere giustiziata
nel Texas e la seconda in tutto il Nord America da quando la Corte Suprema
ha reintrodotto la pena capitale. Secondo punto decisivo: Karla si era da tem-
po pentita del crimine commesso, poi redenta e infine e infine convertita al
cattolicesimo americano, diventando cristiana e aiutando altri detenuti.
Cose non da poco se si mettono a confronto con il caso O'Dell, che nel luglio
dello scorso anno aveva fatto mobilitare sì parecchia gente in Europa, ma ave-
va lasciato nella solita grande indifferenza la maggioranza degli americani abi-
tuati alla pena di morte come noi lo siamo nei confronti dell'ergastolo. Questa
volta invece il caso della trentottenne Tucker ha scosso le coscienze di una
parte (anche se ancora piccola) di americani, che in occasione di precedenti
esecuzioni si erano mostrati del tutto indifferenti.
Tutto questo dimostra che l'America può cambiare e in effetti già sta cambiando
per quanto riguarda il tema, là molto scottante, dell'abolizione o meno della pena
na capitale. Penso allora che noi europei, nella stragrande maggioranza contrari
alla pena di morte, dobbiamo sostenere tutti quegli americani che vogliono toglie-
re questa barbarie. Una barbarie che la maggioranza dei paesi sviluppati ha abo-
lito, ad eccezione (tra i pochi che la mantengono) degli Stati Uniti, che hanno an-
che - insieme a Pakistan, Iran, Yemen, Nigeria e Arabia Saudita - la triste prero-
gativa di affidare al boia anche i minorenni. E c'è di peggio ancora nell?America
del democratico Bill Clinton (presidente favorevole alla cosiddetta "morte di sta-
to"): in un opuscolo turistico che circola nel Texas e in altri stati della Confedera-
zione, si descrive con compiacimento il "museo della prigione di Huntsville (quella
di Carla Tucker), la più antica del Texas e il cimitero dove vengono sepolti i con-
dannati a morte".
Ma per fortuna in America c'è chi, come Bianca Jagger, ex moglie di Mick Jagger
(Rolling Stones) dice "Execution is NOT the solution" e aggiunge a chi la intervi-
sta davanti al carcere di Huntsville, quello di Karla Tucker, che 'qualcosa sta cam-
biando, si sta muovendo anche in America; è un ripensamento lento, faticoco, an-
che contraddittorio, eppure va avanti, soprattutto va incoraggiato in tutti i modi,
mantenendo la pressione internazionale'. Accanto a lei ci sono altri texani, madri
di famiglia, ragazzi in T-shirt che dicono "Non uccidete pr contomio, grazie". E tutti
insieme, al momento dell'annuncio (l'esecuzione di Karla Tucker), hanno cantato in
coro il bellissimo canto della grazia prodigiosa : "Amazing Grace".
Non sono tutti sanguinari nel Texas e negli altri stati americani.
Lucianone
Stati Uniti d'America e pena di morte
MA L'AMERICA STA CAMBIANDO
Discussione sulla pena di morte negli Usa, prima e dopo
l'esecuzione di Karla Faye Tucker
(di Luciano Finesso)
Ancora una volta in uno dei 38 stati (su 50) del Nord America, in cui è legale
mandare a morte i criminali o presunti tali, si è consumata una condanna a
morte sotto forma di esecuzione con iniezione letale.
Lo stato e il Texas, il condannato è una donna, Karla TucKer, che insieme al
suo compagno, Danny Garrett, nel giugno del 1983 uccise a coltellate e picco-
nate un uomo e una donna. L'uomo li aveva sorpresi a rubare nella sua casa
pezzi della sua motocicletta, la donna ebbe la sfortuna di aver assistito al cri-
mine e fece la stessa fine. Karla Tucker, che era sotto gli effetti della droga,
confessò in seguito il terribile duplice omicidio. Questi sono i fatti.
Due sono poi i punti che hanno fatto parlare e discutere un pò tutti, prima in
America e quindi qui in Europa, sul caso della Tucker e della pena di morte.
Primo punto: il sesso del condannato. La Tucker sarebbe stata la prima don-
na condannata a morte negli States in 135 anni, la prima ad essere giustiziata
nel Texas e la seconda in tutto il Nord America da quando la Corte Suprema
ha reintrodotto la pena capitale. Secondo punto decisivo: Karla si era da tem-
po pentita del crimine commesso, poi redenta e infine e infine convertita al
cattolicesimo americano, diventando cristiana e aiutando altri detenuti.
Cose non da poco se si mettono a confronto con il caso O'Dell, che nel luglio
dello scorso anno aveva fatto mobilitare sì parecchia gente in Europa, ma ave-
va lasciato nella solita grande indifferenza la maggioranza degli americani abi-
tuati alla pena di morte come noi lo siamo nei confronti dell'ergastolo. Questa
volta invece il caso della trentottenne Tucker ha scosso le coscienze di una
parte (anche se ancora piccola) di americani, che in occasione di precedenti
esecuzioni si erano mostrati del tutto indifferenti.
Tutto questo dimostra che l'America può cambiare e in effetti già sta cambiando
per quanto riguarda il tema, là molto scottante, dell'abolizione o meno della pena
na capitale. Penso allora che noi europei, nella stragrande maggioranza contrari
alla pena di morte, dobbiamo sostenere tutti quegli americani che vogliono toglie-
re questa barbarie. Una barbarie che la maggioranza dei paesi sviluppati ha abo-
lito, ad eccezione (tra i pochi che la mantengono) degli Stati Uniti, che hanno an-
che - insieme a Pakistan, Iran, Yemen, Nigeria e Arabia Saudita - la triste prero-
gativa di affidare al boia anche i minorenni. E c'è di peggio ancora nell?America
del democratico Bill Clinton (presidente favorevole alla cosiddetta "morte di sta-
to"): in un opuscolo turistico che circola nel Texas e in altri stati della Confedera-
zione, si descrive con compiacimento il "museo della prigione di Huntsville (quella
di Carla Tucker), la più antica del Texas e il cimitero dove vengono sepolti i con-
dannati a morte".
Ma per fortuna in America c'è chi, come Bianca Jagger, ex moglie di Mick Jagger
(Rolling Stones) dice "Execution is NOT the solution" e aggiunge a chi la intervi-
sta davanti al carcere di Huntsville, quello di Karla Tucker, che 'qualcosa sta cam-
biando, si sta muovendo anche in America; è un ripensamento lento, faticoco, an-
che contraddittorio, eppure va avanti, soprattutto va incoraggiato in tutti i modi,
mantenendo la pressione internazionale'. Accanto a lei ci sono altri texani, madri
di famiglia, ragazzi in T-shirt che dicono "Non uccidete pr contomio, grazie". E tutti
insieme, al momento dell'annuncio (l'esecuzione di Karla Tucker), hanno cantato in
coro il bellissimo canto della grazia prodigiosa : "Amazing Grace".
Non sono tutti sanguinari nel Texas e negli altri stati americani.
Lucianone