26 giugno '14 - giovedì 26th June / Thursday visione post - 6
In Svizzera, a Villa Monte, c'è una
scuola senza maestri, dove il motto
è "Qui ognuno impara da sè".
Banditi anche esami e pagelle,
e il governo promuove il metodo.
(da 'la Repubblica' - 31/03/2014 / Ursula Eichenberger, Zurigo)
"Se mi è permesso di fare solo il mio dovere, ma non posso mai farlo quando voglio,
non mi va di farlo nemmeno quando devo. Se invece mi è permesso di farlo quando
voglio, lo faccio volentieri anche quando devo. Perchè per fare il proprio dovere bi-
sogna poter aver voglia di farlo". Citazione di anonimo accanto al telefono a Villa
Monte, la scuola privata autorizzata e vigilata dal Canton Svitto, fondata nel 1983
dalla pedagogista Rosmarie Scheu e basata sul principio "ciascuno sa da sè".
"Già le quattro? Che palle!". I due bambini sono seduti sul pavimento in un angolo del-
la stanza, cisacuno con una clessidra appoggiata sul palmo della mano. Guardano
quanto tempo impiega la sabbia a cadere. Le classidre sono di dimensioni diverse
e i bimbi vogliono capire se la sabbia scorre più velocemente nell'una o nell'altra.
Ma lo scuolabus ha già suonato due volte il clacson, il treno parte tra dieci minuti.
E, per somma sventura, è anche venerdì. La settimana prima una bimba di nove
anni ha chisto alla direttrice: "Rosie, mi presti le tue chiavi?". Con le sue amiche vo-
leva andare a scuola anche nel fine settimana.che si
"Villa Monte è una scuola privata autorizzata che si ispira alla filosofia di Maria
Montessori e Rebeca Wild, sotto il controllo del Canton Svitto. Il successo della
scuola dimostra come sia possibile ottenere un valido titolo di studio anche con
metodi non tradizionali", si legge nel verbale di valutazione del Dipartimento per
la formazione del Cantone.
Poco dopo le 8 si inizia. Dagli scuolabus gli alunni grandi e piccini scendono di cor-
sa e sciamano verso l'edificio. Una volta arrivati, via le scarpe, su gli stivali. Biso-
gna strappare le erbacce , mettere a dimora le nuove piantine. "Questa è la mia
palma", spiega un bimbo al compagno più piccolo. Nella stanza delle bambole si
prepara il tè. In un altro ambiente si lavora alacremente alle macchine da cucire.
"La filosofia della scuola è una filosofia di vita: Imparare assieme e l'uno dall'al-
tro. Imparare quando se ne ha voglia. Aver tempo per conoscere se stessi, gli al-
tri e l'ambiente esterno. Senza stress. La perizia e il successo nella vita profes-
sionale testimoniano la validità della didattica di Villa Monte", spiega ancora il
Dipartimento cantonale. - La scuola sorge isolata su una collina affacciata sulla
Linthebene. Confina da un lato con il bosco, dall'altro ci sono il frutteto, il giardi-
no e l'orto dei bambini, il campo da calcio, il pergolato, una vecchia nave di legno
per giocare ai pirati. Ogni stanza è un paradiso, attrezzata con angoli destinati a
al gioco e all'apprendimento, ogni oggetto è studiato a fini pedagogici. Inutile
cercare banchi e lavagne, qui non si fa lezione frontale. Un gruppo di bambini per
piano, seguiti da almeno un insegnante, pedagogista o tirocinante. Al piano terra
i più piccini, a partire dai tre anni, al primo gli alunni della scuola primaria, all'ul-
timo quelli della secondaria. Nella casa accanto abitano i direttori, una coppia,
che si dedica con grande impegno alla scuola. Gli adulti sono presenti solo per ri-
spondere alle domande, riordinare, aiutare e intervenire quando i bambini non
riescono a fare da soli. Quasi inesistenti gli elogi, rari i rimproveri, nessuna puni-
zione. Niente compiti, niente esami, niente voti.
Le regole sono solo tre: trattarsi con rispetto, essere ordinati, restare nello spazio
stabilito attorno all'edificio, "Moltissimo", ribadisce il Cantone "viene scoperto
ed elaborato attraverso le azioni, anche nell'ambito della matematica e della lingua
ed p quello che colpisce di più. Le competenze personali, sociali e specifiche sono
poste sullo stesso piano". Vige un ordine non organizzato, è tutto un via vai, un
riempire gli zaini, improvvisare picnic. Niente urla, niente zuffe, si sta insieme in ar-
monia. "Noi diamo fiducia ai nostri ragazzi", spiega la fondatrice e direttrice della
scuola, Rosemarie Scheu, 62 anni. "Siamo convinti che tutti troveranno la loro stra-
da". Gli alunni non vengono mai persi di vista, gli adulti sanno sempre dove sono e
cosa fanno. "Tutti gli alunni, il corpo insegnante e i genitori dichiarano che in que-
sta scuola la violenza non esiste. Forse dipende dal fatto che gli alunni non sono og-
getto di alcuna costrizione e possono programmare e gestire liberamente la loro
giornata scolastica"-
Continua... to be continued...
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giovedì 26 giugno 2014
TECNOLOGIA / Internet - L'auto stampata in 3D e inventata da un italiano
26 giugno '14 - giovedì 26th June / Thursday visione post - 8
Un italiano, Michele Anoè, ha inventato
la prima automobile da stampare in 3D. E ha
sbaragliato concorrenti da tutto il mondo.
Sarà realizzata in un unico pezzo grazie
all'hitech di ultima generazione.
(da 'la Repubblica' - 20/06/2014 - Riccardo Luna)
A settembre stampano la prima auto in 3D. Vuol dire che l'intera carrozzeria di una
macchina uscirà come un unico pezzo da una stampante in 3D. Non sarà un giocatto-
lino. Sarà un'auto vera, teoricamente funzionante(con il motore elettrico di una Renault).
Accadrà l'8 settembre, all'International Manufacturing Show di Chicago. Per scegliere
c'è stata una gara mondiale. Hanno partecipato in più di duecento. E ha vinto un designer
italiano. Ignoto alle cronache fino a qualche giorno fa. Si chiama Michele Anoè, ha 49 an-
ni, è nato a Mestre ma vive a Torino da quando lavora. Ha sbaragliato la concorrenza in-
ternazionale nei ritagli di tempo, dice senza vantarsene: è un dato di fatto, ci ha provato
e basta. C'era questa gara, indetta da Local Motors, una società che sta a Phoenix, in
Arizona, diventata famosa qualche anno fa perchè si è messa a realizzare automobili - a
volte un pò tamarre - progettate in crowdsourcing, con la collaborazione via Internet di
migliaia di persone. Un modello, la Rally Fighter, ha pure avuto un buon successo di mer-
cato. Poi si sono buttati sulla moda del momento: la stampa 3D. Hanno fatto un accordo
con un laboratorio di ricerca, l'Oak Ridge National Laboratory, si sono costruiti una stam-
pante 3D su misura e hanno lanciato la gara mdettendo in palio qualche migliaio di dollari
ma soprattutto il fatto che il progetto vincente sarebbe stato effettivamente realizzato. E
ha vinto la "Strati" di Michele Anoè, un duetto con una linea super aggressiva. Sembra
un fumetto.
INTERVISTA all'autore (M. Anoè)
Dov'è l'innovazione? -
'Il fatto che si proverà a fare tutto o quasi in un unico passaggio di stampa 3D. Per questo
non ci sono porte, è tutto ridotto all'essenziale. Il processo sarà assieme addittivo . Stam-
pa 3D - e sottrattivo - con la fresatura di alcune parti realizzata con la stessa macchina'.
Quante ore ci vogliono a stampare un auto? -
'Lo vedremo, ma credo un paio di giorni al massimo'.
In quale materiale sarà fatto? -
'Plastica rinforzata con fibre di carbonio o fibre di vetro'.
Un anno fa è stata presentata un'latra auto stampata in 3D, Urbee, ma sembrava un
giocattolino rispetto alla Strati -
'Loro hanno stampato in 3D quello che oggi si stampa in lamiera e plastica, con una
nuova tecnologia bisogna fare cose diverse. Infatti Urbee2 sarà fatta come l'auto di
local Motors'.
Ma che senso ha stampare una intera auto come un pezzo unico? -
'Dal punto di vista industriale è una follia, perchè se rompi un pezzo devi cambiare tutta
la macchina. Ma siamo in una terra di frontiera. Se mettiamo assieme tante cose di que-
sti giorni - l'auto che si guida da sola di Google, Elon Musk che libera tutti i brevetti del-
la Tesla elettrica, e questa storia di Local Motors - vediamo l'auto che non c'è ancora, Il
futuro arriva'.
Come hai cominciato? -
'Lavoravo con mio padre, a Mestre: aveva una concessionaria di macchine agricole.
Montavo e smontavo biciclette in garage già da piccolo. Ci mettevamo dei carretti
dietro e facevamo le gare. Avevo 11 anni'.
Che studi hai fatto? -
'Le scuole tutte iniziate e abbandonate: professionale meccanica, ragioneria. poi nel 1990
ho vinto un concorso per disegnare "l'automobile europea", e mi sono iscritto a una scuo-
la di design di Torino, lo IAAD. Il pregio di quella scuola è che aveva molti insegnanti che
venivano dal mondo Fiat. Infatti dopo qualche mese all'Aprilia sono stato assunto in Fiat
dove sono rimasto quattro anni'.
Continua... to be continued...
Un italiano, Michele Anoè, ha inventato
la prima automobile da stampare in 3D. E ha
sbaragliato concorrenti da tutto il mondo.
Sarà realizzata in un unico pezzo grazie
all'hitech di ultima generazione.
(da 'la Repubblica' - 20/06/2014 - Riccardo Luna)
A settembre stampano la prima auto in 3D. Vuol dire che l'intera carrozzeria di una
macchina uscirà come un unico pezzo da una stampante in 3D. Non sarà un giocatto-
lino. Sarà un'auto vera, teoricamente funzionante(con il motore elettrico di una Renault).
Accadrà l'8 settembre, all'International Manufacturing Show di Chicago. Per scegliere
c'è stata una gara mondiale. Hanno partecipato in più di duecento. E ha vinto un designer
italiano. Ignoto alle cronache fino a qualche giorno fa. Si chiama Michele Anoè, ha 49 an-
ni, è nato a Mestre ma vive a Torino da quando lavora. Ha sbaragliato la concorrenza in-
ternazionale nei ritagli di tempo, dice senza vantarsene: è un dato di fatto, ci ha provato
e basta. C'era questa gara, indetta da Local Motors, una società che sta a Phoenix, in
Arizona, diventata famosa qualche anno fa perchè si è messa a realizzare automobili - a
volte un pò tamarre - progettate in crowdsourcing, con la collaborazione via Internet di
migliaia di persone. Un modello, la Rally Fighter, ha pure avuto un buon successo di mer-
cato. Poi si sono buttati sulla moda del momento: la stampa 3D. Hanno fatto un accordo
con un laboratorio di ricerca, l'Oak Ridge National Laboratory, si sono costruiti una stam-
pante 3D su misura e hanno lanciato la gara mdettendo in palio qualche migliaio di dollari
ma soprattutto il fatto che il progetto vincente sarebbe stato effettivamente realizzato. E
ha vinto la "Strati" di Michele Anoè, un duetto con una linea super aggressiva. Sembra
un fumetto.
INTERVISTA all'autore (M. Anoè)
Dov'è l'innovazione? -
'Il fatto che si proverà a fare tutto o quasi in un unico passaggio di stampa 3D. Per questo
non ci sono porte, è tutto ridotto all'essenziale. Il processo sarà assieme addittivo . Stam-
pa 3D - e sottrattivo - con la fresatura di alcune parti realizzata con la stessa macchina'.
Quante ore ci vogliono a stampare un auto? -
'Lo vedremo, ma credo un paio di giorni al massimo'.
In quale materiale sarà fatto? -
'Plastica rinforzata con fibre di carbonio o fibre di vetro'.
Un anno fa è stata presentata un'latra auto stampata in 3D, Urbee, ma sembrava un
giocattolino rispetto alla Strati -
'Loro hanno stampato in 3D quello che oggi si stampa in lamiera e plastica, con una
nuova tecnologia bisogna fare cose diverse. Infatti Urbee2 sarà fatta come l'auto di
local Motors'.
Ma che senso ha stampare una intera auto come un pezzo unico? -
'Dal punto di vista industriale è una follia, perchè se rompi un pezzo devi cambiare tutta
la macchina. Ma siamo in una terra di frontiera. Se mettiamo assieme tante cose di que-
sti giorni - l'auto che si guida da sola di Google, Elon Musk che libera tutti i brevetti del-
la Tesla elettrica, e questa storia di Local Motors - vediamo l'auto che non c'è ancora, Il
futuro arriva'.
Come hai cominciato? -
'Lavoravo con mio padre, a Mestre: aveva una concessionaria di macchine agricole.
Montavo e smontavo biciclette in garage già da piccolo. Ci mettevamo dei carretti
dietro e facevamo le gare. Avevo 11 anni'.
Che studi hai fatto? -
'Le scuole tutte iniziate e abbandonate: professionale meccanica, ragioneria. poi nel 1990
ho vinto un concorso per disegnare "l'automobile europea", e mi sono iscritto a una scuo-
la di design di Torino, lo IAAD. Il pregio di quella scuola è che aveva molti insegnanti che
venivano dal mondo Fiat. Infatti dopo qualche mese all'Aprilia sono stato assunto in Fiat
dove sono rimasto quattro anni'.
Continua... to be continued...
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