giovedì 22 maggio 2014

Sport - calcio / serie A - 38^ e ultima giornata 2013/14

22 maggio '14 - giovedì           22nd May / Thursday                visione post - 26

Risultati delle partite
Udinese      3      Catania    2    Genoa   1     Juventus   3     Chievo   2     Fiorentina   2
Sampdoria   3     Atalanta   1     Roma    0      Cagliari    0     Inter      1     Torino         2

Lazio        1     Milan        2     Napoli     5     Parma     2
Bologna   0     Sassuolo   1      Verona   1     Livorno   0

Classifica finale
JUVENTUS (campione)  102  /   Roma 85  /   Napoli   78  /   Fiorentina   65  /   Inter   60  /
Parma  58  /   Torino, Milan   57  /   Lazio   56  /   Verona   54  /   Atalanta   50  /
Sampdoria   45  /   Genoa, Udinese   44  /   Cagliari   39  /   Chievo   36  /   Sassuolo   34  /  
Catania   32  /   Bologna   29  /   Livorno   25 

LA JUVE E LA CARICA DEI 102
Tutto lo 'Juventus Stadiium' ai piedi di Antonio Conte /
Gli ultrà provano a rovinare tutto: ma finalmente il resto
dei tifosi reagisce / Pirlo: "Volevamo vincere per superare
i cento punti" / Llorente: "Il gol più importante è stato al
Verona: era un momento delicato ed era il primo".
La Roma perde anche in casa del Genoa e chiude a -17.
Finisce amaramente per il Toro con Cerci che sbaglia il 
rigore decisivo al 94' . Ne approfitta il Parma che entra
in Europa League. Per il Milan inutile vittoria col Sas-
suolo. 
Situazione finale con quadro completo
Scudetto  -  Juventus
Retrocesse in serie B  -  Bologna, Catania, Livorno
Champions League  -  Juventus, Roma, Napoli
Europa League  -  Fiorentina, Inter, Parma


I marziani e il nulla dietro di loro   (1^ parte)
Dietro ogni numero c'è sempre una storia, un racconto da interpretare.   Chi parla di 
freddezza delle cifre non le conosce e non le ama. E questo cubitale 102 bianconero
ha  il fascino  misterioso  di una creatura  mai vista, è un meteorite  precipitato sulla
Terra: se ne parlerà per decenni, forse finchè la gente avrà voglia di giocare a pallo-
ne, finchè esisteranno campionati e squadre. E' l'Everest: più in alto non si va.
Qui siamo molto oltre la statistica r i record: 102 punti rappresentano infatti la sostanza
di una squadra formidabile, irraggiungibile, la sua continuità e il suo codice genetico.
Ma sono anche  la dimensione  di una voragine, la profondità dell'abisso, perchè tra  la
Juventus  e  gli altri  c'è il nulla, o quasi. 17 punti più della Roma, seconda, e 24 più del
Napoli, terzo. Settanta punti più del Catania  terzultimo, cioè il primo dei sommersi: si-
gnifica che il campionato non p uno ma almeno tre, o quattro, un insieme di blocchi lon-
tanissimi, di forze assurdamente diseguali, colpa anche  della paurosa eclisse di Milan
e Inter. La prova, superflua, che venti squadre  sono troppe  e  che il livello medio del
nostro calcio è sempre più basso, e non certo per colpa della Juve che passeggia sulle
macerie.
Non si vincono 33 partite su 38, e 19 su 19 in casa, se molti tra gli avversari non sono
friabili o smarriti.  Aveva ragione Capello, con buona pace di Conte: la serie A  non è
allenante, e questa è la faccia nascosta (ma neanche troppo) della Luna bianconera.
Due eliminazioni consecutive in Europa, contro avversari in fondo appena normali co-
me Galatasaray e Benfica, nel cuore della trionfale campagna d'Italia misurano le di-
stanze e la strada ancora da percorrere.    Del resto, senza consapevolezza del limite
non cresce nessuno.
(da la Repubblica / RSport - 19/05/'14 - Maurizio Crosetti)

Disuguaglianze anche nel calcio della A
Con l'introduzione dei 3 punti in classifica, in caso di vittoria di una
squadra, si era detto a suo tempo che ci sarebbe stato un bel balzo
in avanti di chi se ne avvantaggiava, e che quindi  gli scarti  tra un
team e l'altro sarebbero stati più notevoli. E ciò è puntualmente av-
venuto. Ma da circa due, forse tre anni questi balzi e scarti si stan-
no facendo sempre più netti e marcati, fino ad arrivare, quest'anno
a dei distacchi quasi astronomici.  Le cause sono diverse, ma certa-
mente la più sicura, palpabile è l'abbassamento del livello tecnico-
tattico di parecchie squadre, e poi la mancanza di talenti registi al 
livello di quelli avuti in passato, e pure di bomber attaccanti  puri.
E qui la nota dolente è la sovrabbondanza di giocatori stranieri, e
la mancanza di un settore giovanile nostrano vero e proprio: si sa,
è il mercato aperto che non fa crescere giocatori italiani più o me-
no talentuosi. Ormai si va alla ricerca dei pezzi pregiati, per lo più
stranieri, si formano squadre forti con giocatori (di solito atranieri)
più pagati sul mercato - la stessa Juventus ha seguito questo trend
(con successo, naturalmente) - e intanto i piccoli club si devono ac-
contentare degli scarti (in maggioranza italiani) che spesso non so-
no più tanto giovani (Toni, Di Natale e lo stesso Totti sono stati ec-
cezioni) ma fanno gruppo e spesso panchina. Insomma c'è mancan-
za di giovani giocatori italiani, che abbiamo trascurato sempre più
per cercare i fuoriclasse stranieri, che spesso sono invece dei flop,
e l'investimento in giovani vivai locali è ormai fatto da pochissime
squadre- E poi a lungo andare la differenza si vede, in termini so-
prattutto di disuguaglianza nei risultati e in classifica.  (Lucianone)

Lucianone

Storie - Usa / sport: generosità di gemella

22 maggio '14 - giovedì             22nd May / Thursday                  visione post - 5

La corsa delle gemelle tredicenni
che ha commosso l'America
E' la generosità di una sorella o qualcosa di più?

(da 'Corriere della Sera' - 16/05/2014 - Paolo Di Stefano)
La favola di Claire che soccorre la gemella e la porta al traguardo
"Quando tratti  con tuo fratello. sii cortese, ma guarda di avere un testimone".   
E' un pensiero del poeta greco Esiodo, che in tutta evidenza non doveva essere 
particolarmente fiducioso nei rapporti tra consanguinei. Forse avrebbe cambiato 
idea se avesse visto  le fotografie  di Chloe Gruenke  e  della sua gemella  Claire,
tredici anni: l'una, Chloe, presa sulle spalle  dall'altra, Claire, lungo la pista di
atletica di Trenton, nell'Illinois, durante gli 800 metri di corsa organizzati dal-
la scuola media della città. 
Il racconto  -  Chloe è in testa ma sente un forte dolore alla coscia e sulla prima 
curva del secondo giro si lascia cadere per terra: Claire è indietro, con il gruppo, 
e avvicinandosi alla sorella dolorante decide di fermarsi, le chiede cos'è successo,
non ci pensa due volte e se la carica sulle spalle. Mancano 370 metri all'arrivo  e
Claire a piccoli passi, con il suo doppio in lacrime sulla schiena, , stringe i denti,
comincia a sentire l'urlo della folla che la spinge ad andare avanti e non molla.
Le loro compagne-avversarie hanno già tagliato il traguardo , ma prima dell'ar-
rivo Claire non è abbastanza  contenta della sua generosità, fa scendere sua so-
rella e la esorta a precederla. Chloe la trascina con sè e arrivano insieme.
Pubblico in delirio. "Guarda di avere un testimone". Sulla pista di Trenton ce
n'era qualche centinaio, di testimoni. Compreso l'allenatore delle gemelle, che
intervistato da una tv locale ha detto quel che doveva dire: "Alleno da vent'an-
ni, ho seguito più di duecento gare, ma è la prima volta che mi sono scese le la-
crime. Una scena del genere vale più di un trofeo".    Anche papà Gruenke ha
detto quel che non poteva non dire: "Sono orgoglioso delle mie figlie".
La televisione  ha ripreso le immagini, e le due ragazze, che a vederle  correre
non sembrano modelli di eleganza atletica, sono diventate due eroine del fair
play sportivo. Biondine, la stessa coda di cavallo, la stessa carnagione pallida,
la stessa fronte spaziosa, la stessa casacca arancione, Claire decisamente  più
minuta di Chloe, che nel sorriso giulivi esibisce un vuoto infantile tra i denti.
Forse ha ragione Esiodo  -  Per un gesto del genere non basta essere fratelli,
bisogna essere qualcosa in più. Bisogna avere convissuto per nove mesi nello
stesso  grembo  materno, bisogna essere (stati)  etimologicamente  simbiotici,
un'anima in due corpi, bisogna che uno consideri l'altro la parte migliore di
sè, come dice lo scrittore Giorgio Pressburger  parlando del siuo fratello ge-
mello Nicola: "E' la parte migliore di me".  E chissà se Claire avrebbe avuto
lo stesso istinto di soccorso se Chloe fosse stata "solo" la sua sorella. Ma pro-
babilmente  non è vero  neanche questo, se si va a sfogliare la letteratura sul-
l'argomento: non solo "I due gemelli" dello stesso Pressburger", un roman-
zo di grande sottigliezza psicologica che racconta la rivalità (ambigua) dovu-
ta all'amore per la stessa donna.   Tanto meno se si ricorre a Carlo Goldoni,
che in una nota commedia mise in scena i garbugli, destinati a risolversi tra-
gicamente, che nascono dall'identità dello sciocco Zanetto e del saggio Toni-
no, non copie ma opposti e complementari l'uno all'altro.


Le due gemelline che hanno commosso gli americani
ll filone letterario dei gemelli , in effetti, viene da molto lontano e precede
persino la leggenda fratricida di Romolo e Remo, affondando nel mito. Ma 
insomma, in genere, a conti fatti, non si può  dare  tutto il torto  a  Esiodo,
benchè Plauto  cerchi  di smentirlo, buttandola nel comico, con i suoi due
Menecmi, omonimi oltre che identici e solidali a vita. Fu il modello cui si
ispirò Shakespeare quando scrisse la celebre  "Commedia degli equivoci",
dove la coppia gemellare viene ulteriormente raddoppiatam creando una
vertigine farsesca. - Va da sè che di tutto ciò sono giustamente ignare le
due sorelle Gruenke...

Lucianone