14 dicembre '15 - lunedì 15th December / Monday visione post - 16
(da 'L'Arena' - 10/ 12/ '15 - Ferdinando Camon)
Una minaccia da non lanciare
Le parole pronunciate da Putin hanno molti significati nascosti, e in questo momento le
diplomazie del mondo si stanno arrovellando per tirarli fuori. Dice Putin che i suoi missili
da crociera, come quelli sparati da un sottomarino, "possono essere armati sia con testate
convenzionali sia con testate speciali, cioè nucleari". Ma, ha aggiunto, "certamente nulla di
questo è necessario nella lotta ai terroristi, e spero che non sarà mai necessario". E' una fra-
se esprime potenza e minaccia e che poi cerca di rassicurare. Ma guardiamo bene, que-
sta frase. Un sottomarino russo di nuova generazione, silenzioso e invisibile ai radar, ha spa-
rato missili da crociera contro due bastioni dell'Isis nelle vicinanze di Raqqa, usati come for-
tezze militari e depositi di armi. Gli obiettivi sono stati centrati e distrutti. E' dopo questa
constatazione che Putin ha lanciato il suo avvertimento, per dire : "Possiamo caricare questi missili con testate nucleari, e in un attimo cancellare l'Isis". La riserva è: "Se fosse necessa-
rio". Adesso ritiene che non sia necessario e per questo non lo fa. Lui vuole la vittoria sul-
l'Isis, la cancellazione dell'isis, e per ottenerla userà lo sforzo necessario. Con queste parole Putin assume la guida del fronte armato contro l'Isis, quella guida che anche ieri l'America
ha rifiutato. Il capo del Pentagono ha fatto ieri due dichiarazioni che sembrano in contrad-
dizione: da una parte ha ammesso che "siamo in guerra con l'Isis", e dall'altra ha ricordato
che l'America invierà elicotteri Apache e consiglieri militari, ma non soldati, perchè non vuole "americanizzare il conflitto".
Dunque siamo a una svolta: l'America vuole starne fuori, la Russia vuole entrarci dentro.
Noi non possiamo dimenticare che la preda finale che l'Isis vuole ingoiare siamo noi, noi
Europa, noi Italia, noi Roma: che succede, non possiamo più sentirci difesi dall'America,
dobbiamo sentirci difesi dalla Russia? La nostra difesa passa attraverso l'uso di ordigni
nucleari? Sganciati dove? Putin ha i mezzi per sparare missili nucleari da sottomarini
invisibili ma spararli "dove", su Raqqa? Raqqa è la capitale del sedicente Califfato, è
immagin ci sono dentro dei terroristiabile una testata "non conven
zionale" che vada a
cadere sulla capitale? Noi europei non abbiamo mai pensato di bruciare una città perchè
ci sono dentro dei terroristi: abbiamo sempre pensato che bisogna eliminare i terroristi,
non gli abitanti. La minaccia di Putin non doveva nemmeno essere pensata. ma ormai è
stata pensata e pronunciata. E ora non è più tra le cose irreali.
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La divinizzazione del capo carismatico ha sempre, come corrispettivo, l'elaborazione
paranoica di un Nemico Totale. Non è possibile un'idealizzazione istituzionale senza
una demonizzazione istituzionale. Il capo divinizzato ha, come antagonista, un demone.
Stalin poteva nascondere tutti i suoi atroci misfatti, i bagni di sangue compiuti sul suo
popolo e sui suoi compagni perchè guidava la grande battaglia contro il demone capitalista.
Hitler giustificava i suoi crimini accusando gli ebrei di ogni male. Khomeini e Bin Laden
guidano la guerra santa islamica contro il Grande Satana occidentale.
(da "Leader e masse " - Francesco Alberoni, 2007)
Lucianone
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