31 dicembre 2012 - lunedì 31st December / Monday visioni post - 8
Hellas Verona: vittoria fondamentale per la promozione Sassuolo: la cinquina di Cesena lo fa volare sulle quarte/quinte Livorno: le prodezze di Dionisi e Siligardi lo tengono saldo al 2° posto
Alla 22^ giornata della B record di reti, poi si tornerà a giocare il 26/01/'12.
Il Sassuolo torna al successo con 5 marcatori diversi, e dopo il k.o. di Livorno torna a +4. / Un super Daniele Cacia regala la vittoria al Verona. che si impone 3-1 sul Modena. L'attaccante gialloblù fa letteralmente impazzire la retroguar- dia del Modena e si carica il Verona sulle spalle per un successo forse decisivo in chiave promozione. / Il Livorno evita la sconfitta con una bella Juve Stabia. Verona - Modena 3 - 1 Anche stavolta il Verona fatica: male il primo tempo, bene il secondo. Per quasi un'ora la conferma di una squadra in crisi di gioco, ma non di risultati. Poi la sorpresa di una squadra in netta ripresa. In mezzo, il Modena che non ha sfigu- rato, tutt'altro. "La differenza l'ha fatta l'episodio del 2-1", ha detto l'allenatore del Modena, il saggio Marcolin. - Lo squalificato Mandorlini può così vedere il bicchiere mezzo pieno: il distacco dal Livorno si è ridotto a 4 punti, la striscia positiva continua (2 vittorie e 2 pareggi) e soprattutto gli uomini chiave Bacino- vic, Hallfredsson, Jorginho) hanno dato evidenti segni di ripresa dopo una dor- mitina che sembrava allungarsi troppo. Il bicchiere mezzo vuoto è quell'ora di sofferenza contro un Modena che sembrava più solido e organizzato, che pal- leggiava con Moretti e aggrediva con Osuji, piccolo nigeriano con la grinta di Gattuso.
31 dicembre 2012 - lunedì 31 December / Monday visioni post - 14
( da 'la Repubblica' - 14 dicembre '12) Le speranze dell'America (di Joseph E. Stiglitz)
Dopo una durissima campagna elettorale costata molto- più di 2 miliardi di dollari, molti osservatori hanno l'impressione che non molto sia cambiato nella politica Usa. Barack Obama è tuttora presidente, i repubblicani continuano ad avere il controllo della Camera dei Rappresentanti e i democratici conser- vano la maggioranza al Senato. Col nuovo anno, l'America fronteggerù il "fiscal cliff" (dirupo fiscale): un meccanismo automatico di aumento delle imposte e taglio delle spese, probabilmente destinato a spin- gere l'economia verso la recessione, a meno che non si trovi un accordo bipartisan su una politica fiscale alternativa. In queste condizioni , cosa si può immaginare di peggio di una perdurante situazione di stallo? Di fatto. però, le elezioni americane hanno avuto alcuni effetti salutari. Per prima cosa, hanno dimostrato che neppure le spese più sfrenate dei gruppi privati bastano a comprare il risultato elettorale; e che il cam- biamento demografico in atto negli Stati Uniti potrebbe segnare la fine dell'estremismo del Partito repub- blicano. - La campagna di "disenfranchisement" (esproprio dei diritti civili) condotta da questo partito, ad esempio in Pennsylvania, tentando di ostacolare in tutti i modi il voto dei latinos e degli afro-americani, ha avuto un effetto boomerang: di fronte a questa minaccia, molti si sono sentiti doppiamente motivati a a impegnarsi per esercitare i loro diritti. Tanto che nel Massachussetts Warren, docente di diritto a Harvard e infaticabile combattente per difendere i comuni cittadini dagli abu- si delle banche, si è conquistata un seggio al Senato. Sembra che alcuni dei consulenti di Mitt Romney siano stati colti di sorpresa dalla vittoria di Obama, con- vinti com'erano che l'interesse degli elettori fosse focalizzato solo sui problemi economici del momento. Li ritenevano evidentemente incapaci di ricordare che proprio la deregulation, fortemente voluta dai re- pubblicani, ha portato l'economia sull'orlo della catastrofe; e che è stata la loro intransigenza al Congres- so a contrastare una politica più adatta a fronteggiare la crisi del 2008. I repubblicani avrebbero inoltre fatto meglio a non sottovalutare l'interesse dei cittadini per tematiche come quelle dei diritti civili e del- la parità tra i generi. Queste questioni sono parte essenziale dei valori di un Paese, di ciò che si intende per democrazia e tutela dell'individuo contro l'eccessiva intrusione dei poteri statali. E oltre tutto, questi problemi hanno anche una valenza economica. Come ho spiegato nel mio libroThe Price of Inequality (Il prezzo della disuguaglianza) le crescenti sperequazioni economiche negli Usa vanno in gran parte ascritte alla sproporzionata influenza esercitata sui governi dai ceti più abbienti, col solo scopo di trince- rarsi dietro i loro privilegi. Ma ovviamente, anche i problemi inerenti ai diritti in materia riproduttiva, o al matrimonio tra gay, hanno implicazioni economiche di rilievo. - A fronte dei problemi di politica eco- nomica del prossimo quadriennio, è comunque il caso di rallegrarsi per l'esito delle elezioni, soprattutto per lo scampato pericolo: gli Stati Uniti rischiavano di vedersi imporre misure che aqvrebbero aggrava- to le tendenze recessive, inasprito le sperequazioni, costretto gli anziani a sacrifici sempre maggiori e precluso a milioni di cittadini l'accesso alle cure mediche. Detto questo, oggi gli americani dovrebbero augurarsi una serie di importanti misure: innanzitutto una legge veramente efficace per il lavoro, basata su ivestimenti nella scuola, nell'assistenza sanitaria, tecnologia e nelle infrastrutture, con l'obiettivo di stimolare l'economia, rilanciare la crescita e ridurre la disoccupazione, generando così un incremento del gettito fiscale di gran lunga superiore ai costi. In secondo luogo una serie di interventi finalizzati a risolvere la crisi degli alloggi provocata dall'ondata di sfratti e pignoramenti di case. In terzo luogo, un ampio programma per promuovere ele opportunità economiche e ridurre le disuguaglianze, affinchè nei prossimi decenni l'America cessi di essere il Paese sviluppato con le maggiori sperequazionie il più basso livello di mobilità sociale. - A tal fine dovremmo avere un sistema fiscale equo e più progressivo, eliminando le distorsioni e le scappatoie che concedo- no agli speculatori e ai miliardari aliquote effettive inferiori a quelle imposte a chi lavora per vivere, o di ricorrere alle isole Cayman per non pagare il dovuto.
Una diversa politica energetica di Washington sarebbe vantaggiosa non solo per gli Usa, ma per il mondo intero: non dovremmo limitarci ad accrescere la produzione interna ma focalizzarci so- prattutto sul risparmio energetico, a fronte dei rischi del riscaldamento globale. In campo scientifico e tecnologico, la politica americana dovrebbe tenere conto dell'importanza di disporre di strutture solide nel campo della ricerca di base, per conseguire gli incrementi di produttività indispensabili a migliorare a lungo termine il tenore di vita della popolazione. Infine, gli Stati Uniti hanno bisogno di un sistema finanziario non fine a se stesso. Un sistema posto al servizio della società, e non centrato su attività di tipo speculativo. La normativa per il settore finanziario va dunque riformata, con leggi antitrust e di corporate- governance, e con misure attuative adeguate, per evitare che i mercati si trasformino in qualco- sa di molto simile a un casinò. - La globalizzazione, con la crescente interdipendenza di tutti gli Stati del pianeta, comporta anche la necessità di una maggiore cooperazione. Dovremmo augu- rarci che l'America assuma un ruolo di guida in un'azione di riforma del sistema finanziario glo- bale, attraverso regole internazionali più rigorose e un sistema di global reserve. Dobbiamo trovare modi migliori per affrontare i problemi della ristrutturazione dei debiti sovra- ni, del riscaldamento globale, della democratizzazione delle istituzioni economiche internazionali, e per dare aiuto ai Paesi più poveri.
Pur esortando gli americani a sperare che tutto questo possa accadere, personalmente non sono molto ottimista. E' più probabile che l'America si accontenti di tirare avanti con una serie di mi- sure parziali: un altro piccolo programma per gli studenti in lotta o per i proprietari di alloggi, o la revoca dei tagli d'imposta concessi da Bush ai milionari. Ma non c'è da aspettarsi una riforma generale del sistema fiscale, e neppure una drastica riduzione delle spese militari, o un progres- so significativo per contrastare il riscaldamento globale. La crisi dell'euro, probabilmente destinata a protrarsi, e il perdurante disagio dell'America, non sono di buon auspicio per una crescita globale. Ma il peggio è che in assenza di una forte leader- ship americana, i problemi globali che da tempo ci assillano - dal cambiamento climatico alla pressante necessità di riforme del sistema monetario internazionale - continueranno ad aggra- varsi. Eppure, malgrado tutto, dobbiamo essere riconoscenti: meglio restare fermi che correre nella direzione sbagliata".