venerdì 2 novembre 2012

Libro / intervista - Psichiatria: le allucinazioni di Sacks

2 novembre 2012 - venerdì      2nd November / Friday                           visioni post - 21   
                                                                                                        
Oliver Sacks: "Nel mio ultimo libro 'Hallucinations' 
vi racconterò  le mie visioni/allucinazioni"
Il 6 novembre esce il nuovo libro del neurologo, autore di
"Risvegli" (da cui era stato tratto anche il film).
Dopo le "confessioni psichedeliche", Sacks ha rilasciato
un'intervista  psicologica.

(da 'la Repubblica' - Salute / 23 ottobre 2012 )
Allucinazione è inganno del cervello, prendere per reale un oggetto visivo o sonoro
che non esiste. Lo psichiatra Henry Ey l'ha definita "una percezione senza oggetto
da percepire". Nei manuali è catalgata tra i disturbi della percezione.
E 'Hallucinations' è l'ultima fatica letterario-scientifica del neurologo-star Oliver Sacks
che uscirà negli Stati Uniti il 6 novembre ed è già in offerta sui principali siti editoriali
per la prenotazione.
La tesi di Sacks è che l'allucinazione non è prerogativa dei "matti": esistono vari tipi
di allucinazioni non psicotiche. Fa parte di noi, della condizione e della storia umana (in
varie culture l'uso di piante o sostanze allucinogene era ricercato).
Sul New Yorker  di agosto (ne ha parlato Repubblica il 22 agosto) una meditazione
confessione di Sacks anticipava gli aspetti più personali del libro, gli anni (i favolosi '60)
delle sue esperienze 'psichedeliche' e della sua dipendenza.
Ora altri particolari emergono nell'intervista ("Che cosa ho imparato dalle mie allucina-
zioni") al neurologo britannico, autore di 'Risvegli', 'L'occhio della mente', 'L'uomo che
scambio sua moglie per un cappello'.
L'intervista (di Jean Francois Marmion per la rivista francese Le Circle Psi) apparirà,
tradotta, sul numero di novembre del bimensile Psicologia contemporanea, diretta da
Anna Oliverio Ferraris.
Racconta Sacks: "Io avevo forti tendenze autodistruttive, al punto
che i miei amici non credevano che sarei vissuto fino ai 30-40 anni...".
E poi aggiunge: "In questi quasi 50 anni ho oscillato tra la dipenden-
za dalla psicoanalisi e quella dai trattamenti farmacologici".
Sacks riparte da problemi personali (come in vari suoi libri) parlando
delle sue disfunzioni della percezione visiva:  fin da piccolo non rico-
nosce luoghi e volti. Da ragazzino "per strada mi perdevo molto fa-
cilmente, a scuola non riuscivo a riconoscere i compagni: attribuivo
tutto a sbadataggine , non pensavo a problemi percettivi..."


Quando, dopo 35 anni di distacco, ha rivisto il fratello in Australia
ed ha saputo che aveva le sue stesse difficoltà si è chiesto se non
si trattasse di un fatto genetico. "Ora ho imparato a conviverci...:
spesso è la mia assistente Kate che riconosce le persone al posto
mio... mi evita di abbracciare degli sconosciuti!".
Ma sei anni fa, in un cinema alla vigilia di Natale, "prima che co-
minciasse il film, ho visto improvvisamente come un'esplosione di
luce da una parte dell'occhio". Dopo due giorni la diagnosi: mela-
noma all'occhio. I medici decisero di eliminare il tumore sacrificando
anche la retina: dal 2009 il suo occhio è pieno di sangue ma sembra
che il tumore si sia arrestato. Ma seguarda uno spazio vuoto, come
ad esempio un soffito, "ho una lacuna nel campo visivo, e sono inva-
so da allucinazioni, in particolare da motivi geometrici".
Ma perchè il cervello nel momento iin cui non può trattare le informazio-
ni provenienti dal sistema visivo produce allucinazioni?  Sacks sostiene
che le aree visive del cervello sono sempre attive.   In alcuni casi si stimo-
lano da sole... "Nelle allucinazioni più complesse delle mie percepire e im-
magire sono la stessa cosa per il cervello.   Quando si hanno allucinazioni
di volti di persone, ad esempio (non è il mio caso!) le zone del cervello de-
stro utilizzate normalmente per riconoscere i volti sono in superattività.
Sia dal punto di vista fisiologico che fenomenologico le allucinazioni com-
plesse assomigliano quindi enormemente alle percezioni, e possono essere
considerate come tali, a torto, dal soggetto".
Il neurologo britannico spiega la distinzione tra le sue allucinazioni musicali
(ne ha parlato in Musicofilia: esclusivamente la musica di Chopin si trasfor-
mava  per lui in martellamento metallico). e quelle visive. Con Chopin il pro-
blema era "la perdita di senso della tonalità a causa di una emicrania".
Nel suo specifico caso  le cause sarebbero l'uso di troppi medicinali e, con-
fessa, "permettere ai miei sentimenti di invadermi completamente".
Il nuovo libro, Hallucinations, spiega Sacks, distingue  questi tipi di alluci-
nazioni da quelle tipiche della schizofrenia (le "voci" che danno ordini...). - 
Persone con emicrania possono semtire odori strani, vedere archi di luci ab-
baglianti o minuscole, lillipuziane figure di uomini  o animali: gli ipovedenti
si  possono  paradossalmente  immergere  nella  vista  di  un  mondo
fantastico allucinatorio: chi ha forti febbri può vedere macchie di colori,
volti meravigliosi o terrificanti; c'è chi è visitato dai defunti e chi ha crisi
mistiche.  E certe allucinazioni possono derivare da deprivazioni, intossi-
cazioni, lesioni, malattie, farmaci. - "Quando una volta mi è accaduto di
fare dei sogni strani dopo un viaggio in Brasile, il mio psicanalista (Sono
in analisi da 46 anni! Siamo invecchiati insieme, lui e io...)   mi ha detto:
lei ha fatto più sogni strani  in queste due settimane che negli ultimi 20
anni. Che cosa sta succedendo? Niente di particolare, ho pensato io, poi
mi sono reso conto che in quel periodo assumevo un medicinale che, tra
gi effetti collaterali, comportava quello di provocare sogni particolari o
allucinazioni, Il mio è senz'altro uno psicoanalista molto attento!".

Lucianone

Politica - Esteri / Scozia verso l'indipendenza

2 novembre 2012 - venerdì      2nd November / Friday      visioni post - 11

Scozia - Sempre più voglia di secessione
Salmond e Cameron hanno firmato l'intesa per l'indipendenza della
Scozia. -  La decisione potrebbe rappresentare l'inizio della fine  del
Regno Unito. - Fra due anni il referendum.

(dal 'Corriere della Sera' - 16 ottobre 2012 . di Fabio Cavalera)
Senza acrimonia e come vecchi amici , David Cameron e Alex
Salmond si sono stretti la mano  a Edimburgo per ratificare il 
patto che porta dritto  al referendum per l'indipendenza della
Scozia: si voterà nell'autunno del 2014 e si esprimeranno an-
che i sedicenni. La posta in gioco è sicuramente storica ma il
premier britannico e il leader scozzese si sono comportati co-
me due gentiluomini  evitando di drammatizzare  e trovando
un punto di mediazione. Cameron ha dovuto cedere sia sulla
data  (avrebbe preferito anticiparlo  per non dare tempo alla
propaganda  secessionista  di acquisire proseliti) sia sull'al-
largamento della base elettorale (le percentuali dei giovani
favorevoli al distacco da Londra sono in crescita).
Salmond, che è il numero uno dello 'Scottish National Party',
si è invece piegato sul quesito che sarà uno solo e secco:  si
o no al Regno Unito. Gli sarebbe molto piaciuto inserirne un
secondo, una sorta di scappatoia, sui maggiori poteri  da de-
volvere a Edimburgo: se non separazione, più devoluzione.
Furbo e abile, AlexSalmond sa infatti che la maggioranza
dei suoi concittadini e compatrioti è nazionalista  ma non
indipendentista, che vuole più autonomia ma non l'addio
traumatico.  Con due quesiti referendari avrebbe comun-
que vinto la partita.   Con un quesito, e per giunta tanto
chiaro, la scommessa di Salmond diventa un azzardo. Ma
lui confida: anche alle elezioni nel 2011 era dato per per-
dente, poi nelle ultime settimane mise al tappeto laburisti,
liberaldemocratici, conservatori, la schiera degli "unioni-
sti", e vinse nella sua Scozia divenendone "First Minister".

Il referendum sarà completamente "made in Scotland".
Londra e Edimburgo  per qualche settimana  hanno alzato
un pò la voce sul diritto scozzese di organizzare òla consul-
tazione lasciando Westminter fuori dai giochi.. E alla fine
il compromesso è stato che il parlamento britannico appro-
verà un legge che "garantisce a Holyrood"  (la vecchia re-
sidenza dei monarchi scozzesi) "il potere di tenere un refe-
rendum sull'indipendenza con un'unica domanda".
Cameron e Salmond hanno siglato l'accordo quadro ma
l'organizzazione e la data (probabile l'ottobre 2014) sa-
ranno di competenza esclusiva delle autorità scozzesi.
Due anni di campagna elettorale sono lunghi e i toni
per provare a cancellare gli "Atti di Unione" del 1707
si accenderanno.


Per il momento prevale il 'fair play'.  David Cameron sottolinea
che "questa era la decisione giusta da prendere", la maggioranza
degli scozzesi ha dato la preferenza a un partito che insisteva per
la consultazione e "io faccio in modo che si svolga e sia legale".
Alex Salmond  parla di "passo decisivo nel viaggio verso l'auto-
governo di una florida, progressista e indipendente Scozia".
Le intenzioni di voto per la separazione non superano  a oggi il
32/35 per cento.
Abbasso Londra, viva Londra. Alex Salmond porta a casa il re-
ferendum che aveva promesso, ma se perde si ritrova con un pu-
gno di mosche in mano: che farà dopo?  David Cameron, sulla
carta, ha la prospettiva di passare alla storia (evento poco pro-
babile) come l'ultimo premier del Regno Unito.
Ed Miliband, leader laburista, ha pure di che preoccuparsi per-
chè, se la Scozia  (bacino di consensi  per il suo partito)  se ne 
va, A Westminster lui si ritrova una maggioranza tory per altri
30 anni.   Sarà un referendum interessante per molte ragioni,
storiche e politiche. Tranquilli i Windsor: i secessionisti hanno
giurato che non abbandoneranno il Commonwealth e che Eli-
sabetta manterrà la posizione di capo di Stato.
Comunque finirà: God save the Queen.

Lucianone