Oliver Sacks: "Nel mio ultimo libro 'Hallucinations'
vi racconterò le mie visioni/allucinazioni"
Il 6 novembre esce il nuovo libro del neurologo, autore di
"Risvegli" (da cui era stato tratto anche il film).
Dopo le "confessioni psichedeliche", Sacks ha rilasciato
un'intervista psicologica.
(da 'la Repubblica' - Salute / 23 ottobre 2012 )
Allucinazione è inganno del cervello, prendere per reale un oggetto visivo o sonoro
che non esiste. Lo psichiatra Henry Ey l'ha definita "una percezione senza oggetto
da percepire". Nei manuali è catalgata tra i disturbi della percezione.
E 'Hallucinations' è l'ultima fatica letterario-scientifica del neurologo-star Oliver Sacks
che uscirà negli Stati Uniti il 6 novembre ed è già in offerta sui principali siti editoriali
per la prenotazione.
La tesi di Sacks è che l'allucinazione non è prerogativa dei "matti": esistono vari tipi
di allucinazioni non psicotiche. Fa parte di noi, della condizione e della storia umana (in
varie culture l'uso di piante o sostanze allucinogene era ricercato).
Sul New Yorker di agosto (ne ha parlato Repubblica il 22 agosto) una meditazione
confessione di Sacks anticipava gli aspetti più personali del libro, gli anni (i favolosi '60)
delle sue esperienze 'psichedeliche' e della sua dipendenza.
Ora altri particolari emergono nell'intervista ("Che cosa ho imparato dalle mie allucina-
zioni") al neurologo britannico, autore di 'Risvegli', 'L'occhio della mente', 'L'uomo che
scambio sua moglie per un cappello'.
L'intervista (di Jean Francois Marmion per la rivista francese Le Circle Psi) apparirà,
tradotta, sul numero di novembre del bimensile Psicologia contemporanea, diretta da
Anna Oliverio Ferraris.
Racconta Sacks: "Io avevo forti tendenze autodistruttive, al punto
che i miei amici non credevano che sarei vissuto fino ai 30-40 anni...".
E poi aggiunge: "In questi quasi 50 anni ho oscillato tra la dipenden-
za dalla psicoanalisi e quella dai trattamenti farmacologici".
Sacks riparte da problemi personali (come in vari suoi libri) parlando
delle sue disfunzioni della percezione visiva: fin da piccolo non rico-
nosce luoghi e volti. Da ragazzino "per strada mi perdevo molto fa-
cilmente, a scuola non riuscivo a riconoscere i compagni: attribuivo
tutto a sbadataggine , non pensavo a problemi percettivi..."
Quando, dopo 35 anni di distacco, ha rivisto il fratello in Australia
ed ha saputo che aveva le sue stesse difficoltà si è chiesto se non
si trattasse di un fatto genetico. "Ora ho imparato a conviverci...:
spesso è la mia assistente Kate che riconosce le persone al posto
mio... mi evita di abbracciare degli sconosciuti!".
Ma sei anni fa, in un cinema alla vigilia di Natale, "prima che co-
minciasse il film, ho visto improvvisamente come un'esplosione di
luce da una parte dell'occhio". Dopo due giorni la diagnosi: mela-
noma all'occhio. I medici decisero di eliminare il tumore sacrificando
anche la retina: dal 2009 il suo occhio è pieno di sangue ma sembra
che il tumore si sia arrestato. Ma seguarda uno spazio vuoto, come
ad esempio un soffito, "ho una lacuna nel campo visivo, e sono inva-
so da allucinazioni, in particolare da motivi geometrici".
Ma perchè il cervello nel momento iin cui non può trattare le informazio-
ni provenienti dal sistema visivo produce allucinazioni? Sacks sostiene
che le aree visive del cervello sono sempre attive. In alcuni casi si stimo-
lano da sole... "Nelle allucinazioni più complesse delle mie percepire e im-
magire sono la stessa cosa per il cervello. Quando si hanno allucinazioni
di volti di persone, ad esempio (non è il mio caso!) le zone del cervello de-
stro utilizzate normalmente per riconoscere i volti sono in superattività.
Sia dal punto di vista fisiologico che fenomenologico le allucinazioni com-
plesse assomigliano quindi enormemente alle percezioni, e possono essere
considerate come tali, a torto, dal soggetto".
Il neurologo britannico spiega la distinzione tra le sue allucinazioni musicali
(ne ha parlato in Musicofilia: esclusivamente la musica di Chopin si trasfor-
mava per lui in martellamento metallico). e quelle visive. Con Chopin il pro-
blema era "la perdita di senso della tonalità a causa di una emicrania".
Nel suo specifico caso le cause sarebbero l'uso di troppi medicinali e, con-
fessa, "permettere ai miei sentimenti di invadermi completamente".
Il nuovo libro, Hallucinations, spiega Sacks, distingue questi tipi di alluci-
nazioni da quelle tipiche della schizofrenia (le "voci" che danno ordini...). -
Persone con emicrania possono semtire odori strani, vedere archi di luci ab-
baglianti o minuscole, lillipuziane figure di uomini o animali: gli ipovedenti
si possono paradossalmente immergere nella vista di un mondo
fantastico allucinatorio: chi ha forti febbri può vedere macchie di colori,
volti meravigliosi o terrificanti; c'è chi è visitato dai defunti e chi ha crisi
mistiche. E certe allucinazioni possono derivare da deprivazioni, intossi-
cazioni, lesioni, malattie, farmaci. - "Quando una volta mi è accaduto di
fare dei sogni strani dopo un viaggio in Brasile, il mio psicanalista (Sono
in analisi da 46 anni! Siamo invecchiati insieme, lui e io...) mi ha detto:
lei ha fatto più sogni strani in queste due settimane che negli ultimi 20
anni. Che cosa sta succedendo? Niente di particolare, ho pensato io, poi
mi sono reso conto che in quel periodo assumevo un medicinale che, tra
gi effetti collaterali, comportava quello di provocare sogni particolari o
allucinazioni, Il mio è senz'altro uno psicoanalista molto attento!".
Lucianone