giovedì 21 gennaio 2016

Economia / società - Scoprire la 'sharing economy'

21 gennaio '15 - giovedì               21st January / Thursday                  visione post - 15

E' importane essere aggiornati su questioni e termini importanti che riguardano
il campo economico (e nel caso specifico della sharing economy pure l'aspetto
sociale).   Quando riesco a scovarne, attraverso mie ricerche o anche per caso,
metto subito da parte il relativo articolo (di solito da quotidiani) per poi farne
uso in questo mio blog, e mettere il tutto a disposizione dei lettori-visitatori.
Ecco allora la volta del termine "sharing economy", che ho pescato dalla pagina
'Milano' su la Repubblica.
(Lucianone) 

(da la Repubblica - 20 nov. '15 - Milano / Come cambia la città - Alessandro Rosina)
Il valore sociale della sharing economy
Qualche mese fa scrivevamo su queste pagine che la sharing economy non è solo una app.
E' molto di più, come ha confermato la terza edizione di "Sharitaly" che si è tenuta la set-
timana scorsa a Milano e che aveva proprio come sottotitolo "Non solo app. L' economia
collaborativa nelle aziende, nelle pubbliche amministrazioni e nel terzo settore". Scopo di  
tale manifestazione - promossa da Collaboriamo e da Trailab con il patrocinio del Comune 
di Milano - è stato quello sia di arricchire  il dibattito teorico sulla sharing economy, sia di
favorire la crescita concreta dell'economia collaborativa a Milano e in Italia.
La sharing economy viene spesso fatta coincidere con l'innovazione del car sharing e con la
rivoluzione di Uber e di Airbnb, ma è molto di più.   E' vero che l'economia collaborativa è 
stata favorita dall'innovazione digitale e dalle nuove potenzialità offerte dal web, ma non
è solo una questione di app.  E' vero che è stata stimolata dalla crisi economica, ma non è
solo una questione di costi più bassi. E' vero che sta cambiando il modo di intendere il rap-
porto tra possesso e accesso a beni e servizi, ma non è solo una questione economica. - 
E' tutto questo assieme e molto di più. La convenienza economica è importante nel breve
periodo, ma l'elemento caratterizzante  che può renderla  un nuovo paradigma vincente
nel medio e lungo periodo è quello sociale e relazionale.
Collaborazione e condivisione hanno bisogno di fondarsi sulla fiducia. Su questo punto cruciale l'Italia ha una sua specificità che in parte è un vantaggio e in parte un limite.
Uno dei tratti salienti del modello sociale e di welfare dei Paesi dell'Europa mediterranea
è la forte solidarietà. La grande propensione al sostegno reciproco  e  alla collaborazione
si esprime però soprattutto all'interno di reti ristrette, in particolare in quella familiare e
parentale. Sono molti gli studi e le ricerche che  mostrano come  i caratteri antropologici
siano stati e ancor siano in grado di condizionare il modello economico. Rispetto agli altri
Paesi sviluppati da noi è da sempre più forte la fiducia data ai contatti più stretti  che alla
società più ampia e alle istituzioni. In altre parole, nei Paesi mediterranei dominano i lega-
mi forti della famiglia e della comunità locale, mentre poco sviluppati sono i cosiddetti "le-
gami deboli" che invece favoriscono l'interazione sociale ampia.
Questo non significa che in Italia la sharing economy non sia destinata a decollare, ma pro-
duce due implicazioni. La prima è che, come accaduto anche per altre innovazioni che si so-
no dovute confrontare in modo non scontato con il modello culturale italiano, può richiede-
re un pò più di tempo prima di consolidarsi pienamente. La seconda è che avrà molta più possibilità di successo, come mostrano  anche varie  esperienze positive  di crowdfunding,
all'interno delle comunità locali interagendo sinergicamente con il welfare comunitario
Se però c'è un luogo in Italia in cui i legami deboli sono più attivi e dove i processi di inno-
vazione vengono anticipati è Milano. Grazie anche al ruolo del Comune, questa città sta di
fatto già diventando un laboratorio di sperimentazione di modelli di produzione collabora-
tiva e di consumo condiviso. Una Milano che sempre meno sembra accontentarsi di essere
la capitale finanziaria e sempre più può cogliere la sfida di un'economia diversa, più capa-
ce di creare valore sociale.

Lucianone