7 novembre 2011 - lunedì 7th November / Monday visioni del post: 7
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GOVERNO 1 - Calderoli vede Berlusconi: si discute su "passo indietro" -
Il ministro delle Semplificazioni Roberto Calderoli ha avuto un incontro
nel pomeriggio ad Arcore . dove si è trattenuto per circa tre ore - con il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, come emissario della Lega Nord
i cui vertici sono riuniti da questa mattina nella sede milanese di via Bellerio.
Secondo una fonte leghista, Calderoli avrebbe proposto a Berlusconi di fare
"un passo indietrolasciando la guida del governo, dicendosi anche disponibile
a sostenere un nuovo candidato premier del Pdl", suggerito dallo stesso
Berlusconi.
Secondo la stessa fonte, però, la risposta del cavaliere sarebbe stata negativa:
"Ho i numeri per andare avanti", ha risposto Berlusconi.
(da Agenzia Reuters Italia - Giancarlo Navach / da it.reuters.com) -
GOVERNO 2 - Gianfranco Fini vede G. Letta, Schifani e opposizioni -
Fitta rete di colloqui sulla crisi di governo del presidente
della Camera Gianfranco Fini oggi a Montecitorio.
Nel pomeriggio il leader del Fli ha prima visto il leader dell'Udc Pier Ferdinando
Casini. - Poi ha avuto un colloquio di circa un'ora con il presidente del senato
Renato Schifani. - Ma il colloquio che ha più incuriosito i cronisti è stato con il
sottosegretario alla presidenzadel Consiglio Giannio Letta, mentre si attende di
capire quale sarà il futuro del governo guidato da Silvio Berlusconi.
Stamani Letta ha detto che anche se il governo dovesse cadere, gli impegni presi
in ambito economico rimarrebbero invariati.
Lucianone
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lunedì 7 novembre 2011
Inchiesta - Approfondimenti - Genova in ginocchio. Perchè?
L' INCHIESTA - Disastro alluvione nel nord Italia
Liguria e Genova in ginocchio. Perchè?
Solo colpa delle alluvioni, peraltro previste con buon anticipo?
Naturalmente no. Ci sono altre colpe. Vediamole una pe una.
- CORSI DEVIATI e LAVORI MAI FATTI -
La conseguenza: tutti i torrenti intorno a Genova sono bombe a orologeria.
Per la manutenzione dei torrenti e di tutto l'aspetto idrogeologico le risorse
tagliate sono state dell' 84 % in cinque anni.
Nessun cantiere per ridurre la pericolosità della rete fluviale è stato aperto.
Solo metà dei piani di emergenza per l'evacuazione dei cittadini è aggiornato.
La spiegazione del perchè nel 2011 un nubifragio, violento ma annunciato,
riesca a mettere in ginocchio una città intera con torrenti che straripano e persone
che muoiono, è anche nelle parole amare del decano dei professori di sicurezza
idraulica, Luigi D'Alpaos, ordinario all'Università di Padova. E' dal 1966 che studia
le centinaia di alluvioni che hanno colpito l'Italia.
Lucianone:
dicendo le cose come stanno:
IN ITALIA, ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LE ALLUVIONI,
LA POLITICA NON HA MAI VOLUTO IMPARARE DAL PASSATO, MA
SE NE E' SEMPRE FREGATA E CON LA COSTRUZIONE SELVAGGIA E
DUNQUE CON LA CEMENTIFICAZIONE HA LUCRATO A DANNO DEI CITTADINI!!
Continuiamo a leggere dalla Carta Stampata, da "la Repubblica" di Domenica 6 novembre 2011 -
Il dossier - pag. 8
"La politica, a tutti i livelli, non ha mai voluto imparare dai disastri del passato -
:dice D'Alpaos - e non finanzia la difesa del territorio perchè non porta voti. E' un
problema culturale, e oggi anche economico". Cosa bisognerebbe fare, dunque?
Già nel 2005 i Piani di assetto idrogeologico hanno elencato, regione per regione,
gli interventi per ridurre la pericolosità della rete fluviale italiana.
In quei Piani di assetto sono indicati centinaia di invasi di trattenuta temporanea del-
l'acqua da costruire a monte dei centri abitati sia per controllare le piene sia per ri-
durre la velocità dell'acqua. "Un invaso da 60 milioni di metri cubi - spiega D'Alpaos - risolverebbe ad esempio il problema delle piene per fiumi come il Piave e il Bacchiglio-
ne. Costa 150 milioni di euro".
Nei Pai (Piani di assetto idrogeologico) sono indicate le dighe di laminazione per control-
lare lo straripamento e le aree golenali da ripristinare spostando case e aziende. Una
mappa fiume per fiume. In tutto servono 41 miliardi di euro. E' quanto ha stanziato il mi-
nistero dell'Ambiente? I fondi straordinari per le opere di difesa del territorio - si legge
in un dossier dell'Ance, l'associoazione dei costruttori - ammontano sulla carta a 2 miliar-
di, tra Stato e Regioni.
In realtà nessun cantiere di quelli previsti è stato aperto. Sono stati erogati appena 300
milioni di euro, e solo per tamponare le emergenze dell'ultimo biennio.
FONDI RIDOTTI e RISORSE TAGLIATE per la MANUTENZIONE
Per la manutenzione dei corsi d'acqua (la pulizia degli alvei e il rimboschimento delle
sponde, per aumentare la solidità e la capacità drenante delle acque) va ancora peggio.
I fondi ordinari assegnati dal ministero sono stati ridotti, negli ultimi 5 anni, dell'84%.
Erano 550 milioni nel 2008, saranno 84 nel 2012.. Briciole. "La manutenzione spetta agli
enti locali - spiega l'ingegnere Paola Paglia, della Protezione Civile - ma senza l'aiuto del-
lo Stato nessuna amministrazione riesce a trovare risorse nel proprio bilancio per la cura
dei canali".
Diciamo poi che l' Italia è oggettivamente un Paese difficile come territorio. L' 82% dei
comuni è ad "alta criticità idrogeologica", in Valle d'Aosta, Umbria, Molise e Basilicata
lo sono tutti. Sono a rischio circa 3,5 milioni di italiani. "Nonostante ciò - dice Giorgio
Zampetti di Legambiente -e nonostante nubifragi sempre più frequenti a causa dei cam-
biamenti climatici, le amministrazioni concedono permessi a costruire in aree vietate
dai PAI, quelle ad alto rischio a ridosso dei fiumi. A volte anche sopra. A Reggio Cala-
bria ci sono cantieri nella Fiumara dell'Annunziata, a Milano il fiume Seveso è stato co-
perto da edifici e strade, a Genova c'è un palazzo che ha i pilastri portanti nell'alveo del
torrente Chiaravagna!!!". Quando la piena arriva in città come queste , sfondando gli
stretti canali sotto le strade e le case, c'è poco da fare.
I POSSIBILI RIMEDI
"Bisognerebbe 'stombare' i torrenti sotterraneiri come il Fereggiano a Genova - propone
Zampetti - rimuovendo le coperture dove possibile. alzando ponti e gallerie, allontanando
le strade dagli argini". Tutto ciò significa rivoltare l'assetto urbanistico della città.
In casi di calamità dovrebbero anche scattare i piani di emergenza per l'evacuazione e la
sicurezza dei cittadini. Il 70 per cento dei comuni italiani ne ha uno, ma solo nel 50 per cento
dei casi è aggiornato e a norma di legge. E sulla comunicazione ai cittadini c'è ancora molto
da fare.
NOTA BENE di
Lucianone:
Per quanto riguarda i piani di emergenza per l'evacuazione e la sicurezza dei cittadini,
invito ad andare a vedere e leggere il post di questo blog riguardante: l'uragano Irene:
29 agosto in Attualità - New York: l'uragano Irene - Grande cronaca e polemica .
Un momento della seconda alluvione nel centro di Genova
Lucianone
Liguria e Genova in ginocchio. Perchè?
Solo colpa delle alluvioni, peraltro previste con buon anticipo?
Naturalmente no. Ci sono altre colpe. Vediamole una pe una.
- CORSI DEVIATI e LAVORI MAI FATTI -
La conseguenza: tutti i torrenti intorno a Genova sono bombe a orologeria.
Per la manutenzione dei torrenti e di tutto l'aspetto idrogeologico le risorse
tagliate sono state dell' 84 % in cinque anni.
Nessun cantiere per ridurre la pericolosità della rete fluviale è stato aperto.
Solo metà dei piani di emergenza per l'evacuazione dei cittadini è aggiornato.
La spiegazione del perchè nel 2011 un nubifragio, violento ma annunciato,
riesca a mettere in ginocchio una città intera con torrenti che straripano e persone
che muoiono, è anche nelle parole amare del decano dei professori di sicurezza
idraulica, Luigi D'Alpaos, ordinario all'Università di Padova. E' dal 1966 che studia
le centinaia di alluvioni che hanno colpito l'Italia.
Lucianone:
dicendo le cose come stanno:
IN ITALIA, ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LE ALLUVIONI,
LA POLITICA NON HA MAI VOLUTO IMPARARE DAL PASSATO, MA
SE NE E' SEMPRE FREGATA E CON LA COSTRUZIONE SELVAGGIA E
DUNQUE CON LA CEMENTIFICAZIONE HA LUCRATO A DANNO DEI CITTADINI!!
Continuiamo a leggere dalla Carta Stampata, da "la Repubblica" di Domenica 6 novembre 2011 -
Il dossier - pag. 8
"La politica, a tutti i livelli, non ha mai voluto imparare dai disastri del passato -
:dice D'Alpaos - e non finanzia la difesa del territorio perchè non porta voti. E' un
problema culturale, e oggi anche economico". Cosa bisognerebbe fare, dunque?
Già nel 2005 i Piani di assetto idrogeologico hanno elencato, regione per regione,
gli interventi per ridurre la pericolosità della rete fluviale italiana.
In quei Piani di assetto sono indicati centinaia di invasi di trattenuta temporanea del-
l'acqua da costruire a monte dei centri abitati sia per controllare le piene sia per ri-
durre la velocità dell'acqua. "Un invaso da 60 milioni di metri cubi - spiega D'Alpaos - risolverebbe ad esempio il problema delle piene per fiumi come il Piave e il Bacchiglio-
ne. Costa 150 milioni di euro".
Nei Pai (Piani di assetto idrogeologico) sono indicate le dighe di laminazione per control-
lare lo straripamento e le aree golenali da ripristinare spostando case e aziende. Una
mappa fiume per fiume. In tutto servono 41 miliardi di euro. E' quanto ha stanziato il mi-
nistero dell'Ambiente? I fondi straordinari per le opere di difesa del territorio - si legge
in un dossier dell'Ance, l'associoazione dei costruttori - ammontano sulla carta a 2 miliar-
di, tra Stato e Regioni.
In realtà nessun cantiere di quelli previsti è stato aperto. Sono stati erogati appena 300
milioni di euro, e solo per tamponare le emergenze dell'ultimo biennio.
FONDI RIDOTTI e RISORSE TAGLIATE per la MANUTENZIONE
Per la manutenzione dei corsi d'acqua (la pulizia degli alvei e il rimboschimento delle
sponde, per aumentare la solidità e la capacità drenante delle acque) va ancora peggio.
I fondi ordinari assegnati dal ministero sono stati ridotti, negli ultimi 5 anni, dell'84%.
Erano 550 milioni nel 2008, saranno 84 nel 2012.. Briciole. "La manutenzione spetta agli
enti locali - spiega l'ingegnere Paola Paglia, della Protezione Civile - ma senza l'aiuto del-
lo Stato nessuna amministrazione riesce a trovare risorse nel proprio bilancio per la cura
dei canali".
Diciamo poi che l' Italia è oggettivamente un Paese difficile come territorio. L' 82% dei
comuni è ad "alta criticità idrogeologica", in Valle d'Aosta, Umbria, Molise e Basilicata
lo sono tutti. Sono a rischio circa 3,5 milioni di italiani. "Nonostante ciò - dice Giorgio
Zampetti di Legambiente -e nonostante nubifragi sempre più frequenti a causa dei cam-
biamenti climatici, le amministrazioni concedono permessi a costruire in aree vietate
dai PAI, quelle ad alto rischio a ridosso dei fiumi. A volte anche sopra. A Reggio Cala-
bria ci sono cantieri nella Fiumara dell'Annunziata, a Milano il fiume Seveso è stato co-
perto da edifici e strade, a Genova c'è un palazzo che ha i pilastri portanti nell'alveo del
torrente Chiaravagna!!!". Quando la piena arriva in città come queste , sfondando gli
stretti canali sotto le strade e le case, c'è poco da fare.
I POSSIBILI RIMEDI
"Bisognerebbe 'stombare' i torrenti sotterraneiri come il Fereggiano a Genova - propone
Zampetti - rimuovendo le coperture dove possibile. alzando ponti e gallerie, allontanando
le strade dagli argini". Tutto ciò significa rivoltare l'assetto urbanistico della città.
In casi di calamità dovrebbero anche scattare i piani di emergenza per l'evacuazione e la
sicurezza dei cittadini. Il 70 per cento dei comuni italiani ne ha uno, ma solo nel 50 per cento
dei casi è aggiornato e a norma di legge. E sulla comunicazione ai cittadini c'è ancora molto
da fare.
NOTA BENE di
Lucianone:
Per quanto riguarda i piani di emergenza per l'evacuazione e la sicurezza dei cittadini,
invito ad andare a vedere e leggere il post di questo blog riguardante: l'uragano Irene:
29 agosto in Attualità - New York: l'uragano Irene - Grande cronaca e polemica .
Un momento della seconda alluvione nel centro di Genova
Lucianone
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