martedì 27 marzo 2012

Il racconto - Della scrittrice Banana Yoshimoto

28 marzo 2012 - mercoledì       28th March / Wednesday

Banana Yoshimoto vive in Giappone (è nata nel 1965) e ha vissuto i giorni
terribili dello tsunami e poi del disastro nucleare Fukushima: Ha voluto dare
testimonianza con un racconto pubblicato in una rivista giapponese e quindi
recentemente tradotto e pubblicato anche da 'la Repubblica' (10 marzo 2012)
in prima pagina e poi ripreso a pag. 19 di Mondo.
Ma prima di riportare il bellissimo racconto della scrittrice Banana Yoshimoto,
voglio in sintesi dare gli altri titoli che quel giorno sempre su 'la Repubblica'
comparivano sulla stessa pagina:
Finito l'effetto Fukushima  riscossa dell'atomo nelle potenze emergenti
Già pronte 60 nuove centrali nucleari  -  Altri 163 reattori sono già stati 
ordinati secondo i dati della World Nuclear Association.
La maggior parte degli impianti vedrà la luce in Asia,  soprattutto
in Cina e in India. 
(Lascio a voi lettori le facili conclusioni; comunque ritornerò su questo
argomento in un prossimo post lasciando spazio all'Inchiesta)
                                                            Banana Yoshimoto


IL racconto                             (B. Yoshimoto)


LA FELICITA' UN ANNO DOPO LO TSUNAMI
(I miei libri della felicità un anno dopo Fukushima)


Proverò a spiegare come ha cambiato in me il terremoto di un anno fa
e quali letture mi ha ispirato.   E' una sensazione traumatica: ancora 
oggi in me il senso del tempo rimane confuso.  A volte sono convinta 
che sia divenuto realtà qualcosa che ho visto in un sogno, e che sia 
successo un anno fa quanto è accaduto l'altro ieri.
Accidenti, ci sono arrivata anch'io? Dopo aver vissuto la morte del mio cane, il disastro
del terremoto, le meticolose precauzioni per evitare le sostanze radioattive, la malattia e
la morte di persone intime, ho cominciato a non capire più "quale morte" di "quale
persona" sia importante o no, e per "chi".  Questa affermazione non vuole assoluta-
mente trascurare  le persone che sono morte nello tsunami  o a causa della centrale
nucleare di Fukushima. La verità è che non riesco ancora a capire cosa è successo.
Però, in una cosa, mi sento fortunata: sono potuta ritornare a un principio fonda-
mentale: a pensare alle cose basandomi su un valore di riferimento.   Il punto  di
riferimento è "prendersi cura delle persone".
Adesso poi  io posso essere soddisfatta  anche solo dell'irragionevole felicità   per ciò 
che è successo ieri.  Che giornata piacevole è stata... ieri. Tutti i giorni penso questo.
Mi capita di pensare così anche di una giornata orribile.     "Adesso, proprio questo
momento, è bello":  certo, se riuscissi a raggiungere sempre  un simile livello forse
potrei diventare una contemplativa dotata di poteri miracolosi. purtroppo però resta
da colmare un grande divario.       Nonostante ciò, anche nel caos dell'incrocio di
Shibuya e nei grandi magazzini super-affollati,che prima odiavo, a volte provo una
calda e immotivata felicità.
A volte penso addirittura che quella "io" sia morta un anno fa. E se mi trovo nella
meravigliosa natura, sono ancora più felice, da impazzire, e rimango incantata.
Teruko Takano, a questo proposito diceva:   "Dovremmo porre in basso l'ostacolo
alla felicità, perchè così le cose felici aumentano".  Può darsi che il mio ostacolo
alla felicità  si sia abbassato.  Probabilmente questo fenomeno capita a chi, dopo
un trauma, ha le labbra della ferita più sensibili. Così a me sembra che la vita si
sia trasformata in qualcosa di adorabile: un simile mutamento, ora che sono già
diventata adulta, penso che sia una cosa straordinaria. <nella situazione attuale 
non si sa fino a quando si potrà vivere qui e qualsiasi cosa potrebbe succedere in
qualsiasi momento.   -    Ormai non si sa nemmeno se gli esseri umani possano 
sopravvivere, quindi se ci sarà un.   Perciò se domani arriva, abbiamo avuto un
pizzico di fortuna. Adesso tutte le giornate sono felici e importanti.     Il sole, la
pioggia, tutto ci indica che questo mondo è interessante e prezioso.
Anche prima dell'11 marzo 2011 sono stata sempre un'amante dei fumetti, ma
recentemente mi sono resa conto anche della loro grandezza. Una serie di opere
che Moto Haghio  ha disegnato prima e dopo  il disastro del terremoto, è piena
di forza, impareggiabile dalla stessa letteratura.      Non posso più non pensare
quanto potenti possano essere  le immagini.        E poi c'è il 'Saru' di Daisuke
Igarashi:   l'ho letto proprio nella notte più difficile, mentre non si sapeva che 
cosa poteva succedere alla centrale nucleare. Ma anche qui, la straordinarietà
delle immagini salvava la bellezza della storia e le lacrime mi scorrevano sul
viso. "I giorni banali e incerti della quotidianità stanno salvando il mondo e
lo stanno ricreando":     questo è un tema molto grande, che mi ha sempre
inseguito, ma Igarashi raccontava proprio questo e mi ha fatto venire la vo-
glia di fare sempre di più.
Dopo di che, nel momento  peggiore  della  depressione e quando  ogni
prospettiva appariva buia, ho letto tutti i volumi della collana "Le bizzarre
avventure di Giogio", di Hirohiko Araki. Abbiamo tanti punti in comune:
l'età simile, l'essere maniaci dell'orrore e di ciò che vogliamo fare. Lui però
ha un calibro troppo diverso dal mio. Ma nella Parte 4, Araki ha tentato di 
fare ciò che io ho fatto nel romanzo "A proposito di lei": la storia si svolgeva 
in una normale città giapponese, quindi all'improvviso ho sentito l'autore
molto vicino e alla fine ho letto tutto d'un fiato fino alla parte 7. 
Per quanto riguarda le Parti 7 e 8 , considerandole nel loro complesso, 
ritengo che si sia raggiunto il livello estremo che i giapponesi possono
esprimere in fatto di arte.    E' cioè emerso più volte il seguente tema: 
"Gli esseri umani  dovrebbero avere la possibilità  di poter escogitare 
qualcosa di originale, diventando all'improvviso un vuoto paranormale,
proprio fino all'ultimissimo istante".
Sono diventata una maniaca di Gigio, perchè mi sono commossa alla
coerenza dell'idea che la forza motrice di questo tema non è altro che
l'amore.  Credo di aver imparato da quest'opera grandiosa, una cosa
necessaria per vivere la mia vita. Non smetterò di ricordare le parole
che ho usato anche nel preambolo di un nuovo romanzo:   "In ogni
tua idea c'è speranza, non oscurità, e anche se esiste solo una strada, 
se hai un'idea, anche vaga, quella strada  è senza dubbio   la strada
giusta" (da "Stone Ocean", Parte 6 di 'Le bizzarre avventure di Gigio').


(per gentile concessione della rivista 'Shinchosha' - traduzione di 
Naoaki Kuroda)


Per approfondimenti sulla scrittrice giapponese Banana Yoshimoto
e sulla Sua numerosa produzione letteraria vedere anche:
DIARIO - BOTTLEINTHEAIR

L u c i a n o n e