lunedì 29 febbraio 2016

Storie - In Pakistan 'on the road' con Zenith

29 febbraio '16 - lunedì                  29th February / Monday                  visione post - 6



(da la Repubblica - 22/02/2016 - La storia / Francesca De Benedetti)
" Torna da dove sei venuta! In cucina! ".  Zenith Irfan ha 21 anni e almeno una certezza:
l'ultima cosa che farà è chiudersi in casa a preparare pane chapati o pollo karahi, come in-
vece le intima di fare uno sconosciuto mentre lei attraversa in moto il passo del Khunjerab,
al confine tra il suo Pakistan e la Cina.
Zenith è studentessa di marketing alla School of Economics di Lahore, ma nel suo paese e
ormai in tutto il mondo  è  "One girl, two wheels", la ragazza su due ruote: così ha battez-
zato  il suo seguitissimo blog su Facebook. Ai social, Zenith consegna giorno dopo giorno
io suoi "diari della motocicletta".  "Non sapevo neppure che ci fossero precedenti famosi,
non conoscevo i diari di Che Guevara. Non ho ispiratori se non mio padre",  ci racconta
Zenith. Che però  nel suo piccolo una rivoluzione l'ha fatta: la "rivoluzione a bordo", in
un paese dove  una donna on the road non è la norma ma un tabù, soprattutto nelle zone
rurali, le più conservatrici. In moto si va tutt'al più al seguito di un uomo, sedute rigoro-
samente alla amazzone, a gambe chiuse. Anche la bicicletta è perlopiù "cosa da maschi": 
se ci sale una donna, è costume che lo faccia con le cosce di lato, ben serrate.
Ma ora la "ragazza su due ruote" ispira miriadi di coetanee pachistane, la sua posta Face-
book si intasa di messaggi, altre donne organizzano corse in motocicletta. Com'è comincia-
ta, questa contagiosa  storia d'amore  con una Honda Cd-70?   "Ho perso mio papà quan-
d'ero piccina - racconta Zenith - e a 12 anni mia madre ha sfogliato con me l'album di fa-
miglia. 'Tuo padre aveva un sogno che non ha potuto realizzare, cioè attraversare il Paki-
stan in moto', mi ha detto insinuando in me l'idea che quel sogno potesse rivivere grazie
a me". L'idea per un pò è rimasta in cantina assieme ai ricordi. Poi "nel giugno del 2015,
alla School of Economics ci hanno dato una settimana di pausa. Mi chiedevo cosa fare ed
è stato allora che mi sono ricordata di quell'idea folle: il viaggio in moto. Tutta la famiglia
mi ha dato una mano, mio fratello mi ha venduto la sua Honda, mia madre l'ha convinto
a insegnarmi a usarla".
Quell'estate Zenith mette in borsa una torcia, ginocchiere, jeans e magliette, crema solare,
corde elastiche, coltellino pieghevole  e  insetticida.  Trova spazio  anche  per il make-up, 
"ma l'essenziale".  La sua prima avventura a due ruote dura cinque giorni, è un tour del
Kashmir, con tappa a Muzaffarabad.   "E' stato così bello che ci ho preso gusto. Appena
ho potuto, sono risalita sulla Honda  per un viaggio  di tre settimane  fino al confine  con 
la Cina, al passo del Khunjerab". E' stato lì che un uomo le ha urlato di "tornarsene a ca-
sa", ma lei ha tirato dritto.  "Non mi sono mai sentita sola, anche perchè ero con un grup-
petto di motociclisti; nessuno ha tentato di molestarmi. Ma devo dire che le reazioni della
gente, a vedere una donna su due ruote, spesso erano di stupore o fastidio. Quando mi fer-
mavo a chiedere informazioni tutta bardata con il casco  e  le protezioni. il più delle volte 
mi scambiavano per un maschio. Ma poi, quando capivano che ero una femmina, rimane-
vano così scioccati che non davo loro  neppure  il tempo di reagire: un rombo di motori e
ripartivo a gran velocità. L'unico momento in cui ho provato davvero paura è stato vicino 
al lago Saiful Muluk. Mi si sono rotti i freni mentre scendevo lungo le montagne e mi -
salvata facendomi forza con le ginocchia contro il fango. Credetemi, rifarei tutto. Ho desi-
derato queste avventure e mi sono goduta ogni istante.   Mi è piaciuta soprattutto Shigar,
nel nord del Pakistan: era tutto così bello da lasciarmi incantata per giorni". Il diario vir-
tuale di Zenith riempe con le immagini quello che le parole non spiegano: in foto, le ragaz-
zine le si raccolgono attorno estasiate, ci sono  i pashtun  che le sorridono, o lei  seduta  al  
centro della strada bagnata dal sole, mentre medita.  Su Facebook Zenith cita pure Fran-
klin Delano Roosevelt: "L'unica cosa che dovete temere è la paura". "Una donna che viag-
gia da sola è ancora un tabù, come lo è una ragazza che va in moto. Ma io voglio correre
libera", dice lei. E non lascia spazio a incertezze: "Per noi donne le cose possono cambiare,
i social mi consentono  di dare l'ispirazione  a tante altre ragazze. Mi scrivono un sacco di 
messaggi al giorno, ormai ci facciamo coraggio a vicenda nell'inseguire i nostri sogni". La
scelta di Zenith è contagiosa: "Il governo sta attrezzando le donne di scooter, la polizia in-
segna loro a guidarli, la mia esperienza ha ispirato una vera e propria campagna. Si chia-
ma Women on wheels".
Continua... 
to be continued...

Personaggio / musica - Il maestro Ezio Bosso

29 febbraio '16 - lunedì               29th February / Monday                  visione post - 30


(da la Repubblica - 12/02/'16 - L'intervista / Angelo Carotenuto - Bordighera)
L'uomo che ha stupito il festival è un italiano che gira il mondo in carrozzina e domani
(13 febbraio) dirigerà la Lithuanian Orchestra a Vilnius. Non aveva mai inciso un disco, E'
arrivato all'Ariston e i telespettatori sono passati da 11 a 13 milioni. Si è svegliato in testa
alla classifica di iTunes col suo esordio (The 12th room), ha acceso il pc e ha trovato 145
mila persone in più iscritte alla sua pagina Facebook.
Ezio Bosso dal 2011 fa i conti con una malattia neurodegenerativa che agisce sui neuroni.
Mercoledì era all'Ariston, suonava e sorrideva, mentre la violinista dell'orchestra in un an-
golo piangeva. Seduto ai bordi di una piscina a Bordighera, maglia scura e foulard colora-
tissimo, la mattina dopo racconta una rivoluzione. Fuma un paio di sigarette.  E' un uomo
sereno.  "Forse esiste un bisogno di ascoltare cose meno urlate e più sincere. Forse esiste
una necessità di sentirsi meno Superman. Ai miei concerti vengono ragazzi giovani e an-
ziani. Non è vero che la gente non va a sentire Bach e Chopin.  C'è qualcuno  a cui fa co-
modo raccontarlo, per paura che i giovani si accostino a certi autori. La musica è un'azione
condivisa. Uno come me deve togliere la paura che ne esista di noiosa".
Quanto è speciale il piano che lei suona?
"I tasti del mio amico Steinway pesano quasi la metà rispetto agli altri: 29 grammi  contro
56. Altrimenti non ce la farei a suonarli, mi stanco, si gelano le dita. A guardarmi ora sono
persino fichissimo. Ho pure un preparatore, Pietro AzzolaMa fino a poco fa era una discus-
sione continua per avere un piano così".
Perchè s'è dovuto trasferire a Londra?
"Perchè lì hanno avuto sin dall'inizio meno paura della mia musica. Io sono cresciuto con un
fratello più grande di dodici anni e una sorella di sei. Avevamo una chitarrina jazz, un flauti-
no, uno xilofono. I miei erano operai, non giravano soldi veri, presi lezioni da una prozia vec-
chissima, da bimbo  pensavo  fosse nata nel '600.  Quando mi sono diplomato, ho scelto uno
strumento che potesse darmi da vivere: il contrabbasso.  C'erano più posti liberi nelle orche-
stre".
Se la ricorda la sua prima composizione?
"Avrò avuto 11 anni, l'età in cui Mozart era già a 300. Era bruttissima, scritta con una penna
rossa. Sarà chiusa in qualche cassetto o in qualche cassonetto.  A questo punto  sospetto che
verrà fuori postuma,ne sono certo".
Da dove viene la forza della sua ironia? Su twitter ha risposto al blog satirico Spinoza che
prendeva in giro la sua capigliatura "da coglione".
"Non mi sono offeso. Spinoza mi piace un casino. Potrei mai prendermi sul serio?  Io sono
già così, come mi vedete. Se facessi il tronfio, sai che noia. Solo la musica merita tutto l'im-
pegno".
Crede di essere piaciuto perchè la sua storia è esemplare?
"Gli esempi veri non si vedono quasi mai. Ho messo in pubblico le mie mani e la mia faccia.
Cos' come scolto le storie degli altri, ogni tanto provo a raccontare un pezzetto della mia. So-
no un essere umano, uno solo, se vi girate a guardare ne trovate tanti".
Lei è credente?
"Sono diversamente credente. Sono così ateo da non sopportare gli altri atei. Qualsiasi cosa
riguardi la religione, nmasce come un aiuto a vivere. Non è bellissimo? Che noia raccontarsi
che tutto finisce. Il mistero è parte della fede cristiana ma può essere usato con ambivalenza.
Credere è un equilibrio delicato".
In che cosa trova ristoro?
"Nell'ascolto degli altri, negli sguardi, nella capacità di farsi compagnia. Amo le preghiere.
Il Padre nostro è magnifico. Credo nella poesia. In Emily Dickinson, oppure nella sempli-
cità di Prévert.  La musica mi ha dato una bella vita, mi ha fatto viaggiare, conoscere la
filosofia, la pneumologia, la meteorologia. Mi ha fatto incontrare l'amore".
E cosa le ha tolto?
"Da ragazzo mi impediva di andare a giocare a rugby, sport che amo più del calcio.  Col
calcio si litiga, col rugby si va a bere una birra. A sciola ero un caprone, La musica mi ha
insegnato a incuriosirmi, Un amore non può toglierti qualcosa. Mi fanno ridere quelli che
raccontano di essersi sacrificati per amore. Peggio per loro.".
Cosa pensa che possa ancora cambiare nella sua vita?
"E' strano. Sembra che prima di Sanremo io non avessi mai suonato in vita mia. La diffe-
renza è che adesso ve ne siete accorti. Ero su Facebook sin dalla sua apertura. Mi convin-
se un'amica dicendo che serviva a scambiarsi foto. Io sono gentile e rispondo a tutti. Ora
con duemila messaggi al giorno come faccio? Me lo farò spiegare da Morandi.   Solo che
io devo pure studiare. Sono un pò spaventato, poi mi dico che le cose succedono quando
devono succedere".
Vale anche per quello che le è capitato cinque anni fa? Doveva succedere?
"Per forza devo crederlo. Mi guardi. Ho forse un'alternativa? Restare fermi non serve.
Certe volte muovendo un passo, si scopre una luce più bella".
Che cosa le manca oggi?
"Quei bei viaggi lunghi che facevo una volta. In Vietnam, in Argentina, nella Terra del
Fuoco, alla fine del mondo".
Bosso, c'è qualcosa che le fa paura?
"Le paure servono. Non è utile scacciarle. Ho paura che la paura un giorno mi paralizzi.
Questo sì. Ma non vale solo per me. Mi spaventa che possa accadere a chiunque".
_____________________________________________________




Lucianone

Sport - Serie B / 28^ giornata 2015/16

29 febbraio '16 - lunedì               29th February / Monday                  visione post - 9

Risultati delle partite
Novara           1     Cesena    2     Avellino   2     Brescia   2     Crotone   2     Latina      0
Pro Vercelli   1     Cagliari   0     Livorno    1     Como     1      Vicenza   0     Modena   1

Pescara   2     Ternana   2     Trapani         1     Entella    2     Lanciano   1
Ascoli      2     Spezia      2      Salernitana   1     Perugia   1     Bari           0

CLASSIFICA
Cagliari   61  /   Crotone   59  /   Pescara   49  /   Cesena   46  /   Novara   43  /
Virtus Entella, Spezia   43  /   Brescia   42  /   Bari   41  /   Avellino   40  /   Trapani   37  /
Ternana   36  /   Perugia   34  /   Latina   33  /   Ascoli, Modena   32  /  Vicenza   30  /
Pro Vercelli, Lanciano   29  /   Salernitana   26  /   Como   21  


            

Il Commento


Continua... to be continued...