30 aprile 2012 - lunedì 30th April / Monday visualizzazioni totali
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Risultati delle partite
Cagliari -Chievo 0 - 0
Palermo - Catania 1 - 1
Roma - Napoli 2 - 2
Bologna - Genoa 3 - 2
Atalanta - Fiorentina 2 - 0
Inter - Cesena 2 - 1
Lecce - Parma 1 - 2
Novara - Juventus 0 - 4
Siena - Milan 1 - 4
Udinese - Lazio 2 - 0
La classifica
Juventus 77
Milan 74
Napoli / Lazio / Inter Udinese 55
Roma 51
Catania / Parma 47
Atalanta (-6) 46
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lunedì 30 aprile 2012
IDEE / recuperate - La religione del denaro
30 aprile 2012 - lunedì 30th April / Monday visioni del post - 11
Ho ripescato dalla stampa, esattamente da 'la Repubblica', un'interessante
pezzo di Agamben che in prima pagina, nell'inserto de Le idee, fa un'esatto
quadro di quella che è diventata la filosofia del super capitalismo dei no-
stri giorni, dove regna sovrano (oltre al debito) il Dio Dollaro o in altri
termini il Denaro divino, su cui è stato edificato questo nostro mondo
supertecnologico e supercivilizzato, ma anche sottomesso alle multinazio-
nali, sottomesso alle società dei Rating, schiavizzato da banche e banchieri,
che chiedono/pretendono soprattutto alle/dalle nazioni della zona sud-Europa
sacrifici enormi e impossibili per saldare debiti infiniti ma nello stesso tempo
pretendono una crescita irraggiungibile dati ì presupposti sostenuti da una
crescita (ecco, quasta sì continua e sempre più alta) del fisco con tasse che
hanno raggiunto l'apice, ma solo per il momento presente...
Insomma non c'è via d'uscita per la grande massa dei poveri. medio-poveri e
poveracci mentre la piccola parte che ha in mano il capitale vi sguazza libera
e comanda il mondo a suo piacimento.
E tutto è partito dall'importanza sempre più grande che si è data al Denaro
Grande Capo Assoluto Questo articolo di G. Agamben ce lo spiega molto,
ma molto bene.
Buona lettura!
Luciano Finesso
Se la feroce religione del denaro divora il futuro
Per capire che cosa significa la parola 'futuro', bisogna prima capire
che cosa significa un'altra parola, che non siamo più abituati a usa-
re se non nella sfera religiosa: la parola "fede".
Senza fede o fiducia non è possibile futuro, c'è futuro solo se possiamo
sperare o credere in qualcosa. Già, ma che cos'è la fede? David Flusser,
un grande studioso di scienza delle religioni - esiste anche una disci-
plina con questo strano nome - stava appunto lavorando sulla parola
pistis, che è il termine greco che Gesù e gli apostoli usavano per "fede".
Quel giorno si trovava per caso in una piazza di Atene e a un certo pun-
to, alzando gli occhi, vide scritto a caratteri cubitali davanti a sè Trapeza
tes pisteos. Stupefatto per la coincidenza, guardò meglio e dopo pochi se-
condi si rese conto di trovarsi semplicemente davanti a una banca: Tra-
peza tes pisteos significa in greco "banco di credito". Ecco qual era il
senso della parola pistis, che stava cercando da mesi di capire: pistis che
è "fede" è semplicemente il credito di cui godiamo presso Dio e di cui
la parola di Dio gode presso di noi, dal momento che le crediamo.
Per questi Paolo può dire in una famosa definizione che "la fede è
sostanza di cose sperate": essa è ciò che dà realtà a ciò che non esiste
ancora, ma in cui crediamo e abbiamo fiducia, in cui abbiamo messo
in gioco il nostro credito e la nostra parola. Qualcosa come un futuro
ssiste nella misura in cui la nostra fede riesce a dare sostanza, cioè
realtà alle nostre speranze.
Ma la nostra, si sa, è un'epoca di scarsa fede o... di malafede, cioè di
fede mantenuta a forza e senza convinzione. Quindi un'epoca senza
futuro e senza speranze o di futuri vuoti e senza speranze. Ma in
quest'epoca troppo vecchia per credere veramente in qualcosa e troppo
furba per essere veramente disperata, che ne è del nostro credito, che
ne è del nostro futuro? Perchè, a ben guardare, c'è ancora una sfera
che gira tutta intorno al perno del credito, una sfera in cui è andata a
finire tutta la nostra pistis, tutta la nostra fede. - Questa sfera è il
denaro e la banca (la trapeza tes pisteos) è il suo tempio. Il denaro non
è che un credito e su molte banconote (sulla sterlina, sul dollaro,
anche se non - chissà perchè, forse questo avrebbe dovuto insospet-
tirci - sull'euro) , c'è ancora scritto che la banca centrale promette di
garantire in qualche modo quel credito.
La cosiddetta "crisi" che stiamo attraversands - ma ciò che si chiama
"crisi", questo è ormai chiaro, non è che il modo normale in cui fun-
ziona il capitalismo del nostro tempo - è cominciata con una serie
sconsiderata di operazioni sul credito, su crediti che venivano sconta-
ti e rivenduti decine di volte prima di poter essere realizzati. Ciò si-
gnifica , in altre parole, che il capitalismo finanziario - e di riflesso
le banche che ne sono l'organo principale - funziona giocando sul
credito - cioè sulla fede - degli uomini.
Ma ciò significa, anche, che l'ipotesi di Walter Benjamin, secondo
il quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce e
implacabile che sia mai esistita, perchè non conosce redenzione nè
tregua, va presa alla lettera . La Banca - coi suoi grigi funzionari
ed esperti - ha preso il posto della Chiesa e dei suoi preti e, gover-
nando il credito, manipola e gestisce la fede - la scarsa, incerta fi-
ducia - che il nostro tempo ha ancora in se stesso. E lo fa nel modo
più irresponsabile e privo di scrupoli, cercando di lucrare denaro
dalla fiducia e dalle speranze degli esseri umani, stabilendo il cre-
dito di cui ciascuno può godere e il prezzo che deve pagare per esso
(persino il credito degli Stati, che hanno docilmente abdicato alla
loro sovranità). In questo modo, governando il credito, governa
non solo il mondo, ma anche il futuro degli uomini, un futuro che
la crisi fa sempre più corto e a scadenza. E se oggi la politica non
sembra più possibile, ciò è perchè il potere finanziario ha di fatto
sequestrato tutta la fede e tutto il futuro, tutto il tempo e tutte le
attese.
Finchè dura questa situazione, finchè la nostra società che si crede
laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni.
sarà bene che ciscuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle
mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, professori e funzio-
nari delle varie agenzie di rating. - E forse la prima cosa da fare è
di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fa-
re, per rivolgere invece lo sguardo al passato.
Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando
di capire come è potuto avvenire sarà possibile, forse, ritrovare la
propria libertà. L'archeologia - non la futurologia - è la sola via di
accesso al presente.
(da 'la Repubblica' di 16-02-2012 / Le idee di Giorgio Agamben)
Lucianone
Ho ripescato dalla stampa, esattamente da 'la Repubblica', un'interessante
pezzo di Agamben che in prima pagina, nell'inserto de Le idee, fa un'esatto
quadro di quella che è diventata la filosofia del super capitalismo dei no-
stri giorni, dove regna sovrano (oltre al debito) il Dio Dollaro o in altri
termini il Denaro divino, su cui è stato edificato questo nostro mondo
supertecnologico e supercivilizzato, ma anche sottomesso alle multinazio-
nali, sottomesso alle società dei Rating, schiavizzato da banche e banchieri,
che chiedono/pretendono soprattutto alle/dalle nazioni della zona sud-Europa
sacrifici enormi e impossibili per saldare debiti infiniti ma nello stesso tempo
pretendono una crescita irraggiungibile dati ì presupposti sostenuti da una
crescita (ecco, quasta sì continua e sempre più alta) del fisco con tasse che
hanno raggiunto l'apice, ma solo per il momento presente...
Insomma non c'è via d'uscita per la grande massa dei poveri. medio-poveri e
poveracci mentre la piccola parte che ha in mano il capitale vi sguazza libera
e comanda il mondo a suo piacimento.
E tutto è partito dall'importanza sempre più grande che si è data al Denaro
Grande Capo Assoluto Questo articolo di G. Agamben ce lo spiega molto,
ma molto bene.
Buona lettura!
Luciano Finesso
Se la feroce religione del denaro divora il futuro
Per capire che cosa significa la parola 'futuro', bisogna prima capire
che cosa significa un'altra parola, che non siamo più abituati a usa-
re se non nella sfera religiosa: la parola "fede".
Senza fede o fiducia non è possibile futuro, c'è futuro solo se possiamo
sperare o credere in qualcosa. Già, ma che cos'è la fede? David Flusser,
un grande studioso di scienza delle religioni - esiste anche una disci-
plina con questo strano nome - stava appunto lavorando sulla parola
pistis, che è il termine greco che Gesù e gli apostoli usavano per "fede".
Quel giorno si trovava per caso in una piazza di Atene e a un certo pun-
to, alzando gli occhi, vide scritto a caratteri cubitali davanti a sè Trapeza
tes pisteos. Stupefatto per la coincidenza, guardò meglio e dopo pochi se-
condi si rese conto di trovarsi semplicemente davanti a una banca: Tra-
peza tes pisteos significa in greco "banco di credito". Ecco qual era il
senso della parola pistis, che stava cercando da mesi di capire: pistis che
è "fede" è semplicemente il credito di cui godiamo presso Dio e di cui
la parola di Dio gode presso di noi, dal momento che le crediamo.
Per questi Paolo può dire in una famosa definizione che "la fede è
sostanza di cose sperate": essa è ciò che dà realtà a ciò che non esiste
ancora, ma in cui crediamo e abbiamo fiducia, in cui abbiamo messo
in gioco il nostro credito e la nostra parola. Qualcosa come un futuro
ssiste nella misura in cui la nostra fede riesce a dare sostanza, cioè
realtà alle nostre speranze.
Ma la nostra, si sa, è un'epoca di scarsa fede o... di malafede, cioè di
fede mantenuta a forza e senza convinzione. Quindi un'epoca senza
futuro e senza speranze o di futuri vuoti e senza speranze. Ma in
quest'epoca troppo vecchia per credere veramente in qualcosa e troppo
furba per essere veramente disperata, che ne è del nostro credito, che
ne è del nostro futuro? Perchè, a ben guardare, c'è ancora una sfera
che gira tutta intorno al perno del credito, una sfera in cui è andata a
finire tutta la nostra pistis, tutta la nostra fede. - Questa sfera è il
denaro e la banca (la trapeza tes pisteos) è il suo tempio. Il denaro non
è che un credito e su molte banconote (sulla sterlina, sul dollaro,
anche se non - chissà perchè, forse questo avrebbe dovuto insospet-
tirci - sull'euro) , c'è ancora scritto che la banca centrale promette di
garantire in qualche modo quel credito.
La cosiddetta "crisi" che stiamo attraversands - ma ciò che si chiama
"crisi", questo è ormai chiaro, non è che il modo normale in cui fun-
ziona il capitalismo del nostro tempo - è cominciata con una serie
sconsiderata di operazioni sul credito, su crediti che venivano sconta-
ti e rivenduti decine di volte prima di poter essere realizzati. Ciò si-
gnifica , in altre parole, che il capitalismo finanziario - e di riflesso
le banche che ne sono l'organo principale - funziona giocando sul
credito - cioè sulla fede - degli uomini.
Ma ciò significa, anche, che l'ipotesi di Walter Benjamin, secondo
il quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce e
implacabile che sia mai esistita, perchè non conosce redenzione nè
tregua, va presa alla lettera . La Banca - coi suoi grigi funzionari
ed esperti - ha preso il posto della Chiesa e dei suoi preti e, gover-
nando il credito, manipola e gestisce la fede - la scarsa, incerta fi-
ducia - che il nostro tempo ha ancora in se stesso. E lo fa nel modo
più irresponsabile e privo di scrupoli, cercando di lucrare denaro
dalla fiducia e dalle speranze degli esseri umani, stabilendo il cre-
dito di cui ciascuno può godere e il prezzo che deve pagare per esso
(persino il credito degli Stati, che hanno docilmente abdicato alla
loro sovranità). In questo modo, governando il credito, governa
non solo il mondo, ma anche il futuro degli uomini, un futuro che
la crisi fa sempre più corto e a scadenza. E se oggi la politica non
sembra più possibile, ciò è perchè il potere finanziario ha di fatto
sequestrato tutta la fede e tutto il futuro, tutto il tempo e tutte le
attese.
Finchè dura questa situazione, finchè la nostra società che si crede
laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni.
sarà bene che ciscuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle
mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, professori e funzio-
nari delle varie agenzie di rating. - E forse la prima cosa da fare è
di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fa-
re, per rivolgere invece lo sguardo al passato.
Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando
di capire come è potuto avvenire sarà possibile, forse, ritrovare la
propria libertà. L'archeologia - non la futurologia - è la sola via di
accesso al presente.
(da 'la Repubblica' di 16-02-2012 / Le idee di Giorgio Agamben)
Lucianone
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