giovedì 31 gennaio 2013

Arte - L'impressionista De Nittis: mostra a Padova

31 gennaio '13 - giovedì       31st January / Thursday                  visioni post - 18

Dopo la mostra di Verona  ("Da Botticelli a Matisse - Figure e volti")
che rimarrà aperta al pubblico fino alla fine di febbraio e poi per tutto
marzo, un'altra importante mostra di dipinti non meno notevoli  si tie-
ne sempre in terra veneta, e nello specifico a Padova. Al riguardo ho
pescato una descrizione piuttosto completa sia dell'artista (De Nittis)
che dell'ambiente in cui egli operò con successo e dei quadri dipinti
con ingegno italico ma con influenze nettamente francesi. L'articolo
da cui sono tratte le descrizioni è di Armando Besio - in Le Mostre di
Repubblica.
(Lucianone)

Al Palazzo Zabarella 
di Padova     la mostra dedicata a Giuseppe De Nittis,
l'artista che trovò il successo a Parigi, dove morì a soli 38 anni
Dal 19 gennaio al 26 maggio

(da 'la Repubblica' - 18/01/2013 - di Armando Besio)
Padova celebra l'impressionista
venuto dall'Italia
Il  "pittore delle parigine", il ritrattista  charmant   preferito  delle
signore chic, il più corteggiato degli Italiens de Paris... è un giovane
talento autodidatta e incompreso in fuga dalle polverose strade pu-
gliesi abbagliate dal sole ai boulevard lungo la Senna.
Giuseppe, per l'anagrafe, Peppino per tutti gli altri, De Nittis nasce
a Barletta nel 1846.      A tre anni perde la mamma, morta di dolore
quando il marito finisce in prigione. A dieci perde anche il papà, un
proprietario terriero caduto in disgrazia perchè antiborbonico. A 14
anni trasloca coi fratelli a Napoli dove, a dispetto dei nonni, che te-
mono la deriva bohémienne del nipote, si iscrive all'Istituto d'arte.
Ma le estenuanti sedute in aula a copiare statue antiche lo annoiano.
Espulso per indisciplina, a 16 anni va a dipingere dove e come gli pia-
ce: all'aria aperta , tra Resina e Portici, e la natia Puglia.
"Volevo fare il pittore. Abbandonai la scuola e divenni maestro di me
stesso". Finchè si sente pronto per il grande salto.  E via Firenze, do-
ve frequenta  i Macchiaioli  al Caffè Michelangelo, sbarca  a Parigi.
"E'  un giovanotto piccolo, tarchiatello, barba e capelli neri, vestito
elegantemente  e ricco di tutta l'espansiva burbanza di un meridiona-
le di vent'anni che non dubitava di nulla", lo ricorda il critico Diego
Martelli.
Il coraggio e la fiducia in se stesso vengono premiati. Appena arrivato
a Parigi, conosce e seduce quattro persone che gli spalamcheranno le
porte del successo:  Meissonier, il divo  dei  pittori accademici, che lo
introduce al Salon, dove debutta nel 1869; Goupil, il potente mercante,
che gli offre un contratto; Degas, che nel 1874 lo inviterà a partecipare
alla prima mostra dehli Impressionisti, nello studio del fotografo Nadar;
e Léontine , la bella parigina  che  diventerà  sua "compagna, modella,
moglie" nonchè accorta stratega della sua scalata sociale. "Elle avait
bien aimé son marì, mais en avait fait son affaire", dirà di lei Degas.
I sabati sera dai De Nittis in Rue Viéte  saranno uno degli appuntamen-
ti più attesi dalla élite artistica e intellettuale parigina. Titine intrattiene 
gli ospiti: Zola, Manet, Degas, Dumas figlio, Dorè, Maupassant, la prin-
recipessa Matilde Bonaparte. Mentre Peppino in cucina prepara le "la-
sagne alla barlettana". La premiére medaille e la Legion d'honneur al-
l'Expo del 1878 consacreranno la sua fama artistica e mondana.

'Autoritratto' dell'artista  (Pinacoteca De Nittis)



La mostra "De Nitti", curata da Emanue4la Angiuli e Fernando Mazzocca,
allinea 120 dipinti prestati da importanti musei e collezionisti, specchio della
vitalità di un artista  a volte anche troppo  compiaciuto  del suo virtuosismo,
altre felicemente  baciato  dalla più libera e genuina ispirazione poetica, co-
munque sempre capace di stupire. Il percorso, ordinato in senso cronologico,
si apre con le prime, già toccanti, luminose prove di paesaggi giovanili.
Un Bosco di Portici, Una stradina napoletana, una passaggiata Lungo l'Ofanto.
"L'atmosfera io la conosco bene, l'ho dipinta tante volte, conosco tutti i colori,
tutti i segreti dell'aria e del cielo nella loro intima natura".



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Sport - calcio / Coppa Italia e Balotelli

31 gennaio '13 - giovedì      31st January / Thursday                       visioni post  -  5

Coppa Italia / ritorno semifinali:  Juventus eliminata
                                                               passa la Lazio
Lazio  -  Juventus    2  -  1

Roma -
Juve  K. O. al '93, a risolvere l'incontro è Floccari - Il 26 maggio
la sfida finale con Roma o Inter - Recupero batticuore: la Juve
non riesce ad approfittare sotto porta, ma grandi parate e sal-
vataggio finale di Marchetti, il portierone della Lazio.



Mario Balotelli, alle visite mediche, è ufficialmente
giocatore del Milan - Scene da delirio collettivo dopo
il suo arrivo a Busto Arsizio (dove i tifosi avevano
lnaciato insulti razzisti a Boateng) e al ristorante.
Berlusconi dice che non è stata una mossa elettorale,
ma pochi giorni fà aveva definito Mario "una mela marcia".
Probabilmente in ballo c'è molto più di una partita.

Voti e marketing, aspettando i gol:
L' AFFARE BALOTELLI

(da la Repubblica  -  31/01/2013 - Enrico Currò)
Tra le innumerevoli scene madri  dello sbarco in Italia  del figliol prodigo
Balotelli (avvenuto ieri pomeriggio con una copertura mediatica e in mez-
zo a un isterismo collettivo degni di una popstar) la più simbolica ha avuto
per teatro Busto Arsizio, dove nemmeno un mese fa, allo stadio, andò in
scena la celebre ribellione del Milan agli insulti razzisti a Boateng.
Stavolta nell'ospedale della città è arrivato da neomilanista, per le visite
mediche, il calciatore simbolo dell'Italia multietnica e una piccola folla a-
dorante lo ha circondato. soffocato, idolatrato, fino a impedirgli di scen-
dere dall'auto del club, per entrare nel luogo meno adatto ai cori da curva.
"Questo è un ospedale", ha dovuto alla fine urlare un poliziotto, prima che
i tifosi sconfinassero nell'attiguo reparto di rianimazione. L'episodio, arric-
chito dalla consegna  del  simulacro  televisivo   per  definizione, il Tapiro  
d'oro di 'Striscia la notizia", rende l'idea del prevalente aspetto nazional-
popolare dell'operazione di mercato, che un ex delfino di Berlusconi come
l'ex sindaco di Milano Albertini ha così lapidariamente bollato: "Panem et 
circenses".  -  Ma Berlusconi, al Tg3. ha perfino  negato  di avere definito
"mela marcia" il costoso acquisto. E poi approfondisce: "Non è così. Non
è un investimento da campagna elettorale, lo ha voluto la parte tecnica del-
la società. Io ho pensato solo una cosa: lui ha segnato 2 gol alla Germania
e ha fatto piangere i tedeschi, mentre l'altro  Mario (Monti)  ha segnato 2
gol anche lui, l'Imu e il redditometro, e ha fatto piangere tutti gli Italiani".
La battuta, in verità, non ha persuaso nemmeno gli ambienti del Pdl. la cui
interpretazione è un'altra: anche Balotelli, che domani sarà presentato a
San Siro, può portare voti utili nella decisiva battaglia elettorale al Senato
in Lombardia,. dove chi vince può ottenere 27 senatori su 42.

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L' opinione del giovedì - Politici sempre più arrabbiati, ma la gente...?

31 gennaio '13 - giovedì       31st January / Wednesday                 visioni post  -  8

L' o p i n i o n e
di lucianone

Una campagna per le elezioni nazionali in Italia così bastarda
non l'avevo mai vista, ma probabilmente è il frutto della società
in cui ci troviamo a vivere. Probabilmente anche negli altri Pae-
si adesso  le campagne elettorali  non sono più  quelle di una
volta. Infatti non è che sia cambiata solo la società italiana, ma
anche le altre società europee (per non parlare di quella statuni-
tense) sono in profonda trasformazione negativa.
Solo che qui in Italia le elezioni politiche sono un vero gioco al
massacro: si fa la gara a sbranarsi, a colpire senza pietà l'avver-
sario, sempre metaforicamente s'intende, ma la verità è questa.
Voler fare il bene del Paese è solo voler fare il proprio bene per-
sonale, il guardare il proprio orto, le proprie capre, avere la so-
luzione migliore degli altri eccetera. E gli altri, purtroppo, sono
tanti, l'avevo detto nell'opinione del blog precedente e lo ripeto:
vi sono troppi partiti, partitini, movimenti e correnti e soprattut-
to sono tutti arrabbiati per che cosa e contro chi spesso non si
capisce bene.  -  La gente, il popolo hanno il vero diritto di ar-
rabbiarsi, incavolarsi, inc... eccetera. Altro che storie!  Qui il
nostro Paese è quasi alla frutta, ma quel che è peggio con una
parte sostanziosa di privilegiati e truffatori e una sempre più
grande maggioranza di licenziati, cassintegrati, disoccupati,
esodati e di un ceto sempre meno medio che va ad accodarsi alla parte pià povera della società. 
Ma tutto ciò sembra non riguardare ancora una volta i politici che pensano soltanto ad azzuffarsi per avere più voti dell'avversario, e il bene del Paese viene ricercato in mille modi diversi e contrastanti. Ma l'unica cosa che la gente "comune" capisce è l'ineguaglianza sociale, quella che era stata chiamata in una rara occasione 'iniquità' proprio dal governo Monti, e di cui non si è più sentito parlare da parte di nessun politico.

La nostra è diventata una società sempre più liquida.

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