31 ottobre '15 - sabato 31st October / Saturday visione post - 11 Comincia a diventare veramente stucchevole, oltre che pretestuosa, la polemica sugli intellettuali italiani "che non hanno difeso Erri De Luca". Ammesso e non concesso di sapere chi esattamente siano, "gli intellettuali italiani" (in attesa di apposito Albo pro- fessionale), sono rarissimi quelli che si sono espressi contro De Luca; ben più numero- si quelli che hanno detto ogni male di quell'assurdo processo alle parole; non pochi, in- fine, avevano niente da dire in proposito e dunque niente hanno detto: facoltà che rien- tra nei diritti dell'uomo e addirittura dell'intellettuale. Pur facendo parte in maniera convinta della seconda categoria (quella di chi ha difeso per iscritto De Luca e con lui la libertà delle parole, anche quelle antagoniste), dunque la più banale e maggioritaria, devo dire che, con il senno di poi, provo una certa invi- dia per la terza, quella dei silenziosi. Il dibattito pubblico può essere disertato per viltà o per opportunismo, e non è una buona cosa, ma può essere disertato anche per umiltà, e più ancora per sottrarsi a un'acredine preconcetta e al fracasso mediatico. Di quell'cre-- dine e di quel fracasso le parole sono le prime vittime. Non vengono lette anche quando vengono scritte. Non vengono ascoltate anche quando vengono dette. E non si era detto ampiamente, in margine a quell'ottuso processo, che la parola va difesa? (da la Repubblica - 22/10/'15 - L'amaca / Michele Serra)