martedì 1 novembre 2016

Musica - Il personaggio / Il batterista Jeff Ballard

2 novembre '16 - martedì                2nd November / Tuesday           visione post - 4


(da la Repubblica - 20/09/'16 - Andrea Morandi)
BATTERIA REGINA
Spesso sottovalutata oppure semplicemente poco considerata da critica e pubblico, 
la figura del batterista nella storia del jazz ha spesso dimostrato quanto sia necessa-
rio e fondamentale per una formazione avere un grande musicista che faccia da mo-
tore. Gli esempi non si contano, soprattutto scorrendo la cronologia del genere, dal-
l'enorme Elvin Jones  per A Love Supreme di John Coltrane  a Joe Morello su Take
Five di Dave Brubeck, tra Gene Krupa nella big band di Benny Goodman fino a Bil-
ly Cobham, ovvero l'uomo dietro alla Mahavishnu Orchestra. In tempi più recenti, 
abbiamo visto anche la rilevanza di artisti come Jack DeJohnette per Keith Jarrett 
oppure di Antonio Sànchez per Pat Metheny. Proprio a questa categoria appartiene
il signore che il 20 settembre '16 è salito sul palco del Blue Note affiancato dalla sua
formazione:  Jeff Ballard, celebre per essere il batterista  del trio di Brad Mehldau
da oltre dieci anni.

"Ci sono stati molti grandi strumentisti in passato, io ho cominciato seguendo perso-
naggi come Eddie Marshall e Tony Williams, che sono stati anche miei insegnanti -
ha ricordato Ballard - e poi dei geni come Kenny Clarke, figura fondamentale del 
bebop, e Joe Morello. Poi c'erano le cose che mi faceva sentire mio padre quand'ero
bambino a casa, dischi come quelli di Count Basie in cui suonava Sonny Payne.
Ci sono varie scuole di pensiero tra noi percussionisti, ma il comandamento fonda-
mentale per ogni batterista che voglia diventare grande è sempre lo stesso: non ri-
manere schiavo della tecnica, ma essere sempre al servizio della musica. Solo que-
sto conta".  - Classe 1963, nato e cresciuto a Santa Cruz, in California, Ballard ha 
cominciato suonando per giganti come Ray Charles, Pat Metheny e  Chick Corea
fino a quando nel 2005, ha iniziato a New York la collaborazione che lo ha reso ce-
lebre, ovvero quella con Brad Melhdau che, da Day Is Done  fino al recentissimo
Blues and Ballads, ha accompagnato su otto dischi e innumerevoli tour. 
"L'aspetto affascinante del suonare con Brad - ha spiegato Ballard - è la sua incre-
dibile varietà di generi. Il suo pianoforte non ha confini e lui può decidere di rein-
terpretare un pezzo dei Beatles o dei Radiohead e poi mettersi a fare qualcosa di 
musica classica o un brano di Jarrett.  Da quel punto di vista  uonare con lui  ha 
una dimensione contemporanea che spesso nel jazz non c'è. E poi il suo modo di 
suonare il piano permette a me e Larry (Grenadier, il contrabassista del trio, nda)
di inserirci spesso e suonare quindi di più".  -  Questa sera Ballard al Blue Note 
porterà  il suo primo disco solista, il solido Time's Tales, affiancato  da altri due
musicisti assolutamente da tenere d'occhio: il chitarrista africano Lionel Loueke,
già ascoltato su Possibilities di Herbie Hancock, e il sassofonista Chris Cheek, già
a fianco di Paul Motian. Tra i pezzi in scaletta , attenzione a Dal (A Rhythm Song),
addirittura una variante su una composizione di Béla Bartòk.



Lucianone