23 maggio '17 - martedì 23rd May / Tuesday visione post - 14
Quei batteri che in orbita
diventano ancora più cattivi
(da la Repubblica - 23 marzo '17 - di Elena Dusi)
Provviste di cibo e pezzi di ricambio. Ma non solo. A bordo dell'ultimo razzo SpaceX
approdato sulla Stazione spaziale internazionale c'è anche un cofanetto isolato con tre
strati di sigillante. Contiene una colonia di Staphylococcus aureus resitenti agli antibio-
tici: batteri letali che solo negli Stati Uniti uccidono 20mila persone all'anno.
Mandandolo nello spazio, gli scienziati dell Nasa e dell'azienda biotech americana Na-
nobiosym sperano di rendere questo batterio ancora più aggressivo. Vari indizi, raccol-
ti a partire dagli anni '60, suggeriscono infatti che l'assenza di gravità - per motivi tut-
t'altro che chiari - faccia moltiplicare i batteri più rapidamente, amplifichi le alterazio-
ni del loro Dna, li renda più aggressivi e capaci di schivare meglio gli antibiotici.
"Come fa la microgravità a influenzare la rapidità con cui si accumulano mutazioni ge-
netiche? Questo è il primo quesito da chiarire. Poi, imparando a prevedere queste mu-
tazioni, cercheremo di progettare un farmaco che contrasti i superbatteri" spiega Ani-
ta Goel, laureta in fisica e in medicina e direttrice scientifica della società Nanobyosim.
Gli strafilococchi spaziali torneranno sulla Terra fra un mese. Verranno sottoposti a
un test del Dna e confrontati con la colonia gemella rimasta a Terra. Teoricamente, a-
nalizzando le differenze fra i percorsi genetici seguiti dai due gruppi di microrganismi,
si potrebbero fare passi avanti nella ricerca di antibiotici più efficaci. Ma queste sono
tappe del futuro. Al momento resta moltissimo da capire su come una semplice varia-
zione della forza di gravità cambi così tanto la virulenza dei batteri. "Non sono tanto
le radiazioni cosmiche ad alterare il loro Dna, quanto proprio la microgravità" spiega
Daniela Billi, astrobiologa dell' università di Tor Vergata a Roma che collabora con
l'Agenzia spaziale italiana. "I batteri nello spazio modificano profondamente il loro,
metabolismo e producono proteine diverse rispetto alla Terra diventando spesso più
aggressivi". - Nel 2006, a bordo dello Shuttle Atlantis, Cheryl Nickerson dell'universi-
tà dell'Arizona fece viaggiare una colonia di Salmonella. Subito dopo l'atterraggio in-
fettò alcuni topi con i batteri tornati dallo spazio e altri topi con batteri identici ma ri-
masti sulla Terra. Il primo gruppo di cavie si ammalò in maniera molto più grave e
gli infettivologi diedero la colpa proprio alle mutazioni .genetiche acquisite dai batteri
in orbita. "Poco più tardi, nel 2009, la Nasa lanciò dei microsatelliti chiamati Pharma-
Sat con dei campioni di funghi a bordo. Al loro ritorno ci si accorse che erano necessa-
rie dosi maggiori di antibiotici per ucciderli" prosegue Billi. Anche se, spiega Peter
Taylor, microbiologo dell'University College London, ieri a Houston per una serie di
incontri alla Nasa, "non tutti i ricercatori sono d'accordo su questi aspetti. Noi, in
condizioni di microgravità simulata, abbiamo notato a l contrario una perdita di vi-
rulenza dei batteri, mentre la vulnerabilità agli antibiotici non ha subito cambiamen-
ti".
Lucianone
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martedì 23 maggio 2017
SPORT - Calcio / Serie A - 37^ giornata 2016/17 / Scudetto alla Juve
23 maggio '17 - martedì 23rd May / Tuesday visione post - 21
RISULTATI delle partite
Chievo 3 Napoli 4 Empoli 0 Genoa 2 Juventus 3 Sassuolo 6
Roma 5 Fiorentina 1 Atalanta 1 Torino 1 Crotone 0 Cagliari 2
Udinese 1 Lazio 1 Pescara 2
Sampdoria 1 Inter 3 Palermo 0
CLASSIFICA
JUVENTUS 88 / Roma 84 / Napoli 83 / Lazio 70 / Atalanta 69 / Milan 63 /
Inter, Fiorentina 59 / Torino 50 / Sampdoria 48 / Sassuolo 46 / Udinese 45 /
Cagliari 44 / Chievo 43 / Bologna 41 / Genoa 36 / Empoli 32 / Crotone 31 /
Palermo 23 / Pescara 17
JUVENTUS STORICA
Battendo il Crotone la squadra di Allegri conquista il 6° scudetto di fila.
Gigi Buffon è il bianconero più vincente. E da oggi parte la missione triplete.
Dopo Coppa Italia e Scudetto, i bianconeri vanno a caccia della Coppa Champions.
A due passi dal Mito,
Per raggiungerlo questo Mito con "M" maiuscola, la Signora J. non deve fare altro
che completare il giro di boa della sua straordinaria annata: e battere il Real Madrid
a Cardiff. Semplice, come sempre a dirsi, ma abbastanza tremendamente difficile.
Ma c'è quel 'abbastanza' a rincuorarci, a farci sperare nell'impresa con un buon 60%
di probabilità. Motivo: questa Juve è molto più sicura e consapevole delle sue forze,
è cioè in una parola maturata molto, con dietro le spalle una società forte,. compatta
che ha in Marotta-Agnelli il duo dirigenziale migliore di tutti gli altri club.
E poi c'è anche un tifo dei suoi fan maturato insieme a tutta la squadra. Basti dire che
allo Stadium dopo la vittoria netta sul Crotone l'entusiasmo è stato trattenuto per po-
terlo dedicare tutto intero per il giorno della sfida CHAMPIONS, là in quel di Cardiff.
- Luciano Finesso -
Lucianone
RISULTATI delle partite
Chievo 3 Napoli 4 Empoli 0 Genoa 2 Juventus 3 Sassuolo 6
Roma 5 Fiorentina 1 Atalanta 1 Torino 1 Crotone 0 Cagliari 2
Udinese 1 Lazio 1 Pescara 2
Sampdoria 1 Inter 3 Palermo 0
CLASSIFICA
JUVENTUS 88 / Roma 84 / Napoli 83 / Lazio 70 / Atalanta 69 / Milan 63 /
Inter, Fiorentina 59 / Torino 50 / Sampdoria 48 / Sassuolo 46 / Udinese 45 /
Cagliari 44 / Chievo 43 / Bologna 41 / Genoa 36 / Empoli 32 / Crotone 31 /
Palermo 23 / Pescara 17
JUVENTUS STORICA
Battendo il Crotone la squadra di Allegri conquista il 6° scudetto di fila.
Gigi Buffon è il bianconero più vincente. E da oggi parte la missione triplete.
Dopo Coppa Italia e Scudetto, i bianconeri vanno a caccia della Coppa Champions.
IL
COMMENTOA due passi dal Mito,
Per raggiungerlo questo Mito con "M" maiuscola, la Signora J. non deve fare altro
che completare il giro di boa della sua straordinaria annata: e battere il Real Madrid
a Cardiff. Semplice, come sempre a dirsi, ma abbastanza tremendamente difficile.
Ma c'è quel 'abbastanza' a rincuorarci, a farci sperare nell'impresa con un buon 60%
di probabilità. Motivo: questa Juve è molto più sicura e consapevole delle sue forze,
è cioè in una parola maturata molto, con dietro le spalle una società forte,. compatta
che ha in Marotta-Agnelli il duo dirigenziale migliore di tutti gli altri club.
E poi c'è anche un tifo dei suoi fan maturato insieme a tutta la squadra. Basti dire che
allo Stadium dopo la vittoria netta sul Crotone l'entusiasmo è stato trattenuto per po-
terlo dedicare tutto intero per il giorno della sfida CHAMPIONS, là in quel di Cardiff.
- Luciano Finesso -
Lucianone
LIBRI - Il romanzo "La Fragilità delle certezze", di Raffaella Silvestri / con intervista
23 maggio '17 - martedì 23rd May / Tuesday visione post - 13
"Noi trentenni senza certezze
dovremmo ribellarci di più"
(da la Repubblica - 24/02/'17 - Milano/Cultura - Annarita Briganti)
La precarietà non si sconfigge nemmeno con le bombe, non nell'Italia dei trentenni di
oggi, raccontati da Raffaella Silvestri. Milanese, trentadue anni, scoperta dal talent per
scrittori "Masterpiece", andato in onda qualche anno fa su Rai Tre. Silvestri pubblica
ora il suo secondo romanzo, La fragilità delle certezze (Garzanti), che, fin dal titolo, non
garantisce nulla per i suoi coetanei. - Anna, Teo e Marcello avviano una startup di
successo, una società, gestita da loro tre, che fa consulenze finanziarie ai piccoli rispar-
miatori. Stessa generazione dell'autrice, in una Milano che offre ancora qualche possi-
bilità, i tre scelgono però un campo minato, come sappiamo dalla crisi che non si è an-
cora esaurita, e il destino della loro impresa appare segnato fin dall'inizio, con conse-
guenti sconvolgimenti anche nella relazione che c'è tra loro.
Silvestri, perchè la startup dei suoi protagonisti non ha a che fare con il digitale?
- "Come usiamo i risparmi dice molto del nostro Paese. Ho vissuto tre anni all'estero,
in Inghilterra. Lì aprono un finanziamento anche per iscriversi in palestra. Noi italia-
ni, nonostante la crisi, restiamo un popolo di grandi risparmiatori. I tre trentenni del
mio libro si vantano di anon appartenere a nessun istituto di credito, di essere consu-
lenti indipendenti. Se gli investimenti dei loro clienti vanno bene, ci guadagnano tutti.
Sognano una finanza etica, ma, a giudicare da come andrà a finire la loro storia, for-
se è impossibile. I soldi, anche pochi, corrompono".
Un mondo, quello dell'economia, che lei conosce bene. Perchè a Masterpiece era la
"manager"?
"Ho lavorato per L'Oréal, facendo anche carriera, ma dopo quattro anni sono 'scop-
piata'. Scrivevo e leggevo come una disperata, forse in modo compulsivo. A un certo
punto, ho chiesto un'aspettativa, ma non me l'hanno data, e mi sono licenziata, per
dedicarmi alla scrittura. Il programma televisivo mi è servito per pubblicare il mio
primo romanzo, ma mi sono ritrovata a interpretare un ruolo. Non è che perchè vie-
ni da un'azienda sei un manager e cos'è un manager? Hanno fatto bene a non rifar-
lo, non funzionava".
Come si sopravvive alla precarietà?
"Anna si ottunde con le medicine, usando in modo improprio gli antidolorifici. E fre-
quenta un uomo di vent'anni più grande di lei, il simbolo di una generazione nei con-
fronti della quale ce l'ho un pò: i 'baby boomers', quelli che hanno avuto tutto facil-
mente, si sono presi tutto e se lo sono tenuto. La giovane donna è il simbolo di tutti
quelli che fanno fatica nella vita, che non sono nati con la camicia".
L'ambientazione meneghina rappresenta le "certezze' evocate nel titolo?
"Milano è come un tram: sai che ci puoi salire sopra, quando vuoi. La trovo rassicu-
rante, ci sono sempre facce in giro, si respira molta vita. Chi si ferma è perduto, in
una città più accelerata rispetto al resto dell'Italia, dove le cose succedono prima.
Ma vedo troppa rassegnazione nei miei coetanei, che a volte usano l'essere precari
come un alibi, per non cambiare la loro esistenza. Dovremmo arrabbiarci un pò di
più, ribellarci alle promesse non mantenute. Far succedere sempre qualcosa, dal
basso. Poi, sta a ognuno di noi individuare cosa. Comunque vada, almeno, ci abbia-
mo provato".
Lucianone
"Noi trentenni senza certezze
dovremmo ribellarci di più"
(da la Repubblica - 24/02/'17 - Milano/Cultura - Annarita Briganti)
La precarietà non si sconfigge nemmeno con le bombe, non nell'Italia dei trentenni di
oggi, raccontati da Raffaella Silvestri. Milanese, trentadue anni, scoperta dal talent per
scrittori "Masterpiece", andato in onda qualche anno fa su Rai Tre. Silvestri pubblica
ora il suo secondo romanzo, La fragilità delle certezze (Garzanti), che, fin dal titolo, non
garantisce nulla per i suoi coetanei. - Anna, Teo e Marcello avviano una startup di
successo, una società, gestita da loro tre, che fa consulenze finanziarie ai piccoli rispar-
miatori. Stessa generazione dell'autrice, in una Milano che offre ancora qualche possi-
bilità, i tre scelgono però un campo minato, come sappiamo dalla crisi che non si è an-
cora esaurita, e il destino della loro impresa appare segnato fin dall'inizio, con conse-
guenti sconvolgimenti anche nella relazione che c'è tra loro.
Silvestri, perchè la startup dei suoi protagonisti non ha a che fare con il digitale?
- "Come usiamo i risparmi dice molto del nostro Paese. Ho vissuto tre anni all'estero,
in Inghilterra. Lì aprono un finanziamento anche per iscriversi in palestra. Noi italia-
ni, nonostante la crisi, restiamo un popolo di grandi risparmiatori. I tre trentenni del
mio libro si vantano di anon appartenere a nessun istituto di credito, di essere consu-
lenti indipendenti. Se gli investimenti dei loro clienti vanno bene, ci guadagnano tutti.
Sognano una finanza etica, ma, a giudicare da come andrà a finire la loro storia, for-
se è impossibile. I soldi, anche pochi, corrompono".
Un mondo, quello dell'economia, che lei conosce bene. Perchè a Masterpiece era la
"manager"?
"Ho lavorato per L'Oréal, facendo anche carriera, ma dopo quattro anni sono 'scop-
piata'. Scrivevo e leggevo come una disperata, forse in modo compulsivo. A un certo
punto, ho chiesto un'aspettativa, ma non me l'hanno data, e mi sono licenziata, per
dedicarmi alla scrittura. Il programma televisivo mi è servito per pubblicare il mio
primo romanzo, ma mi sono ritrovata a interpretare un ruolo. Non è che perchè vie-
ni da un'azienda sei un manager e cos'è un manager? Hanno fatto bene a non rifar-
lo, non funzionava".
Come si sopravvive alla precarietà?
"Anna si ottunde con le medicine, usando in modo improprio gli antidolorifici. E fre-
quenta un uomo di vent'anni più grande di lei, il simbolo di una generazione nei con-
fronti della quale ce l'ho un pò: i 'baby boomers', quelli che hanno avuto tutto facil-
mente, si sono presi tutto e se lo sono tenuto. La giovane donna è il simbolo di tutti
quelli che fanno fatica nella vita, che non sono nati con la camicia".
L'ambientazione meneghina rappresenta le "certezze' evocate nel titolo?
"Milano è come un tram: sai che ci puoi salire sopra, quando vuoi. La trovo rassicu-
rante, ci sono sempre facce in giro, si respira molta vita. Chi si ferma è perduto, in
una città più accelerata rispetto al resto dell'Italia, dove le cose succedono prima.
Ma vedo troppa rassegnazione nei miei coetanei, che a volte usano l'essere precari
come un alibi, per non cambiare la loro esistenza. Dovremmo arrabbiarci un pò di
più, ribellarci alle promesse non mantenute. Far succedere sempre qualcosa, dal
basso. Poi, sta a ognuno di noi individuare cosa. Comunque vada, almeno, ci abbia-
mo provato".
Lucianone
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