venerdì 27 gennaio 2012

Stampa - Giornali di oggi e di ieri con approfondimento

Oggi / today  27 gennaio - venerdì / Friday                           visualizzazioni  5.736


da  "la Repubblica"
                                        titoli in 1^ pagina


Ecco il testo del decreto-semplificazioni - Il Cavaliere: non stacco la spina al governo
                                                                         Il Senatur: sei una mezza cartuccia
                         La rivoluzione dei certificati
     Basta attese per i documenti pubblici. Berlusconi-Bossi: scontro su Monti
La forbice con i prezzi         Il caso                                   La polemica                                  
si allarga all' 1,9%                A Sud mancano benzina     Il viceministro che accusa gli 'sfigati'
Salari a picco                         e alimentari                         Michel Martone e quel concorso
mai così bassi                        TIR SELVAGGIO                  vinto tra i dubbi dei commissari
da dodici anni                        ancora disagi                      L'Europa e la crisi. 3
L' analisi -                                fabbriche chiuse                L'economia a due velocità               
Il dramma sociale                  e merci bloccate                 indebolisce l'Unione
della disuguaglianza
                
       In manette anche ex militanti di Br e Prima Linea
    Cortei No Tav, ventisei arresti nei centri sociali                                                   
                                                       L'ordinanza 
                                                                     Quel filo rosso che lega
    R 2                                                            la Val di Susa a Roma
   Non tagliamo gli aiuti          Inchiesta italiana
   agli ultimi del mondo          Cocaina, ville e Ferrari
                                               il regno dei Casamonica
                                 Seno, denti: regole severe
                                 Stretta Ue
                                 sulle protesi


                             Approfondimenti__________________


L'analisi  -  Il dramma sociale della disuguaglianza  (di Massimo Riva)


A stretto giro di posta dall'indagine di Bankitalia sul precipizio dei bilanci 
familiari  nel  2010, ecco l'Istat fornire  con le sue  cifre  inconfutabili  le 
spiegazione principale dell'impoverimento progressivo di cui soffre una 
quantità sempre maggiore di italiani.     Il dato cruciale sta nella forbice
fra aumento dei salari e crescita dell'inflazione.  
La paga oraria ha avuto un incremento dell' 1,4 per cento su base annua, mentre i prezzi sono
saliti del 3,3.  Così segnando uno spread micidiale di quasi due punti percentuali (per esattezza
1,9) che non si registrava da 17 anni a questa parte.  Fra le cause di questo differenziale l'Istat
mette in primo piano i ritardi coi quali  da tempo si arriva  al rinnovo  dei contratti collettivi di
lavoro: mediamente ormai più di 2 anni dalla scadenza stabilita. Non dice, viceversa, perchè la
corsa dei prezzi sta riprendendo fiato nonostante il rallentamento dei consumi. Ma forse non è
poi così difficile spiegare l'andamento dell'inflazione. Da un lato, l'Italia è da mesi nuovamente
sul suo fronte più vulnerabile: quello dei rincari petroliferi che, attraverso benzina e gasolio, si
trasmettono a tutto il sistema. Dall'altro lato, il Paese continua a dover fare i suoi conti, sempre
in perdita, con quella frattura economico-sociale di fondo che separa le categorie deboli  e pure
indifese per lo più del lavoro dipendente da quelle del lavoro autonomo, queste ultime in grado di
poter tutelare il proprio potere d'acquisto con acconci aumenti delle proprie fatture.
Si ha così l'ennesima certificazione che in Italia la disuguaglianza economica  e redditizia fra
cittadini è in costante crescita con l'ulteriore effetto di aver bloccato quell'ascensore sociale
che dagli anni del dopoguerra aveva - in certe fasi anche brillantemente - funzionato integrando
nella vita della comunità le classi più diseredate.    Con la crisi esplosa nel 2008 è cominciata in
proposito una lenta ma progressiva marcia indietro: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri
sempre più poveri, mentre arretra senza freni quella classe media che dovrebbe essere il luogo
di amalgama e di pacificazione dei conflitti sociali.     -    Occorre fare molta attenzione a questa
perversa distribuzione del reddito  perchè è su questo terreno  che si giocano   le carte decisive
nella partita per il rilancio della crescita economica.
Si sta, infatti, realizzando  quel classico modello di ingorgo malthusiano che in genere precede
le fasi di depressione. Quando le ricchezze si concentrano in poche mani e la gran parte della
società viene  sospinta su livelli di penuria, si inaridisce quella linfa vitale di sostegno alle
alle attività economiche che  è la domanda per consumi. E ciò perchè chi ha troppi soldi tende
inesorabilmente a impiegare  la parte maggiore del suo denaro     soprattutto in speculazioni 
finanziarie che poco o nulla hanno a che vedere con il rilancio degli investimenti produttivi 
di ricchezze reali oltre che di posti di lavoro.     -    Come ammoniva, appunto, il bistrattato 
reverendo inglese quasi 200 anni prima di quel che è accaduto e sta ancora   accadendo oggi 
sotto i nostri occhi.    -    Nel tornante attuale la questione salariale acquista più che mai una connotazione che che non ha senso ridurre soltanto a un problema   di pur evidente giustizia
sociale.
Se non si mettono più soldi nelle tasche di coloro che aspettano solo di poterli spendere per 
avere un livello di vita meno indecente, non c'è (proprio) speranza di riavviare quel circuito
consumi-investimenti-occupazione che è la chiave di volta per rimettere in moto l'economia
a vantaggio dell'intera collettività.     -    Il successo della fase 2 del governo Monti ( quella 
della crescita )  passa  inevitabilmente  sulla  forzatura  di  questo  varco  difficile  ma  non 
impossibile.     E l'arma decisiva non può essere che quella di un Fisco stavolta forte con i 
forti e debole coi deboli (quelli veri).
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E' molto interessante esaminare la situazione creatasi con il blocco imposto dai padroni 
delle strade/autostrade, cioè dai camionisti e autotrasportatori, all'Italia e alle sue materie
prime (economicamente parlando). Ecco come sviluppa l'argomento il giornalista Paolo
Berizzi nel suo Dossier (pag.10-11),  
Caso
TIR  SELVAGGIO 
La rivolta dei camionisti  e le conseguenze dello stop