I rischi dei social network (1^ parte)
Perchè Facebook può essere pericoloso per i govanissimi?
Facebook sta studiando una tecnologia che dovrebbe consentire
agli under 13 di iscriversi. In realtà a fine 2011 erano già almeno
7,5 milioni i ragazzini sotto i 13 anni che frequentavano il social
network (dati di Consumer Reports) grazie a un sotterfugio: cam-
biando la data di nascita all'atto dell'iscrizione. magari con la
complicità dei genitori.
L'esposizione a siti di ogni tipo, compresi quelli porno, dei giova-
nissimi è in netto aumento. E c'è chi torna a raccomandare qual-
che censura. Per evitare rischi.
Dibattiti, controversie e qualche convergenza
La rivista 'Panorama' del 27 giugno '12 ci da, nella rubrica "Scenari
social", due pareri diversi da parte di 2 studiosi che si occupano di
questo problema. Ecco le loro analisi al riguardo, con consigli e av-
vertimenti.
Luigi Foroni
(psicologo-psicoterapeuta dell'età evolutiva)
Nessuno vuole tornare ai piccioni viaggiatori. E parlare di censura potrebbe
essere fuori luogo. Ma i controlli sono indispensabili. La tecnologia in mano
ai giovanissimi è un'arma a doppio taglio. Azzera la solitudine, la noia e il si-
lenzio. Aiuta a placare lo stress. E' autoaffermante. Però va dosata, perchè,
al di là dei casi estremi di adescamenti, rischiamo che i nostri figli si distac-
chino progressivamente dalla realtà. Con il paradosso che siamo noi i primi
a incentivarli. O meglio: la reazione più diffusa fra i genitori dei ragazzini hi-
tech è di ammirazione allo stato puro: "Che razza di genio ho messo al mon-
do!". E ci si preoccupa poco delle conseguenze.
Eppure, chi cresce con l'idea che basti schiacciare un bottone per diventare
imperatori del mondo (grazie ai videogiochi) non avrà vita facile. i primi cam-
panelli d'allarme suonano alle elementari, con genitori nel panico per le dif-
ficoltà di apprendimento dei pargoli, il cui problema il più delle volte è uno
solo: mancanza totale di volontà di applicarsi. Tutto qui. Come dire: giuste
dosi di frustrazione nella vita dei nostri figli andrebbero introdotte un pò alla
volta, compreso il divieto di campeggiare davanti al computer. Per qualsiasi
scopo.
E i siti a luci rosse? I giornaletti porno sono sempre esistiti, ma qui l'impatto
è molto più forte. Ancora una volta conta l'educazione. Su questo punto però
non c'è stato progresso nel rapporto genitori-figli. Parlare di sesso resta un
tabù. E così il pericolo aumenta.
Stefano Mainetti
(docente di tecnologie , applicazioni e servizi internet al Politecnico di Milano)
Facebook può mettere tutti i filtri che vuole, ma il modo per aggirarli c'è
sempre. E i ragazzini sono spesso più bravi dei genitori nel farlo. Non va
bene. Gli adulti devono acquisire una giusta dose di conoscenze informati-
che per accompagnare i figli nella scoperta si internet e insegnare loro co-
sa è bene e cosa è male. Bisogna trasferire nel mondo virtuale le abitudi-
ni dell'educazione spicciola. Tipo: la strada si attraversa con il semaforo
verde, punto e basta. Il verde c'è pure online. Con software di ogni tipo
che i genitori possono installare a seconda delle esigenze e dell'età dei fi-
gli. Un esempio per tutti: basta un antivirus WatchDog (cane da guardia)
per mettere al bando una serie di parole chiave. Quante e quali lo decidia-
mo noi.
Io ho un bambino di 10 anni e ogni volta che digita una parola da me se-
gnalata gli si apre una finestra che lo avverte che quella ricerca è sotto
la mia osservazione. O chiude o il sistema mi invierà una email perchè
dia o meno l'autorizzazione a procedere. Le parole al bando? Sesso, dro-
ga, pornografia, armi... Finora non ho ricevuto email.
Altro avvertimento: le console per i videogiochi e gli smartphone vanno
tenuti d'cchio e dotati di software per il controllo dei genitori. Molti non
ci pensano. L'altro giorno un compagno di classe di mio figlio è venuto
da noi con il suo computer. Ho chiesto di vederlo, non avewva filtri. Ho
staccato il wi-fi- Fatelo anche voi.
Lucianone