18 giugno '18 - lunedì 18th June - Monday visione post - 18
(Da
il manifesto - 2 giugno'18 . culture / Roberto Ciccarelli)
Mutualismo è un concetto ricorrente nell'ultimo quinquennio. Salvatore Cannavò lo
riporta alla realtà storica, momento germinale del movimento operaio e anarchico, e
ne mostra l'attualità con una serrata rassegna delle esperienze italiane e internazionali,
più o meno riuscite. Scritto da un ex parlamentare di Rifondazione Comunista, fonda-
tore della corrente di Sinistra Critica, prima vice-direttore di Liberazione, oggi lavora
al Fatto Quotidiano, il libro Mutualismo, Ritorno al futuro per la sinistra (Alegre, pp.
191, euro 15) è un libro esigente che non fa sconti alla parte dell'autore.
Inizia raccontando il tempo dell'ultimo governo Prodi 2006-2008. Dall'opposizione in-
terna alla Rifondazione di Bertinotti, Cannavò scrive: "Avevamo ragione a dire che
abbandonare il movimento no-global per allearsi con Clemente Mastella avrebbe con-
dotto la sinistra alla disfatta; ragione nello spiegare ai governi di centro-sinistra che a
furia di fare le politiche di destra avrebbe vinto non solo la destra, ma quella più estre-
ma". Certo "avere avuto ragione, però, non consola"., da Genova in poi,
In un ventennio, da Genova in poi, si è esaurita la ricerca di una società "altra". Il
"sociale" è diventato un vicolo cieco quanto la ricerca di una "globalizzazione" equa
e giusta dall'alto. Oggi viviamo sul rovescio di quell'antica promessa, le istanze im-
maginarie del ritorno alla "nazione" e la saldatura con la "sovranità" sembrano ave-
re assorbito, e sconvolto, la critica al capitalismo globale.
Per uscire da questo labirinto Cannavò propone un'idea "conflittuale e politica" del
mutualismo. La precisazione è opportuna perchè in questa categoria si avverte il rischio
di giustificare l'esistente, fare da tappabuchi alla scomparsa del Welfare. Il mutualismo
sembra essere un'istanza risarcitoria, consolatoria e sussidiaria di un'istituzione pubbli-
ca che non c'è più. O, tutt'al più, un'integrazione al welfare aziendale. In queste condi-
zioni pensare che il mutualismo sia una via d'uscita è un'illusione. Cannavò denuncia
questo rischio. "Serve - scrive - un obiettivo di sistema" dove le esperienze di "autoge-
stione" - raccontate nel libro - "possano divenire strumenti per un ordine sociale diver-
so contro questo modo di produzione e i suoi poteri. Per farlo serve un mutualismo
conflittuale in senso anticapitalista. Cannavò lo descrive ripercorrendo il lavoro stori-
co che Pino Ferraris fece un quarto di secolo fa. E' una genealogia ricorrente, l'abbia-
mo riportata alla luce con Giuseppe Allegri nel Quinto Stato cinque anni fa. Un anno
dopo l'abbiamo ritrovata in Comune di Dardot e Laval. Nel frattempo è riemersa nei
discorsi di base e nelle reti già attive e ritorna in questo libro.
Cannavò fissa il movimento carsico in un concetto importante: l'auto-governo dell'es-
sere umano. L'autogestione non basta, è necessario affermare una politica democrati-
ca ampia. Non quella basata sulla delega al leader, nè sulla fusione mistica in un "po-
polo", ma sulla cooperazione, ovvero l'esercizio delle potenzialità dell'essere umano
con i suoi simili. Tale esercizio non è ip otecato da leggi superiori (il Bene, la Legge, il
Popolo) o dal Capitale. E' la sperimentazione delle possibilità generate dall'uso comu-
ne, e non proprietario, della vita; la creazione di una resistenza contro lo sfruttamento;
l'organizzazione di un'alternativa concreta e una critica attiva dell'alienazione.
Il mutualismo 2.0 sembra avere intercettato queste domande diffuse. Per que-
sto si torna a parlare di società di mutuo soccorso, cooperative aperte, reti di mercato
alternative, sindacati sociali, partiti a rete e federati su scala locale, nazionale e sovra-
nazionale. Una prospettiva che ricorda la Prima internazionale. La storia del mutuali-
smo antagonista ci ha trasmesso una tecnica di auto-difesa; una politica neo-comuni-
sta e non statale; cooperativa e non burocratica; di classe e non di "popolo"; federati-
va e non nazionalista; anti-sessista e anti-razzista. Un'impostazione fondamentale per
creare "condizioni", utile per organizzare una battaglia per il salario minimo e il red-
dito di base incondizionato, due tra gli obiettivi individuati nel libro, centrali in un mo-
mento politico dove entrambi sono stati riscoperti dal dibattito politico.
Nulla tuttavia è scontato, vista la frammentazione e l'identitarismo della "sinistra".
Ciò non toglie, conclude Cannavò, che bisogna mantenere alti gli obiettivi e "co-
struirli con lenta impazienza".
Lucianone
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